Maria Simma e il grande segreto delle anime del Purgatorio

Solo Dio può sapere con certezza dove si trovi l’anima di un defunto, se in Paradiso, in Purgatorio o all’Inferno. A noi uomini non è dato saperlo in alcun modo. Abbiamo però sulle stesse anime un potere davvero enorme. Possiamo infatti scegliere se mandare un’"anima santa" velocemente in Paradiso, oppure farla attendere a lungo tra terribili patimenti. Non solo. Fare ciò è per noi di una facilità disarmante: basta pregare. Ebbene, se ancora non conoscete l’incredibile segreto delle anime del Purgatorio, leggete quanto segue perché potrebbe cambiare le vostra prospettiva sulla vita.

IL PURGATORIO ESISTE

Prima di addentrarci in questa particolare dimensione della Vita eterna, è fondamentale una precisazione: il Purgatorio, con buona pace dei negazionisti, esiste. Esattamente come esistono il Paradiso e l’Inferno. Chi lo dice? Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1030-1032) definisce l’esistenza della “dottrina della fede relativa al Purgatorio”, così come formulata principalmente nei Concili di Firenze e di Trento. Inoltre, le Sacre Scritture sono ricche di rimandi che ne giustificano l’esistenza. Per esempio, nel Vangelo di Matteo (Mt 12,32) si parla di «fuoco purificatore» per le cosiddette «colpe leggere», in contrapposizione alla «bestemmia contro lo Spirito Santo, che non sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro». Ancora. Nel Secondo Libro dei Maccabei si legge del «sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato» (2 Mac 12,45). Il Catechismo rievoca poi la Tradizione della Chiesa, ove il «sacrificio eucaristico», ma anche «le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza» sono vivamente raccomandati, «affinché i defunti, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio».

Detto questo, l’infinita bontà di Dio, che tutto compie per la nostra Salvezza, ci ha regalato una sfilza di santi e mistici che in Purgatorio ci sono stati per davvero e che, con le anime del Purgatorio, hanno avuto visioni e colloqui rivelatori. A riguardo si potrebbero citare, per esempio, Santa Geltrude, Santa Caterina da Genova, Santa Margherita Maria Alacoque, il Santo Curato d’Ars, San Giovanni Bosco, San Pio da Pietrelcina, Santa Gemma Galagani…. Ma è la mistica austriaca Maria Simma che più di tutti ci illumina sull’argomento, avendo offerto la vita intera unicamente per trascinare le anime dei defunti in Paradiso.

«IN PURGATORIO NON TI MANDA DIO»

Nata a Sonntag (Austria) il 5 febbraio 1915, in una famiglia assai numerosa e altrettanto povera, Maria sente presto il desiderio di consacrarsi a Dio. Per via della sua debole salute, ben tre conventi la rifiutano sicché, dalla morte del padre, inizia a vivere da sola nella casa paterna, facendo voto di verginità alla Madonna e offrendosi a Dio con il voto di “anima vittima” d’Amore ed Espiazione. Evidentemente il Signore la prese subito sul serio, dal momento che dal 1940, sino alla sua morte, nel 2004, le anime dei defunti le fecero visita ininterrottamente, al fine di essere liberate dalle sofferenze del Purgatorio ed andare così in Paradiso.

«La prima volta – racconta la veggente – mi svegliai perché qualcuno stava camminando su e giù per la mia stanza. Dissi: “Ehi! Chi sei?”. Nessuna risposta. Allora saltai fuori dal letto, corsi verso di lui e cercai di afferrarlo, ma mi trovai con nulla in mano». La Simma racconta che, nella stessa notte, un simile episodio si ripete una seconda volta. Sarà dunque il suo confessore a darle il giusto suggerimento: «Se ti dovesse capitare di nuovo, non chiedere: “Chi sei?”, ma piuttosto: “Che cosa vuoi da me?”. Potrebbe essere un’anima del Purgatorio». E così fu: l’uomo rispose di far celebrare tre Sante Messe in suo favore, «poi sarò libero».

Ma che cos’è il Purgatorio? «Il Purgatorio - dice Maria - è un luogo ed una condizione che ogni anima vive quando ha ancora bisogno di espiare e riparare i peccati che ha commesso durante la sua vita, prima che essa possa raggiungere Gesù in Paradiso. (…) Di solito si dice che il Purgatorio è una condizione. Ciò è vero solo a metà perché è decisamente anche un luogo. È anche un tempo di attesa in cui le anime anelano a Dio, e questo desiderio inappagato è la loro sofferenza maggiore». La mistica continua spiegando che ci sono diversi livelli di sofferenza in Purgatorio, ad esempio: solo nei livelli più bassi Satana può attaccare le anime, che sono invece protette nei livelli più alti. Un’altra verità fondamentale che ci rivela, riguarda la collocazione delle anime: «Non è Dio a mandare le anime in Purgatorio. Ma sono le anime stesse a giudicarsi e collocarsi al livello appropriato. Sono loro che desiderano purificarsi prima di giungere a Dio!».

Vi è di più: nonostante le durissime sofferenze cui sono sottoposte, nessuna anima del Purgatorio vuole abbandonare la propria condizione per tornare nelle tenebre della terra. Anzi, sono pazienti e vogliono soffrire, perché sanno che così possono purificarsi per arrivare totalmente luminose davanti a Dio. Questo è motivato dal fatto che la visione seppur parziale di Dio che hanno le anime in Purgatorio, è bastevole ad infondergli la Luce della Verità.

PERCHE’ SI VA IN PURGATORIO?

I peccati che fanno andare con più frequenza le anime in Purgatorio, secondo la Simma, sono quelli «contro la carità, contro l’amore del prossimo, la durezza del cuore, l’ostilità e la calunnia. So che la maldicenza e la calunnia - dice Maria - sono tra le colpe più gravi che necessitano di una lunga purificazione». A tal proposito ella racconta di una vicenda relativa ad un uomo e una donna. Con grande meraviglia di coloro che li avevano conosciuti, la donna era già in Paradiso, mentre l’uomo in Purgatorio. Quella donna era morta dopo aver fatto un aborto, l’uomo invece andava spesso in chiesa e faceva una vita apparentemente assai dignitosa e pia. I due erano morti contemporaneamente, ma la donna si era pentita con sincerità per ciò che aveva fatto, ed era stata molto umile; l’uomo, al contrario, pur essendo religioso, si lamentava sempre, sparlava della gente e criticava. Ecco perché il suo Purgatorio è stato molto lungo. Altri peccati contro la carità sono certamente il rifiuto di fare pace e i vari rancori che si portano nel cuore: la Simma fa molti esempi di anime che sono in Purgatorio proprio per aver ostinatamente negato il proprio perdono.

Per quanto riguarda i sacerdoti, invece, la mistica riferisce che i primi motivi che le vengono in mente, per cui essi devono scontare il Purgatorio, sono: «la disobbedienza al Santo Padre, il poco amore per la Santa Messa, per la preghiera e per il digiuno, la mancata lettura dell’Ufficio e la distribuzione della Comunione in mano». Su quest’ultimo punto la veggente riporta numerosissimi casi da lei assistiti e, soprattutto, riferisce la gravità del comportamento dei sacerdoti che «non hanno aiutato ad avere rispetto per l’Eucaristia, poiché così tutta la fede ne soffre».

PER AIUTARCI AD ANDARE IN PARADISO

«Il modo più efficace per facilitare la liberazione di un’anima dal Purgatorio - dice la Simma - è la Santa Messa. Perché è Cristo stesso che si offre per amore nostro. È l’offerta di Cristo stesso a Dio, la più bella delle offerte». Poi aggiunge che «se noi in vita ci rendessimo conto del valore di una sola Messa per l’eternità, le chiese sarebbero piene anche nei giorni feriali». Il perché è presto detto: «Nell’ora della morte le Messe che avremo ascoltato saranno il nostro maggior tesoro, esse hanno per noi più valore delle Messe che sono celebrate per noi dopo la morte».

Altri mezzi molto efficaci per aiutare le anime del Purgatorio sono le offerte a Dio delle nostre sofferenze: quelle volontarie, come il digiuno, le privazioni etc… e quelle involontarie, come le malattie, le umiliazioni, i lutti, gli abbandoni etc…

Ebbene, tutto questo dà un significato straordinario alla sofferenza e ai sacrifici che la vita chiede a ciascuno di noi: se li accettiamo con umiltà, se li offriamo e se li viviamo con pazienza, questi possono avere una potenza incredibile per aiutare i nostri cari defunti e tutte le "anime sante" (ma anche le anime in vita). «Le sofferenze sono la prova più grande dell’amore di Dio e se si offrono bene possono guadagnare molte anime”. La cosa importante – continua la Simma – è di unire le nostre sofferenze a quelle di Gesù e di deporle nelle mani della Sua Madre che saprà come meglio utilizzarle».

A tal proposito, occorre dire che le anime hanno raccontato che quando la Madonna arriva in Purgatorio porta una ventata di aria fresca e tanta, tanta consolazione. Infatti, è la stessa Madre di Dio che scende in Purgatorio a liberare le anime ed è per questo che loro la chiamano “Madre di Misericordia”. Inutile dire, dunque, che una preghiera efficacissima per scontare il Purgatorio è il Rosario recitato per i defunti. Così anche le Indulgenze e più in generale qualsiasi forma di preghiera a loro dedicata.

Vi sarebbero moltissime altre cose interessanti da dire, ma in conclusione occorre svelare un segreto, che ci può legare alle anime del Purgatorio in modo davvero potente. Le anime del Purgatorio non possono fare nulla per se stesse: sono totalmente impotenti e, se i vivi non pregano per loro, sono del tutto abbandonate. Perciò il nostro potere nei loro confronti è immenso. D'altra parte, però: se queste sono interdette a pregare per loro stesse, possono invece intercedere per noi, e lo fanno, favorendoci numerosissime grazie e avvicinandoci al nostro Paradiso! Ecco perché, allora, la fede nel Purgatorio è davvero fondamentale: perchè - come dice Maria Simma - «aiuta ad amare Dio con tutta la nostra forza ed in Lui il nostro prossimo».

[Per saperne di più: "Fateci uscire da qui!!", Maria Simma Parla con Nicky Eltz (Edizioni Segno)]

[Per saperne di più: Il meraviglioso segreto delle anime del Purgatorio, di suor Emmanuel Maillard]

Fonte:

lanuovabq.it/it/pregate-per-noi…
Sancte Joseph
Se non avessi letto Fateci uscire di qui , riceverei ancora la Santa Comunione in mano, ho smesso subito
laparoladigesu
Bel testo veramente. Se è ancora disponibile lo consiglio. Tra le altre cose la Simma scrive sulla sua contrarietà a ricevere la Ss.ma Eucarestia sulla mano. Ne parla più volte.