Padre Paolo Maria Siano: la Corredentrice

(padre Paolo M. Siano)

Tra i teologi avversi al titolo di Corredentrice c’è il domenicano Padre Edward H. Schillebeeckx O.P. (1914-2009), autore del libro “Maria, Moeder van der Verlossing”, 1a edizione 1954, 2a edizione 1957 sulla quale viene condotta la versione italiana “Maria madre della redenzione”, riveduta dallo stesso Schillebeeckx e pubblicata nel 1970 dalle Edizioni Paoline di Roma, per la Collana di Mariologia “Alma Mater”. L’imprimatur è del Sac. Salvatore Famoso, Canc. Arc., Catania, 22 ottobre 1964. Già nella Prefazione (non mi è chiaro se è a cura dei Paolini o di Schillebeeckx) si prendono le distanze dal titolo «corredentrice» (p. 7) in quanto esso è assente dai documenti ufficiali del Concilio…
In realtà, come ho dimostrato qui, il titolo Corredentrice è riconosciuto legittimo, verissimo, dagli Atti Conciliari, sia nella fase preparatoria che sinodale del Concilio stesso.
Più avanti, nel suo libro, Schillebeeckx respinge chiaramente il titolo «corredentrice» (p. 107).

In ambito cattolico tradizionalista Mons. Marcel Lefebvre (1905-1991) riconosce ovviamente che la Madonna «ha partecipato in modo essenziale alla salvezza del mondo» e che perciò Ella è «corredentrice» (Mons. Marcel Lefebvre, Santità e sacerdozio, Marietti, Genova-Milano 2010, p. 240), «dispensatrice di tutte le grazie» (p. 235).
Ma quel che è più interessante notare è che persino in ambienti teologici ed ecclesiastici post-conciliari, niente affatto “tradizionalisti” o “conservatori”, ci sono autori che ammettono in qualche modo il titolo mariano di Corredentrice.

Nel 1968, le editrici Herder (Roma) e Morcelliana (Brescia) pubblicano l’edizione italiana del “Dizionario di Teologia” di Karl Rahner e Herbert Vorgrimler in cui il concetto di «corredentrice» viene quantomeno tollerato, ed è già tanto in quel panorama teologico postconciliare.
Leggiamo alla voce «Corredentrice»: «Concetto dalla teologia cattolica (mariologia) non ancora definito con chiarezza nel suo possibile ed esatto significato. Si cerca con esso di esprimere la funzione unica e irripetibile dal punto di vista della persona e della storia della salvezza, funzione sempre valida ed efficace avuta da Maria agli inizi storici dell’opera della redenzione, nel suo compimento ad opera del redentore Cristo e nella comunità dei santi» (p. 145).
Alla voce «Maria» (pp. 368-373) leggiamo: «Sebbene dalla recente teologia Maria sia chiamata corredentrice, è al tempo stesso chiaro che questa sua funzione è qualitativamente di altro genere da quella dell’Uomo-Dio, Mediatore e Redentore. Nel fatto che la Scrittura mostra Maria (Giov. 19,25-27) come donna per eccellenza (seconda Eva e madre dei redenti) sotto la croce, sotto l’albero della redenzione, si può riconoscere come la funzione di madre della salvezza, che le appartiene come madre di Gesù, fosse esercitata lungo tutto la sua esistenza, fino all’ “ora” della redenzione (Giov. 2,4)» (p. 368).

Contrariamente a quanto affermano Rahner-Vorgrimler, in realtà il titolo di Corredentrice è ben spiegato da Teologi e Papi. Mi basta rilevare che Rahner-Vorgrimler, a prescindere dalle loro teorie o spiegazioni minimiste e fuorvianti, almeno non respingono quel titolo, pur presentandolo come un «concetto» o una «funzione». Essi riconoscono a Maria la «funzione» di «corredentrice» (cf. p. 368).
Nel libro “Maria. Meditazioni” (Casa Editrice Herder – Editrice Morcelliana, Roma-Brescia 1968-1970), Karl Rahner chiama Maria «la nuova Eva» e constata che Ella:
«– riferendoci a un punto di dottrina il cui contenuto è ancora disputato nella teologia cattolica – viene chiamata anche “corredentrice”» (p. 14).
Curioso notare che Rahner, a differenza di Schillebeeckx non contesta, non respinge il titolo, ma rispettosamente lo indica: Maria «viene chiamata anche “corredentrice”» (p. 14). A prescindere dalle sue spiegazioni, Rahner non fa problemi al titolo “corredentrice”.
Addirittura Rahner riconosce anche il titolo mariano di «Mediatrice di tutte le grazie» (p. 16) anche se purtroppo lo riduce a mera intercessione (cf. p. 14). Più avanti nel libro, Rahner ribadisce che Maria «è nella comunità dei santi la Mediatrice per tutti noi, la Mediatrice di tutte le grazie» (p. 120).

Nell’articolo “Culto mariano ed emancipazione della donna”, su “La Civiltà Cattolica (vol. II, 1970, pp. 123-132) il gesuita belga P. Jean Galot S.J. (1919-2008) scrive: «Corredentrice: questo titolo esprime bene l’ufficio di Maria, anche se si è attirato le critiche d’un certo numero di teologi, che temevano una pretesa di uguaglianza di Maria con Gesù. Ma non è una tale uguaglianza che esso esprime, perché Cristo è Redentore e non corredentore; esso indica semplicemente la collaborazione all’opera della redenzione. Infatti, tutta la Chiesa è corredentrice, e ogni cristiano è corredentore. Nel suo compito apostolico san Paolo non ha esitato a dire: “Noi siamo i collaboratori di Dio” (1Cor 3, 9). Maria è corredentrice a un titolo più speciale, unico: quello della donna, della nuova Eva, che è stata associata dal Padre al sacrificio redentore di Cristo e al parto messianico» (p. 128).
Purtroppo P. Galot non condivide i titoli mariani di «“mediatrice di tutte le grazie”» e «“distributrice”» delle grazie (cf. p. 130).
Nel 1978 le Edizioni Paoline pubblicano la seconda edizione (1a edizione 1977) del libro “Un mese mariano. 31 brevi meditazioni bibliche” («Imprimatur: Bari 21.2.1977 Mons. Francesco Colucci, vic. gen.»: p. 4) del redentorista P. Bernhard Häring C.Ss.R. (1912-1998) il quale chiama Maria: «Corredentrice».
Maria è «la nuova Eva» (pp. 31, 36), è la «Madre dei viventi» (p. 36).
«Maria, semplice come una colomba, sarà sempre docile all’opera dello Spirito Santo per poter compiere il proprio ruolo nell’opera della redenzione» (p. 67).
Ecco il brano, per noi, centrale: «La sofferenza di Cristo è in sé completa e non necessita di integrazioni, ma la forza redentrice della sua passione e morte è così grande da consentire che la nuova Eva vi abbia una partecipazione attiva. Possiamo dunque chiamarla “corredentrice”, non diminuendo, anzi esaltando Cristo unico redentore e mediatore» (p. 105).
Commentando le parole di Gesù, «Ecco tua Madre», P. Häring scrive di Maria: «[…] a tutti dunque è rivolta la parola: “Ecco la tua madre!”. Davanti a noi sta la donna, la nuova Eva, la Madre dei viventi, il grande segno dell’Apocalisse. Amiamo questa madre perché ci ha partorito nelle doglie presso la croce del Vivificatore! […] È la Madre della Chiesa» (p. 110).
Anche in ambienti francescani postconciliari ci sono ancora voci corredenzioniste.
Nel 1966 a Palermo le Edizioni “Crociata del Vangelo” pubblicano il libro “Il Primato di Cristo in San Paolo e Duns Scoto” scritto da P. Gabriele Allegra OFM (1907-1976; beatificato nel 2012 da Benedetto XVI). Ho consultato l’edizione pubblicata nel 2011 dalle Edizioni Porziuncola di Assisi.
P. Allegra scrive: «Mi pare ancora che dalla luce di questa dottrina, il Cristocentrismo e la Redenzione per puro amore, ne segua logicamente l’Immacolato Concepimento di Maria e il valore della sua Compassione di Corredentrice» (G. Allegra ofm, “Deviazioni dottrinali e morali (cause e rimedi), Convento S. Biagio, Acireale (CT) 1993, p. 70).
Nell’opuscolo “Peregrinantibus et itinerantibus”, scritto tra Macao e Hong Kong nel 1970, P. Allegra mostra che, nonostante il rampante e arrogante progressismo teologico postconciliare, egli difende e sostiene: «la dottrina Mediazione universale e della Corredenzione della Madonna, […] la recita del santo Rosario e […] la consacrazione al suo Cuore Immacolato e le altre pratiche di devozione mariana, che costituiscono una sorgente di intima e soprannaturale gioia e forza per i figli di adozione» (G. Allegra ofm, “Deviazioni dottrinali e morali (cause e rimedi), Convento S. Biagio, Acireale (CT) 1993, p. 112).
Anche sulla rivista “Miles Immaculatae” della “Milizia Maria Immacolata” diretta all’epoca da Frati Minori Conventuali, ci sono sostenitori della Corredentrice.
Cito qualche articolo. Su “Miles Immaculatae”, Anno II, Fasc. 3, 1966, nell’articolo “Orientamento della Mariologia dopo il Concilio” (pp. 308-314), P. Leone Veuthey OFMConv. (1896-1974) riconosce a Maria Santissima «la sua funzione insostituibile di Mediatrice universale e di suprema Corredentrice» (p. 313).
Ponendo a fondamento della Mariologia postconciliare la Maternità Divina di Maria (è il punto di vista della Mariologia tomista), P. Veuthey scrive: «Maria non è Madre perché benefattrice, ma è benefattrice perché Madre; non è Madre perché Mediatrice e Corredentrice, ma Mediatrice e Corredentrice perché Madre» (p. 311).
In ogni caso anch’egli riconosce che Maria è «Corredentrice».
Su “Miles Immaculatae” Anno VI, Fasc. 1, 1970, nell’articolo “Missione Mariana del Francescano” (pp. 41-49), P. Orlando Todisco scrive di Maria Santissima: «Corredentrice offriva il gran prezzo della redenzione, il Figlio suo, da donna forte e pietosa quando il Cristo esalava sulla croce lo spirito, per soddisfare ogni debito, per purificare e redimere noi…» (p. 46).
Su “Miles Immaculatae”, Anno VII, Fasc. 3-4, Luglio-Dicembre 1971, nell’articolo “Nell’albo dei Beati” (pp. 289-334) sulla beatificazione di P. Massimiliano Kolbe, P. Antonio Blasucci OFMConv. (1911-1987) condivide il titolo mariano di «Corredentrice» (p. 309).
Su “Miles Immaculatae”, Anno VIII, Fasc. 3-4, 1972, nell’articolo “Don Giacomo Alberione e la Madonna” (pp. 255-257), P. Antonio Blasucci OFMConv. ricorda che anche il fondatore della Famiglia Paolina ha chiamato la Madonna: «mediatrice universale della grazia», «la corredentrice con Cristo Redentore» (p. 256).
Su “Miles Immaculatae”, Anno X, Fasc. 3-4, Luglio-Dicembre 1974, nella rubrica «Dottrina Mariana», troviamo l’articolo “Il mistero della salvezza e Maria. «Mater Salvatoris»” (pp. 211-231) di P. Gabriele M. Roschini OSM il quale ribadisce che Maria è «vera e propria Corredentrice del genere umano» (p. 215). «[…] Il Magistero ordinario perciò può dirsi assai chiaro sulla cooperazione immediata di Maria SS. alla Redenzione» (p. 217), «Maria Corredentrice» (p. 218). La «Redenzione del genere umano» è «risultato immediato e simultaneo dell’azione combinata del Redentore e della Madre sua, Corredentrice» (p. 220).
Su “Miles Immaculatae”, Anno XII, Fasc. 1-2, 1976, nell’articolo “Il Prof. Enrico Medi nella luce di Maria” (pp. 107-114), P. Sebastiano Botticella OFMConv. riporta brani in cui il Medi (1911-1974), celebre fisico, politico e accademico italiano, afferma (in un libro del 1973): «Maria ha offerto il Figlio Gesù come vittima per la redenzione degli uomini dal peccato; Gesù, il Redentore, ridona alla Corredentrice tutta l’umanità e costituisce Madre di ogni creatura, Lei, la Madre di Dio. […] Ecco la mediatrice universale» (p. 110).
Su “Miles Immaculatae”, Anno XIII, Fasc. 1-2, Gennaio-Giugno 1977, nell’articolo “Il titolo «Maria Madre della Chiesa»” (pp. 19-36), Don Domenico Bertetteo SDB cita, condividendolo, quanto scrive il domenicano P. Philipon: sul Calvario, Maria, «con la sua compassione corredentrice» (p. 22), completa il suo consenso «alla maternità sul Cristo totale» (p. 22). Bertetto sostiene la «corredenzione» (p. 30) ossia «l’associazione salvifica al sacrificio di Cristo sul Calvario (cf. L.G. 58), a cui Maria è stata da Dio destinata, proprio per essere, in unione subordinata col nuovo Adamo, fonte di perdono, di vita e di salvezza per tutta l’umanità» (p. 30).
«La maternità spirituale di Maria ha origine dalla Maternità divina e dalla Corredenzione sul Calvario, intesa secondo la dottrina del Vaticano II, e quindi è anteriore a quella della Chiesa e si estende alla Chiesa stessa, alla quale dà origine, dipendentemente da Cristo» (p. 32).
Nel 1971 le Edizioni Dehoniane di Napoli pubblicano il libro “Il Mistero di Maria” del passionista P. Candido Amantini C.P. (1914-1992), celebre esorcista in Roma alla Scala Santa dal 1961 al 1992. Cito la seconda edizione a cura delle Edizioni Scala Santa (Roma 2018). Nel capitolo “Maria Corredentrice degli uomini” (pp. 191-225) il Servo di Dio P. Amantini scrive che per la sua partecipazione al Sacrificio del Figlio sulla Croce, «Maria si meriterà il titolo glorioso di Corredentrice degli uomini» (p. 191).
Più avanti scrive: «Col sacrificio cruento della Croce, a cui prese tanta parte la Vergine Santissima, fu operata la Redenzione umana nel senso assoluto e ciò la distingue profondamente, come è stato osservato, dal sacrificio dell’Altare cui partecipa la Chiesa. Per questo la Vergine ha pieno diritto al titolo di Corredentrice, che ha ricevuto esplicitamente o in modo equivalente da molte ed importanti autorità» (p. 203).
È molto interessante anche la testimonianza del sacerdote don Nicola Canzona († 1996), parroco di Castelpetroso (Is), a servizio del Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso (Is) dal 1968 al 1978 e dal 1983 al 1986.
Don Canzona ha riferito che Mons. Alberto Carinci [Arcivescovo di Boiano-Campobasso dal 1948 al 1977; dal 1982 l’Arcidiocesi ha preso il nome attuale di Campobasso-Boiano] ricevuto in udienza col suo clero, mostrò a Papa Paolo VI l’immagine della Madonna di Castelpetroso. Il Papa la guardò e uscì in questa esclamazione: «Ma questa è l’immagine della Corredentrice!» (cf. “Don Nicola… in Paradiso”, in “Corredemptrix. Annali Mariani 1996”, Santuario dell’Addolorata, Castelpetroso (Is) 1997, p. 306, grassetto mio; cf. pure P. Alessandro M. Apollonio, “«Questa è l’immagine della Corredentrice» (Paolo VI)”, in “Corredemptrix. Annali Mariani 2004”, Santuario dell’Addolorata, Castelpetroso (Is) 2005, p. 164).
I testi appena citati non indicano la data di quell’udienza. Suppongo che sia avvenuta nei primi anni ‘70, considerando che nel 1973 Paolo VI ha proclamato la Madonna Addolorata di Castelpetroso quale Patrona del Molise.
Dunque, stando a questa testimonianza, anche Paolo VI, sia pure non in documenti ufficiali, ha chiamato la Madonna: «la Corredentrice!».
Quel che è certissimo, ed incontrovertibile, è che appena dopo il Concilio Vaticano II, sotto il Pontificato di Papa Paolo VI, il titolo di Corredentrice compare – almena una volta – sul giornale del Papa e del Vaticano.
Su “L’Osservatore Romano” di sabato 15 gennaio 1966, a pagina 5, c’è un trafiletto intitolato “Tabor”: si dà notizia dell’ultimo numero della «rivista di vita spirituale “Tabor”», in cui si parla di «“Maria SS.ma e l’Eucaristia”», l’«Assunzione corporea di Maria ed il consenso universale della Chiesa», «Maria e la Chiesa». Inoltre:
«Mons. Vincenzo Faraoni presenta ai lettori un altro aspetto della mariologia “Maria mediatrice di tutte le grazie” aspetto consolante, fondato e avvalorato dalla tradizione che fa di Maria la corredentrice dell’umanità» (p. 5).
Per alcune note biografiche su mons. Vincenzo Faraoni (1919-1974), dal 1969 Consultore della Congregazione per il Clero, vedi qui.
(padre Paolo M. Siano) Tra i teologi avversi al titolo di Corredentrice c’è il domenicano Padre Edward H. Schillebeeckx O.P. (1914-2009), autore del libro “Maria, Moeder van der Verlossing”, 1a edizione 1954, 2a edizione 1957 sulla quale viene condotta la versione italiana “Maria madre della redenzione”, riveduta dallo stesso Schillebeeckx e pubblicata nel 1970 dalle Edizioni Paoline di Roma, per la Collana di Mariologia “Alma Mater”. L’imprimatur è del Sac. Salvatore Famoso, Canc. Arc., Catania, 22 ottobre 1964. Già nella Prefazione (non mi è chiaro se è a cura dei Paolini o di Schillebeeckx) si prendono le distanze dal titolo «corredentrice» (p. 7) in quanto esso è assente dai documenti ufficiali del Concilio…
In realtà, come ho dimostrato qui, il titolo Corredentrice è riconosciuto legittimo, verissimo, dagli Atti Conciliari, sia nella fase preparatoria che sinodale del Concilio stesso.
Più avanti, nel suo libro, Schillebeeckx respinge chiaramente il titolo «corredentrice» (p. 107).
In ambito cattolico tradizionalista Mons. Marcel Lefebvre (1905-1991) riconosce ovviamente che la Madonna «ha partecipato in modo essenziale alla salvezza del mondo» e che perciò Ella è «corredentrice» (Mons. Marcel Lefebvre, Santità e sacerdozio, Marietti, Genova-Milano 2010, p. 240), «dispensatrice di tutte le grazie» (p. 235).
Ma quel che è più interessante notare è che persino in ambienti teologici ed ecclesiastici post-conciliari, niente affatto “tradizionalisti” o “conservatori”, ci sono autori che ammettono in qualche modo il titolo mariano di Corredentrice.

Nel 1968, le editrici Herder (Roma) e Morcelliana (Brescia) pubblicano l’edizione italiana del “Dizionario di Teologia” di Karl Rahner e Herbert Vorgrimler in cui il concetto di «corredentrice» viene quantomeno tollerato, ed è già tanto in quel panorama teologico postconciliare.
Leggiamo alla voce «Corredentrice»: «Concetto dalla teologia cattolica (mariologia) non ancora definito con chiarezza nel suo possibile ed esatto significato. Si cerca con esso di esprimere la funzione unica e irripetibile dal punto di vista della persona e della storia della salvezza, funzione sempre valida ed efficace avuta da Maria agli inizi storici dell’opera della redenzione, nel suo compimento ad opera del redentore Cristo e nella comunità dei santi» (p. 145).

Alla voce «Maria» (pp. 368-373) leggiamo: «Sebbene dalla recente teologia Maria sia chiamata corredentrice, è al tempo stesso chiaro che questa sua funzione è qualitativamente di altro genere da quella dell’Uomo-Dio, Mediatore e Redentore. Nel fatto che la Scrittura mostra Maria (Giov. 19,25-27) come donna per eccellenza (seconda Eva e madre dei redenti) sotto la croce, sotto l’albero della redenzione, si può riconoscere come la funzione di madre della salvezza, che le appartiene come madre di Gesù, fosse esercitata lungo tutto la sua esistenza, fino all’ “ora” della redenzione (Giov. 2,4)» (p. 368).

Contrariamente a quanto affermano Rahner-Vorgrimler, in realtà il titolo di Corredentrice è ben spiegato da Teologi e Papi. Mi basta rilevare che Rahner-Vorgrimler, a prescindere dalle loro teorie o spiegazioni minimiste e fuorvianti, almeno non respingono quel titolo, pur presentandolo come un «concetto» o una «funzione». Essi riconoscono a Maria la «funzione» di «corredentrice» (cf. p. 368).
Nel libro “Maria. Meditazioni” (Casa Editrice Herder – Editrice Morcelliana, Roma-Brescia 1968-1970), Karl Rahner chiama Maria «la nuova Eva» e constata che Ella:
«– riferendoci a un punto di dottrina il cui contenuto è ancora disputato nella teologia cattolica – viene chiamata anche “corredentrice”» (p. 14).
Curioso notare che Rahner, a differenza di Schillebeeckx non contesta, non respinge il titolo, ma rispettosamente lo indica: Maria «viene chiamata anche “corredentrice”» (p. 14). A prescindere dalle sue spiegazioni, Rahner non fa problemi al titolo “corredentrice”.
Addirittura Rahner riconosce anche il titolo mariano di «Mediatrice di tutte le grazie» (p. 16) anche se purtroppo lo riduce a mera intercessione (cf. p. 14). Più avanti nel libro, Rahner ribadisce che Maria «è nella comunità dei santi la Mediatrice per tutti noi, la Mediatrice di tutte le grazie» (p. 120).

Nell’articolo “Culto mariano ed emancipazione della donna”, su “La Civiltà Cattolica (vol. II, 1970, pp. 123-132) il gesuita belga P. Jean Galot S.J. (1919-2008) scrive: «Corredentrice: questo titolo esprime bene l’ufficio di Maria, anche se si è attirato le critiche d’un certo numero di teologi, che temevano una pretesa di uguaglianza di Maria con Gesù. Ma non è una tale uguaglianza che esso esprime, perché Cristo è Redentore e non corredentore; esso indica semplicemente la collaborazione all’opera della redenzione. Infatti, tutta la Chiesa è corredentrice, e ogni cristiano è corredentore. Nel suo compito apostolico san Paolo non ha esitato a dire: “Noi siamo i collaboratori di Dio” (1Cor 3, 9). Maria è corredentrice a un titolo più speciale, unico: quello della donna, della nuova Eva, che è stata associata dal Padre al sacrificio redentore di Cristo e al parto messianico» (p. 128).
Purtroppo P. Galot non condivide i titoli mariani di «“mediatrice di tutte le grazie”» e «“distributrice”» delle grazie (cf. p. 130).
Nel 1978 le Edizioni Paoline pubblicano la seconda edizione (1a edizione 1977) del libro “Un mese mariano. 31 brevi meditazioni bibliche” («Imprimatur: Bari 21.2.1977 Mons. Francesco Colucci, vic. gen.»: p. 4) del redentorista P. Bernhard Häring C.Ss.R. (1912-1998) il quale chiama Maria: «Corredentrice».
Maria è «la nuova Eva» (pp. 31, 36), è la «Madre dei viventi» (p. 36).
«Maria, semplice come una colomba, sarà sempre docile all’opera dello Spirito Santo per poter compiere il proprio ruolo nell’opera della redenzione» (p. 67).
Ecco il brano, per noi, centrale: «La sofferenza di Cristo è in sé completa e non necessita di integrazioni, ma la forza redentrice della sua passione e morte è così grande da consentire che la nuova Eva vi abbia una partecipazione attiva. Possiamo dunque chiamarla “corredentrice”, non diminuendo, anzi esaltando Cristo unico redentore e mediatore» (p. 105).
Commentando le parole di Gesù, «Ecco tua Madre», P. Häring scrive di Maria: «[…] a tutti dunque è rivolta la parola: “Ecco la tua madre!”. Davanti a noi sta la donna, la nuova Eva, la Madre dei viventi, il grande segno dell’Apocalisse. Amiamo questa madre perché ci ha partorito nelle doglie presso la croce del Vivificatore! […] È la Madre della Chiesa» (p. 110).
Anche in ambienti francescani postconciliari ci sono ancora voci corredenzioniste.
Nel 1966 a Palermo le Edizioni “Crociata del Vangelo” pubblicano il libro “Il Primato di Cristo in San Paolo e Duns Scoto” scritto da P. Gabriele Allegra OFM (1907-1976; beatificato nel 2012 da Benedetto XVI). Ho consultato l’edizione pubblicata nel 2011 dalle Edizioni Porziuncola di Assisi.
P. Allegra scrive: «Mi pare ancora che dalla luce di questa dottrina, il Cristocentrismo e la Redenzione per puro amore, ne segua logicamente l’Immacolato Concepimento di Maria e il valore della sua Compassione di Corredentrice» (G. Allegra ofm, “Deviazioni dottrinali e morali (cause e rimedi), Convento S. Biagio, Acireale (CT) 1993, p. 70).
Nell’opuscolo “Peregrinantibus et itinerantibus”, scritto tra Macao e Hong Kong nel 1970, P. Allegra mostra che, nonostante il rampante e arrogante progressismo teologico postconciliare, egli difende e sostiene: «la dottrina Mediazione universale e della Corredenzione della Madonna, […] la recita del santo Rosario e […] la consacrazione al suo Cuore Immacolato e le altre pratiche di devozione mariana, che costituiscono una sorgente di intima e soprannaturale gioia e forza per i figli di adozione» (G. Allegra ofm, “Deviazioni dottrinali e morali (cause e rimedi), Convento S. Biagio, Acireale (CT) 1993, p. 112).
Anche sulla rivista “Miles Immaculatae” della “Milizia Maria Immacolata” diretta all’epoca da Frati Minori Conventuali, ci sono sostenitori della Corredentrice.
Cito qualche articolo. Su “Miles Immaculatae”, Anno II, Fasc. 3, 1966, nell’articolo “Orientamento della Mariologia dopo il Concilio” (pp. 308-314), P. Leone Veuthey OFMConv. (1896-1974) riconosce a Maria Santissima «la sua funzione insostituibile di Mediatrice universale e di suprema Corredentrice» (p. 313).
Ponendo a fondamento della Mariologia postconciliare la Maternità Divina di Maria (è il punto di vista della Mariologia tomista), P. Veuthey scrive: «Maria non è Madre perché benefattrice, ma è benefattrice perché Madre; non è Madre perché Mediatrice e Corredentrice, ma Mediatrice e Corredentrice perché Madre» (p. 311).
In ogni caso anch’egli riconosce che Maria è «Corredentrice».
Su “Miles Immaculatae” Anno VI, Fasc. 1, 1970, nell’articolo “Missione Mariana del Francescano” (pp. 41-49), P. Orlando Todisco scrive di Maria Santissima: «Corredentrice offriva il gran prezzo della redenzione, il Figlio suo, da donna forte e pietosa quando il Cristo esalava sulla croce lo spirito, per soddisfare ogni debito, per purificare e redimere noi…» (p. 46).
Su “Miles Immaculatae”, Anno VII, Fasc. 3-4, Luglio-Dicembre 1971, nell’articolo “Nell’albo dei Beati” (pp. 289-334) sulla beatificazione di P. Massimiliano Kolbe, P. Antonio Blasucci OFMConv. (1911-1987) condivide il titolo mariano di «Corredentrice» (p. 309).
Su “Miles Immaculatae”, Anno VIII, Fasc. 3-4, 1972, nell’articolo “Don Giacomo Alberione e la Madonna” (pp. 255-257), P. Antonio Blasucci OFMConv. ricorda che anche il fondatore della Famiglia Paolina ha chiamato la Madonna: «mediatrice universale della grazia», «la corredentrice con Cristo Redentore» (p. 256).
Su “Miles Immaculatae”, Anno X, Fasc. 3-4, Luglio-Dicembre 1974, nella rubrica «Dottrina Mariana», troviamo l’articolo “Il mistero della salvezza e Maria. «Mater Salvatoris»” (pp. 211-231) di P. Gabriele M. Roschini OSM il quale ribadisce che Maria è «vera e propria Corredentrice del genere umano» (p. 215). «[…] Il Magistero ordinario perciò può dirsi assai chiaro sulla cooperazione immediata di Maria SS. alla Redenzione» (p. 217), «Maria Corredentrice» (p. 218). La «Redenzione del genere umano» è «risultato immediato e simultaneo dell’azione combinata del Redentore e della Madre sua, Corredentrice» (p. 220).
Su “Miles Immaculatae”, Anno XII, Fasc. 1-2, 1976, nell’articolo “Il Prof. Enrico Medi nella luce di Maria” (pp. 107-114), P. Sebastiano Botticella OFMConv. riporta brani in cui il Medi (1911-1974), celebre fisico, politico e accademico italiano, afferma (in un libro del 1973): «Maria ha offerto il Figlio Gesù come vittima per la redenzione degli uomini dal peccato; Gesù, il Redentore, ridona alla Corredentrice tutta l’umanità e costituisce Madre di ogni creatura, Lei, la Madre di Dio. […] Ecco la mediatrice universale» (p. 110).
Su “Miles Immaculatae”, Anno XIII, Fasc. 1-2, Gennaio-Giugno 1977, nell’articolo “Il titolo «Maria Madre della Chiesa»” (pp. 19-36), Don Domenico Bertetteo SDB cita, condividendolo, quanto scrive il domenicano P. Philipon: sul Calvario, Maria, «con la sua compassione corredentrice» (p. 22), completa il suo consenso «alla maternità sul Cristo totale» (p. 22). Bertetto sostiene la «corredenzione» (p. 30) ossia «l’associazione salvifica al sacrificio di Cristo sul Calvario (cf. L.G. 58), a cui Maria è stata da Dio destinata, proprio per essere, in unione subordinata col nuovo Adamo, fonte di perdono, di vita e di salvezza per tutta l’umanità» (p. 30).
«La maternità spirituale di Maria ha origine dalla Maternità divina e dalla Corredenzione sul Calvario, intesa secondo la dottrina del Vaticano II, e quindi è anteriore a quella della Chiesa e si estende alla Chiesa stessa, alla quale dà origine, dipendentemente da Cristo» (p. 32).
Nel 1971 le Edizioni Dehoniane di Napoli pubblicano il libro “Il Mistero di Maria” del passionista P. Candido Amantini C.P. (1914-1992), celebre esorcista in Roma alla Scala Santa dal 1961 al 1992. Cito la seconda edizione a cura delle Edizioni Scala Santa (Roma 2018). Nel capitolo “Maria Corredentrice degli uomini” (pp. 191-225) il Servo di Dio P. Amantini scrive che per la sua partecipazione al Sacrificio del Figlio sulla Croce, «Maria si meriterà il titolo glorioso di Corredentrice degli uomini» (p. 191).
Più avanti scrive: «Col sacrificio cruento della Croce, a cui prese tanta parte la Vergine Santissima, fu operata la Redenzione umana nel senso assoluto e ciò la distingue profondamente, come è stato osservato, dal sacrificio dell’Altare cui partecipa la Chiesa. Per questo la Vergine ha pieno diritto al titolo di Corredentrice, che ha ricevuto esplicitamente o in modo equivalente da molte ed importanti autorità» (p. 203).
È molto interessante anche la testimonianza del sacerdote don Nicola Canzona († 1996), parroco di Castelpetroso (Is), a servizio del Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso (Is) dal 1968 al 1978 e dal 1983 al 1986.
Don Canzona ha riferito che Mons. Alberto Carinci [Arcivescovo di Boiano-Campobasso dal 1948 al 1977; dal 1982 l’Arcidiocesi ha preso il nome attuale di Campobasso-Boiano] ricevuto in udienza col suo clero, mostrò a Papa Paolo VI l’immagine della Madonna di Castelpetroso. Il Papa la guardò e uscì in questa esclamazione: «Ma questa è l’immagine della Corredentrice!» (cf. “Don Nicola… in Paradiso”, in “Corredemptrix. Annali Mariani 1996”, Santuario dell’Addolorata, Castelpetroso (Is) 1997, p. 306, grassetto mio; cf. pure P. Alessandro M. Apollonio, “«Questa è l’immagine della Corredentrice» (Paolo VI)”, in “Corredemptrix. Annali Mariani 2004”, Santuario dell’Addolorata, Castelpetroso (Is) 2005, p. 164).
I testi appena citati non indicano la data di quell’udienza. Suppongo che sia avvenuta nei primi anni ‘70, considerando che nel 1973 Paolo VI ha proclamato la Madonna Addolorata di Castelpetroso quale Patrona del Molise.
Dunque, stando a questa testimonianza, anche Paolo VI, sia pure non in documenti ufficiali, ha chiamato la Madonna: «la Corredentrice!».
Quel che è certissimo, ed incontrovertibile, è che appena dopo il Concilio Vaticano II, sotto il Pontificato di Papa Paolo VI, il titolo di Corredentrice compare – almena una volta – sul giornale del Papa e del Vaticano.
Su “L’Osservatore Romano” di sabato 15 gennaio 1966, a pagina 5, c’è un trafiletto intitolato “Tabor”: si dà notizia dell’ultimo numero della «rivista di vita spirituale “Tabor”», in cui si parla di «“Maria SS.ma e l’Eucaristia”», l’«Assunzione corporea di Maria ed il consenso universale della Chiesa», «Maria e la Chiesa». Inoltre:
«Mons. Vincenzo Faraoni presenta ai lettori un altro aspetto della mariologia “Maria mediatrice di tutte le grazie” aspetto consolante, fondato e avvalorato dalla tradizione che fa di Maria la corredentrice dell’umanità» (p. 5).
Per alcune note biografiche su mons. Vincenzo Faraoni (1919-1974), dal 1969 Consultore della Congregazione per il Clero, vedi qui.
corrispondenzaromana.it

Qui sotto
Lo straordinario e frequentatissimo seminario della Fraternità San Pio X sorto in Argentina e dedicato a "Nostra Signora Corredentrice":

04:55
Oscar Magnani
Ottimo post che dimostra che la SS Vergine é corredentrice a suon di Vangelo:
wordpress.com/…orredentrice-si-apra-il-dibattito-di-investigator/