Argomenti netti: Viganò confuta Ratzinger e Sarah sulla "Riforma della Riforma"
La stessa malizia ha introdotto sia i testi ambigui del Vaticano II che l'ambiguità del Nuovo Rito, ha detto l'arcivescovo Carlo Maria Viganò a ResNovae.fr (15 giugno).
Gli autori sapevano che i vescovi "conservatori" avrebbero interpretato tutto in maniera Cattolica, mentre il vero intento e il risultato sono stati tutt'altro. Viganò pone la domanda rivelatrice:
"Avete mai visto un prete che celebra il Novus Ordo con l'altare rivolto a Dio, interamente in latino, indossando la casula tradizionale (romana) e che distribuisce la Comunione alla balaustra, senza scatenare l'ira del vescovo o dei confratelli, anche se tecnicamente questo modo di celebrare sarebbe perfettamente legittimo?"
Alcuni preti ci hanno provato davvero, ma sono stati trattati "peggio di chi celebra regolarmente il Rito Tridentino," sottolinea Viganò.
L'arcivescovo non è d'accordo con Ratzinger, Sarah e con gli altri che difendono una graduale "ripresa litugrica" della Nuova Messa. Per Viganò, questi tentativi usano delle vetrine per rendere presentabile l'impresentabile Nuovo Rito. Ecco la domanda ovvia: "Che senso ha celebrare il Novus Ordo verso Dio, cambiare le preghiere di Offertorio e distribuire la Comunione sulla lingua, se la Messa Romana è sempre stata così?"
La “Riforma della Riforma” comincia secondo Viganò dagli stessi presupposti errati che animavano i cambiamenti dopo il Vaticano II, quando la liturgia è stata modificata "a volontà" e il venerabile Rito Romano è stato "modernizzato" e distorto. Di recente, la "Riforma della Riforma" ha voluto camuffare il Nuovo Rito "per farlo sembrare ciò che non è e che non vuole essere," dichiara Viganò.
Nel primo caso, si costringe una regina [=il rito Romano] a indossare gli zoccoli e i cenci, nel secondo, un cittadino comune [=il Nuovo Rito] a indossare la tiara reale sui capelli scompigliati, o a sedersi sul trono con un cappello di paglia. Dietro questi tentativi, secondo Viganò, c'è qualcosa che questi prelati non osano confessare: "Il fallimento del Concilio e ancor più della liturgia conciliare."
#newsPxlpgxhlvs
Gli autori sapevano che i vescovi "conservatori" avrebbero interpretato tutto in maniera Cattolica, mentre il vero intento e il risultato sono stati tutt'altro. Viganò pone la domanda rivelatrice:
"Avete mai visto un prete che celebra il Novus Ordo con l'altare rivolto a Dio, interamente in latino, indossando la casula tradizionale (romana) e che distribuisce la Comunione alla balaustra, senza scatenare l'ira del vescovo o dei confratelli, anche se tecnicamente questo modo di celebrare sarebbe perfettamente legittimo?"
Alcuni preti ci hanno provato davvero, ma sono stati trattati "peggio di chi celebra regolarmente il Rito Tridentino," sottolinea Viganò.
L'arcivescovo non è d'accordo con Ratzinger, Sarah e con gli altri che difendono una graduale "ripresa litugrica" della Nuova Messa. Per Viganò, questi tentativi usano delle vetrine per rendere presentabile l'impresentabile Nuovo Rito. Ecco la domanda ovvia: "Che senso ha celebrare il Novus Ordo verso Dio, cambiare le preghiere di Offertorio e distribuire la Comunione sulla lingua, se la Messa Romana è sempre stata così?"
La “Riforma della Riforma” comincia secondo Viganò dagli stessi presupposti errati che animavano i cambiamenti dopo il Vaticano II, quando la liturgia è stata modificata "a volontà" e il venerabile Rito Romano è stato "modernizzato" e distorto. Di recente, la "Riforma della Riforma" ha voluto camuffare il Nuovo Rito "per farlo sembrare ciò che non è e che non vuole essere," dichiara Viganò.
Nel primo caso, si costringe una regina [=il rito Romano] a indossare gli zoccoli e i cenci, nel secondo, un cittadino comune [=il Nuovo Rito] a indossare la tiara reale sui capelli scompigliati, o a sedersi sul trono con un cappello di paglia. Dietro questi tentativi, secondo Viganò, c'è qualcosa che questi prelati non osano confessare: "Il fallimento del Concilio e ancor più della liturgia conciliare."
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