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Due persone vestite di bianco nella Chiesa: Pietro e Saulo (Messaggio a Edson Glauber) Messaggio di Gesù a Edson Glauber (27 settembre 2019), durissimo. E' bene riflettere con serietà su queste parole. …Altro
Due persone vestite di bianco nella Chiesa: Pietro e Saulo (Messaggio a Edson Glauber)

Messaggio di Gesù a Edson Glauber (27 settembre 2019), durissimo.
E' bene riflettere con serietà su queste parole.

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Qualche giorno dopo questo messaggio il glorioso patriarca san Giuseppe ha insegnato al veggente una bellissima preghiera (2 ottobre 2019) da recitare sovente in questi tempi di grande sofferenza e prova per il mondo, per la chiesa, per le anime tutte:

Glorioso San Giuseppe, Sposo Purissimo della Vergine Immacolata, castissimo giglio di verginità e di purezza, insegnaci ad essere puri, santi e fedeli agli occhi santi di Dio.

Uomo giusto, vigoroso ed equilibrato, per il potere della tua intercessione davanti al Sacro Cuore di Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, ottieni per gli uomini di questo mondo equilibrio e vigorosità, perché non perdano la mascolinità e la santità della loro anima, a causa della corruzione dei costumi, dei peccati contro la morale e contro le Leggi Divine .Che tutti gli uomini sappiano rispettare il Santo Nome di Dio e lo onorino degnamente in ogni casa, in ogni famiglia consacrata al tuo Castissimo Cuore.

Proteggi i giovani: ragazzi e bambini con il tuo manto purissimo affinché siano protetti nella loro purezza e crescano in un amore ardente e santo per la gloria di Dio e siano a disposizione della Divina Volontà, proprio come (tu) servisti il Signore mentre vivevi in questo mondo, perché un giorno tutti possano ottenere la corona della vita eterna, accanto al Trono di Dio e al tuo Castissimo Cuore, nel cielo. Amen!


(Preghiera insegnata da san Giuseppe a Edson Glauber il 2 ottobre 2019, Manaus-Amazonas, Brasile)

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L’11 febbraio 2013 la comunicazione della rinuncia (di benedetto XVI, ndr.) rappresentò realmente un “fulmine a ciel sereno”, secondo l’immediata definizione del cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, che la sera stessa fu plasticamente confermata dal cielo mediante la folgore che colpi la cupola della basilica di San Pietro, immortalata dal fotoreporter Alessandro Di Meo dell’agenzia Ansa. Sulle problematiche canonistiche e sul dubbi teologici connessi alla dichiarazione di papa Ratzinger sono già state scritte molte pagine (10), per cui non approfondiamo la questione, anche se è facile rilevare che la rinuncia sottoscritta da papa Montini e papa Wojtyla al «sacro e canonico officio, sia come vescovo di Roma, sia come capo della santa Chiesa cattolica» non è altrettanto definita (e definitiva) nell'affermazione di papa Ratzinger di rinunciare al «ministero di vescovo di Roma, successore di San Pietro».

Secondo il canonista don Stefano Violi, Benedetto XVI «riscontrando la propria incapacità ad amministrare bene il ministero affidatogli, dichiara di rinunciare al ministerium. Non al papato, secondo il dettato della norma di Bonifacio Vili; non al munus secondo il dettato del canone 332 § 2, ma al ministerium, o, come specificherà nella sua ultima udienza, all’“esercizio attivo del ministero”».

Una opinione rinforzata dalle considerazioni dell’arcivescovo Georg Ganswein, segretario personale di papa Ratzinger: «Dall’11 febbraio 2013 il ministero papale non è più quello di prima. [...] Dall’elezione del suo successore Francesco il 13 marzo 2013 non vi sono dunque due papi, ma de facto un ministero allargato, con un membro attivo e un membro contemplativo. Per questo Benedetto XVI non ha rinunciato né al suo nome, né alla talare bianca. Per questo l’appellativo corretto con il quale rivolgerglisi ancora oggi è “santità”; e per questo, inoltre, egli non si è ritirato in un monastero isolato, ma all’interno del Vaticano, come se avesse fatto solo un passo di lato per fare spazio al suo successore» (12).

Comunque, dopo l’elezione di Francesco e il ritorno in Vaticano di Benedetto XVI, la coesistenza delle due bianche figure durante incontri privati, ma anche in cerimonie pubbliche, è diventata un fatto quasi ordinario, al punto da generare inedite situazioni. Per esempio il duplice stemma che orna il monumento a san Michele arcangelo, inaugurato nei giardini vaticani il 5 luglio 2013, e la scritta sulla base del piedistallo: "Benedictus PP. XVI anno VIII / Franciscus PP. anno I / Michaeli Archangelo / Populi Dei Defensori Vaticanae Civitatis Patrono" (Papa Benedetto XVI nell’anno ottavo / Francesco nel primo anno / all’arcangelo Michele / al difensore del popolo di Dio e al patrono della Città del Vaticano).

Un’altra dimostrazione? Il compito della Guardia svizzera pontificia è quello di «vigilare costantemente sulla sicurezza della sacra persona del santo padre e della sua residenza» (13), tanto che, nel momento in cui la sede di Pietro diventò vacante (alle ore 20 del 28 febbraio 2013), a Castel Gandolfo avvenne il passaggio formale di consegne, per quanto riguardava la sicurezza di Joseph Ratzinger, dalla Guardia svizzera al Corpo della gendarmeria (14).

Del tutto irrituale è sembrata perciò la presenza, durante il giuramento delle nuove reclute della Guardia svizzera il 6 maggio 2016, di due tamburi con lo stemma di Francesco e di uno con quello di Benedetto (15). Soprattutto tenendo conto del fatto che sullo stemma di papa Bergoglio è assente il pallio, presente invece su quello di papa Ratzinger: un’elemento decisamente non trascurabile nella simbologia vaticana, visto che, secondo la descrizione dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche, «fra le insegne liturgiche del sommo pontefice, uno dei più evocativi è il pallio fatto di lana bianca, simbolo del vescovo come buon pastore e, insieme, dell’Agnello crocifisso per la salvezza dell’umanità»(16).

E, per di più, considerando che Francesco normalmente non ha, all’anulare della mano destra, il tradizionale “anello del pescatore” - forgiato in argento dorato su disegno dello scultore Enrico Manfrini e raffigurante san Pietro con le chiavi del Regno - bensì l’anello in argento, con incisa una croce, che porta da quando venne consacrato vescovo nel 1992. Mentre Benedetto XVI, dopo l’annullamento dell’anello pontificio con l’immagine di san Pietro pescatore di uomini, attualmente tiene al dito una copia dell’anello che Paolo VI donò nel 1965 ai padri del concilio Vaticano II, raffigurante Cristo sormontato da una croce e affiancato da san Pietro e san Paolo.

Saverio Gaeta, La profezia dei due Papi. Rivelazioni sulla fine della Chiesa ai tempi di Benedetto e Francesco, Piemme, Milano 2018, pp. 27-29.
vincenzo angelo
Gesu'e san Giuseppe parlano chiaro,proprio come uomini veri.E ci pareva da un pezzo che il problema fosse proprio questo.La grazia e' vigore dell'anima.Sia nell'uomo che nella donna.Non eravamo machisti ne' fobici.Era solo buon senso,pur essendo lontanissimi dalla grandezza di san Giuseppe e figuriamoci di Gesu'.Ma proprio questo e' il punto:se pur cosi' lontani dalla loro virtu' avevamo cosi' chiaro …Altro
Gesu'e san Giuseppe parlano chiaro,proprio come uomini veri.E ci pareva da un pezzo che il problema fosse proprio questo.La grazia e' vigore dell'anima.Sia nell'uomo che nella donna.Non eravamo machisti ne' fobici.Era solo buon senso,pur essendo lontanissimi dalla grandezza di san Giuseppe e figuriamoci di Gesu'.Ma proprio questo e' il punto:se pur cosi' lontani dalla loro virtu' avevamo cosi' chiaro che cosa non andava,a quale distanza si trovavano e si trovano quelli che esaltano Saulo?Quanto ai moderni Azzeccagarbugli in stile don Leonardo Maria Pompei .02... Non lo apprezzavo quando,in versione .01 parlava di peccati mortali come se bastasse la materia grave e l'aver udito nelle orecchie che tali fossero:cioe' quando dava troppo facilmente per scontate la piena avvertenza e il deliberato consenso.Pur non condividendo la Amoris Letitiae,ambigua e in malafede,riconoscevo veritiera la nota sulla riflessione nella Chiesa circa le condizioni soggettive.Oggi,dato che i vizi a volte cambiano forma ma non scompaiono,il cieco fanatismo si e' spostato sulla difesa a oltranza ,e superflua della figura del Papa ,che nessuno mette in discussione in se'.,e sopra tutto sulle minacce di grandi castighi da Dio per chi lo critica e magari vorrebbe vederlo destituito o messo in fuga.Si vede che l'importante per i burini" intus et in cute" e' esagerare sempre,alla faccia dell'equilibrio di san Giuseppe,ostentato a parole ma che si percepisce poco presente nell'animo, nonostante le forme,modellate nel tempo con l'esperienza ,ma la vera natura per chi sa ascoltare riemerge sempre.Adesso forse non resta da sperare che Gesu' Cristo in persona non si sia messo fuori della Sua Chiesa:senno' dovremo considerarlo scomunicato e oggetto dei peggiori castighi divini.Gesu' parla cosi'? E che "ci azzecca"?Pensare che don Leonardo piaceva sopra tutto alle donne:ma evidentemente e' lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla e nemmeno la gioventu'.Buona santita',io mi accontenterei del Purgatorio e fosse possibile financo del Limbo.Nel frattempo,bene o male qualche opera di misericordia spirituale vera cerco di farla.Infatti,non essendo impegnato a volare sulle vette della Divina Volonta',con annessi volumi su volumi,un po' di tempo a disposizione per farlo ce l'ho.Le miserie e le piccolezze umane m'irritano,mi fanno dispiacere, ma non ne ho la fobia dei" santi",ammesso e non concesso che ce l'avessero:preferisco indicarle e dialogare,ed essere quello che non viene ascoltato piuttosto che quello che non ascolta. Anche perche' la Valtorta non mostra un Gesu' Cristo snob, sine nobilitade, ma anzi uno che aveva grande pazienza pure con Giuda e ci perdeva un sacco di tempo.Lo "accompagnava":basta chiedere a Bergoglio,no?