Scavato un palazzo o un tempio Idumeo in Israele

Scavato un palazzo o un tempio Idumeo in Israele
Un raro palazzo o tempio del popolo degli Idumei, uno dei pochissimi ancora esistenti, è stato portato alla luce nel sito di Horvat ‘Amuda, in Israele. Le immagini aeree di un drone avevano infatti indicato i possibili resti di un edificio di epoca ellenistica, durante una ricerca nell’area compresa tra i siti di Beit Guvrin-Maresha e Amatzia.

«Questa tecnologia ci ha aiutato a scegliere dove concentrare gli scavi e, in effetti, è emersa molto rapidamente una scoperta unica», hanno dichiarato i direttori degli scavi, Oren Gutfeld (Università Ebraica di Gerusalemme), e Pablo Betzer e Michal Haber dell’Autorità per le Antichità di Israele (IAA).

(Dane Christensen)

Edomiti o Idumei

Proprio come gli antichi Israeliti, il popolo edomita si stabilì più volte in Terra Santa. L’antico regno di Edom fu distrutto dai Babilonesi intorno al VI secolo a.C. Poi, durante l’era persiana, ripopolarono le colline meridionali della Giudea. In epoca ellenistica furono chiamati Idumei dai Greci in seguito alla conquista di Alessandro Magno, e il loro territorio passò dall’Egitto tolemaico all’Impero seleucide. Alla fine furono assimilati e diventarono ebrei. «Se fosse davvero un palazzo o un tempio idumeo, sarebbe una scoperta rara ed emozionante – edifici simili in questo paese possono essere contate sulle dita di una mano», hanno detto gli archeologi. In una delle stanze scavate sono stati scoperti due altari di pietra. Il toro che ne adornava uno “potrebbe aver simboleggiato una divinità venerata dagli Idumei”. Apparentemente stava sopra “la facciata di un tempio adornato con magnifiche colonne”, recita il comunicato dell’IAA. Ulteriori reperti di 2.200 anni fa includono scodelle dipinte, brocche e lampade a olio in ceramica.

Dai Seleucidi agli Asmonei

Sembra che l’edificio idumeo sia stato intenzionalmente smantellato, forse durante la conquista della regione da parte degli Asmonei: nel 112 a.C., il re asmoneo Giovanni Ircano I rase al suolo Maresha, una vicina roccaforte idumea con circa 6.000-10.000 abitanti. «I residenti furono costretti a convertirsi all’ebraismo o ad andarsene», scrisse l’archeologo Amos Kloner su Biblical Archaeology Review. Più tardi, nel 40 a.C., “dopo che Roma conquistò l’Impero seleucide, i Parti (alleati del capo asmoneo Antigono II Mattatia) distrussero Maresha durante una campagna militare contro Erode. Durante la terza guerra giudaica contro Roma (132-135 d.C.), i residenti della vicina Beit Guvrin scavarono stretti passaggi e stanze quadrate a Maresha come nascondigli e depositi”, aggiunge Kloner. Anche l’area intorno a Horvat ‘Amuda è piena di resti risalenti alle rivolte ebraiche contro i Romani, inclusi i tunnel nascosti scavati durante la rivolta di Bar Kochba. Inoltre gli archeologi vi hanno scoperto altri spazi sotterranei, forse usati per i bagni rituali, e frantoi, cave e colombaie.


(Dane Christensen)


(Clara Amit, Israel Antiquities Authority)


(Clara Amit, Israel Antiquities Authority)


(Michal Haber, Israel Antiquities Authority)

Lo scavo è stato sponsorizzato dalla IAA e dall’organizzazione mormone non profit Beit Lehi Foundation, con sede negli Stati Uniti. Hanno partecipato gli studenti dell’Università Ebraica di Gerusalemme e dell’Università Bar-Ilan, oltre a un gruppo di volontari statunitensi.


(Michal Haber, Israel Antiquities Authority)


I direttori dello scavo, da sinistra a destra: Pablo Betzer, Oren Gutfeld e Michal Haber (Israel Antiquities Authority)

Fonte The Times of Israele.

Drone survey reveals ancient temple at Israeli military grounds