Monsignor Gaenswein conferma involontariamente: "Benedetto XVI non ha mai detto che il papa sia Francesco"

In questi giorni di convalescenza per Francesco, abbiamo temporaneamente sospeso le esplorazioni sulla sua legittimità come pontefice, per una questione di delicatezza; tuttavia, due giorni fa è uscita una notizia che non possiamo tacere.

Don Enrico Bernasconi,
il sacerdote scomunicato (senza processo canonico, come già prima di lui don Minutella), per aver sostenuto che il papa è solo Benedetto XVI, ha pubblicato sui social i contenuti di una lettera di Mons. Gaenswein, vescovo segretario di papa Ratzinger, in risposta a un confratello che aveva posto al porporato alcune questioni proprio su don Bernasconi.

In questa lettera, Mons. Gaenswein sostiene di rispondere a nome di papa Benedetto, ma don Bernasconi esprime fieri dubbi nel comunicato che
copiamo di seguito.
Come si può pensare, sostiene il sacerdote, che in una situazione dove in tanti (fra cui vari vescovi e sacerdoti) ventilano che il legittimo papa regnante sia stato costretto a dimettersi dalla Mafia di San Gallo, possa fare testo una lettera attribuita a Benedetto XVI scritta da altri e trasferita a terzi?
Già tempo fa, avevamo ventilato come, vista la situazione intricata e oscura, potrebbe essere perfettamente attendibile solo una conferenza stampa pubblica di papa Benedetto, con tanto di controlli medici e sicurezza garantita dalle Guardie svizzere.
In aprile abbiamo prodotto una ricostruzione secondo cui papa Ratzinger avrebbe organizzato volontariamente delle dimissioni invalide per dare modo alla Chiesa antagonista di svelarsi e poi essere annullata. Il cosiddetto "Piano B", tradotto in cinque lingue, non è ancora stato smentito da alcuno: QUI

Peraltro, anche se papa Ratzinger, in buona fede, ritenesse di essersi dimesso, se l’atto di rinuncia è invalido, resta comunque nullo perché il Diritto canonico è superiore all’autorità del papa, se questi non lo cambia preventivamente. Ecco perché, paradossalmente, nemmeno interpellando Benedetto XVI si potrebbe avere certezza della validità della sua rinuncia, la quale, ormai consegnata alla storia e al diritto, deve essere verificata da una commissione di cardinali e canonisti. Anche se molti indizi fanno pensare il contrario, papa Ratzinger potrebbe infatti essere convinto di aver realmente abdicato, ma la rinuncia potrebbe essere comunque invalida, e viceversa.
In ogni caso, Benedetto XVI non ha mai detto di aver abdicato, ma solo di essersi “dimesso” dalle funzioni pratiche e per giunta di restare “per così dire, nel recinto di San Pietro”.

Tuttavia, l’elemento più significativo della risposta di Mons. Gaenswein è che egli stesso CONFERMA IN PIENO quanto avevamo evidenziato in precedenti articoli, ovvero che Benedetto XVI da otto anni ripete che IL PAPA E’ UNO, ma non ha MAI detto che il papa è Francesco.
Scrive infatti Mons. Gaenswein: ““Lo stesso papa Benedetto ha dichiarato più volte che vi è un solo papa ed E' CHIARO che è Francesco. Altre interpretazioni sono strumentali”.
E’ chiaro? E per chi? Non è chiaro affatto, anzi, molti gravi indizi fanno ritenere proprio il contrario.
Mons. Gaenswein stesso, tra l’altro, sconfessa Vatican News, agenzia di stampa vaticana, che nel 2019 ha fatto un grosso passo falso QUI attribuendo la frase “il papa è uno ed è Francesco” a Ratzinger, mentre il virgolettato era di Massimo Franco del Corriere della Sera. Abbiamo illustrato la questione QUI .
Molto grave, ma l’episodio è tipico di un contesto in cui da otto anni i media filo-Bergoglio hanno tentato di tirar fuori con le tenaglie a papa Benedetto la “frase magica” che lui non ha MAI voluto pronunciare come conferma il suo segretario.

Inoltre, vi sembra plausibile che papa Ratzinger in otto anni non abbia mai detto, NEMMENO CASUALMENTE, che il papa è solo Francesco? Possibile che un sant’uomo come lui si diverta a lasciare un’ombra di dubbio su una simile, gravissima questione?
Non sappiamo se Mons. Gaenswein sia informato del fatto che papa Benedetto ha scritto nel libro “Ultime conversazioni” (2016) che “nessun papa si è dimesso per mille anni e anche nel primo millennio è stata un’eccezione”. Dato che si sono dimessi 6 papi nel I millennio e 4 nel II, in questo modo Benedetto lascia intendere logicamente che egli si è dimesso come i papi che nel I millennio non hanno abdicato, ma sono stati scacciati da antipapi. Ne abbiamo scritto QUI e il pezzo è stato tradotto in cinque lingue: se ne è occupato pure il Die Tagespost tedesco, dandosela poi a gambe in vista di un approfondimento della questione QUI
Al vescovo sembra normale che l’istituto del papa emerito sia giudicato da tutti i principali canonisti un assurdo giuridico? O che papa Ratzinger continui a vestirsi di bianco, a farsi baciare l’anello da Francesco, a firmarsi Pater Patrum (titolo del pontefice regnante), a impartire la benedizione apostolica? E’ normale che un raffinato latinista come lui commetta grossolani errori di latino nella rinuncia rivendicandoli poi con orgoglio sul Corriere e in un libro? QUI Oppure, che abbia differito le sue dimissioni senza mai ratificarle QUI etc. etc? Potremmo continuare ancora a lungo, citando l’ambiguità scientifica di papa Ratzinger durante otto anni e il suo umoristico riferimento al fatto che la data per la sua presunta rinuncia aveva un nesso interiore con il lunedi di Carnevale. Per pietà dei lettori, ormai già sazi, ci fermiamo qui.

Da dove vengono, quindi, tutte le sicurezze di Mons. Gaenswein? Inoltre, quando lo stesso dice che Benedetto ha giurato obbedienza a Francesco, questo quando sarebbe successo? Prima del conclave, papa Ratzinger disse che avrebbe giurato obbedienza “al suo successore”, ma senza specificare dopo quale conclave. Nel libro “Ultime conversazioni” del 2016 Benedetto XVI risponde infatti, evasivamente, così:
Domanda : “Nel prendere congedo dalla curia, come poté allora giurare obbedienza assoluta al suo futuro successore?

Benedetto XVI: “Il papa è il papa, non importa chi sia”.
Quindi non ci risulta che, ad oggi, Benedetto XVI ABBIA MAI GIURATO OBBEDIENZA DIRETTAMENTE A FRANCESCO.

Si capisce ora, perché la lettera del vescovo sia stata accolta con giubilo dai sostenitori di Benedetto unico papa.
In ogni caso, l’unica questione che conta è la validità canonica della rinuncia di papa Benedetto. Continuare ad ammannire la stessa vulgata senza fornire adeguate spiegazioni a dubbi più che ragionevoli, non sortisce alcun effetto.
La questione è molto seria: se Ratzinger, consapevolmente o inconsapevolmente, non ha abdicato in modo valido, egli è ancora il papa. In tal caso, Francesco è un antipapa e se dopo di lui si andrà a un conclave con gli 80 nuovi non-cardinali da lui nominati, si eleggerà un nuovo antipapa così come dopo l’antipapa Anacleto II, nel 1138, succedette l’antipapa Vittore IV, finché non arrivò San Bernardo a rimettere le cose a posto.
Quindi se non si esamina la questione rinuncia, la vera Chiesa cattolica, per come la conosciamo, sarà finita per sempre.

Ed ecco il comunicato social di don Bernasconi:

Il Papa è uno solo! (e lo sappiamo)
Qualche giorno fa mi è arrivata una lettera, autografa in pdf, da parte di un consacrato (che conosco personalmente, di cui non faccio il nome), il quale, per sua libera iniziativa ha scritto a papa Benedetto XVI, verso la metà di aprile, facendogli presente una mia dichiarazione pubblica ripresa da “Il Tempo.it”. La fonte originaria di questa dichiarazione è il sito Rivelazione.net (riporto, sotto nei commenti, il link dell’intervista di Samuel Colombo)
In questa intervista, tra le altre cose, dicevo:
«Se papa Benedetto mi dirà che sono scismatico, perché riconosco nella sua persona il Vicario di Cristo in terra, solo allora mi convincerò! Ma papa Benedetto non ha mai detto: “Io non sono papa!”».
Il consacrato in questione mi fa presente che la risposta è arrivata il 20 giugno da parte di mons. Gänswein, il segretario particolare del papa, il quale gli ha dato il permesso di comunicarmela.
Premettendo che il mio appello era rivolto direttamente al papa e che lasciavo intendere chiaramente di volere sentire la sua voce (mosso come sono dallo spirito di san Tommaso apostolo), per sapere cosa ne pensi della mia scomunica per scisma, nella presente lettera mi si dice che il papa è informato dei fatti e mons. Gänswein mi risponderebbe nientemeno che a nome stesso del papa che lui definisce ‘emerito’ ( e mi chiedo se bisogna essere dottori in diritto canonico per parlare di papa emerito, figura che non esiste e non può esistere).
Qualche sospetto mi viene subito, tenendo presente anche che mons. Gänswein è l’inventore – o uno dei promotori - di una nuova teoria in diritto canonico, ovvero la teoria del ministero petrino ‘allargato’: secondo questa teoria papa Benedetto, ‘emerito’, svolgerebbe un ministero ‘passivo’, contemplativo, mentre papa Francesco svolgerebbe un ministero ‘attivo’, pastorale e di governo.
Ora, secondo voi, potrei mai fidarmi di una risposta che mi arriva per vie traverse a nome del papa, tenendo presente che questi monsignori, poi, per quanto colti siano, non fanno altro che confondere sempre più il popolo santo di Dio? E potrei mai fidarmi di queste risposte sapendo che papa Benedetto XVI vive come un prigioniero i suoi ultimi giorni di vita terrena?
Ma vediamo il contenuto delle tre risposte del segretario del papa che sono state riportate, in modo indiretto, dall’autore della lettera a me indirizzata:

1) “Benedetto XVI ha rinunciato al suo ministero petrino e, sin dall’inizio, ha promesso obbedienza al suo legittimo successore che è papa Francesco”.
Rispondo:
Effettivamente nella Declaratio del 11 febbraio 2013 papa Benedetto ha rinunciato pubblicamente al ministero petrino. Peccato, però, che, (lasciando stare gli errori di concordanza e di grammatica presenti nel testo latino, il che rimane inspiegabile per un latinista esperto come papa Ratzinger e viene da pensare che siano errori proprio voluti - e tralaltro è molto strano che nessuno tra i cardinali e i vescovi se ne sia accorto e abbia denunciato il fatto nei giorni immediatamente successivi alla Declaratio), la condizione necessaria perché sia valida la rinuncia di un papa, secondo il canone 332§2 del diritto canonico, sia che egli rinunci espressamente al munus. Papa Benedetto XVI non ha rinunciato espressamente al munus e quindi è rimasto il Vicario di Cristo! Anche nelle ultime sue interviste egli afferma di avere conservato la dimensione spirituale del munus petrino: ma è possibile conservare solo una parte dell’ufficio petrino e quindi rinunciare solo in parte ad esso?
Se consideriamo, poi, le dichiarazione del card. Danneels e le pressioni (interne ed esterne) che papa Benedetto XVI ha ricevuto per dimettersi possiamo capire che c’è anche un altro elemento che rende invalide le sue dimissioni ovvero la mancanza di libertà.
Molto strano, poi, il modo di praticare l’obbedienza da parte di papa Benedetto XVI verso il suo presunto successore Francesco: papa Benedetto è talmente obbediente a Francesco che si firma ancora con la sigla del papa regnante e quando si incontra con Bergoglio è quest’ultimo a baciargli l’anello!

2) “Lo stesso papa Benedetto ha dichiarato più volte che vi è un solo papa ed è chiaro che è Francesco. Altre interpretazioni sono strumentali”.
Se capisco bene e non sono ancora del tutto impazzito:
Papa Benedetto XVI non ha rinunciato espressamente al munus petrino, come richiesto invece dal canone 332§2, come condizione essenziale per la validità dell’atto stesso; inoltre egli non dice pubblicamente e in modo esplicito che l’unico papa di cui parla si chiama Francesco ma afferma genericamente che esiste un solo papa: nonostante questi due dati oggettivi ed estremamente seri, tutte le altre interpretazioni sarebbero strumentali? Beh, forse, lor monsignori non si rendono conto che ciò che è chiaro per loro non lo è per chi ha ancora un minimo di fede cattolica! E chi ha un minimo di fede cattolica ragiona innanzitutto sui fatti!
3)“Che tu devi obbedienza solo e unicamente a papa Francesco che è il solo Sommo Pontefice attualmente regnante”.
Rispondo prendendo in prestito le parole del cieco nato davanti ai farisei:
“Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo!” (cf. Gv 9,25).
Anche se Bergoglio fosse il Vicario di Cristo – ma grazie a Dio non lo è – non potrei mai obbedire a uno che: introduce gli idoli in Vaticano, predica un nuovo umanesimo e la fratellanza massonica universale riducendo il cattolicesimo a una religione come le altre, intronizza la statua di Martin Lutero in Vaticano - come se fosse un santo - e commemora un evento nefasto come la riforma protestante, offende la Vergine Maria e Gesù Cristo e il sensus fidei di molti cattolici, con parole ed espressioni che un papa non potrebbe mai dire, crea una frattura tra dottrina e prassi, lasciando credere di professare la dottrina di sempre e chiudendo gli occhi davanti relativismo morale e alla confusione (alcuni esempi su tutti: l’ammissione alla comunione sacramentale dei divorziati risposati che vivono come marito e moglie e il silenzio davanti alle benedizioni operate da molti sacerdoti, in Germania, delle coppie omosessuali), afferma che le luci di speranza per l’umanità sono i vaccini e non Gesù Cristo, luce del mondo e Figlio di Dio, e infine si mette al posto di Gesù Cristo stesso tanto da essere un pastore idolo per molti (si vendono già le sue statue nei negozi di articoli religiosi e i suoi ceri votivi nei supermercati) … (ma questi sono solo alcuni esempi, purtroppo).

La Parola di Dio ci insegna invece che: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At 4, 29).

don Enrico Bernasconi

liberoquotidiano.it


16:36
fidelis eternis
Con Siri era successa la stessa cosa, leggere the pope in red
N.S.dellaGuardia
Il papa è uno solo, e non è quello a cui han riparato il colon. CHIARO???
Un papa guardato a vista ed il suo guardiano che fa il finto portavoce, agli ordini di chi vuole il papa in silenzio.
Renzo Lay
BERGOLIO DELENDO ! BERGOLIO DELENDO ! BERGOLIO DELENDO 1
Veritasanteomnia
Mi sembra più appropriato destituendo
Nicolaos
Non è delendus?