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Massimo M.I.
2625
Il " coronavirus " eclesiale. .Altro
Il " coronavirus " eclesiale.

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demaita
Ottimo intervento. Ha però un punto debole, quello di affermare ‘vagamente’ che il Conc: Vat. II è la causa del modernismo e della crisi attuale della Chiesa. Non si può scalfire un “idolo” incensato e adorato da 60 anni da quasi tutto il clero, con affermazioni ‘vaghe’ e imprecisate.
Su un punto così decisivo ed importante dobbiamo essere più inoppugnabili, chiari e precisi. La causa precisa …Altro
Ottimo intervento. Ha però un punto debole, quello di affermare ‘vagamente’ che il Conc: Vat. II è la causa del modernismo e della crisi attuale della Chiesa. Non si può scalfire un “idolo” incensato e adorato da 60 anni da quasi tutto il clero, con affermazioni ‘vaghe’ e imprecisate.
Su un punto così decisivo ed importante dobbiamo essere più inoppugnabili, chiari e precisi. La causa precisa della rivoluzione modernista operata dai testi del Conc: Vat. II, è il rifiuto del bi millenario, biblico, teologico, Cristo-Centrismo, sostituito con il massonico/marxista: ’uomo-centrismo’. cf Gaudium et Spes: “Spes 24: "l'uomo è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa'; e 12: “tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all’uomo”.
Errore chiaramente denunciato a livello scritturistico e teologico da mons M. Lefebvre: “Ils l’ont decouronné. Du liberalisme a l’apostasie. La tragedie conciliaire”, = Essi (I Padri con i Testi Conciliari) hanno detronizzato Gesù Cristo. Dal liberalismo all’apostasia. La Tragedia conciliare (ed. Fideliter 1987, e ried. Clovis 2017). E a livello filosofico dal P. Cornelio Fabro: "La svolta antropologica di Karl Rahner", (ed. Rusconi 1974, ried Verbo Incarnato 2016). Cf
I Volti pericolosi: di Francesco I, e del Vat. II.
Senza 1) la consapevolezza di questo preciso errore mortale, e 2) ritorno al Cristo-centrismo: con l’ignoranza della causa, la crisi non farà che aggravarsi sempre di più.
Lode a Dio
Vanno lette anche nell'insieme però:
CAPITOLO I
LA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA

12. L'uomo ad immagine di Dio.
Credenti e non credenti sono generalmente d'accordo nel ritenere che tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all'uomo, come a suo centro e a suo vertice.
Ma che cos'è l'uomo?
Molte opinioni egli ha espresso ed esprime sul proprio conto, opinioni varie ed anche contrarie, secondo …Altro
Vanno lette anche nell'insieme però:

CAPITOLO I
LA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA

12. L'uomo ad immagine di Dio.
Credenti e non credenti sono generalmente d'accordo nel ritenere che tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all'uomo, come a suo centro e a suo vertice.
Ma che cos'è l'uomo?
Molte opinioni egli ha espresso ed esprime sul proprio conto, opinioni varie ed anche contrarie, secondo le quali spesso o si esalta così da fare di sé una regola assoluta, o si abbassa fino alla disperazione, finendo in tal modo nel dubbio e nell'angoscia.
Queste difficoltà la Chiesa le sente profondamente e ad esse può dare una risposta che le viene dall'insegnamento della divina Rivelazione, risposta che descrive la vera condizione dell'uomo, dà una ragione delle sue miserie, ma in cui possono al tempo stesso essere giustamente riconosciute la sua dignità e vocazione.
La Bibbia, infatti, insegna che l'uomo è stato creato « ad immagine di Dio » capace di conoscere e di amare il suo Creatore, e che fu costituito da lui sopra tutte le creature terrene (9) quale signore di esse, per governarle e servirsene a gloria di Dio (10).
« Che cosa è l'uomo, che tu ti ricordi di lui? o il figlio dell'uomo che tu ti prenda cura di lui?
L'hai fatto di poco inferiore agli angeli, l'hai coronato di gloria e di onore, e l'hai costituito sopra le opere delle tue mani. Tutto hai sottoposto ai suoi piedi » (Sal8,5).
Ma Dio non creò l'uomo lasciandolo solo: fin da principio « uomo e donna li creò » (Gen1,27) e la loro unione costituisce la prima forma di comunione di persone.
L'uomo, infatti, per sua intima natura è un essere sociale, e senza i rapporti con gli altri non può vivere né esplicare le sue doti.
Perciò Iddio, ancora come si legge nella Bibbia, vide « tutte quante le cose che aveva fatte, ed erano buone assai» (Gen1,31).

(Cost. pastorale Gaudium et Spes Prima Parte Cap. 1 n. 12)

NOTE

(1) La Costituzione Pastorale "Sulla Chiesa nel mondo contemporaneo" consta di due parti, ma un tutto unitario. La Costituzione detta "Pastorale" perché, basata sui principi
dottrinali, intende esporre l’atteggiamento della Chiesa verso il mondo e gli uomini d’oggi. Non manca dunque né l’intento pastorale nella prima parte, né l’intento dottrinale nella seconda. Nella prima parte la Chiesa sviluppa la sua dottrina sull’uomo, sul mondo nel
quale l’uomo inserito e sul suo rapporto con queste realtà . Nella seconda considera pi da vicino i diversi aspetti della vita odierna e della società umana, e precisamente in particolare le questioni e i problemi che ai nostri tempi sembrano pi urgenti in questo
campo. Per cui in questa seconda parte la materia, soggetta ai principi dottrinali, consta di elementi non solo immutabili, ma anche contingenti. Perciò la Costituzione dev’essere interpretata secondo le norme generali dell’interpretazione teologica, e ciò tenendo
conto, soprattutto nella sua seconda parte, delle mutevoli circostanze con le quali sono connessi, per loro natura, gli argomenti di cui si tratta.

(9) Cf. Gen 1,26; Sap 2,23.

(10) Cf. Sir 17,3-10.

E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». (Genesi 1,26)
Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura. (Sapienza 2,23)
Secondo la sua natura li rivestì di forza, e a sua immagine li formò.
Egli infuse in ogni essere vivente il timore dell'uomo, perché l'uomo dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro perché ragionassero. Li riempì di dottrina e d'intelligenza, e indicò loro anche il bene e il male.
Pose lo sguardo nei loro cuori per mostrar loro la grandezza delle sue opere. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Inoltre pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita. Stabilì con loro un'alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. (Siracide 17,3-10)

24. L'indole comunitaria dell'umana vocazione nel piano di Dio.
Iddio, che ha cura paterna di tutti, ha voluto che tutti gli uomini formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro come fratelli. Tutti, infatti, creati ad immagine di Dio « che da un solo uomo ha prodotto l'intero genere umano affinché popolasse tutta la terra » (At17,26), sono chiamati al medesimo fine, che è Dio stesso. Perciò l'amor di Dio e del prossimo è il primo e più grande comandamento. La sacra Scrittura, da parte sua, insegna che l'amor di Dio non può essere disgiunto dall'amor del prossimo, «e tutti gli altri precetti sono compendiati in questa frase: amerai il prossimo tuo come te stesso. La pienezza perciò della legge è l'amore » (Rm13,9); (1Gv4,20).
È evidente che ciò è di grande importanza per degli uomini sempre più dipendenti gli uni dagli altri e per un mondo che va sempre più verso l'unificazione.
Anzi, il Signore Gesù, quando prega il Padre perché « tutti siano una cosa sola, come io e tu siamo una cosa sola » (Gv17,21), aprendoci prospettive inaccessibili alla ragione umana, ci ha suggerito una certa similitudine tra l'unione delle Persone divine e l'unione dei figli di Dio nella verità e nell'amore.
Questa similitudine manifesta che l'uomo, il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non possa ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé (44).
(Gaudium et Spes Prima Parte Cap. 2 n.24)

Nota:
(44) Cf. Lc 17,33.

Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. (Luca 17, 33)