REPERTI D’EPOCA MEDIEVALE IN SAN LORENZO A TOFFIA- Rieti (“TABULAE LUSORIAE”, MENSOLE E CHIAVI D’ARCO IN PIETRA).

Come descritto nel precedente studio (cfr. “TRE FRAMMENTI SCULTOREI IN PIETRA D’EPOCA ROMANA IN SAN LORENZO A TOFFIA”)¹ l’impiego di frammenti scultorei ed iscrizioni di epoca romana e non era ampiamente diffuso nel medioevo, nelle costruzioni di chiese, luoghi di culto.

Nella chiesa di San Lorenzo in Toffia (che secondo alcune ipotesi sarebbe stata edificata sui resti di un tempio pagano destinato a Giano), sono riconoscibili sulla facciata, diversi frammenti scultorei in pietra di provenienza non identificabile. Oltre ai frammenti citati di epoca romana, sempre sulla facciata principale si possono osservare altri tre frammenti in lastre di epoca medievale.

Di questi due sono “tabulae lusoriae” (lastre quadrangolari con in rilievo una scacchiera con o senza decorazioni aggiuntive) e l’altra una lastra di forma rettangolare con incise rappresentazioni a graffito. Queste lastre denominate qui come LASTRE D, E, F, sono posizionate una sul lato destro e due sul lato sinistro (cfr. schema con foto della facciata).

Complessivamente i reperti catalogabili possono essere così suddivisi:

N° 6 frammenti in pietra di forma quadrangolare o rettangolare (A, B, C) di cui n° 3 di epoca romana e n° 3 di epoca medievale (D, E, F). Di questi cinque si trovano sulla facciata principale e uno sul lato sinistro rispetto alla stessa;
N° 3 mensole in pietra (G, H, M) con figure in rilievo (di cui due “fitomorfiche” e una con testa d’ariete). Di queste una è stata trafugata e ne resta solo la documentazione fotografica;
N° 2 chiavi d’arco (I, L), di cui una con rilievo di figura di volto umano (trafugata) e una “fitomorfica” (fiore con stelo);


Note:

1* “TRE FRAMMENTI SCULTOREI IN PIETRA D’EPOCA ROMANA IN SAN LORENZO A TOFFIA”, toffiartestoria.wordpress.com/…/tre-frammenti-s…

LASTRA D “TABULAE LUSORIAE”, GRATICOLA CON FIGURE IN PIETRA.

Si tratta di una lastra in pietra di travertino delle dimensioni di 84 cm. di lunghezza, 86 di altezza e una profondità di cm. 20. E’ inserita nella facciata principale della chiesa in corrispondenza dello spigolo destro (guardando l’ingresso), ad un’altezza di circa 2 metri da terra. La sua superficie presenta scolpita una scacchiera a maglie quadrate meglio conosciuta come “graticola di San Lorenzo”. La tecnica utilizzata è quella del bassorilievo, così come l’insieme delle figure che appaiono ai bordi di essa. A richiamare l’idea della graticole è un anello posto in alto e leggermente inclinato verso sinistra. Fissato ad un chiodo l’anello ha una forma allungata con i lati corti a mezzo tondo. Ciò che invece richiama una scacchiera è la tecnica utilizzata di presentare i riquadri interni (otto quadrati orizzontale per otto verticali) in forma alternata uno in rilievo rispetto a quello a fianco. Non sappiamo quale fosse l’intento dell’autore, ma indubbiamente la resa finale è senz’altro di effetto chiaroscurale. Intorno ad essa sono presenti una serie di figure, sempre in rilievo, di animali con un probabile significato simbolico tipico della rappresentazione artistica cristiana medievale.

Le figure sono complessivamente 7 (vedi schema figure) e sono così posizionate:

N° 2 sul lato superiore (fig. 1, 2: due uccelli, forse pavoni);
N° 1 sul lato destro (fig. 3: forse un pesce);
N° 3 sul lato inferiore (fig. 4 e 6: due uccelli, al centro un quadrupede, forse agnello)
N° 1 sul lato sinistro (fig. 7 un uccello con la testa inclinata verso il basso).


Difficile è l’attribuzione stilistica e l’epoca di questa lastra. Rispetto a quelle appartenenti al periodo romano (sempre presenti sulla facciata principale), questa lastra come le altre possono essere riconducibili al periodo della formazione della chiesa (primi decenni del X secolo), ma potrebbero provenire da altri siti e quindi non databili. Secondo Fabio Betti (LA DIOCESI DI SABINA, Fondazione Centro Italiano di Studi Alto Medioevo, 2005), la tecnica di rilievo appena accennata, con sottile incisione non la collocherebbe nel periodo alto-medievale, dove invece i riscontri presentano rilievi più pronunciati.

Note:

Materiale: Travertino.

Dimensioni: cm. 84 (L) x 86 (H) x 20 (P).

Bibliografia: Fabio Betti (LA DIOCESI DI SABINA, Fondazione Centro Italiano di Studi Alto Medioevo, 2005, RIGHETII TOSTI-CROCE 1985, pp. 17-19, fig. 2); D’ACHlLLE e IAZEOlLA1985

LASTRA E: “TABULAE LUSORIAE”, GRATICOLA QUADRANGOLARE IN PIETRA.

La lastra è inserita nella facciata della chiesa sul lato sinistro (cfr. schema foto). Rispetto alla precedente presenta anche qui una scacchiera quadrata (o il motivo della graticola) priva però di figure poste ai margini.

La lastra in pietra di travertino ha dimensioni di 64 cm. di lunghezza, 68 di altezza.

Anche in questo caso è difficile la classificazione del rilievo ma la tecnica utilizzata è la stessa dell’altra sopra descritta.

Note:

Materiale: Travertino.

Dimensioni: cm. 64 (L) x 68 (H).

Bibliografia: Fabio Betti (LA DIOCESI DI SABINA, Fondazione Centro Italiano di Studi Alto Medioevo, 2005, RIGHETII TOSTI-CROCE 1985, pp. 17-19, fig. 2); D’ACHlLLE e IAZEOlLA1985

LASTRA F: LASTRA RETTANGOLARE IN PIETRA CON RAFFIGURAZIONI A GRAFFITO.

Questa lastra è posta a fianco della precedente (Lastra E), sulla sua destra e allineata al lato superiore. Si tratta di una lastra di travertino delle dimensioni di 68 cm. di lunghezza e 34 di altezza. Sulla sua superficie sono visibili (con molte difficoltà oggi) due uccelli che si abbeverano ad un vaso. Le due figure riprese di lato rappresentano un noto motivo iconografico di origine paleocristiana. La tecnica ad incisione rimanda al confronto con la Lastra D. purtroppo le sottili ed eleganti incisioni risultano oggi poco leggibili a causa degli interventi di restauro recenti che ne hanno ridotto la profondità, il contrasto con il fondo.

MENSOLA G: BLOCCO IN MARMO CON FIORE IN RILIEVO.

Si tratta di una mensola in pietra di marmo bianco inserita nella facciata posteriore della Chiesa. Sulla faccia frontale è raffigurata una rosa con infiorescenze gigliate fra i petali.

Il tema è abbastanza diffuso nella scultura altomedievale. Difficile ogni valutazione di carattere stilistico e cronologico.

Note:

Materiale: Marmo bianco.

Dimensioni: cm. 12 (L) x 15 (H) x 12 (P)

Bibliografia: Fabio Betti (LA DIOCESI DI SABINA, Fondazione Centro Italiano di Studi Alto Medioevo, 2005, RIGHETII TOSTI-CROCE 1985, pp. 17-19, fig. 2); D’ACHlLLE e IAZEOlLA1985

MENSOLA H: BLOCCO IN MARMO CON FIORE, STELO E FOGLIE IN RILIEVO.

Mensola in marmo bianco con la raffigurazione di un fiore di rosa a doppia corolla. Sotto i petali è visibile uno stelo leggermente incurvato con due foglie per lato.

Tutti gli elementi del fiore si presentano con una lavorazione di tipo scultorea che rende in forma plastica il rilievo degli elementi tra loro.

Note:

Materiale: Marmo bianco.

Dimensioni: cm. 13 (L) x 13 (H) x 13 (P)

Bibliografia: Fabio Betti (LA DIOCESI DI SABINA, Fondazione Centro Italiano di Studi Alto Medioevo, 2005, RIGHETII TOSTI-CROCE 1985, pp. 17-19, fig. 2); D’ACHlLLE e IAZEOlLA1985

CHIAVE D’ARCO I: BLOCCO IN MARMO CON TESTA D’UOMO IN RILIEVO.

Chiave d’arco sempre inserita nella facciata posteriore della chiesa. Di forma cuneiforme presenta sulla superficie la raffigurazione di una testa d’uomo. Più precisamente un volto stilizzato dal quale risaltano le grandi orecchie, gli occhi tondeggianti, sopracciglie stilizzate, un naso filiforme, allungato e una bocca appena pronunciata. Il reperto, per un inquadramento critico, potrebbe essere confrontato con le figure dell’altare del duca Ratchis. Si tratta di una delle più importanti testimonianze rappresentative della scultura alto medioevale, soprattutto di epoca longobarda.
La datazione di quest’opera viene posta tra gli anni 737 e 744, nel periodo cioè che intercorre tra l’elezione di Ratchis a duca del Friuli, prima, e a re del Regno Longobardo, poi. Sulle varie facce dell’altare le figure sono fortemente bidimensionali, con una marcata stilizzazione dei profili che si staccano dal fondo.

Note:

Materiale: Marmo bianco.

Dimensioni: cm. 11 (L) x 17 (H) x 15 (P)

Bibliografia: Fabio Betti (LA DIOCESI DI SABINA, Fondazione Centro Italiano di Studi Alto Medioevo, 2005, RIGHETII TOSTI-CROCE 1985, pp. 17-19, fig. 2); D’ACHlLLE e IAZEOlLA1985

CHIAVE D’ARCO L: BLOCCO IN MARMO CON TESTA D’UOMO IN RILIEVO (TRAFUGATA).

E’ uno dei reperti trafugati spariti intorno al 1997 di cui resta solamente una documentazione fotografica e una descrizione dal citato Fabio Betti (cfr. note, bibliografia).

Era inserita all’angolo tra la facciata laterale destra e quella posteriore. Paragonabile per il soggetto alla precedente scheda (Chiave d’arco I), il volto visibile dalla foto sembra realizzato con una tecnica a rilievo più appiattita dell’altro. In questo caso l’esecuzione appare semplice ed essenziale nei tratti e nell’incisione.

Note:

Materiale: Marmo bianco?.

Dimensioni: non rievabili, (trafugata).

Bibliografia: Fabio Betti (LA DIOCESI DI SABINA, Fondazione Centro Italiano di Studi Alto Medioevo, 2005, RIGHETII TOSTI-CROCE 1985, pp. 17-19, fig. 2); D’ACHlLLE e IAZEOlLA1985

MENSOLA M: BLOCCO IN MARMO CON TESTA D’ARIETE IN RILIEVO (TRAFUGATA).

Anche questo reperto era inserito nella muratura della facciata d’angolo con la facciata posteriore della chiesa. Risulta scomparso dal 1997 e ne rimangono alcune foto e la scheda elaborata dal già citato Fabio Betti (cfr. note, bibliografia). La mensola di forma a parallelepipedo presenta una terminazione con una testa d’ariete. Interessante è la stilizzazione dei tratti che vengono accentuati con linee multiple sopra e sotto gli occhi e il ripiegamento delle corna sul lato.

Note:

Materiale: Marmo bianco?.

Dimensioni: non rievabili, (trafugata).

Bibliografia: Fabio Betti (LA DIOCESI DI SABINA, Fondazione Centro Italiano di Studi Alto Medioevo, 2005, RIGHETII TOSTI-CROCE 1985, pp. 17-19, fig. 2); D’ACHlLLE e IAZEOlLA1985.









































toffiartestoria.wordpress.com/…/reperti-depoca-…
alda luisa corsini
Sui volti nella chiave degli archi e sul loro significato contro gli spiriti maligni cfr. gli esempi in kenoms3.altervista.org/mummie/CATALOGO.pdf
Marziale
Caspita: ma lei è una vera miniera ( o cava)! Grazie.
Marziale
Marziale
Ottimo, e poi dicono che le pietre non parlano.
«Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
Marziale