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gioiafelice
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[Sinodo 2018: documento finale, “abitare” il mondo digitale anche con “uffici” adeguati che certifichino i siti cattolici...e a sviluppare strumenti adeguati di educazione digitale e di evangelizzazione, potrebbero anche gestire sistemi di certificazione dei siti cattolici, per contrastare la diffusione di fake news riguardanti la Chiesa](???) "Ora, a parte che trovo paradossale che dal Vaticano arrivi una lezione sulle fake news dopo che proprio il Vaticano, alcuni mesi fa, si rese protagonista di una mega fake new". (di A.M.V.) {Terremoto in Vaticano, si dimette Viganò dopo lettera "tagliata"}

“146. Il Sinodo auspica che nella Chiesa si istituiscano ai livelli adeguati appositi Uffici o organismi per la cultura e l’evangelizzazione digitale, che, con l’imprescindibile contributo di giovani, promuovano l’azione e la riflessione ecclesiale in questo ambiente. Tra le loro funzioni, oltre a favorire lo scambio e la diffusione di buone pratiche a livello personale e comunitario, e a sviluppare strumenti adeguati di educazione digitale e di evangelizzazione, potrebbero anche gestire sistemi di certificazione dei siti cattolici, per contrastare la diffusione di fake news riguardanti la Chiesa, o cercare le strade per persuadere le autorità pubbliche a promuovere politiche e strumenti sempre più stringenti per la protezione dei minori sul web”.

Ora, a parte che trovo paradossale che dal Vaticano arrivi una lezione sulle fake news dopo che proprio il Vaticano, alcuni mesi fa, si rese protagonista di una mega fake new (ricorderete la presentazione alla stampa di un messaggio di Benedetto XVI spacciato come a favore di Francesco, quando invece il papa emerito declinava l’invito a scrivere un saggio di teologia a corredo di alcuni saggi prodotti da undici teologi per celebrare Bergoglio), quella proposta di «gestire sistemi di certificazione dei siti cattolici» ha un che di inquietante. Come vogliamo tradurre questo linguaggio burocratese in una sola parola? «Censura»? O forse «mordacchia»?

Chissà perché, di fronte a un’idea del genere mi viene alla mente il buon vecchio Partito comunista dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, con i suoi efficienti «uffici» nei quali solerti apparatčik valutavano, vagliavano, controllavano ed eventualmente manipolavano, censuravano e sanzionavano.

La proposta fa intuire che nei sacri palazzi quello della comunicazione, specie attraverso siti e blog, è evidentemente un nervo scoperto.

Ma, mi chiedo, come si potrebbe mettere in moto una simile macchina? Chi e come potrebbe tenere sotto osservazione una massa enorme di dati, notizie e commenti? Ci vorrebbe una sorta di Grande Fratello occhiuto e implacabile, un apparato poliziesco degno dei più vasti e sofisticati sistemi di controllo dei regimi totalitari. Ebbene, il Vaticano si sente attrezzato in proposito? E pensa di utilizzare a questo scopo la Segreteria per la comunicazione o di istituire un organismo apposito?

Circa il nome di un eventuale nuovo organismo, potrei suggerirne uno: che ne dite di qualcosa come Comitato per la sicurezza dello Stato? Non vi convince? Ma sentite come suona bene in russo: Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti. E in sigla è meglio ancora: KGB.

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