RINVENUTO IL BATTISTERO PERDUTO DI SANTA SOFIA, ISTANBUL

2 maggio 2019 Daniele Mancini

Gli archeologi Ken Dark, della University of Reading, e Jan Kostenec, della Czech National Committee of Byzantine Studies, hanno scoperto quello che potrebbe essere il battistero di una delle più grandi basiliche cristiane mai costruita nel mondo antico, Santa Sofia, a Istanbul. E’ il battistero che i primi imperatori bizantini avrebbero utilizzato per battezzare i propri figli.

Il battistero della Santa Sofia di VI secolo

Oltre al battistero, gli archeologi hanno fatto diverse altre scoperte nella Basilica di Santa Sofia (in greco Agia Sofia, che significa “santità della sapienza di Dio”): tra il 2004 e il 2018, i ricercatori hanno rinvenuto ambienti precedentemente sconosciuti, hanno ricostruito l’aspetto del palazzo patriarcale della cattedrale e hanno anche identificato tracce del cortile in marmo bianco che un tempo circondava la cattedrale del VI secolo e dove l’imperatore bizantino sostava durante le cerimonie religiose.

La cattedrale ha una lunga storia. Nell’anno 532 d.C., una serie di scontri ha provocato la distruzione di una chiesa chiamata Agia Sophia. In seguito, Giustiniano I (imperatore dal 527 al 565) ha ordinato la costruzione di un’imponente cattedrale, chiamata proprio Agia Sophia, poi completata nel 537, con una imponente struttura a cupola che svetta fino a 55 metri dal suolo.

Nel 1453, l’impero ottomano ha conquistato Costantinopoli (poi denominata Istanbul) e trasformato la cattedrale in una moschea. Dal 1931, la Basilica di Santa Sofia è un museo.

Il lavoro sul campo, tra il 2004 e il 2018, nell’area che circonda la chiesa del VI secolo, ha premesso, dunque, di scoprire nuove strutture. I ricercatori hanno anche identificato quella che potrebbe essere un’antica biblioteca situata al di sotto di una struttura conosciuta come la Grande Sala. Sulla base delle sue dimensioni, quella libreria avrebbe potuto contenere migliaia di pergamene e rotoli di papiro.

Molte di queste scoperte sono state realizzate durante uno dei restauri della basilica: durante quei lavori, le autorità hanno permesso la rimozione di alcuni degli intonaci più recenti, rivelando i resti tardo antichi e medievali posti al di sotto, tra cui mosaici , affreschi, sculture, piastrelle e graffiti.

L’ambiente conosciuto come il vestibolo nord-occidentale, che si pensava eretto durante la prima fase ottomana, era parte della basilica di VI secolo costruita da Giustiniano e, secondo Dark, la scoperta di questo ambiente è senza precedenti negli ultimi decenni e aggiorna, in modo significativo, il livello di conoscenze su quell’edificio.

Il cerchio in porfido per l’imperatore

All’interno del vestibolo nord-orientale, invece, i ricercatori hanno identificato il vero e proprio luogo di sosta dell’imperatore in una delle cerimonie liturgiche: un disco in porfido posto sul piano pavimentale.

I ricercatori hanno anche trovato diversi frammenti di lastre di marmo bianco, suggerendo che l’esterno della Basilica di Santa Sofia potesse essere stato ricoperto da un numero maggiore di lastre di quanto si pensasse in precedenza, conferendo all’edificio un aspetto straordinariamente diverso se costruito rispetto alle superfici in laterizi rossi e intonaco dipinto usati nei secoli precedenti.

Le lastre di marmo bianco poste quale opera decorative delle pareti esterne della Basilica di Santa Sofia fungevano anche da enorme riflettente della luce, fino fuori le mura, aumentando la visibilità da lontano del monumento ed evidenziandone l’importanza.

Numerose ulteriori scoperte attendono gli archeologi del progetto legato alla Basilica di Santa Sofia ma, non sono nemmeno in grado di confermare quante risorse e ore di lavoro saranno destinate alle ricerche definitive e al restauro completo.

L’originario progetto di costruzione della basilica di VI secolo è enorme e pochi sono i possibili confronti, nel mondo della tarda antichità, con monumenti della medesima portata.

Daniele Mancini

Per ulteriori info:


K. Dark, J. Kostenec, Hagia Sophia in Context: An Archaeological Re-examination of the Cathedral of Byzantine Constantinople, Barnsley 2019
N.S.dellaGuardia
E speriamo che un giorno sia di nuovo vissuta come Chiesa Cattolica, perché tale rimarrà sempre, anche se ne facessero un palasport o un mattatoio.
Francesco I
Se continuiamo sulla strada indicata da Concilio Vaticano II è più probabile che la Cattedrale di San Pietro in Roma sia trasformata in una Moschea od in un tempio dedicato alla dea Pachamama, per intanto Bergoglio ha promosso un sabba delle streghe;
N.S.dellaGuardia
Dio ce ne scampi!
alda luisa corsini
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