LA LEGGE VATICANA ANTI-CORRUZIONE È LA VENDETTA (PARZIALE) DI PELL.

3 Giugno 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, ci sembra interessante proporvi la traduzione parziale di un articolo apparso su Church Militant, e relativo alla promulgazione di un nuovo codice per l’assegnazione degli appalti in Vaticano. Interessante in sé, e perché rende giustizia a una persona, il cardinale George Pell, che ha cercato senza molta fortuna di rendere più trasparenti e limpide le finanze vaticane. L’originale dell’ articolo è in questo collegamento

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Il nuovo e travolgente codice degli appalti di Papa Francesco che regola l’assegnazione dei contratti della Santa Sede viene salutato come il frutto degli incessanti sforzi di George Pell per “prosciugare la palude vaticana” dalla corruzione radicata e dal nepotismo.

Il decreto, pubblicato lunedì, cerca di porre fine alla secolare pratica italiana del favoritismo nei rapporti d’affari, mentre a chiunque sia stato condannato o sia sotto inchiesta per frode, riciclaggio di denaro sporco, evasione fiscale, sfruttamento di minori o di esseri umani, finanziamento del terrorismo o partecipazione alla criminalità organizzata è proibito partecipare alle gare d’appalto per gli appalti vaticani.

Il “Regolamento sulla trasparenza, il controllo e la concorrenza degli appalti pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”, promulgato come “Lettera Apostolica in forma di motu proprio” (“di propria iniziativa”), centralizza l’aggiudicazione di appalti di beni e servizi nell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). Il decreto crea una gara d’appalto imparziale e lancia un assalto frontale a tutte le forme di “conflitto d’interessi”.

Sulla scia del buco nero finanziario creato dalla pandemia del virus Wuhan, mira anche a raggiungere “l’uso sostenibile dei fondi interni” e a recuperare la credibilità perduta sottolineando “l’etica nell’orientamento delle scelte economiche” e “il rispetto della dottrina sociale della Chiesa” nei rapporti finanziari.

Fonti vicine al Segretariato per l’economia del Vaticano, creato da papa Francesco nel 2014, hanno detto  a Church Militant che Pell “Il Colosso” era stato nominato proprio per imporre trasparenza e responsabilità a un sistema finanziario che si vantava di essere opaco e irresponsabile.

Lo stesso Pell ha scritto nel 2014 che il Vaticano “dovrebbe adottare gli standard finanziari internazionali contemporanei, come il resto del mondo” e “le procedure vaticane dovrebbero essere trasparenti, con una rendicontazione finanziaria sostanzialmente simile a quella di altri Paesi”.

Ha anche insistito per “un bilancio annuale consolidato [da] rivedere da parte di una delle quattro grandi società di revisione” e per “una separazione dei poteri e che all’interno del settore finanziario… molteplici fonti di autorità”.

Gli osservatori sottolineano che non tutte le proposte di Pell sono state incorporate nell’editto di Papa Francesco. “Confiderei di più nell’impegno di Papa Francesco per la trasparenza finanziaria per combattere la corruzione finanziaria se riconfermasse una società contabile internazionale per condurre una revisione indipendente delle finanze del Vaticano”, ha detto il diacono Nick Donnelly  a Church Militant.

“Ciò di cui c’è urgente bisogno ora sono i fatti, non solo le parole, per prosciugare la palude vaticana dalla corruzione e dal nepotismo”. Il cardinal Pell aveva incaricato una società di contabilità di fama mondiale, Price Waterhouse Coopers, di effettuare questa revisione contabile, ma è stata annullata dal Segretario di Stato Cdl. Parolin nel 2016″, ha detto il crociato per il rilascio di Pell dal carcere.

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12 commenti

  • nipass39 ha detto:

    A proposito del Cardinale Pell,
    non sarebbe giusto che venisse
    richiamato in vaticano?

  • Benedetta ha detto:

    Carissimi, FORSE che vi siete lasciati incantare anche voi?
    Questa del motu proprio è l’ennesima operazione di JMB volta a dorare la sua immagine di integerrimo pastore.
    Che quest’individuo sia “primus” di un gremio di corrotti e pervertiti, che protegge e promuove impunemente con la spregiudicatezza che lo contraddistingue, lo prova anche il fatto che da non molto Mr B. Gates ha APERTO un CONTO allo IOR! per gentile concessione del Misericordiosissimo…
    Mala tempora currunt, fratelli !
    But keep quite : hanno i giorni contati!

  • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

    E cosa farà il parolin questa volta?

    • Maria Michela Petti ha detto:

      @ P. Luis.
      vaglierà ai Raggi X le candidature degli appaltatori, al fine – si spera – di respingere (sempre con “diplomazia”) quelle in odore di “opacità”.
      Come da reminiscenza scolastica: spero (con promitto e iuro) regge l’infinito futuro…

  • anonimo verace ha detto:

    Sulla VERITA’ di ieri 2 Giugno , a pagina 2 si trova un articolo sullo stesso argomento . Ecco il titolo :
    PIGNATONE SCRIVE PER IL PONTEFICE
    UN CODICE DEGLI APPALTI DRACONIANO.
    Ecco l’incipit : Maglie strette, pareti invalicabili di calcestruzzo morale. Arriva il nuovo codice degli appalti in Vaticano.. Notizia pessima per i palazzinari con solidi agganci nelle felpate stanze dei cardinali e boccata d’aria fresca per chi si aspetta da papa Francesco mosse concrete in direzione della legalità trasparente. Il protocollo inaugura l’era di Giuseppe Pignatone oltre le mura leonine.
    L’ex procuratore capo di Roma, diventato presidente del tribunale della Città del Vaticano e in queste settimane chiamato in causa dallo scandalo Palamara, spende il suo rigore al servizio del Pontefice.

    • Diana ha detto:

      Secondo me non appena il codice per gli appalti starà per andare in porto Pignatone farà la fine di Gianni, Milone, Burke eccetera. Tutta gente convinta di avere a che fare con un papa, un papa vero. Poi aggiungeranno una qualche quisquilia, stile nota di AL, che svuoterà l’intero impianto della “riforma”. Non ce lo vedo Bergoglio che si allontana in elicottero dal Vaticano. Figuriamoci, sono anni che piazza gente indegna all’Apsa, mo pubblicano i bilanci? Ma per favore.

  • Sherden ha detto:

    Caro Tosatti, ma secondo lei i vescovi tedeschi terranno conto di “etica nell’orientamento delle scelte economiche” e di “rispetto della dottrina sociale della Chiesa” quando continueranno a finanziare gruppi e gruppuscoli pro LGBT e pro tante altre porcherie?

  • rocco ha detto:

    Caro Tosatti,
    non ci sono dubbi che questa nuova normativa sia frutto del lavoro e dell’impostazione del card. Pell; vendetta o non vendetta.
    Tuttavia, Le chiederei la cortesia di NON pubblicare più commenti stranieri che contengano affermazioni del genere: “secolare pratica italiana del favoritismo nei rapporti d’affari”. Attendo il boss di Chruch Militant al prossimo rosario che verrà a recitare in Italia, per fargli rimangiare questa frase. A Lei chiedo di essere maggiormente severo con lo straniero che denigra gli italiani con i soliti squallidi luoghi comuni. Grazie.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Non ha idea quanto mi abbia dato fastidio, quella frase. E ho pensato di espungerla. Poi, dal momento che avevo deciso di pubblicare la traduzione, ho pensato che fosse serio lasciarla integrale. Ecco, ora sa perché e come.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Non definirei questa ennesima soluzione alla fin qui sbandierata – e annosa – operazione “trasparenza” una “vendetta” – seppure tra parentesi “parziale”- del card. Pell, proprio per non recargli un’ulteriore offesa.
    Sa molto, ma molto, di marketing …strategico, nel momento in cui il papato in corso è arrivato al punto di non ritorno. E non occorre riassumere lo stato dell’arte.
    Gli stessi osservatori, tra l’altro, coscienziosamente fanno notare «che non tutte le proposte di Pell sono state incorporate nell’editto di Papa Francesco».
    Quanti altri “documenti” sono stati emanati durante quest’ ultimo settennato, salutati da cori osannanti di media e di fans, miranti a evidenziare il punto di rottura rispetto ad un passato tutto da cancellare? E quante volte – tanto per restare in tema – si sono sentiti tuoni e viste balenare saette che avrebbero dovuto sradicare la corruzione dal Vaticano? Con quali risultati?
    Siamo al punto di partenza; ora si prospetta tutta un’altra storia…tutta da scrivere. Chi vivrà vedrà!
    Ancora siamo alla costatazione – dopo sette anni di promesse e proclami – che: «Ciò di cui c’è urgente bisogno ora sono i fatti, non solo le parole, per prosciugare la palude vaticana dalla corruzione e dal nepotismo»,
    «Dalle opere li riconoscerete». Infatti: finora abbiamo assistito ad “operette” molto discutibili. Sarebbe finalmente questa l’ora di “un bel tacere”, che non significa: non rispondere a interrogativi e dubbi avanzati, ma semplicemente: meno chiacchiere e lasciare che parlino i fatti, senza fronzoli e squilli di trombe e…tromboni.