Francesco I
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L’ignoranza di Papa Bergoglio. Vuol fare impropriamente il professore di sociologia e non sa far bene il Papa. –

Beh, il vaso è colmo, come sento dire fra i cattolici. Sproloquiare, parlare a vanvera, senza cognizione di causa, forse in malafede. Papa Bergoglio se le attira tutte. Dimostra una vasta ignoranza nonostante sia gesuita e sia stato eletto Papa ( con il divieto dei suoi superiori gesuiti che non lo volevano vescovo) e dimostra di essere lontano mille miglia dalla cultura di Papa Benedetto XVI, non solo mio Papa, ma Santo per acclamazione popolare. Sabato 6 aprile papa Bergoglio ha ricevuto in udienza docenti e allievi del collegio San Carlo di Milano
.

Jorge Mario Bergoglio ha risposto a quattro domande, tra cui quella della professoressa Silvia Perucca su società multietnica e identità.
Quella che segue è una trascrizione del video di Vatican News del 6 aprile 2019 -durata 2’07”. La risposta di Bergoglio a una domanda su società multietnica e identità… è assai curiosa e offensiva dei fatti e della storia d’Italia, tanto è vero che quanto riportato ufficialmente sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede non corrisponde in contenuti rilevanti a quanto documentato originariamente da ‘Vatican News’.


Non avere paura

E qui tocco una piaga. Non avere paura dei migranti. ‘Ma, Padre, i migranti …’ – I migranti, siamo noi! Gesù è stato un migrante. Non avere paura dei migranti. ‘Ma sono delinquenti!’ – Anche noi, ne abbiamo tanti, eh: la mafia non è stata


inventata dai nigeriani; è un … un valore ”nazionale”, eh? La mafia è nostra, made in Italia, eh: è nostra. Tutti siamo… abbiamo la possibilità di essere delinquenti. I migranti sono coloro che ci portano ricchezze, sempre. Anche l’Europa è stata fatta da migranti! I barbari, i celti, tutti questi che venivano dal Nord e hanno portato le culture, si è accresciuta così, con la contrapposizione delle culture. State attenti a questo, oggi: c’è la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti”.

Parole difficili da gestire -queste del Papa argentino-, desolanti per il panorama di ignoranza, genericità e superficialità che svelano. Paiono chiacchiere più da bar che da Sala Clementina. Ha scritto Stilum Curiae: “Primo : parlare della mafia come di un “valore nazionale” italiano è una sciocchezza colossale. Chissà se Bergoglio ha mai sentito parlare della Mafia Cinese, della Mafia Irlandese, della Mafia Ebraica e delle Società Segrete della Costa occidentale dell’Africa, molte delle quali intrise di magia ed esoterismo, con rituali anche sanguinari, che hanno trasmesso la loro eredità alla Mafia (o alle Mafie, visto che ne esistono diversi tipi) nigeriana? Per non citarne che alcune. Ed essendo argentino, dovrebbe sapere che cosa è stato lo Zwi Migdal, l’organizzazione gestita da un gruppo di ebrei argentini che dai primi del ‘900 ha messo in piedi il più grande traffico di prostituzione dell’America Latina”.
Non sa Papa Bergoglio che il termine “mafia” proviene, guarda un po’, dall’arabo; altri studiosi farebbero risalire la parola ancora più in là nel tempo e nello spazio, pensando a un’influenza dall’arabo “maḥyāṣ” (smargiasso) e dal corrispondente sostantivo “maḥyaṣa”. Altrettanto convincente l’idea secondo cui la derivazione sarebbe, piuttosto, “mo’afiah”, che letteralmente designa un’azione o un comportamento arrogante”. Pensate che la mafia deriva proprio dai prediletti (dal Pontefice in carica) musulmani, di cui Papa Bergoglio difende l’immigrazione a gogò nel nostro Paese.

Ignorare che la Mafia (come la Camorra, la ‘Ndrangheta e la Sacra Corona Unita ) abbia un’origine storica e sociale regionale e circoscritta ad alcune parti d’Italia è offensivo, oltre che per l’intelligenza, vers
o altre regioni e culture della penisola. Bergoglio parla così perché nota il crollo verticale degli affari della Chiesa e delle organizzazioni ad essa collegate dovuto al blocco del traffico di esseri umani verso le nostro coste, gli costa un po’ non solo a lui ma a tutta la consorteria che gli gira attorno ad iniziare dal Cardinale Bassetti & C.

E comunque il riferimento alla Mafia da parte di Bergoglio che è stato eletto al Soglio di Pietro grazie al lavoro della “Mafia di San Gallo” (fonte ineccepibile: il card. Danneels) non pare di buon gusto. Dire che la mafia non è stata inventata dai nigeriani significa escludere la mafia nigeriana che ormai stringe l’Italia, e dire -parole di Bergoglio- che tutti siamo delinquenti, vuol dire che la Chiesa Cattolica è gestita oggi dalla delinquenza che fa di ogni erba un fascio. E ormai non c’è predica giornaliera di Bergoglio che non parli di migranti, e anche qui cala giù lo strafalcione che Gesù era un migrante. Nulla di più falso. Secondo la narrazione dei due vangeli di Matteo e di Luca, raccolta dalla successiva tradizione cristiana, il luogo di nascita è Betlemme di Giudea (Mt 2,1; Lc 2,4,7), mentre Nazaret di Galilea è il luogo dove ha trascorso l’infanzia e la giovinezza, guadagnandosi l’epiteto di Nazareno. Durante la sua vita pubblica invece la sua residenza più frequente era probabilmente a Cafarnao ( Mt 4,13 e passim). Gesù nacque a Betlemme in virtù del censimento indetto dall’Imperatore Augusto, al tempo di Quirinio (vedi Censimento di Quirinio). Il censimento di Quirinio fu disposto dal governatore romano Publio Sulpicio Quirinio nelle province di Siria e Giudea nel 6 d.C., quando i possedimenti di Erode Archelao passarono sotto diretta amministrazione romana. Nel Vangelo secondo Luca (2,1-2) viene nominato un “primo censimento” di Quirinio realizzato “su tutta la terra” dietro ordine dell’imperatore Augusto, in occasione del quale avvenne la nascita di Gesù a Betlemme al tempo di re Erode (morto probabilmente nel 4 a.C.).

Ha parlato Bergoglio da ignorante già in passato. A Eugenio Scalfari dichiarò che “non esiste un Dio Cattolico”, e lo dice proprio lui che dovrebbe essere il Papa dei cattolici. Il 16 giugno 2016, aprendo il Convegno della Diocesi di Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, se ne uscì affermando che Gesù, nell’ episodio dell’ adultera, “fa un po’ lo scemo”; poi aggiunse che Gesù – sempre nell’ episodio in cui salvò la donna dalla lapidazione – “ha mancato verso la morale” (testuale anche questo). Infine addirittura che Gesù non era uno “pulito”, e con questo non si sa che intendesse.

E il mio pensiero è riandato a quel titolo “ Il diavolo in Piazza San Pietro” del vaticanista Aldo Maria Valli.

Monsignor Antonio Livi a chi gli chiedeva se in tv e nella maggior parte dei media, per commemorare i cinque anni del pontificato di Francesco, non si sono sentite voci critiche o per lo meno non sono state interpellate… ha detto: “ Dimostra che l’ eresia è al potere . E abbiamo canonizzato anche l’ ignoranza”. Peggio di così era impossibile immaginare un papa! Volgare, ignorante nella Dottrina (non ha neanche conseguito il dottorato in teologia) e nella storia…non conosce nemmeno il latino (e neanche l’inglese). Non crede in un Dio cattolico (parole sue) e, secondo me, in nessun Dio, pugni a chi gli offende la mamma, calci ai corruttori (sempre parole sue), braccia ciondoloni, e pronto a schernire e staccare le mani giunte di un giovanissimo chierichetto. Vendicativo e sprezzante verso coloro (vescovi, sacerdoti, giornalisti) che osano criticarlo. Gesto ignobile quello di aver spedito il Cardinale Burke in un isolotto della Micronesia, non parliamo, poi, della persecuzione disgustosa nei confronti dei Francescani dell’Immacolata e del suo fondatore ultranovantenne Padre Manelli.
Carlo Franza

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Caro mons. Livi, grande sarà la Tua ricompensa. Quanto hai sofferto in anima e corpo, quaggiù!!!