La fronda americana contro Bergoglio. I conservatori "anticipano" il Conclave

L'arcivescovo di New York spedisce ai cardinali un libro duro con il Papa. E un altro indica i successori: tra cui due italiani

Un nuovo attacco a Papa Francesco, ancora una volta proveniente dai conservatori statunitensi che con un'operazione studiata nei minimi dettagli tentano una spallata al Pontificato di Jorge Mario Bergoglio, parlando addirittura del prossimo conclave.

Gli ambienti più tradizionalisti a stelle e strisce, fomentati e foraggiati anche dalle multinazionali ostili al Papa «green», ci avevano già provato, erano riusciti addirittura ad accusare pubblicamente Francesco, il Papa che ha giurato tolleranza zero ai preti pedofili, di aver coperto un cardinale molestatore (l'americano McCarrick) chiedendo le dimissioni del Pontefice. Di fronte, però, alla serenità del Papa argentino che gode comunque di buona salute, ecco l'ennesima trovata per indebolire Francesco e provare a mettergli addosso ulteriore pressione: l'uscita quasi simultanea negli Stati Uniti di due volumi, intitolati entrambi The Next Pope, Il prossimo Papa, ed editi da case editrici di stampo anti-bergogliano. Il primo volume è del giornalista George Weigel, commentatore cattolico e biografo di Giovanni Paolo II che non ha mai fatto mistero delle sue posizioni contrarie a Francesco. Il suo libro contiene un'analisi sulla situazione attuale della Chiesa e, pur non parlando nello specifico di candidati o conclavi, è finito al centro di un caso: il cardinale Timothy Dolan, 70 anni, arcivescovo di New York, molto legato all'emittente tradizionalista via cavo EWTN, ha inviato una copia del volume ai membri del collegio cardinalizio sparsi in tutto il mondo. Il porporato, come buona parte dell'episcopato americano, è su posizioni abbastanza distanti dal Pontefice e la sua mossa di pubblicizzare il libro è stata letta da alcuni cardinali come il volersi candidare già a un ruolo di «grande elettore» in un prossimo conclave, per orientare, all'interno della Sistina, la scelta del futuro Papa.
«La mossa del cardinale Dolan - spiega uno stretto collaboratore di Francesco che ha ricevuto il libro in Vaticano - non sarebbe da interpretare in senso malevolo perché quel volume fa soltanto un'analisi del presente e non parla del futuro. I signori giornalisti si ricordino, però, che il conclave è geloso della sua autonomia e non ama le pressioni della stampa, soprattutto di quella americana: basta ricordare cosa è successo all'ultimo conclave».
Il secondo libro, appena uscito negli Usa, è invece del giornalista Edward Pentin, anch'egli molto critico verso Papa Francesco e verso i suoi più stretti collaboratori. Edito dal Sophia Institute Press, anche questa legata in joint venture con Ewtn, oltre a parlare di possibili future dimissioni di Francesco, presenta una lista e le «pagelle» di 19 papabili: tra questi i cardinali Pietro Parolin, Luis Antonio Tagle, Matteo Zuppi, Robert Sarah e Marc Ouellet.
Ma nel volume, vengono presentati come papabili anche i cardinali americani Raymond Leo Burke e Sean Patrick O'Malley, gli arcivescovi emeriti di Genova e di Milano, Bagnasco e Scola (che aveva già ricevuto numerosi voti nello scorso conclave), così come i cardinali Ravasi, Turkson, Napier, Piacenza, Müller, Erdo, ecc.


Tutti nomi, a parte qualche new entry, già citati nel 2013 come papabili del conclave che ha poi eletto l'arcivescovo di Buenos Aires. «Ricordiamoci che l'attuale Papa è in buona salute» continua lo stretto collaboratore di Francesco, «è deciso a portare avanti la sua missione e rischia di seppellire vari dei suoi probabili successori, come si usava dire per Giovanni Paolo II».

Fabio Marchese Ragona - Dom, 02/08/2020

ilgiornale.it

Nuove casule in onore degli idoli adorati da Bergoglio:

lamprotes
La Chiesa NON E' un problema di papa (per quanto, anche purtroppo, la sua figura sia di spicco), quanto un problena di TRADIZIONE:
vogliamo tornare alla tradizione, onorarla, servirla, porla a capo delle proprie azioni o pensiamo sempre che il papa debba fondare la tradizione (come di fatto è avvenuto soprattutto in questi ultimi decenni, ponendo il papa PRIMA della tradizione, suo stravolgitore,…Altro
La Chiesa NON E' un problema di papa (per quanto, anche purtroppo, la sua figura sia di spicco), quanto un problena di TRADIZIONE:

vogliamo tornare alla tradizione, onorarla, servirla, porla a capo delle proprie azioni o pensiamo sempre che il papa debba fondare la tradizione (come di fatto è avvenuto soprattutto in questi ultimi decenni, ponendo il papa PRIMA della tradizione, suo stravolgitore, piuttosto che servitore)?

Se la tradizione è servita, il papa, buono o cattivo, ne è giudicato, legittimato o delegitimato. Se la tradizione non è servita, di fatto il papa diviene il fondamento della Chiesa ed è possibile ogni bergoglionata, anche peggiore di quelle che stiamo vedendo.

Se non si comincia ad entrare in questo ordine di idee, discussioni e considerazioni come quelle sopra riportate NON SERVIRANNO A NULLA!
N.S.dellaGuardia
Speriamo solo che al prossimo papa stia a cuore una Chiesa non a brandelli e che segua il suo Cristo.
Il resto sono inutili elucubrazioni. Che la Chiesa ritorni di Cristo e non del prossimo papa, chiunque sia. E che Dio ci liberi presto dalla neochiesa!
Giangian
io guarderei alla gloriosa Ungheria per il nuovo papa......
Francesco I
Lei mi ricorda il Giovannino Nazionale!
Il Papa si chiama Giuseppe ! (di Giovannino Guareschi)
N.S.dellaGuardia
O alla gloriosa Polonia...
Giangian
La ringrazio Francesco I....un grande onore per me! 😇