Sosteniamo pubblicamente don Gabriele Brusco il Sacerdote che ha assistito la famiglia di Alfie Evans nei giorni più duri e che ora è oggetto di attacchi ed anche di persecuzione ecclesiastica. Nella …Altro
Sosteniamo pubblicamente don Gabriele Brusco il Sacerdote che ha assistito la famiglia di Alfie Evans nei giorni più duri e che ora è oggetto di attacchi ed anche di persecuzione ecclesiastica.

Nella vicenda di Alfie Evans ci colpisce e ci conforta la presenza di un sacerdote italiano, don Gabriele Brusco, che liberamente e di sua iniziativa, coerente con la sua vocazione sacerdotale, si è recato in ospedale e ha testimoniato alla famiglia l’amore di Dio e il messaggio cristiano.

Nella seconda lettera a Timoteo san Paolo parla della salvezza portata da “Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo, in vista del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e dottore” (2 Timoteo 1, 10-11).

Don Gabriele ha saputo essere presente dentro il dramma di una famiglia e il dolore terribile per un figlio mandato a morte da medici e giudici, contro il volere dei genitori. Ha portato Cristo, ha insistito “in ogni occasione favorevole e sfavorevole”(2 Timoteo 4, 1-2), ha cercato di convincere i sanitari a non compiere un atto disumano come quello di togliere idratazione e ossigeno ad un bambino gravemente ammalato ma non morente. Ha seguito le indicazioni di san Paolo: ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio (2 Timoteo 4,5).

Un sacerdote ha portato alla famiglia Evans il Vangelo della vita e dell’immortalità, ha evidenziando la sacralità della vita stessa e della famiglia. Ha sostenuto il ruolo fondamentale e insostituibile dei genitori nella difesa del bene dei propri figli. Addolora sentire ancora persino esperti cattolici che continuano a parlare di “accanimento terapeutico” laddove ad ogni uomo che davvero ha avuto l’intelligenza e il cuore di partecipare, mettendosi in gioco e magari immedesimandosi in Thomas e Kate, è apparso chiaro che nutrire, idratare e amare in un caldo abbraccio un figlio finchè vive e lo chiede, è l’essenza dell’amore, vero e gratuito. Don Gabriele ha saputo sostenerlo ed essere padre; ha riaffermato, a dispetto della crudeltà dello Stato e non solo, una paternità profondamente umana e nello stesso tempo segno della paternità di Dio. Ha abbracciato Alfie, lo ha vegliato, lo ha benedetto e di questo gliene saremo sempre grati. Ogni relazione autentica è una promessa di eternità e Alfie ha ricevuto questa promessa anche attraverso don Gabriele.

In un mondo, dove sempre più spesso si cercano alleanze o collusioni con chi dichiara e promuove principi contrari al bene dell’uomo, è di grande testimonianza la figura di un semplice sacerdote che non si vergogna di proclamare Cristo, anche se ciò significa rompere con il potere e pagarne il prezzo. Siamo certi che i frutti di ciò che egli ha seminato saranno più numerosi di quelli, non pochi, finora apparsi ai nostri occhi.

Noi abbiamo bisogno di sacerdoti, che combattano con sereno coraggio la buona battaglia della vita. Desideriamo sacerdoti che, consapevoli della loro paternità e della loro vocazione, non ci abbandonino di fronte al potere e al male, di fronte alla stessa drammaticità della vita e nell’ora della morte. Abbiamo bisogno di sacerdoti che siano l’incarnazione del fatto che la Chiesa ha a cuore, lo ha ancora, la vita e l’annuncio del Vangelo che ci parla della pietra scartata dai costruttori e divenuta testata d’angolo. Sacerdoti che non fuggano di fronte allo scandalo e all’apparente fallimento della Croce, ma che abbiano la forza di stare sotto la Croce. Che sappiano attraverso la loro compagnia farci sentire l’amore di Dio e il bene profondo che ogni vita umana consegna al mondo.

In Paradiso ti accompagnino gli angeli,

al tuo arrivo ti accolgano i martiri,

e ti conducano nella santa Gerusalemme.

Vorremmo, piccolo Alfie, figlio nostro, nell’ora del tuo funerale poter recitare tutti insieme questa preghiera e farla salire fino in Paradiso accompagnata dal suono delle campane che sarebbe magnifico se i sacerdoti di tutte le parrocchie potessero far suonare, come voce della Chiesa che annuncia la morte ma soprattutto la Risurrezione e che ci richiama a guardare sotto la Croce il Volto di Dio. Lo chiediamo, chiediamo di far suonare le campane come gesto di Fede, certi che sono ancora numerosi i sacerdoti, capaci di gridare al mondo lo scandalo dell’Amore.

Cari amici,
Monika Grygiel si è fatta promotrice, con altri amici, di una iniziativa di sostegno pubblico
del sacerdote don Gabriele Brusco che ha assistito la famiglia di Alfie Evans nei giorni più duri
e che ora è oggetto di attacchi ed anche di persecuzione ecclesiastica.
Vorrebbe raccogliere firme di laici e famiglie soprattutto, che condividano e lo vogliano fare pubblicamente.
L’appello, qui allegato, apparirà su “la Nuova Bussola quotidiana” di giovedì.
Chi volesse farlo può comunicarlo a lei entro domani mercoledì 9 maggio all’indirizzo:
monikamail@virgilio.it
Un caro saluto
don Livio Melina
Stella cometa
Grazie don Gabriele perché ha testimoniato con le sue parole la sua vicinanza Gesu
Tina 13
🙏 🙏 🙏