Bene, Monsignor Viganò l'ha ridotto a uno straccio, quel miserabile marcianò (minuscolo ovviamente).
Adesso non gli resta, all'ordinario castrense, che scegliere tra :
1) fare il peracottaro (=venditore di pere cotte, che in romanesco equivale ad essere un tonto sprovveduto);
2) darsi all'ippica (i cavalli sono animali simpatici, e sicuramente più intelligenti di lui);
3) andare a lavare i …More
Bene, Monsignor Viganò l'ha ridotto a uno straccio, quel miserabile marcianò (minuscolo ovviamente).
Adesso non gli resta, all'ordinario castrense, che scegliere tra :
1) fare il peracottaro (=venditore di pere cotte, che in romanesco equivale ad essere un tonto sprovveduto);
2) darsi all'ippica (i cavalli sono animali simpatici, e sicuramente più intelligenti di lui);
3) andare a lavare i pavimenti in qualche ditta di pulizie. Il lavoro nobilita, e può schiarire la mente - entro i limiti consentiti dall'intelligenza, già parecchio modesta, di marcianò;
4) mettersi davanti ai supermercati a fare concorrenza agli immigrati per accattonare; la concorrenza può servire ad acuire il cervello, ammesso che marcianò ne possieda uno. Se no, può chiederlo in prestito a qualche 'extracomunitario'.
5) vendere fazzoletti di carta agli incroci stradali: un lavoro adatto alle sue capacità, finalmente, dopo anni di spreco inutile di energie (già poche) in in campo ecclesiastico.
Gesù, Maria SS.ma, San Giuseppe, grazie per Monsignor Viganò; e liberateci dai leccafibbie bergogliani che imperversano nella Chiesa Cattolica! Eremita della Diocesi di Albano