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Vittima di leggi contro la blasfemia: condannato a morte

Zafar Bhatti, 57, Cristiano Protestante del Pakistan, è in carcere dal luglio 2012 per "blasfemia" a Rawalpindi, in Pakistan, e il 3 gennaio si è visto commutare l'ergastolo in pena di morte.

Leader di "Jesus World Mission”, Bhatti è accusato di aver inviato "messaggi blasfemi" a un predicatore Musulmano da un telefono cellulare datogli solo dopo che i messaggi erano stati inviati, da una SIM card che non era a suo nome. Secondo BritishAsianChristans.org, Bhatti non sa leggere o scrivere e quindi non sarebbe stato in grado di scrivere quei messaggi.

Sua moglie Bibi, 72, ha detto che sono stati fatti vari tentativi di far aspostatare Bhatti all'Islam per avere un motivo per liberarlo, "ma lui è forte nella Fede".

A dicembre, l'avvocato di Bhatti sperava ancora di farlo liberare su cauzione, in quanto sofferente di una forma grave di diabete e di un recente infarto. Simili richieste di cauzione sono concesse ad assassini e stupratori. La vista di Bhatti si sta deteriorando per la scarsa luce nella sua cella.

I regimi occidentali conoscono leggi simili contro la blasfemia che proteggono il razzismo e la religione civile omosessuale dalle critiche. Di conseguenza non fanno nulla per liberare Bhatti.

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