Francesco I
1895

I conservatori Usa pensano già al Conclave: esce libro sul “nuovo Papa”. E l’arcivescovo di New York lo regala ad altri cardinali

Polemiche per il gesto del cardinale Dolan di promuovere il libro di George Weigel che sembra voler indebolire l’attuale pontificato ed orientare l’elezione del successore di Francesco

CITTÀ DEL VATICANO. Era già successo durante il pontificato di Giovanni Paolo II quando, anni prima dalla morte del Papa polacco, furono pubblicati dei libri sul futuro Pontefice e il prossimo Conclave. Uno era quello di Peter Hebblethwait, ex sacerdote fortemente critico del pontificato di Wojtyla che con la sua inchiesta suggeriva al futuro Papa cosa fare e cosa no per riparare agli errori del predecessore. Operazioni strumentali per indebolire il Papa regnante ed orientare la scelta del successore, si disse allora.

Una situazione simile si ripropone oggi negli Stati Uniti, da sempre focolaio di critiche e opposizioni a Jorge Mario Bergoglio, dove sono stati dati alle stampe due libri sul «prossimo Papa», quasi a lasciar intendere che l’attuale pontificato - che nonostante i grattacapi gode di buona salute - sia alle ultime battute o che Francesco sia prossimo alla rinuncia.
Uno dei due volumi è a firma di George Weigel, biografo di Giovanni Paolo II, esponente di spicco di quella Chiesa conservatrice e muscolare che trova il massimo esempio in una porzione di episcopato Usa. Si chiama “The Next Pope”, appunto, sottotitolo “The Office of Peter and a Church in Mission”, ed è edito dalla Ignatius Press, casa editrice ultraconservatrice i cui vertici in passato si sono esposti in iniziative anti-Papa Francesco. Inclusa la clamorosa richiesta di dimissioni dell’ex nunzio Viganò.

L’altro libro, dal titolo “The Next Pope”, con sottotitolo “The Leading Cardinal Candidates”, reca invece la firma del giornalista del National Catholic Register Edward Pentin. Oltre ad offrire un identikit dei potenziali successori di Bergoglio, esso propone la teoria che il Papa regnante stia attendendo la morte dell’emerito Benedetto XVI per seguirne le orme e rinunciare al soglio petrino.

Vale la pena però soffermarsi sulla nuova fatica di Weigel, anzitutto per la rilevanza del personaggio, importante commentatore cattolico che non ha mai celato il suo dissenso, spesso in modo aspro, nei confronti del gesuita argentino eletto al Soglio di Pietro e che recentemente è intervenuto sul dibattito sul Vaticano II (a seguito delle critiche di Viganò sulle presunte eresie scatenate dal Concilio), per suggerire al «prossimo Papa» come interpretare e attualizzare questo evento non di riforma ma di «continuità con la dottrina cattolica consolidata».

Il libro di Weigel è poi al centro di una operazione, che ha lasciato stupiti molti, del cardinale di New York Timothy Dolan, rivelata dal National Catholic Reporter. Da un servizio di Joshua McElwee si scopre che l’arcivescovo - figura di altissima mediaticità, firmatario nel 2012 della lettera di tredici cardinali contro le presunte aperture del Sinodo sulla famiglia - ha regalato il libro di Weigel, del quale è amico di lunga data, a diversi cardinali in giro per il mondo. Non si hanno conferme che tutti e 222 i membri del Collegio cardinalizio abbiano ricevuto il volume, di certo quattro porporati si sono visti recapitare una copia accompagnata da una nota firmata da Dolan in cui si legge: «Sono grato alla Ignatius Press per aver messo a disposizione del Collegio cardinalizio questa importante riflessione sul futuro della Chiesa».
Raccontandolo in forma anonima al NCR, uno dei quattro porporati ha commentato: «Molti di noi sono rimasti senza parole che questo cardinale americano ci abbia inviato il libro». Perplessità derivanti dalla inopportunità di promuovere un volume che sembra voler orientare un eventuale Conclave, che sarà convocato solo alla morte o alle dimissioni del Papa. Come sottolineato dal National Catholic Reporter, il gesto del pastore di New York - ultimamente criticato per il suo apprezzamento al presidente Trump e per una questione di fondi pubblici percepiti da enti cattolici - rappresenta «un’apparente rottura con la pratica di lunga data che i più alti prelati della Chiesa cattolica si astengono dal fare pubblicamente pressioni per possibili candidati al papato». Il sito ricorda anche la Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II (1996) che, parlando della procedura d’elezione del Papa, «vieta espressamente ai cardinali di discutere di possibili successori».

La notizia ha generato molteplici e curiose reazioni negli Stati Uniti, a cominciare dalla Ignatius Press intervenuta per difendere Dolan e spiegare che «non è raro che gli editori cattolici inviino libri ai leader cattolici, inclusi cardinali e vescovi». «Nulla di scandaloso», hanno ribadito gli editori, sottolineando che il vero scandalo è che qualcuno «affermi o insinui che il cardinale Dolan stesse facendo politica per un candidato al prossimo Conclave».
Weigel, da parte sua, si è tirato fuori da ogni polemica spiegando che il suo libro non parla affatto del prossimo Conclave, ma cerca di riflettere su come la Chiesa e il papato possono proseguire la nuova Evangelizzazione negli anni a venire. «Non si discute affatto dei candidati, e non si discute assolutamente della politica del Conclave», ha detto, bollando le critiche come «teorie cospirative»

L’autore, tuttavia, ha espresso l’auspicio che il libro possa essere spunto di riflessione e discussione tra cardinali che, di fatto, non si conoscono e che l’ultima volta che si sono incrociati era nel 2013. Considerando che le circa 700 pagine del volume sono costellate da riflessioni su quali competenze e caratteristiche servirebbero al nuovo Papa (diverse da quello in carica), è comprensibile che molti lo abbiano inquadrato come operazione politica.
Non va dimenticato inoltre che negli Stati Uniti la sensibilità su temi del genere è ai massimi livelli, dopo che, nel 2018, era circolata su siti cattolici la notizia che un gruppo autodefinitosi “Better Church Governance Group” - alla lettera “Gruppo per un migliore governo della Chiesa” - raccoglieva informazioni con cui compilare dossier sui cardinali elettori. Un’operazione di intelligence o, volendo, di spionaggio chiamata “Red Hat Report”, portata avanti da facoltosi americani che avevano messo in campo diverse risorse per raccogliere voci, accuse, notizie vecchie e nuove sui porporati in modo da influenzarli nel momento in cui avrebbero dovuto eleggere il nuovo Pontefice.

lastampa.it
N.S.dellaGuardia
Già il fatto che lo chiamino conclave, una cerimonia per eleggere il successore di un usurpatore...
Che poi sarà un'altra buffonata pilotata per eleggere qualcuno ancora peggio...
A meno che... 😉😇