L'ora della grande apostasia è venuta | Riflessione

Che la Chiesa Cattolica sia in crisi è un dato di fatto accettato da tutti, pontefice compreso, ma è sconcertante come molti vescovi vivano pubblicamente questa crisi. Molti la vivono nella più totale indifferenza operativa, aspettando non so cosa per intervenire, altri, la maggior parte, per risolverla si impegnano anima e corpo, a disfare il cosiddetto "ridimensionamento conservatore" di papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI.
Comunque sia, la cosa più sconcertante è che praticamente nessuno tra i prelati stia appoggiando chi sostiene tra i vescovi, che la crisi dipenda dall'eresia modernista, e che esista una Deep Church che operi impunemente per sovvertire la Chiesa come la conosciamo.
Nessuno si oppone a coloro che continuano imperterriti a pontificare la difesa dello "spirito” liberale del Vaticano II, per attualizzare una deriva progressista, facendo finta di non vedere che tale visione pastorale sta scismando di fatto i cattolici. Tranne qualche timido tentativo, da certificare come estremamente "politically correct", tutto tace sia in campo conservatore che tradizionalista.
Anzi sono più i laici a lottare per la difesa della tradizione che i presbiteri.
La direttiva pastorale dominante è quella di sostenere che ancora si è fatto ben poco nella direzione prospettata dal Vaticano II, e bisogna insistere. Secondo questa visione di comodo, oggi vediamo una Chiesa che cerca paradossalmente un’unità che è però radicata nell’eterodossia. Per “unità”, la pastorale ecclesiale dominante, intende l’accettazione universale di un nuovo progetto che operi dei cambiamenti necessari da accettare acriticamente, e che considera tutti coloro che reputano tali cambiamenti palesemente in contrasto con la Tradizione e lo stesso Vangelo, come “divisivi”.
In sostanza la Chiesa Cattolica vive una dittatura pastorale che è accettata da tutti i vescovi passivamente o attivamente. Questa è la verità! Una dittatura eretica, perché lentamente e inesorabilmente trascina migliaia e migliaia di fedeli a sottomettersi al modernismo. Mentre in passato i papi istituirono giuramenti contro gli errori moderni, oggi la maggior parte dei vescovi impongono una pastorale a favore di tali errori.
Addirittura in molti casi, palesano esplicitamente il disprezzo per la tradizione e mostrano sfacciatamente la loro intenzione di cementare un nuovo ordinamento modernista che mira a promuovere un nuovo vangelo.
La maggior parte di questi vescovi, come ci avevano avvertiti e temevano i papi antimodernisti, sono convinti che tutto deve essere fatto "nuovo", che si debba costruire una nuova Chiesa, un'altro cattolicesimo.
Stiamo vivendo il passaggio forzato della Chiesa conciliare del Vaticano II alla
Chiesa post-Vaticano II, attraverso un taglio netto che recide ogni collegamento con la Tradizione. Tale procedimento già compiuto da tempo nei seminari, ha formato generazioni di presbiteri pronti ad attuarlo oggi nelle parrocchie.
Un esercito di operatori "dormienti" che si stanno svegliando adesso a comando.
Migliaia di sacerdoti indottrinati al Modernismo, a cui sarebbe legittimo chiedere: «ma tu fratello presbitero a quale Gesù credi?» Ma fra poco le generazioni capaci di rivolgere questa domanda, stanno per sparire, e rimarranno solo i soggetti della nuova generazione, passivamente indottrinati alla nuova religione.
Fatalmente si arriverà presto, esaurite le vecchie generazioni, a spegnere del tutto la luce della Tradizione, per cui la prospettiva nel prossimo futuro è una religione poco spirituale ma molto politica e mondana; una chiesa modernisticamente monopolizzata, nel promuovere l'annuncio di un nuovo Vangelo.
L'abbandono della Tradizione, ritenuta responsabile di una Chiesa fatiscente, non mira a risolvere la crisi, ma bensì la sta invece creando, in vista di una rivoluzione modernista che ci traslerà verso la chiesa dell'Anticristo. Nella storia, i santi cattolici fedeli alla Tradizione hanno difeso la Chiesa dai nemici della fede, che provenivano dall'esterno, oggi la devono difendere dal suo interno, dai lupi vestiti d'agnello.
Le vicende attuali della Chiesa cattolica sembrano confermare le rivelazioni di
Anna Katharina Emmerick, che vide la coesistenza di due papi, quelle a Fatima in cui la veggente Lucia parlò del papa e di un vescovo vestito di bianco percepiti come in uno specchio. E come non ricordare le antiche profezie di Malachia che sembrano fare riferimento ai papi dei nostri tempi, che dovrebbero essere “gli ultimi”. E come non ricordare le rivelazioni a Santa Brigida di Svezia, Faustina Kowalska, Gertrude di Helfta, Ildegarda di Bingen, Alexandrina Maria da Costa, Anna Maria Taigi, Elena Aiello, Elisabetta Canori Mora, Giuliana di Norwich, Luigina Sinapi, Luisa Piccarreta, Maria d’Agreda, Maria Valtorta, Marthe Robin, Natuzza Evolo, Teresa Musco, Thérèse Neumann?
Fino ad arrivare alle profezie mariane e alle apparizioni più recenti:
dalle Tre Fontane a Civitavecchia, da Amsterdam a Medjugorje, da Anguera a Itapiranga, da Akita a Kibeho.
Tante campanelle d'allarme che ci segnalano che sono arrivati i tempi del rinnegamento della fede da parte dei pastori, preannunciato con certosina precisione anche a don Stefano Gobbi l’11 giugno 1988 quando la Madonna gli rivolse queste parole:
“L’ora della grande apostasia è venuta. Si sta realizzando quanto è stato predetto dalla divina Scrittura, nella seconda lettera di san Paolo ai Tessalonicesi. Satana, il mio avversario, con inganno e per mezzo della sua subdola seduzione, è riuscito a diffondere ovunque gli errori, sotto forma di nuove e più aggiornate interpretazioni della verità, e a condurre molti a scegliere consapevolmente di vivere nel peccato, nell’ingannevole convinzione che esso non è più un male, anzi che è un valore e un bene”...Sono giunti i tempi della generale confusione e del più grande turbamento degli spiriti. La confusione è entrata nelle anime e nella vita di tanti miei figli. Questa grande apostasia si diffonde sempre di più anche all’interno della Chiesa cattolica. Gli errori vengono insegnati e diffusi, mentre con tanta facilità sono negate le verità fondamentali della fede, che il magistero autentico della Chiesa ha sempre insegnato ed energicamente difeso contro qualsiasi deviazione ereticale”.
Infine, a conclusione di questa tragica possibile ricostruzione, non ci resta che sottolineare, la consapevolezza che a Fatima la Santissima Madre ci ha preannunciato che dopo un periodo di gravi tribolazioni, la Chiesa rifiorirà nel trionfo del suo Cuore Immacolato!
(Francesco Miridia, lettore e collaboratore)
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