USA: alla Marcia per la vita di Washington massiccia anche la partecipazione europea
WASHINGTON, DC, 30 gennaio 2012 - gli americani non sono stati gli unici che hanno sacrificato il loro tempo e denaro per percorrere lunghe distanze e unirsi alla folla di centinaia di migliaia di sostenitori pro-vita che convergevano verso il Campidoglio degli Stati Uniti lo scorso lunedì, chiedendo al governo degli Stati Uniti di proteggere i nascituri.
Quest'anno, un nutrito gruppo di attivisti pro-life dall'Europa è venuto a mostrare la propria solidarietà con i pro-life americani – ed a rafforzato la propria volontà di continuare la battaglia per la vita nell’ambiente, certamente più oscuro e laico dell'Unione europea.
Gli attivisti provenivano da Germania, Francia, Belgio e altre nazioni, compresi gli italiani di Voglio Vivere.
Bernhoft, un attivista pro-life da Francoforte che rappresenta il gruppo SOS Leben in Germania, ha affermato a LifeSiteNews di aver frequentato la marcia per la Vita negli Stati Uniti da almeno 10 anni. “Ogni anno vengo qui per sostenere la Marcia per la Vita”, ha detto.
“Siamo venuti per mostrare che l'aborto non è solo una questione locale per gli Stati Uniti o per noi. Ma è un problema globale”, ha ricordato.
Ha anche riferito che pure in Germania si celebra una marcia analoga “ogni anno a settembre a Berlino”, dove è conosciuto come “1000 Croci per la Vita”.
Il sito web dell'organizzazione di Bernhoft ritiene che la Marcia per la Vita sia come “una vera ‘boccata d’aria’ per gli attivisti pro-life in Germania, perché possono sentirsi parte di una famiglia globale; una famiglia con dei valori ed obiettivi comuni; una famiglia che lotta per la santità della vita e contro la cultura della morte”.
L'organizzazione francese Droit de Naitre (“diritto di nascere”) ha sfilato a fianco di SOS Leben nella marcia della scorsa settimana. In Francia, l’ottava marcia per la vita annuale svoltasi all'inizio di questo mese ha avuto un affluenza senza precedenti, coadiuvata dal supporto di 32 vescovi cattolici e dello stesso Papa Benedetto XVI. Gli organizzatori hanno riferito di 30.000 partecipanti, tra cui anche delegazioni di associazioni consorelle, provenienti da Austria, Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Spagna e Slovacchia.
Marce analoghe si sono svolte in Italia, Irlanda, Belgio, Spagna e Romania.
Gli ospiti europei sono venuti a Washington sotto l'egida della Società Americana per la Difesa della Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP). Norman Fulkerson, direttore delle pubbliche relazioni della TFP, ha raccontato a LifeSiteNews che “ogni anno raduniamo un contingente di diversi paesi europei” al fine di “dare visibilità al movimento per la vita qui negli Stati Uniti”. Fulkerson ha anche affermato che molti dei suoi ospiti internazionali rimangono “sorpresi di constatare il numero degli americani che manifestano in questa occasione”.
“C'è lo stereotipo, proiettato in tutto il mondo, di un'America concepita come una nazione molto liberale e progressista - che è anche vero in parte - ma ciò che le persone non comprendono è che all'interno c'è anche un movimento di vibrante reazione conservatrice” ha detto.
Ed è questo che ha dato il coraggio a tanti attivisti di portare il messaggio pro-vita nei Paesi di origine. “Molto spesso essi tornano a casa e incominciano le marce pro-life nel loro stesso paese”, ha detto Fulkerson. “La Polonia è stata la prima a seguire l’esempio cinque anni fa, e furono in migliaia a partecipare, che è un risultato ottimo per il continente europeo”.
In questa edizione americana della marcia la TFP ha anche portato in processione la statua della Madonna di Fatima, infatti un altro settore delle proprie campagne è “l’America, ha bisogno di Fatima”, una iniziativa molto simile a Luci sull’Est.
Tratto da LifeSiteNews
Quest'anno, un nutrito gruppo di attivisti pro-life dall'Europa è venuto a mostrare la propria solidarietà con i pro-life americani – ed a rafforzato la propria volontà di continuare la battaglia per la vita nell’ambiente, certamente più oscuro e laico dell'Unione europea.
Gli attivisti provenivano da Germania, Francia, Belgio e altre nazioni, compresi gli italiani di Voglio Vivere.
Bernhoft, un attivista pro-life da Francoforte che rappresenta il gruppo SOS Leben in Germania, ha affermato a LifeSiteNews di aver frequentato la marcia per la Vita negli Stati Uniti da almeno 10 anni. “Ogni anno vengo qui per sostenere la Marcia per la Vita”, ha detto.
“Siamo venuti per mostrare che l'aborto non è solo una questione locale per gli Stati Uniti o per noi. Ma è un problema globale”, ha ricordato.
Ha anche riferito che pure in Germania si celebra una marcia analoga “ogni anno a settembre a Berlino”, dove è conosciuto come “1000 Croci per la Vita”.
Il sito web dell'organizzazione di Bernhoft ritiene che la Marcia per la Vita sia come “una vera ‘boccata d’aria’ per gli attivisti pro-life in Germania, perché possono sentirsi parte di una famiglia globale; una famiglia con dei valori ed obiettivi comuni; una famiglia che lotta per la santità della vita e contro la cultura della morte”.
L'organizzazione francese Droit de Naitre (“diritto di nascere”) ha sfilato a fianco di SOS Leben nella marcia della scorsa settimana. In Francia, l’ottava marcia per la vita annuale svoltasi all'inizio di questo mese ha avuto un affluenza senza precedenti, coadiuvata dal supporto di 32 vescovi cattolici e dello stesso Papa Benedetto XVI. Gli organizzatori hanno riferito di 30.000 partecipanti, tra cui anche delegazioni di associazioni consorelle, provenienti da Austria, Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Spagna e Slovacchia.
Marce analoghe si sono svolte in Italia, Irlanda, Belgio, Spagna e Romania.
Gli ospiti europei sono venuti a Washington sotto l'egida della Società Americana per la Difesa della Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP). Norman Fulkerson, direttore delle pubbliche relazioni della TFP, ha raccontato a LifeSiteNews che “ogni anno raduniamo un contingente di diversi paesi europei” al fine di “dare visibilità al movimento per la vita qui negli Stati Uniti”. Fulkerson ha anche affermato che molti dei suoi ospiti internazionali rimangono “sorpresi di constatare il numero degli americani che manifestano in questa occasione”.
“C'è lo stereotipo, proiettato in tutto il mondo, di un'America concepita come una nazione molto liberale e progressista - che è anche vero in parte - ma ciò che le persone non comprendono è che all'interno c'è anche un movimento di vibrante reazione conservatrice” ha detto.
Ed è questo che ha dato il coraggio a tanti attivisti di portare il messaggio pro-vita nei Paesi di origine. “Molto spesso essi tornano a casa e incominciano le marce pro-life nel loro stesso paese”, ha detto Fulkerson. “La Polonia è stata la prima a seguire l’esempio cinque anni fa, e furono in migliaia a partecipare, che è un risultato ottimo per il continente europeo”.
In questa edizione americana della marcia la TFP ha anche portato in processione la statua della Madonna di Fatima, infatti un altro settore delle proprie campagne è “l’America, ha bisogno di Fatima”, una iniziativa molto simile a Luci sull’Est.
Tratto da LifeSiteNews