
Altre indiscrezioni provenitenti dalla indagini in Vaticano parlano di deanro finito in mano alla Marogna che era destinato al pagamento dei riscatti di sacerdoti missionari rapiti in Africa e Asia. Si parla di 600 mila euro che Marogna avrebbe dovuto gestire a tali scopi. L'incasso era finito nel conto di una società slovena della Marogna. I fondi poi sarebbero serviti anche per lo shopping di lusso come scrive Emilano Fittipaldi sul quotidiano "Domani" nell'edizione di martedì 6 ottobre.
Una multinazionale molto particolare
La Santa Sede non è un’azienda come le altre, non va a caccia di profitti ed è ovvio che il bilancio resti in deficit, tuttavia quando invece si fanno delle speculazioni (termine poco adatto ai criteri spirituali della Chiesa) spuntano immancabilmente i pescecani. È stata definita una vera e propria cricca quella che dall'interno delle sacre mura aveva collezionato diverse operazioni per depredare i conti vaticani questo ben prima dell'acquisto dell'immobile londinese nella Sloane Avenue, anno di grazia 2014.
La spiritualità e il denaro
Curare le risorse finanziarie del Vaticano è il problema molto spinoso che Papa Benedetto XVI e poi Papa Francesco hanno tentato di sanare nella bufera di accuse di corruzione, sprechi e scarsissima capacità imprenditoriale. Nel 2018 il deficit aveva toccato il tetto dei 70 milioni di euro su 700 milioni di spese, dovute a inefficienze croniche, all’aumento degli stipendi e a pessimi investimenti.Intanto la Santa Sede ha reso noto giorni fa il bilancio dello scorso anno che ha visto perdite di soli 11 milioni.
Defenestrati e riabilitati
La defestrazione di Becciu, coincide intanto col ritorno del cardinale australiano George Pell, già Prefetto della Segreteria per l’Economia in Vaticano, che aveva iniziato a fare pulizia e che era stato accusato di gravi crimini sessuali tanto da finire agli arresti in patria. Pell riabilitato è tornato a Roma mentre Becciu (suo nemico) sarebbe pure sospettato di aver pagato attraverso bonifici effettuati da conti dello Ior verso Melbourne alcune finte vittime per calunniare il porporato australiano.
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