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Liberalizzazione della droga. Un altro passo verso la distruzione dell’uomo

By Riscossa Cristiana On 11 gennaio 2014 ·

L’inganno criminale della distinzione tra droghe “leggere” e “pesanti” viene nuovamente utilizzato da quanti freneticamente lavorano per la morte. L’incoscienza e l’ignoranza di tanti politici “utili idioti” fa il resto.
di Paolo Deotto

Con diabolica coerenza i distruttori sistematici della civiltà hanno iniziato a introdurre, con garbo, naturalmente, ma con tutta la spocchia degli “intellettuali” che si propongono come depositari della verità, il discorso della “liberalizzazione” delle droghe cosiddette leggere. Non è del resto cosa nuova, ma per lungo tempo furono soltanto i radicali, minoranza di esagitati, del tutto privi di base elettorale (ma non di mezzi economici a carico del contribuente) ma violenti e chiassosi, a promuovere l’uso delle droghe. Ora, nella naturale involuzione di quella che una volta si chiamava “sinistra” verso un radicalismo di massa, ecco che il senatore Luigi Manconi, del PD, presenta un disegno di legge per la depenalizzazione. Sul gazzettino di regime “Il Fatto Quotidiano” potete leggere anche che Donata Lenzi (della stessa tribù di Manconi) assicura che la questione è all’ordine del giorno dei lavori della Camera.
A completare il quadro arriva il neo-segretario del PD, Renzi, che spara la scemenza regina (e delinquenziale) di tutta la faccenda: “Iniziamo a rimettere la distinzione tra droghe legge e pesanti”. D’accordo che Renzi rappresenta al meglio il vuoto pneumatico a cui è ridotta ormai la nostra politica, però prima di parlare, soprattutto se si parla di faccende che mettono a rischio la vita di migliaia e migliaia di giovani, bisognerebbe conoscere ciò di cui si parla.
Anno 1970. Chi scrive era allora un giovinotto di belle speranze, studente di Giurisprudenza. In Medicina Legale già si studiavano, come cosa ben nota, i devastanti effetti sulla psiche dei derivati dalla “cannabis” (hashish e marijuana). Sull’onda lunga del sessantotto tutti coloro che hanno avuto a che fare coi giovani (insegnanti, educatori, medici e gli stessi genitori, quando non dormono) hanno potuto constatare come si riduce il giovane che fa uso abituale di “spinelli” o porcherie simili. Incapacità di concentrazione, imprevedibilità di comportamento, svogliatezza, aggressività, perdita della memoria. E inoltre: esuberanza sessuale a livelli animaleschi, alla quale fa spesso seguito impotenza. Un bel quadretto per una droga che sarebbe “leggera”!
Negli anni della Guerra del Vietnam (1960 – 1975) il leader del Nord, Ho Chi Minh, dichiarò esplicitamente che la diffusione degli “spinelli” tra i soldati americani era una delle loro armi più efficaci, perché questa droga rendeva i militari sempre più incapaci al combattimento.
Ma la menzogna sessantottina è dura a morire. La realtà è che non esistono droghe “leggere” e droghe “pesanti”. Esistono stupefacenti, che, con diversa gradualità, hanno un effetto devastante sulla personalità, e i cui danni diventano facilmente permanenti in caso di uso prolungato (sempre che il tossicomane non muoia prima per overdose).
Ai criminali progetti di legge si aggiunge l’incoscienza di chi è preoccupato di mostrarsi moderno e “aperto a tutte le discussioni” e straparla. È di pochi giorni fa la dichiarazione del leghista Giani Fava (assessore lombardo all’agricoltura) che considera “liberticida” l’attuale legislazione. È pur vero che Salvini e Maroni hanno sconfessato l’incosciente, ma intanto si crea quel bel clima per cui si dice che il problema esiste, bisogna trovare una soluzione, il proibizionismo ha l’effetto di lasciare il mercato in mano alla criminalità, e via farneticando. Inutile dire che alle farneticazioni si associa subito il “Nichi” Vendola, nota figura di profondo intellettuale, che considera addirittura “feroce” l’attuale legislazione.
In questo bel quadretto poteva mancare l’intellettuale pensoso per eccellenza, quel Roberto Saviano, premio Nobel del “copia-incolla”? Naturalmente non poteva mancare e il suo articolo a favore della liberalizzazione compare nientemeno che sulle pagine del più seguito foglio di regime, “Repubblica”, quotidiano che oltretutto ormai è santificato per i motivi che ben conosciamo. Non mi soffermo più di tanto su quel che dice Saviano (potete, se proprio avete voglia, leggere tutto l’articolo), anche perché non fa che tornare su luoghi comuni triti e ritriti. È però giusto sottolineare un passaggio che non si capisce se sia stupido o in malafede. Mi riferisco al confronto che fa Saviano tra il proibizionismo negli Stati Uniti nel secolo scorso, quando con il “Volstead Act”, entrato in vigore il 16 gennaio del 1920, divennero illegali il commercio e la vendita di alcolici, e l’attuale legislazione nazionale in materia di stupefacenti. È impossibile fare un confronto tra bevande alcoliche (che assunte in debite quantità non sono assolutamente dannose) e stupefacenti (che sono sempre distruttivi). Tengo a sottolineare che il sottoscritto è astemio. Non mi piacciono gli alcolici, però mi piace il buonsenso.
Ma qui è inutile invocare il buonsenso, perché il piano è fin troppo chiaro. Si inizia a parlare del “problema” o meglio, lo si crea, perché il problema in verità non esiste: lo Stato ha il dovere di vietare il commercio di sostanze che hanno effetti distruttivi sull’uomo. Si inizia a creare il problema, si fanno intervenire gli intellettuali di regime, si crea pian piano l’atmosfera giusta perché il cittadino – peraltro schiacciato dal vero problema della sopravvivenza – si convinca che sì, in fondo è giusto, che male fa, se sono droghe leggere… e si segna un altro punto a favore della distruzione e della morte.
Ecco un bel quadretto per l’avvenire:
- Legge Scalfarotto: punto di partenza per un popolo di efebi, di asessuati, di ex-uomini, con adeguate norme penali per chi cerca ancora di difendere il diritto naturale e la dignità dell’uomo;
- Educazione sessuale nelle scuole: i futuri efebi vanno preparati fin da piccoli con adeguata opera di corruzione, le cui linee guida sono già definite dall’OMS;
- “ius soli” e simili deliri della Kyenge e dei suoi sodali: si fa perdere alle persone il valore delle tradizioni e dell’identità, favorendo l’immigrazione selvaggia di (in)civiltà a noi del tutto estranee. Chi si oppone, sarà sanzionato come schifoso razzista;
- Liberalizzazione dell’uso degli stupefacenti: il popolo degli efebi senza identità si evolve in popolo di efebi senza identità e rincoglioniti dall’uso di droghe.
Un bel quadro, del tutto funzionale alle due categorie (per lo più tra loro intrecciate) che ci dominano: chi sogna il delirio mondialista (e ha quindi bisogno di un popolo rincretinito e tutto uguale) e chi lavora tout-court per la morte e la distruzione.
In una società che è ormai tragicamente assuefatta al divorzio, al crimine dell’aborto, che tra poco dovrà proclamare con gioia la bellezza della sodomia e assistere inerte alla corruzione della gioventù, manca il tassello della droga libera per completare il quadro mortifero.
L’informazione fa quello che può, e non è molto, soprattutto considerando che la grande informazione (televisione e grandi quotidiani) è in mano al regime. Spetta a tutti noi combattere con tutti i mezzi la marea crescente degli adoratori della morte. Con tutti i mezzi: il mezzo politico e parlamentare si sta rivelando sempre più inefficace, per non dire inutile. Non scordiamoci che la ribellione contro l’autorità che esercita il suo potere contro il bene dei cittadini, contro la legge naturale, è non solo legittima ma anche doverosa.
Noterella finale: quando parliamo di “autorità” ci riferiamo solo in parte alle quattro mezze calzette che attualmente stanno distruggendo l’Italia, dal vecchio Giorgio al Pesce Lesso e gli altri della loro cricca. Sono meri esecutori, poveri killer che verranno messi a cuccia quando avranno esaurito il loro compito. La vera autorità allunga i suoi tentacoli da Bruxelles e dalle grandi banche, dalle logge massoniche che ormai lavorano con spudorata chiarezza. Se anzitutto non si recidono i legami con la criminalità internazionale che ci domina, la distruzione è garantita al 100%.