VIGANÒ, MORSELLI: DIALOGO SU CHIESA-AZIENDA. IN FALLIMENTO.

14 Luglio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilum Curiali, nel dibattito in corso sul Concilio Vaticano II abbiamo oggi questo dialogo a distanza.  Qualche tempo fa, don Alfredo Morselli ha anticipato in forma di lettera a mons. Carlo Maria Viganò (cf testo sotto) le considerazioni pubblicate successivamente nel blog messainlatino.it.

http://blog.messainlatino.it/2020/06/don-alfredo-morselli-riflessioni-sul.html

Qui di seguito, la e mail di don Morselli a mons. Viganò e la risposta dell’arcivescovo Viganò. Buona lettura.

§§§

Scambio epistolare tra Don Alfredo Maria Morselli emons. Carlo Maria Viganò sul Vat II:

 

Eccellenza carissima,

Ave Maria! 🙏🏻 vorrei spiegare meglio perché non imputo al Vaticano II tutta la colpa della crisi attuale, pur non negando la sua funzione di detonatore (che senza esplosivo non combina nulla). Le strategie di marketing si dividono in strategie push (spingere) e pull (tirare); cioè una ditta per vendere un prodotto può cercare di crearne il bisogno e spinge una cosa di cui non c’è reale necessità. Oppure può – dopo indagini di mercato – capire che un’ampia fetta di potenziali clienti sentono la necessità di un certo prodotto. Le due strategie spesso si combinano.

Qual è l’analisi “commerciale” pre-Vaticano II? Il termometro di una buona parte del clero e intellighenzia cattolica segnava corruzione morale, tiepidezza, paura, orgoglio, carrierismo, desiderio di schiodarsi dalla Croce e di venire a patti con il mondo.

La pentola scoperchiata da Viganò bolliva già da molto tempo.

San Paolo diceva che sarebbero venuti tempi in cui gli uomini si sarebbero circondati di maestri secondo le loro voglie, maestri che avessero assecondato e reso possibile chiamare bene il male e viceversa (Cf. 2 Tim 4:3)

I maestri secondo le voglie del mondo hanno capito che era giunto il momento di presentarsi al mondo stesso e vendere a buon mercato il loro prodotto.

Quello che dico è che se non fosse stato pronto il mercato, il prodotto non sarebbe stato lanciato.

Dopo la morte di S. Pio X gli uomini hanno continuato a peccare, la lotta al modernismo si fece evanescente, il modernismo ricrebbe a tal punto che Pio XII, Garrigou Lagrange, Cordovani non riuscirono a scalfire la Nouvelle Théologie che occupava tutte le cattedre. La massoneria collocava i ricattabili più immondi nei posti chiavi e i buoni (in realtà non veramente buoni) furono tanti don Abbondio.

Il tumore diffondeva metastasi ovunque e l’ultimo Paolo VI, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI non poterono che somministrare palliativi.

Qualcuno critica anche i suddetti pontefici, ma forse era il meglio di cui il Padre Eterno poteva disporre.

Oppure misteriosamente lasciava che andasse a formarsi un provvidenziale “male della pena”.

E nel frattempo la “provetta” con un pontefice in vitro ad hoc era custodita nei laboratori dei modernisti.

Ora il malato è all’hospice, appeso al duplice filo del “non praevalebunt” e delle promesse di Fatima.

E anche alla gran quantità di Sangue della terza parte del segreto.

In Corde Matris

Sac. Alfredo M. Morselli

Risposta di Mons. Viganò

Natività di San Giovanni Battista

24 Giugno 2020

Caro e reverendo don Morselli,

La ringrazio per la Sua email, nella quale vedo confermata la Sua visione soprannaturale degli eventi che affliggono Santa Madre Chiesa.

Concordo con Lei sul fatto che il Concilio Vaticano II non può esser considerato come una sorta di soggetto a sé, dotato di volontà propria. Studi autorevoli hanno dimostrato che gli schemi preparatori faticosamente predisposti dal Sant’Uffizio dovevano confermare l’immagine di una Chiesa granitica che nella realtà, specialmente lontano da Roma, dava segni di pericoloso cedimento. E se fu così semplice sostituirli con nuovi schemi preparati nelle conventicole dei novatori tedeschi, svizzeri e olandesi, evidentemente molti esponenti dell’Episcopato (con la loro corte di sedicenti teologi, la maggior parte dei quali già oggetto di censure canoniche) erano corrotti nell’intelletto e nella volontà.

Quella che Ella identifica con le più comuni strategie di marketing e che giustamente vede realizzata nel Concilio fu un’operazione disonesta, una truffa ai danni dei fedeli e del clero: per incrementare il business, si cambiò il prodotto e l’immagine aziendale, promuovendolo con campagne pubblicitarie e sconti. Gli “avanzi di magazzino” vennero liquidati o mandati al macero. Ma la Chiesa di Cristo non è un’azienda, non ha finalità commerciali e i suoi ministri non sono manager. Questo errore clamoroso, anzi questa vera e propria frode fu concepita da personaggi che con questa visione umana e mercantile delle cose spirituali dimostrarono non solo la propria inadeguatezza, ma anche la propria indegnità al ruolo che ricoprivano. Eppure fu proprio quella mentalità che segnò ufficialmente la rottura con la Tradizione: trasformare la Chiesa in azienda significò metterla in assurda competizione con la concorrenza delle sette e delle false religioni, imponendo un adeguamento del “prodotto” alle presunte esigenze della clientela, e al tempo stesso impose anche la necessità di suscitare nei possibili acquirenti il bisogno per “beni e servizi” alternativi, nuovi, di cui essi non sentivano ancora la necessità. Ecco allora l’enfasi comunitaria della Liturgia, l’approccio “fai da te” alla Sacra Scrittura, il “fuori tutto” di Dottrina e Morale, le nuove divise del personale… Credo che, se vogliamo mantenere la similitudine che Ella ha suggerito, non si possa negare che proprio per eliminare la presenza di un prodotto che non ha molti concorrenti si dovesse non solo renderlo meno esclusivo, ma prima o poi giungere a far assorbire l’azienda che lo produce da una più potente e diffusa: inizialmente il prodotto migliore viene tenuto come “prima linea” per una clientela più esigente, poi viene tolto dalla produzione e infine scompare anche il marchio. Procedendo su questo cammino scivoloso, sciagurato e distruttivo, siamo arrivati al fallimento dell’azienda per mano del suo liquidatore argentino, pronto a consegnare la Chiesa della Misericordia Spa nelle mani del Nuovo Ordine Mondiale. Probabilmente Bergoglio confida che, in questo nuovo assetto, gli sarà riconosciuto un qualche ruolo dirigenziale, non fosse che come riconoscimento per l’opera compiuta.

Non è chi non veda che questa visione commerciale non ha nulla di cattolico, soprattutto dal momento che la Chiesa appartiene a Cristo, che ne delega il governo ai Suoi vicari. Trasformare la Chiesa in quello che non è e che mai potrà essere si configura come un peccato gravissimo e un crimine inaudito, verso Dio e verso il gregge che Egli ha ordinato di pascere in pascoli ben definiti, non di disperdere nei crepacci e tra i rovi. E se di questa rovina immane sono responsabili degli amministratori infedeli che hanno falsificato statuti e bilanci, e truffato i clienti, si dovrà chiedere loro conto: redde rationem villicationis tuae (Lc 16, 2).

Cum benedictione

+ Carlo Maria Viganò

 §§§




 

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32 commenti

  • Antonella ha detto:

    Un confronto che riporta a quel senso di ricercato e leale dialogo che in fondo ispirava proprio il Vaticano II, una boccata di ossigeno per chi ricerca il vero volto della Chiesa contro una pantomima che da tempo invece la mortifica, confondendone la missione.
    Quando la domanda è posta con chiarezza e l’interlocutore condivide la stessa ansia di verità, facendo insegnamento di quello che la fede ha sedimentato in una vita di testimonianza, allora matura un pensiero che edifica leggerlo e passo dopo passo approda a svolte importanti.
    Non si può buttare il bambino con l’acqua sporca, per cui con la revisione depurata da ogni forma di “dolo” che ne abbia corrotte le intenzioni, adulterando le parole nella falsa ermeneutica della continuità, andrebbe però custodita del Vaticano II quella riflessione conforme ai dogmi così come alla tradizione, la quale però non sfugge al tentativo sempre arduo di imbattersi nel vivo dell’ attualità storica e sociale che da sempre interpella la Chiesa.
    Diversamente sarebbe come annullare con un colpo di spugna tutte le più approfondite questioni portate avanti dai Padri della Chiesa e proprio nei momenti più critici, lo sforzo di una De Rerum Novarum in contesti lacerati da conflitti che non potevano essere ignorati ma analizzati fino in fondo….
    Oggi si rischia di uniformarsi a correnti diverse e col rischio di condividere logiche infernali, create per spersonalizzare nel crollo delle certezze.
    Sostenere il dibattito su posizioni diverse nel reciproco rispetto , partendo da ogni campo di confronto, è un impegno che la Chiesa deve sostenere perché in questa condizione esprime la sua voce migliore e dispensa la sua ricchezza, che come la lampada non va messa sotto il moggio ma tenuta alta perché faccia luce a tutti quelli che entrano.
    Grazie a Viganò e Schneider per questo dialogo vivo di Cristo, per non averci risparmiato la loro pastoralita’, facendoci sentire il “passo” della Chiesa che avanza.

  • Tonino T ha detto:

    A riguardo di questo pensiero di Mons Viganò:
    <>
    ___
    Tenete presente che B. non sapeva come avrebbero agito coloro che lo avrebbero piazzato al potere, e che non aveva ancora deciso come comportarsi in seguito al raggiungimento di tutti gli obbiettivi.
    Quando esistono scambi di favori, non c’è più alcun motivo di ritenere INDISPENSABILE l’individuo che si adoperato nei ruoli coesi, e quindi il pensiero di ciascuna parte diventa quella di capire come l’altro agirà una volta che non vi sono più elementi di “ricattabilità” e relative ritorsioni, e dalla parte dei più organizzati è probabile che tenderanno ad evitare con ogni mezzo di lasciare tracce e prove e testimoni, quindi Bergoglio ha in mano la possibilità di stallare le parti non adempiendo l’obbiettivo finale e lasciando le forze “male” e “bene” combattere tra di loro per riuscire a togliersi dalla scena (ed impegnare le parti chelo premono e lo coinvolgono), e per “vendicarsi” non solo della Chiesa Cattolica e del Clero che non lo aiutarono secondo lui nel periodo in cui vi era persecuione e chiedeva aiuto (vedi caso correlato a Yorio) , quindi vendicarsi anche contro coloro (fuori dalla chiesa) che hanno “collaborato” con lui durante l’impalcatura del sistema anticristico.
    In sintesi ci potrebbe essere una grande sorpresa per ciò che dovrà avvenire a Ottobre sul celibato sacerdotale, nel senso che B. potrebbe NON voler raggungere l’obbiettivo “indispensabile”, e potrebbe lasciare un’opportunità ai Cattolici e agli anticrisici di ottenere i loro obbiettivi contrastandosi, ma il destino non sarà quindi deciso da B. ma dall’esito del contrasto.

    • Tonino T ha detto:

      Queste sono le parole quotate nel commento precdente che nelle parentesi angolari non vengono visualizzate:

      Probabilmente Bergoglio confida che, in questo nuovo assetto, gli sarà riconosciuto un qualche ruolo dirigenziale, non fosse che come riconoscimento per l’opera compiuta.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Se per definire una dottrina come eretica occorre che sia CHIARA e ripetuta in modo OSTINATO, il Concilio Vaticano II non solo non ha nulla di eretico, ma ribadisce con chiarezza, prima nelle premesse, poi nei documenti finali (che sono quelli che contano), la dottrina tradizionale.
    E’ perciò un pretesto voler distinguere i documenti del Concilio dallo spirito del Concilio e, se proprio lo si vuole fare, allora lo spirito del Concilio, con cui vanno letti i documenti, è post tridentino.
    Il fatto è che a volte il Concilio è stato letto con lo spirito SESSANTOTTINO, ma di questo il Concilio non ha colpe.
    I documenti magisteriali dei papi post conciliari fino a Benedetto, non è vero che aprono alle eresie: sono chiarissimi e aderenti alla Tradizione.
    Occorre fare citazioni precise che leggendole in tutto il CONTESTO, risultino chiaramente e ostinatamente eretiche. Ma non esistono.
    Con Francesco le cose cambiano. Non che il suo Magistero contenga chiare eresie, perciò la forma è salva, ma per la prima volta nella storia c’è CONFUSIONE.
    Dicono e non dicono, aprono ma non l’ultimo velo di separazione e, di fatto, sono una manna per i relativisti e un invito ad andare oltre ciò che dicono per gli spiriti ribelli.
    In questo senso, forse, si può parlare di un presunto spirito che va oltre la lettera, ma è lo spirito del lettore, a cui può sembrare quasi di essere libero di poter interpretare soggettivamente.
    Fatto sta che la non risposta ai DUBIA, fatto gravissimo perché ha condotto tante anime all’errore, pur non essendo un atto Magisteriale, può essere definito, forse, un atto pastorale, ma non conseguenza del Concilio ma, piuttosto, del Sessantotto.
    Un peccato grave, così come l’aver permesso il culto della Pachamama, che mi fa sospettare che il Papa viva in stato di peccato e che perciò tutte le sue Messe, VALIDISSIME, per lui siano sacrileghe.

      • Paolo ha detto:

        “Se per definire una dottrina come eretica occorre che sia CHIARA e ripetuta in modo OSTINATO, il Concilio Vaticano II non solo non ha nulla di eretico, ma ribadisce con chiarezza, prima nelle premesse, poi nei documenti finali (che sono quelli che contano), la dottrina tradizionale”.

        Astore, per definire l’eretico è che ocorre che la eresia sia MANIFESTA e lui sia OSTINATO. Qualcuno può dire un’eresia senza essere eretico. Se tratta dei concetti di eresia materiale e formale. Per definire se una dottrina sia eretica non c’e nessuno bisogno di che sia CHIARA e OSTINATA. Allora che il Concilio Vaticano II sia oscuro sia nelle premesse che nei documenti finale è un fatto tanto chiaro che ci sono grande difficoltà nelle loro interpretazione.

        • Astore da Cerquapalmata ha detto:

          PAOLO: giusta la tua correzione:
          “per definire l’eretico è che occorre che la eresia sia MANIFESTA e lui sia OSTINATO. Qualcuno può dire un’eresia senza essere eretico. Se tratta dei concetti di eresia materiale e formale. Per definire se una dottrina sia eretica non c’e nessuno bisogno di che sia CHIARA e OSTINATA”
          Ne prendo atto.
          E’ ridicolo infatti trattare il documento finale di un Concilio come fosse una persona che parla a braccio.
          Però non vedo nel Vaticano II eresie manifeste

          • Paolo ha detto:

            Astore, che cosa me dice delle parole dell’allora cardinale Ratzinger nel libro “Principles of Catholic Theology, p. 391” che dopo parlare di uno “continuo processo di decadenza, avvenuto fondamentalmente sulla base
            delle richieste del Concilio, e che quindi ha screditato il Concilio agli occhi di molte persone” afferma:

            “Questo vuol dire che il Concilio in se debba essere revocato? Certamente no. Vuole solo dire che la vera accettazione del Concilio non è in realtà mai veramente cominciata. Ciò che ha rovinato la Chiesa dopo il Concilio non è stato il Concilio stesso, ma il rifiuto di accettarlo… l’obiettivo quindi non è quello di sopprimere il Concilio, bensì di scoprire il vero concilio e di approfondirne le sue vere intenzioni alla luce dell’esperienza corrente””.

          • Astore da Cerquapalmata ha detto:

            Conordo con Papa Benedetto

          • Paolo ha detto:

            Astore, nessuno può rifiutare o accettare qualcosa che deve essere ancora scoperto. Tutti i Concili Ecumenici sono ispirati dallo Spirito Santo. Nel caso del Vaticano II, sapremo che cosa lo Spirito Santo intendeva insegnare, dopo la scoperta del vero Concilio. In quanto non se scopri il vero Concilio quello che abbiamo non è il falso Concílio?

  • Gederson Falcometa ha detto:

    D. Alfredo Morselli è un buon prete ma l’opinione che “…il modernismo ricrebbe a tal punto che Pio XII, Garrigou Lagrange, Cordovani non riuscirono a scalfire la Nouvelle Théologie che occupava tutte le cattedre” e “il tumore diffondeva metastasi ovunque e l’ultimo Paolo VI, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI non poterono che somministrare palliativi”” è insostenibile. Pio XII, con la Lettera Enciclica Humano Generis, aveva bloccato la Nouvelle Théologie. Questo è avvenuto in tale modo che il Professore Juan J. Tamayo, ha scritto:

    “Nella enciclica Humani Generis (1950), comparabile per la sua intolleranza ed anti modernismo al Syllabus, Pio XII condanna severamente i teologi che intentavano svilupare la riflessione cristiana in dialogo con la modernità. Condanna l’evoluzionismo, i movimenti storici-critici, il ritorno alle fonti del cristianesimo, etc. Qualch’uni di loro sono stati espulsi delle loro catedre ed incluso esiliati etc.(Chenu, Congar, de Lubac…). Or bene, gli stessi teologi, condannati da Pio XII ed l’Humani Generis, sono stati chiamati 10 anni dopo per Giovanni XXIII, per che liderassero e fondamentassero la riforma della Chiesa del punto di vista teologico. Il ConcilioVaticano II è stato un Concílio piutosto di teologi che di Vescovi, ancora che abbia avuto un componente pastorale importantissimo. Una parte dei documenti e dei contenutti di questi documenti del Vaticano II sono stati presi ed estrati delle opere di teologi come Rahner, Haering. González Ruiz, Congar, Chenu,etc. E tuttavia, gli stessi teologi chiamati da Giovanni XXIII come periti del Concilio, sono caduti sotto sospetto nel pontificato di Giovanni Paolo II e sono stati condannati una altra volta, sin che, fino ad oggi, sia stata fatta la loro riabilitazione. Il caso più emblematico è stato quello di Hans Kung, teologo di Giovanni XXIII, e quasi venti anni dopo, espulso della catedra di teologia di Tubinga. Una Università civile! Quarant’ anni dopo del Vaticano II (il quadragesimo anniversario si celebra al primo d’ottobre del 2002) diventa necessaria una nuova Riforma che riprenda lo spirito del Vaticano II e che vada ancora più in là, nel intento di rispondere ai nuovi problemi” (Juan J. Tamayo, Las grandes líneas de la reforma de la Iglesia. http://perso.wanadoo.es/laicos/2002/854T-JuanjoTamayo.htm ).

    Se vede chiaramente che è stato Giovanni XXIII ha promuovere al Concilio la Nouvelle Théologie e Paolo VI ha continuato il Concilio sapendo che tra i periti avevano dei membri moderati ed estremisti della Nouvelle Théologie. Giovanni Paolo II durante il suo pontificato ha creato cardinali la molti dei teologi condannati della Nouvelle Théologie, como De Lubac, Yves Congar, Danielou e Von Balthasar. Benedetto XVI era stato tra i teologi della Nouvelle Théologie nel Concílio e nella rivista Communio. Quindi, come Papi che hanno promosso teologi della Nouvelle Théologie, possono avere somministrato dei paliativi se sono stati loro a rifiutare il pontificato di Papa Pio XII?

    Chi ha peccato maggiore: il Papa che ha permesso la partecipazione dei neomodernisti condannati al Concilio o la mafia de S. Gallo che ha eletro Bergoglio?

    Il Concílio Vaticano II è il primo nella storia dove eretici hanno partecipato positivamente facendo la loro teologia trionfare per mezzo di uno Concilio Ecumenico. La Nouvelle Théologie era chiamata daí loro membri di Teologia delle fonti, è una Teologia che rifiuta il magistero come regola prossima della fede mettendo nel suo posto e regole remote. Così non è straneo che l’autorità conciliare invita l’intera Chiesa ad interpretare il Concilio alla luce della tradizione: un Concilio essendo un atto del Magistero doveva essere a regola prossima della fede ma deve essere interpretato dalla regola remota…

    Per approfondire:

    Nouvelle Théologie: il ribaltamento
    https://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=554

    LA “HUMANI GENERIS” DI PIO XII: IL TERZO SILLABO
    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1118_Nitoglia_Humani_generis.html

  • Tonino T. ha detto:

    [IT] 🇮🇹
    14 luglio 2020
    ▶️ VIGANÒ, MORSELLI: DIALOGO SU CHIESA-AZIENDA. IN FALLIMENTO.
    https://www.facebook.com/groups/1240854762763713/permalink/1553239884858531/

  • Iginio ha detto:

    Però non è così semplice, negli anni Sessanta persino tra i cattocomunisti c’era qualcuno animato da sincera spiritualità. Non erano tutti semplicemente rinnegati o traditori. Il problema è che erano condizionati da una mentalità immanentista, per cui il Regno di Dio significava “cambiare il mondo” con la politica e le ideologie della società di massa. In quel periodo andavano di moda le ideologie socialcomuniste – col comunismo che disprezzava la socialdemocrazia – così come decenni priva andavano di moda il fascismo e i suoi simili (non mi riferisco al nazismo, che ebbe tutt’altra origine anche se ignorantemente è chiamato “fascismo” Oltralpe). Tra un prete o un vescovo che diceva: “Uniamoci al fianco del regime che garantirà prosperità e pace alla patria” e uno che dice: “Lottiamo insieme al movimento del popolo per garantire giustizia e pace” non c’è poi tutta quella gran differenza. Non a caso il famoso brasiliano “vescovo rosso” Camara in gioventù era stato seguace del movimento parafascista locale,
    Ci fu poi l’intermezzo democristiano, quando si credette che la democrazia cristiana fosse una terza via in grado di unire il cattolicesimo con la nuova democrazia di massa che dopo il 1945 era ormai inevitabile. Ma anche lì alla fine si arrivò alla secolarizzazione e al carrierismo clientelare.
    Quindi uno dei grossi problemi fu la confusione tra fede e politica. Altro che politica “suprema forma della carità”! Quando sento ripetere questa frasetta – impropriamente attribuita a Paolo VI, cui sembrerebbe adatta, ma in realtà risalente agli anni Trenta – mi viene l’orticaria.
    Certo da questa mentalità ideologizzata non si esce grazie all’ideologia uguale e contraria del plinianesimo. O alle principesse lefebvriane.

  • Iginio ha detto:

    https://www.aldomariavalli.it/2020/07/14/don-morselli-non-e-il-concilio-la-causa-di-tutti-i-mali/

    […] 8) Il fatto che il Concilio sia stato chiamato “pastorale” non implica che non si debba l’assenso alle singole affermazioni, di qualità ampiamente diversificata, ciascuna interpretata e assentita in diverso grado, secondo le oggettive regole dell’ermeneutica del magistero.

    9) L’opposizione a parte del testo conciliare può essere fatta solo rimanendo nel solco della teologia cattolica propria del trattato De fide:

    9.1) La fede comprende il “credere Deo”, cioè ha per oggetto una verità proposta e accttata, e non scelta.

    9.2) Il Magistero rimane la norma prossima della fede, e l’adesione a esso il “primum”, in ordine di esecuzione, dell’atto di fede.

    9.3) Al pari della Sacra Scrittura, il Magistero non è soggetto a “privata interpretazione”, ma solo il Magistero può interpretare se stesso in modo autentico e autoritativo.
    […]

  • Catholicus ha detto:

    Ottimo questo articolo di Michele Vallaro, che merita tutta la nostra attenzione e meditazione, trattandosi del 5° e ultimo dogma mariano di cui la Madonna in persona (presentatasi come Signora di tutti i Popoli) chiese la proclamazione, tramite le apparizioni e locuzioni a Ida Peeerdman, ad Amsterdam, a cavallo degli anni ’50-’60 del secolo scorso.
    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3643_Vallaro_Corredentrice.html
    Solo una piccola chiosa: per qualche recondito motivo, gli ultimi due paragrafi sono stati ripresi dalla chiusura del precedente articolo apparso su Una Vox, a firma del professor Luciano Pranzetti, cioè
    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3642_L-P_Sorella_morte.html
    Quand’anche ciò fosse da attribuirsi ad un refuso tipografico, vi è solo motivo di rallegrarsene, poiché ci consente di fruire di un altro imperdibile saggio di difesa della vera dottrina cattolica da parte di un esponente di quella che amo definire Resistenza Cattolica Antimodernista.

  • Boanerghes ha detto:

    Ora il malato è all’hospice, appeso al duplice filo del “non praevalebunt” e delle promesse di Fatima.

    E anche alla gran quantità di Sangue della terza parte del segreto.

    In Corde Matris

    Sac. Alfredo M. Morselli

    E qui, a mio avviso, sta il succo di tutta la questione. La Chiesa passerà attraverso la grande tribolazione. È inevitabile.
    Non capisco perché tanti prelati e Vescovi si mettano contro Dio. È infatti una battaglia persa.
    Significa solo una cosa: mancanza di fede.

  • alessio ha detto:

    Ci sono troppe analogie in questa Chiesa
    con la religione etrusca e romana ;
    le pachamama , le statue di belfagor ,
    gli scavi della Basilica di Santa Maria
    del Fiore , non indicano forse un
    desiderio di buttarci in bocca del
    diavolo come ammonisce
    l’affresco del Vasari nella
    cupola del Duomo di Firenze ?
    Saluti a tutti.

  • Nicola Buono ha detto:

    O.T. fuori tema ma molto importante. La libertà di scrivere ed informare è sempre di più attaccata, minacciata, ristretta. Fino a quando esisteranno voci libere come Stilum Curiae ?

    https://www.ilgiornale.it/news/cronache/giornalisti-ecco-nuovo-protocollo-pro-immigrazione-1877243.html

  • Adriana ha detto:

    Io noto soltanto che in mezzo a tanti che si servono del neo -linguaggio politicamente corretto ( taluni anche senza rendersene conto ) , Mons. Viganò si distingue perchè non lo usa .
    Pare proprio che rifiuti di farsi lessare ( e nemmeno scottare ) assieme al coro delle rane bollite .

  • Rafael Brotero ha detto:

    A Mgr. Viganò, un dubium. Premesso MT 5,37, è Bergoglio Papa legittimo, il Santo Padre, il Successore di Pietro, il Vicario di Cristo sulla terra, su cui si fonda la Chiesa e a cui dobbiamo obbedienza?

  • Marco Matteucci ha detto:

    “Figlio mio, oggi stiamo benedicendo le vostre famiglie e vi stiamo concedendo grandi Grazie, Benedizioni e Doni Celesti che voi non potete nemmeno immaginare, perché l’Amore di Dio adesso si fa tenacemente presente nelle vostre vite, perché vuole vedervi felici, liberi da ogni male, per poter vivere nella Sua Pace e nel Suo Divino Amore…”

    Se vuoi leggere tutto:
    https://reginadelcielo.wordpress.com/2020/07/14/confidate-nellagire-di-dio-nella-vostra-vita-per-glorificare-il-suo-santo-nome-nei-secoli-dei-secoli/

  • Serena ha detto:

    Tristemente bello questo scambio di opinioni tra Don Morselli e Mons. Viganò, le cui opinioni sono assolutamente entrambe condivisibili perché tutto sommato si completano a vicenda.
    Mi permetto una modesta osservazione. Mons. Viganò dice: “Probabilmente Bergoglio confida che, in questo nuovo assetto, gli sarà riconosciuto un qualche ruolo dirigenziale, non fosse che come riconoscimento per l’opera compiuta.” Ebbene, dubito molto che l’aspettativa di Bergoglio, data l’età che ha, riguardi la sua posizione personale nell’azienda. Penso piuttosto che miri più in alto: a guadagnarsi un ruolo eminente nella storia, venendo riconosciuto quale uno dei padri fondatori del Nuovo Ordine Mondiale, ossia dell’impero dell’Anticristo.

  • Alessandro ds ha detto:

    Mons. Viganò, se ti decidi a fare veramente qualcosa di concreto, la smetto di insultarti 😁
    Ma devi farlo davvero, finché non lo fai per me resti un ambiguo doppiogiochista, se fai veramente qualcosa mi pentirò e smetterò 😁

    • Paoletta ha detto:

      ambiguo doppiogiochista? A me sembra che abbia deciso da che parte stare.

      • Roberto ha detto:

        In realtà sta neutralizzando l’antibergoglismo convogliandolo verso il radicale antivaticansecondismo. Il modo migliore per spezzare le fragili alleanze che si erano costituite in funzione di Bergoglio e richiudere i protestatari nel ghetto del tradizionalismo più ignorante.
        Ovviamente tutti sanno che solo un miscredente può parlare di “liquidazione” della Chiesa e di un Concilio eretico. Ebbene, con Viganò la protesta, che sarà sempre più di nicchia, ha ormai il marchio della miscredenza.
        Bergoglio infatti lo lascia fare da due anni. Deve aver letto Sun Tsu!

        • : ha detto:

          In realtà l’ignoranza, o in alternativa il dolo, è manifestata in chi estrapola alcune parole da un testo per dimostrare cose che nel testo non sono state espresse; ancor più se vengono attribuite espressioni mai dette nel testo in esame (“Concilio eretico”).

          Per quanto riguarda la “liquidazione della Chiesa” nel testo non è scritto che la Chiesa può essere liquidata; anzi vien detto che «trasformare la Chiesa in quello che non è e che mai potrà essere si configura come un peccato gravissimo e un crimine inaudito»: da sottolineare «che non è e che mai potrà essere». Quindi niente liquidazione della Chiesa. Semmai vi è scritto della volontà di un «”liquidatore argentino”, pronto a consegnare la “Chiesa della Misericordia Spa” nelle mani del Nuovo Ordine Mondiale». Ovviamente per chi sa leggere e non è ignorante (o doloso) la “Chiesa della Misericordia Spa” non è la Chiesa di Cristo.

          Per quanto concerne il “Concilio eretico”, qui non c’è dubbio: si tratta di dolo; perché in nessuna parte del testo c’è questa espressione.

          • Roberto ha detto:

            È evidente che se esiste un liquidatore è perché la chiesa può essere liquidata. E se dici che i documenti del concilio sono da dimenticare perché inficiati dal modernismo, stai dicendo che quei documenti e quindi il concilio sono eretici. Certo è furbo non dire chiaramente le cose, ma ci vuole poco a capire il senso di quel che ha detto.

        • : ha detto:

          a ROBERTO,

          nessuna furbizia: legga bene: il liquidatore vorrebbe liquidare la «Chiesa della Misericordia Spa», che non è la Chiesa di Cristo. La quale Chiesa non può essere trasformata «in quello che non è e che mai potrà essere». Insomma, afferma l’autore del testo, nonostante l’intenzione del “liquidatore” la Chiesa non può essere distrutta.
          Dove vede la furbizia? Più chiaro di così!…

          • Roberto ha detto:

            La Chiesa è una ed ha a capo il Papa. Quindi se uno immagina una chiesa vera senza papa e una chiesa fasulla col papa liquidatore, è ancora più evidente la miscredenza.

          • Fontana ha detto:

            a Roberto,
            nessuno immagina niente. Se Lei non riesce a capire non so cosa farci. Probabilmente dipende dal fatto che non sa , o non ricorda, che la Chiesa è una realtà teandrica: l’uomo può corromperne la natura umana («chiesa della misericordia SpA»); nulla potrà fare per scalfire quella divina.

    • Michele ha detto:

      Sig. Seminarista terrorizzato dalla paura del contagio (cuor di coniglio che, essendo seminarista, a quanto afferma, non doveva correre chissà quali rischi durante il nefasto periodo di proibizione delle messe…non celebrava, non amministrava Sacramenti): lei, per caso, ha giocato da piccolo con mons. Viganò per potersi permettere di dargli del tu, oltre che insultarlo e spiegargli come svolgere il suo Ministero?

      Vista la pusillaminita`da lei dimostrata durante il blocco della vita sociale ed ecclesiale dell’Italia, la smetta di fare il villano e porti il dovuto rispetto ad un galantuomo -Ministro di Dio quale lei non è ancora-, che, al contrario suo -anonimo che non ha niente da perdere-, ha il coraggio di esporsi di persona ed argomentare educatamente (magari non in maniera infallibile come può fare lei che studia addirittura 1-2 ore al giorno…che “studio matto e disperatissimo”! Nelle altre ore cosa fa? Colora le figure, gioca con i videogiochi, gioca a nascondino in seminario?).

      È sicuro di aver la fondamentale virtù cristiana dell’umiltà per poter diventare Ministro di Dio?
      Di ministri vanesi e mondani che idolatrano se stessi ne abbiamo sin troppi.