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Sodoma e Gomorra. SODOMA E GOMORRA di Robert Aldrich e Sergio Leone – USA/I – 1962 – 154’ Con Stewart Granger, Anouk Aimée, Annamaria Pierangeli, Stanley Baker In marcia verso le valli del fiume …Altro
Sodoma e Gomorra.

SODOMA E GOMORRA di Robert Aldrich e Sergio Leone – USA/I – 1962 – 154’ Con Stewart Granger, Anouk Aimée, Annamaria Pierangeli, Stanley Baker In marcia verso le valli del fiume Giordano, gli ebrei guidati da Lot (Granger) sono costretti a chiedere momentanea ospitalità a Berah (Aimée), regina della città di Sodoma. Berah acconsente alla richiesta di Lot ritenendo lui e la sua gente un decisivo deterrente e valido aiuto nel contrastare le feroci popolazioni nomadi del deserto, che da tempo hanno messo i loro occhi sulla città e su quella vicina di Gomorra. Per rafforzare la collaborazione, a Lot la regina di Sodoma dona in sposa Ildith (Pierangeli), la più bella schiava di corte. Berah però non ha fatto i conti con il suo infido fratello Astaroth (Baker), che trama per assumere il potere della città con la complicità dei nomadi. Quando quest’ultimi attaccano Lot, lui riesce a sconfiggerli, ma per farlo è costretto a distruggere una diga. Subito dopo la battaglia, Lot scopre che Astaroth ha violentato le sue figlie e per questo lo uccide. Fatto rinchiudere in prigione da Berah, durante la detenzione a Lot compaiono due Angeli che lo invitano a portare in salvo il suo popolo, vista l’imminente distruzione di Sodoma e Gomorra. Liberato da Berah, Lot avverte del pericolo la regina, ma quest’ultima non gli crede. A Lot non resta che fuggire insieme a Ildith e alla sua gente, lasciando Berah e la città di Sodoma al loro destino. Ma non è soltanto Berah a commettere l’errore di non credere a Lot, anche Ildith fa lo stesso sbaglio. Celebri furono le dispute, ai limiti della rissa, durante il montaggio del film, fra Aldrich da una parte e Goffredo Lombardo, il produttore, e Leone dall’altra: prova ne è che, per l’edizione italiana, il nome di Leone compare accanto a quello del suo collega yankee, anche se il regista romano girò soltanto le scene di battaglia. Benché autore di veri capolavori come “Vera Cruz”, “Un bacio e una pistola”, “Il grande coltello”, quest’ultimo Leone d’Argento a Venezia 1955, Aldrich era arrivato in Italia spinto più dai debiti, con una moglie e 4 figli da mantenere, che da un vero desiderio di vedere il suo nome inserito in quella “Hollywood sul Tevere”, tanto di moda in quel periodo. Comunque Aldrich si era preparato a dovere: mise da parte il proprio ateismo per lasciare spazio allo studio delle Sacre Scritture, riservandosi poche variazioni rispetto al celebre testo. Ad esempio il discorso che Lot fa agli Angeli, nella Bibbia è Abramo a farlo; l’opposizione del popolo ebraico alla schiavitù, nella realtà questa era invece avallata e praticata. Ma la cosa più curiosa è la scoperta che Aldrich fece studiando saggi di geofisica, in cui venivano riportate alcune conclusioni sulla scomparsa di Sodoma e Gomorra. Secondo alcuni studiosi, le due città erano situate presumibilmente sulla parte meridionale del Mar Morto, dove fu riscontrato un alto indice di radioattività. Per la scena della loro distruzione, ad Aldrich venne così l’idea di ricreare una sorta di fungo atomico, esplicito riferimento alla paura che attraversava in quel momento il mondo (il 1962 è l’anno della crisi dei missili di Cuba), diviso in due dalla guerra fredda. Cast formato dalle star dell’epoca, straniere e italiane: fra quest’ultime vanno segnalate almeno Scilla Gabel nella parte di Tamar; Rossana Podestà, regina dei nostri peplum, è Shuah; Claudia Mori invece è Maleb. C’è anche spazio per Alice ed Ellen Kessler nella parte, manco a dirlo, di due danzatrici. Ma non aspettatevi il “Dadaumpa”. Scheda a cura di Umberto Berlenghini