Don Attilio
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SABATO 11 FEBBRAIO TUTTI A SAN REMO A TESTIMONIARE CRISTO

Festival di San Remo - promotore dell'utero in affitto

(commercio di bambini)


Sabato 11 febbraio alle 15.00 veglia per dire no alla compravendita di bambini

A Sanremo contro il festival dell’utero in affitto


Chiamereste in casa vostra un trafficante di esseri umani? Fareste accomodare sul divano una persona che ha stipulato un contratto per comprare un bambino? Sareste disposti a pagare per farvi un caffè con un uomo che ha commesso un reato e non solo non è pentito, ma si prepara a rifarlo?

Attenzione, se la risposta è no, perché questo è quello che vedremo al Festival di Sanremo.

Il solco della propaganda dei festival condotti da Carlo Conti è tracciato. Nel 2015 ospite della seconda serata è Conchita Wurst, all'anagrafe Thomas Neuwirth, uomo vestito da donna che si definisce trans e che solo per questo - senza alcun merito artistico - è stato chiamato. Sempre lo stesso anno Conti ha dato spazio a due uomini che in diretta, sul primo canale del servizio pubblico, hanno raccontato “il loro amore” e al duo comico Luca e Paolo che hanno “celebrato” un matrimonio al grido di “Essere gay è ok”.

L’anno successivo, sul palco dell’Ariston, abbiamo visto cantare gran parte dei cantanti con un nastrino arcobaleno, simbolo dei cosiddetti diritti gay (termine che non ha riscontri nella realtà e che ci rifiutiamo di usare poiché svilisce le persone), gesto che ci hanno presentato come spontaneo quando chiunque sa che in una delle produzioni televisive italiane più costose dell’anno anche il più piccolo dettaglio viene sapientemente studiato. Non solo. Sempre nel 2016 tra i big c’erano Elton John e Nicole Kidman, entrambi scritturati a suon di migliaia di euro dei contribuenti unicamente perché hanno deciso di commissionare, produrre e comprare dei bambini tramite l’abominevole pratica dell’utero in affitto che schiavizza le donne e rende i bambini merce. Fatti per cui andrebbero perseguiti dalla legge italiana che considera questa pratica illegale.

Quest’anno sta per accadere la stessa cosa. Carlo Conti ha invitato Ricky Martin, cantante portoricano che 8 anni fa si è procurato due bambini con la medesima pratica e ha annunciato che presto lo rifarà perché “vuole altri bambini” con l’uomo che ha intenzione di “sposare” nel 2017. Ma c’è un altro big che vedremo al festival di Sanremo quest’anno e che ha annunciato che ricorrerà alla stessa pratica illegale: Tiziano Ferro. Il cantante ha dichiarato di voler un figlio, anche da solo, e di aver già avuto diversi incontri in California per capire gli aspetti burocratici del contratto.

Rai Uno tra meno di una settimana pagherà profumatamente con i nostri soldi almeno due uomini che hanno annunciato che presto schiavizzeranno una donna per farle produrre un bambino, compreranno il prodotto finito strappandolo a colei che l'ha portato in grembo 9 mesi e se lo porteranno in Italia chiamandolo figlio. È accettabile tutto questo?

Al direttore artistico del Festival, a Carlo Conti e a Maria De Filippi, al direttore di Rai Uno e alle autorità italiane noi vogliamo ribadire che la pratica dell’utero in affitto nel nostro paese è illegale e quindi andrebbe punita, non celebrata e meno che meno pagata con i soldi dei contribuenti.

Le donne non sono dei grembi da schiavizzare e i bambini non sono merce. Per questo scendiamo in piazza a pochi metri dal Teatro Ariston e col nostro silenzio diremo che le Sentinelle in Piedi non sono disposte ad accettare che un reato venga nuovamente celebrato come un progresso in diretta televisiva.

Un giorno questi bambini ci chiederanno dove eravamo mentre loro, piccini, venivano strappati alla mamma e trattati come un oggetto. Quindi chiediamo agli italiani: sarete pronti a rispondere a questa domanda?

Se non volete essere complici, scendete in piazza con noi:


SABATO 11 FEBBRAIO 2017

alle ore 15.00 in corso Imperatrice

a SANREMO


Con la nostra presenza ferma e silenziosa ribadiremo quello che il pensiero unico non vuole sentire, ossia che esiste un bene e un male e al male non c’è altra reazione possibile di quella di alzarsi in piedi e dissentire.

PASSAPAROLA

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