Fatima
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FATIMA: i beati pastorelli nel pensiero di mons. Pereira loro conterraneo. LSE 15-02-2012.- Con l'approssimarsi della festa dei Santi Pastorelli di Fatima, il prossimo 20 febbraio, riproponiamo ai …Altro
FATIMA: i beati pastorelli nel pensiero di mons. Pereira loro conterraneo.

LSE 15-02-2012.- Con l'approssimarsi della festa dei Santi Pastorelli di Fatima, il prossimo 20 febbraio, riproponiamo ai nostri lettori il pensiero del compianto Mons. Pereira nell'intervista pubblicata su Spunti – giugno 2000

Intrevista a S.E. Mons. Custódio Alvim Pereira

In occasione della beatificazione dei piccoli veggenti di Fatima Giacinta e Francesco, ci è sembrato opportuno sentire il parere di un loro conterraneo portoghese, S.E. Mons. Custódio Alvim Pereira, Arcivescovo Emerito di Lourenço Marques-Maputo, capitale del Mozambico, Canonico della Basilica di San Pietro, residente a Roma da molti anni e da tanto tempo nostro ardente patrocinatore nella diffusione del Messaggio di Fatima, sia in Italia che all’Est.

Spunti: —Eccellenza, Giacinta e Francesco diventeranno i più giovani beati non martiri finora elevati sugli altari, ciò che sembra aprire un precedente nella storia della Chiesa. L’infanzia si associa normalmente all’innocenza, la quale purtroppo trova oggi un contesto sociale sempre più avverso, basti pensare ai danni cagionati dalla televisione e dalla pornografia. Si direbbe che oggi è difficile che emergano un nuovo Francesco e una nuova Giacinta. Che ne pensa?
S.E. Mons. Alvim Pereira – Voglio innanzitutto fare un’osservazione. A queste domande si potrebbero dare risposte diverse, in base al modo in cui ognuno guarda al mondo, alla Chiesa e ai due bambini in questione. Dirò come la vedo io.

Come lei ben dice, è vero che Giacinta e Francesco sono i beati non martiri più giovani mai elevati sugli altari, il che è nuovo nella storia bimillenaria della Chiesa. Se è un precedente ed altri casi verranno dopo, non lo possiamo sapere. Osservando i fatti, comunque, vediamo che unicamente l’azione di Dio, trattandosi di innocenti bambini, può fargli comprendere ciò che gli adulti imparano in anni di formazione.

Televisione, radio, mezzi di comunicazione in genere, sono il grande problema del nostro tempo per l’influenza che esercitano sull’età infantile. Gli adulti possono imparare a difendersi; i bambini invece no. E qui c’è la responsabilità dei genitori in un momento di grande sconvolgimento del mondo, con l’aggravante che i nemici di Dio e della Chiesa cercano di derubare i genitori di questa responsabilità, lasciandola allo Stato. Ma non è impossibile che emergano nuovi Francesco e Giacinta, perché Dio può intervenire sempre, quando e come vuole.

Ciò che le autorità dovrebbero fare è controllare i mezzi di comunicazione, specialmente la televisione in modo, per esempio, da ridurre le ore di trasmissione affinché si trovi lo spazio per argomenti costruttivi. Infatti, con la mania di trasmettere tutto il giorno e parte della notte, diventa impossibile trovare cose buone e utili per riempire ore ed ore. Onde l’infinità di schiocchezze e, peggio ancora, di cose condannabili.

Spunti: – Nel caso di Giacinta e Francesca, la Santa Sede ha approvato un solo miracolo per due cause di beatificazione. Si tratta di un procedimento normale o c’è stata una dispensa speciale del Papa?
Mons. Alvim Pereira – Dispensa speciale non credo ci sia stata o fosse necessaria; la risposta sicura però la può dare la Congregazione per la Causa dei Santi.

Spunti: — Cosa si potrebbe fare, oltre a pregare, per una prossima canonizzazione dei due veggenti?
Mons. Alvim Pereira – Diffondere la storia della loro breve esistenza in modo che molti la leggano e così ricorrano ai veggenti. Allora potranno apparire i miracoli per la loro canonizzazione. Sarà il sigillo definitivo della Chiesa. Certo, io non ci sarò in questo mondo, spero di essere con loro in Cielo. Lì non sarà possibile aumentare la gioia, ma questi ed altri avvenimenti devono essere vissuti nel mistero della visione beatifica.

Spunti: — Dei tre veggenti di Fatima, secondo quanto è stato reso noto, Giacinta sembra quella più privilegiata da grazie mistiche e dal dono di profezia. Vostra Eccellenza è di questa opinione?
Mons. Alvim Pereira – Certamente lo sono dopo aver letto la vita scritta da Padre Fernando Leite. E’ così specialmente durante la malattia e nella morte. Questa fanciulla viveva come se vedesse continuamente la Madonna e da Ella avesse saputo che doveva ricoverarsi in ospedale al fine di soffrire per i peccatori, non per guarire.

In questo vivere come se la vedesse è implicito, infatti, che la Madonna le sia apparsa diverse volte. Giacinta stessa lo confessa a Lucia. Interessante è notare come si lamentava dell’abbandono nell’ospedale. Solo la Signora la visitava… A me suscita profonda impressione e credo sia stata l’ultima grazia, perché nessuno assistete alla sua morte. Doveva esserci soltanto la Madonna.
In questo senso è commovente il congedo da Lucia quando, abbracciandola e piangendo, le disse: «non rivedrò né te né i miei genitori”.

Evidente che tutte queste grazie mistiche o profetiche erano opera diretta di Dio, come del resto si può dire di Francesco.

Spunti: — La letteratura su Fatima ha messo ultimamente in rilievo la figura di Francesco, che era imbevuto profondamente del significato più alto del messaggio della Madonna: l’allontanamento dell’umanità da Dio per causa del peccato e la necessità di offrire riparazione e consolare Dio Nostro Signore. Con la beatificazione di Francesco e Giacinta, la Chiesa vuole rinnovare agli uomini l’appello di Fatima alla conversione?
Mons. Alvim Pereira – É vero. Ultimamente il nostro silenzioso Francesco é osservato con molta attenzione, per via dei suoi dubbi, delle sue domande e risposte, così semplicemente presentate da Padre Leite, lo stesso autore che ha scritto su Giacinta. Di questi fanciulli in realtà non si può scrivere una vita, non solo perché umanamente non fecero niente di particolare, ma perché i loro rapporti con Dio dopo le apparizioni vanno oltre la nostra osservazione.

Quindi, basta soltanto riferire e meditare le loro parole, come fa Padre Leite.

Per rispondere a questa intervista sono tornato a leggere Francesco di Padre Fernando Leite. Come sarebbe diverso il mondo se questo libricino fosse in mano a tutti i bambini! Col nostro Francesco Dio ha fatto direttamente il suo direttore spirituale, elevandolo a vivere ciò che forse intellettualmente non comprendeva bene.

Si ha l’impressione che così come Giacinta vedeva Nostra Signora, Francesco vedeva Dio; soffriva nel vederlo offeso dagli uomini e voleva andare in Paradiso per consolarlo. Faccio notare questo particolare: Giacinta morì sola, soltanto con la Signora. Francesco, a casa dei suoi genitori, vide una grande luce accanto alla finestra. Sorrise e morì…entrava nella visione beatifica. Nella vigilia Giacinta e Lucia avevano passato la giornata con lui, come per congedarsi. Nella vita e nella morte dovevano essere insieme, e la separazione era dolorosa.

La sorella sarebbe andata ben presto al suo incontro, ma Lucia rimaneva ancora da questa parte. Perciò la sera della vigilia egli diceva a Lucia: “Di sicuro in Cielo avrò molta nostalgia di te”. E lei rispose: “Addio Francesco, se vai in Paradiso questa notte, non dimenticarmi”. E Francesco ancora: “Non ti dimentico no, puoi stare tranquilla”. E il naturale sentimento lo costrinse ad afferrare la mano destra di Lucia; entrambi piansero con la forza straordinaria di un congedo fino al Cielo. Momento e ambiente sublimati dalla Fede. E come questi, tanti altri nella vita del ragazzino.

Vedeva, persino senza sentire né comprendere. Quando, ad esempio, in una delle apparizioni dell’Angelo ricevette da bere il calice col Sangue del Signore, non capì perché a Lucia lo veniva data l’Ostia e a lui e a Giacinta ciò che il calice conteneva. Chiese allora a Lucia: “L’Angelo a te ha dato la Sacra Comunione, ma a me e Giacinta che cosa ci ha dato?” Avuta la spiegazione, egli commentò: “Io sentivo che Dio era in me, ma non sapevo in che modo”.

Stupendo! Lì è il segreto di tutta la vita di Francesco. Sentiva che Dio era con lui, ma non sapeva come. Ma neppure gli interessava saperlo. Sentiva e viveva. Basta.

Un altro esempio: quando Lúcia fu portata ad Ourém a causa delle apparizioni, Francesco e Giacinta rimasero a pregare per lei ogni giorno. Quando ella tornò, Francesco disse: «Sei tu? E’ venuta tua sorella a prendere acqua e ci ha detto che ti avevano ammazzato. Già abbiamo pianto e pregato per te”. Solo Dio può donare coraggio e forza nei momenti tragici della vita, senza che questi provochino disorientamento.

Anche loro, Francesco e Giacinta, dopo vennero condotti ad Ourém e minacciati di morte. E anche questa volta il nostro eroe fu all’altezza della situazione. «Se ci uccidono, come vanno dicendo, entro poco saremo in Cielo! Che bene! Non me ne importa nulla!». E quando la sorella fu separata per essere interrogata: «Voglia Dio che Giacinta non abbia paura. Pregherò per lui un’Ave Maria».

Non possono essere passati sotto silenzio lo spirito e l’esercizio di penitenza di Francesco e Giacinta. Ne fu simbolo la rozza corda che portavano legata alla vita e che nascondevano a tutti. In quella vigilia della sua morte, egli consegnò la sua a Lucia: «Prendila e portala via prima che mia madre la veda». Chi ha insegnato a questi fanciulli a soffrire e pregare, senza che gli altri lo sapessero?!

Straordinario il nostro Francesco pure in altre manifestazioni. Subito dopo la prima apparizione, quando sentì che doveva dire molti rosari prima di andare in Cielo: «O mia Nostra Signora, di rosari dirò tutti quanti i rosari che vorrai».

«A me piace tanto Dio. Ma Egli è così triste a causa dei peccati. Mi manca ormai poco per andare a consolarlo. In Cielo consolerò molto Nostro Signore e la Signora”. Nella sua innocenza doveva comprendere che adesso Dio non soffre, ma soffrì quando si fece uomo. Ed era necessario riparare.
Amava pregare solo e si vede che entrava in vera contemplazione. Una volta Lucia e la sorella lo chiamano e gli domandano:: «Allora, non hai sentito»?. «Io, no, non ho sentito niente»!

Grande era il suo piacere nell’accompagnare Gesù Sacramentato - Gesù …