Papa Bergoglio contro la Madonna (3 aprile 2020): non è Corredentrice. E neppure Regina. Solo madre e discepola

L’indirizzo teologico post conciliare è stato segnato, come ben si sa, da quella svolta antropologica di rahaneriana memoria nelle cui spire è finita anche la mariologia dal momento che nessuna branca del sapere teologico è rimasta fuori dal contagio. E così la mariologia si è trasformata in “mariologia feriale”, “mariologia in cammino", una mariologia, insomma, svilita da un indirizzo “umano troppo umano” che riecheggia nientemeno che il pensiero del superuomo nicciano (Umano, troppo umano -1878 - è la prima opera di Nietzsche).

E questo è, purtroppo, l’indirizzo seguito anche da papa Bergoglio. Quanto da lui temerariamente affermato sul conto della Corredentrice Regina del Cielo e della terra lascia seriamente perplessi (e, personalmente, anche addolorato). Con il suo insegnamento eterodosso ed ereticheggiante sta progressivamente svilendo quella gloriosa Cattedra che occupa.

Esagero? Provate ad ascoltare le sue parole a Santa Marta questa mattina e sarete costretti a darmi ragione.

Dopo aver negato il titolo e la prerogativa di Corredentrice alla Gloriosa Semprevergine Maria in data 12 dicembre 2019, ha osato sfregiare anche la sua regalità.

E adesso ci prepariamo a leggere e ascoltare, nelle prossime ore, i soliti uomini di corte normalizzare e giustificare questi ennesimi insulti contro il deposito della Fede Cattolica (e ancora una volta è la Vergine Immacolata a farne le spese) proprio nel giorno in cui la Chiesa, tradizionalmente, commemora(va) la festa dei sette dolori della Madonna. Che tristezza...

Ma per capire il perché della svilente mariologia del Pontefice, palesemente contraria alla tradizione dottrinale di 2000 anni, bisogna rendersi conto che essa altro non è che una "esposizione popolare" della "mariologia" (se così si può ancora definire...) postconciliare che da decenni viene insegnata dalle più importanti cattedre di mariologia, non solo italiane. E' di questa, malauguratamente, che si è nutrito nella sua formazione seminariale papa Bergoglio.

Purtroppo, come dicevo in apertura, gli ultimi 50 anni di storia sono stati segnati, tra le tante rovine, anche da quello che si definisce “minimismo mariologico”: la Madonna, cioè, ridotta ad una donnetta feriale, una come noi, erede come noi di tutte le passioni e miserie da cui è reso schiavo il genere umano.

La dottrina e la pietà mariane ridotte ad un “ectoplasma”, secondo l’efficace espressione del famoso mariologo ed esperto di apparizioni mariane, René Laurentin.

Dopo il Concilio Vaticano II è cominciata quella che è stata definita “epoca glaciale mariana” che ha visto uno sforzo titanico da parte degli esponenti del “nuovo corso della Mariologia” di rimuovere e far sparire, come "relitto da museo", tutto quanto di bello, vero ed onorevole la Tradizione di due millenni della Chiesa aveva saputo attribuire alla Eccelsa Madre di Dio.

Si pensi che, lo stesso Paolo VI, un giorno fu costretto a lamentarsi in proposito e, parlando con manifesta apprensione e amarezza dei “tanti sconvolgimenti spirituali” in atto nel post-Concilio, presentava con accenti di dolore lo “sconvolgimento” della devozione alla Madonna:

Perché, oggi, che cosa è avvenuto? È avvenuto, fra i tanti sconvolgimenti spirituali, anche questo: che la devozione alla Madonna non trova sempre i nostri animi così disposti, così inclini, così contenti alla sua intima e cordiale professione com’era un tempo. Siamo noi così devoti a Maria come lo era fino a ieri il clero e il buon popolo cristiano? Ovvero siamo oggi più tiepidi, più indifferenti? Una mentalità profana, uno spirito critico hanno forse reso meno spontanea, meno convinta la nostra pietà verso la Madonna” (1).

Insomma, amici e fratelli, capite bene che in questo contesto non si salva niente: nessun privilegio di questa Donna sublime è accettato e conservato integro da tali detrattori della Fede. Lei Assunta, Lei Immacolata, Lei Regina??

No, si stracciano le vesti i nuovi maestri a sentirti dire una cosa del genere. Ma se è una di noi, una come noi, ma quale regina e regalità, quale dignità regale e regale potenza? Oggi ti dicono: “Abbiamo scoperto che la mariologia del passato fatta di lodi e privilegi tributati a Maria non va più bene, no”. Oggi, invece, si deve parlare e proporre la “mariologia in cammino”, non la Mariologia di sempre. Capite? Cosa poi vogliano dire con questa categoria priva di senso, forse, non lo sanno neanche loro.

E se papa Bergoglio almeno le conserva il riconoscimento di madre della Chiesa, a differenza dei progressisti mariani più accesi, non risparmia però dure staffilate ai di Lei tradizionali attributi che fanno sobbalzare di santa indignazione i devoti di questa Nobile Signora.

* * *

Ma basta così...

Cosa invece insegnano i Padri della Chiesa, i Dottori, i Papi, i Santi e tutti i corifei della grande fede e dottrina mariana di due millenni di storia della Chiesa sulle due verità mariane negate questa mattina dal Papa?

Sulla corredenzione mariana è stato scritto tanto nei mesi scorsi dai difensori della fede e dell'onore della Santissima e anche io ho ospitato sul canale Tempi di Maria diversi contributi ricchi di richiami alla Tradizione della Chiesa in difesa di questo privilegio mariano. Quindi non mi pare il caso di tornarci su. Rimando agli articoli i cui link trovate alla fine di questo scritto.

Mi tocca in questa occasione difendere, e lo faccio volentieri e in spirito di cavalleria mariana, gloriosa regalità della Vergine Santissima, offesa dalle dichiarazioni di papa Bergoglio.

La Benedetta fra tutte le donne è stata salutata dalla Tradizione della Chiesa come Nuova Eva che affianca il Nuovo Adamo Gesù nell’opera della redenzione, del sollevamento e della rigenerazione del genere umano. Per la sua intatta fedeltà alla sua missione, Ella è stata definitivamente elevata ad una dignità eccelsa e sublime, al di sotto solo di Dio Medesimo, quale Regina del cosmo, dei cieli e della Terra, a cui ogni creatura, per sempre, Le è sottomessa.

Quindi: donna feriale? Donna discepola? Donna "in cammino"? No, Regina! Regina che con la sua bontà e misericordia si offre di continuo al Padre per intercedere per noi poveri peccatori, salvarci dagli artigli di satana ed introdurci nel Regno beato per l’eternità.

Ascoltiamo uno dei più degni successori di Pietro tutti i tempi, la cui voce vorrei far echeggiare ovunque:

«È certo che in senso pieno, proprio e assoluto, soltanto Gesù Cristo, Dio e uomo, è re; tuttavia, anche Maria, sia come madre di Cristo Dio, sia come socia nell'opera del divin Redentore, e nella lotta con i nemici e nel trionfo ottenuto su tutti, ne partecipa la dignità regale, sia pure in maniera limitata e analogica. Infatti da questa unione con Cristo re deriva a lei tale splendida sublimità, da superare l'eccellenza di tutte le cose create: da questa stessa unione con Cristo nasce quella regale potenza, per cui ella può dispensare i tesori del regno del divin redentore; infine dalla stessa unione con Cristo ha origine l'inesauribile efficacia della sua materna intercessione presso il Figlio e presso il Padre” (…).

“I fedeli contemplano in pia meditazione già da molti secoli, il regno di Maria, che abbraccia il cielo e la terra”.

“Il popolo cristiano ha sempre creduto a ragione, anche nei secoli passati, che colei, dalla quale nacque il Figlio dell'Altissimo, che “regnerà eternamente nella casa di Giacobbe” (Lc 1, 32), (sarà) “Principe della pace” (Is 9, 6), “Re dei re e Signore dei signori” (Ap 19, 16), al di sopra di tutte le altre creature di Dio ricevette singolarissimi privilegi di grazia. Considerando poi gli intimi legami che uniscono la madre al figlio, attribuì facilmente alla Madre di Dio una regale preminenza su tutte le cose”» (2)

Le apparizioni mariane, tra le altre cose, mettono in risalto la sublime eccellenza e dignità della Santa Madre di Dio. I titoli con i quali Ella si auto-introduce ai suoi intermediari, raccolti insieme, vanno a costituire un trattato di mariologia nel senso più massimalista che vi possa essere.

Si pensi alle apparizioni della Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola alle Tre Fontane, nel 1947, dove si presentò con delle parole vertiginose: "Io sono Colei che sono nella Trinità divina".

Ma non mi accontento di questa breve (seppur densa) citazione. La regalità della Signora del creato merita maggior e miglior difesa.

Le prime testimonianze dei Padri della Chiesa sulla regalità della Vergine Maria risalgono al IV secolo (si noti l'antichità).

Ricordiamo innanzitutto due frammenti di Sant'Efrem il Siro. Nel primo pone sulle labbra di Maria, che si rivolge a Gesù, il titolo che ella riconosce per sé di “madre del Re”: «Il cielo mi sorregga con il suo braccio, perché io sono più onorata di lui. Il cielo, infatti, fu soltanto tuo trono, non tua madre. Ora quanto è più da onorarsi e da venerarsi la madre del Re del suo trono!» (3). Nel secondo è l’autore stesso che prega la madre di Gesù, chiamandola «Vergine augusta e padrona, Regina, signora» (4).

A qualche decennio successivo risalgono, invece, le invocazioni di Gregorio di Nazianzo: «madre del Re di tutto l’universo», «madre vergine, ha partorito il Re di tutto il mondo» (5).

Contemporaneamente a Maria viene attribuito anche il titolo di “Signora” (domina, in latino).

Le testimonianze si moltiplicano in Oriente e in Occidente nei secoli successivi. In Oriente nel VI secolo il grande innografo Romano il melode († 560) canta l’amorevolezza di Maria Regina verso i poveri: «non è prerogativa solo del comandante il saluto alla Regina, ma anche gli umili possono vederla, parlare con lei» (6).

Flavio Cresconio Corippo († 568), poeta di corte dell’imperatore di Bisanzio Giustino II, scrive una preghiera alla Vergine per l’imperatrice Sofia, nella quale invoca Maria quale «Regina del mondo eccelso, madre santissima del creatore dell’universo» (7).

Ma sono soprattutto i tre grandi autori bizantini dell’VIII secolo, Andrea di Creta († 720), Germano di Costantinopoli († 733) e Giovanni Damasceno († 749) a utilizzare, dopo aver elaborato la dottrina dell’assunzione e della mediazione di Maria, il termine “Regina” per esprimerne la superiorità sulle creature celesti e sugli uomini. Andrea di Creta pone in relazione la regalità della Vergine con la sua assunzione: «[Gesù Cristo] portò [ai cieli] in questo giorno, come Regina del genere umano, dalla dimora terrena la sua Madre sempre vergine, nel cui seno, pur rimanendo Dio, prese l’umana carne» (8).

In Occidente il titolo “Regina” compare a partire dal VI secolo. In un poema in lode di Maria attribuito a Venanzio Fortunato (530-600), l’autore canta: «Sei stata posta sul trono celeste, o felice Regina» (9); un secolo dopo Ildefonso da Toledo († 667), così invoca la madre di Gesù: «O mia signora, o mia dominatrice: tu sei mia signora, o madre del mio Signore [...] Signora tra le ancelle, Regina tra le sorelle» (10); e Ambrogio Autperto, nell’VIII secolo giustifica ancora una volta questo titolo con il riferimento alla maternità divina: «Regina del cielo, perché madre del re degli angeli» (11).

* * *

Potremmo andare avanti a lungo ma a che serve? Abbiamo capito tutti l'antifona, no? Nei secoli successivi non fanno che rafforzarsi la convinzione e l'approfondimento di questo titolo e del relativo contenuto dottrinale, come è giusto e doveroso che sia. La Chiesa sempre ha creduto e professato la regalità della Madonna.

Eppure questa mattina colui che siede sulla cattedra di Pietro è stato udito dire qualcosa di diverso. A che titolo, ci chiediamo? Non dovrebbe essere il custode del deposito? Altrimenti perché occupare quel posto? Eppure, ormai da 7 lunghi anni, egli rema in direzione esattamente contraria a quel sacro tesoro di dottrina che ci è stato offerto a prezzo del Sangue del Salvatore e dei dolori dell Corredentrice. Ecco perché i cattolici veramente tali sono giustamente stanchi di ascoltarlo maltrattare le cose sante della religione e negare più o meno apertamente le verità più auguste della Fede cattolica.

Amici, ricordiamolo: "De Maria numquam satis" (San Bernardo di Chiaravalle): mai si dirà abbastanza di Colei che, Nuova Eva, è stata eletta Socia del Salvatore e ci ha rigenerato alla vita della grazia.

Sia benedetto il nome di Maria Vergine e Madre, la sua materna corredenzione e la sua gloriosa regalità. Così sia.

Note

1) Paolo VI, Omelia, in AAS 62 (1970) 295-301.
2) Pio XII, Ad Coeli Reginam, Lettera Enciclica, 11 Ottobre 1954.
3) Sant'Efrem, Hymni de B. Maria, 19.
4) ID., Oratio ad Ss.mam Dei Matrem.
5) San Gregorio di Nazianzo, Poemata dogmatica 18,58, in Patrologia Graeca 37, 485.
6) Romano il melode, Inno I dell’annunciazione 1, in Sources Chretiennes 110, 20.
7) Flavio Cresconio Corippo, In laudem Iustinii 2,56.
8) Sant'Andrea di Creta, Homilia II in Dormitionem Ss.mae Deiparae, in Patrologia Graeca 97, 1079. Cf. anche ID., Homilia III in Dormitionem Ss.mae Deiparae 1, in Patrologia Graeca 98, 303: «Regina di tutti gli uomini, perché fedele di fatto al significato del suo nome, eccettuato soltanto Dio, si trova al di sopra di tutte le cose»; San Germano di Costantinopoli, In Praesentationem Ss.mae Deiparae 1, in Patrologia Graeca 98, 303: «Siedi, o signora: essendo tu Regina e più eminente di tutti i re ti spetta sedere nel posto più alto»; Ivi 2, in Patrologia Graeca 98, 315: «Signora di tutti coloro che abitano la terra»; San Giovanni Damasceno, Homilia I in Dormitionem B.M.V., in Patrologia Graeca 96, 719: «Regina, padrona, signora»; De fide orthodoxa,1,4,14, in Patrologia Graeca 44, 1158: «signora di tutte le creature».
9) Venanzio Fortunato, In laudem Sanctae Mariae 265, in Patrologia latina 88, 282.
10) Sant'Ildefonso di Toledo De virginitate perpetua B.M.V., in Patrologia latina 96, 58.
11) Sant'Ambrogio Autperto, Omelia nella festa dell’Assunzione 2, in Patrologia latina 39, 2129.

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Infatti, errare humanum est, perseverare diabolicum. Capisco l'ostinazione a considerarlo Papa sino a un certo punto, ma da un certo punto in poi non è più comprensibile tale accanimento: prima i veri Cattolici prenderanno coscienza di quanto questo "equivoco" danneggi la Chiesa e meglio sarà. Chi non accetta il Magistero non è Cattolico, figuriamoci se può essere Papa. Poi non capisco come sia …Altro
Infatti, errare humanum est, perseverare diabolicum. Capisco l'ostinazione a considerarlo Papa sino a un certo punto, ma da un certo punto in poi non è più comprensibile tale accanimento: prima i veri Cattolici prenderanno coscienza di quanto questo "equivoco" danneggi la Chiesa e meglio sarà. Chi non accetta il Magistero non è Cattolico, figuriamoci se può essere Papa. Poi non capisco come sia possibile ignorare quanto rivelato dal Cardinale Danneels...Infine la ragione è un dono di Dio, usiamola per vedere la realtà: le Chiavi sono state date a Pietro perché apra le porte del Regno alle pecore e agli agnelli di Gesù. Questo che chiude la Chiesa per impedire l'ingresso di pecore e agnelli non può essere Pietro.
Massimo M.I.
maria immacolta
Lui non è il papa 😡 😡 😡
sombrero
Sinceramente mi viene da piangere, persino il Papa tratta così nostra Madre. Purtroppo, a meno di una Grazia dal Cielo, non la proclamerà mai Corredentrice del genere umano. Sicuramente questo Papa non lo farà mai. Dio ci perdoni e che la Madre nostra del Cielo, la Corredentrice ci avvolga nel suo Manto.
Niko Sanpatrizio
Cominciamo col dire che tutto quanto sta accadendo è stato profetizzato già da grandi Mistiche quali Maria Valtorta e Luisa Piccarreta. Papa Francesco ha testualmente detto: “Il Redentore è uno solo, questo titolo non si sdoppia, soltanto discepola e madre”. Purtroppo per Francesco, coloro che hanno conosciuto Gesù personalmente e hanno vissuto una vita a parlare e soffrire con Lui, conoscono …Altro
Cominciamo col dire che tutto quanto sta accadendo è stato profetizzato già da grandi Mistiche quali Maria Valtorta e Luisa Piccarreta. Papa Francesco ha testualmente detto: “Il Redentore è uno solo, questo titolo non si sdoppia, soltanto discepola e madre”. Purtroppo per Francesco, coloro che hanno conosciuto Gesù personalmente e hanno vissuto una vita a parlare e soffrire con Lui, conoscono il pensiero di Dio su questo argomento….

Maria Valtorta - QUADERNI DAL 1945 AL 1950 - CAPITOLO 690 - Settembre-ottobre 1950.
Dice Gesù: “Per avere avuto da 20 secoli tutto quanto è necessario perché l'uomo possa possedere il Regno eterno e raggiungere il fine per cui fu creato, non vi sarà una seconda redenzione da parte dell'Uomo-Dio. L'uomo, che per debolezza perda la Grazia, ha i mezzi per riacquistarla e redimersi. Come da sé cade, così da sé può redimersi, usando i doni perpetui che Cristo ha istituiti per tutti gli uomini che vogliano attingervi.
E non verrà per una seconda Evangelizzazione, il Verbo del Padre. Non verrà personalmente. Eppure evangelizzerà. Susciterà nuovi evangelizzatori che evangelizzeranno in suo Nome. Evangelizzeranno in una forma nuova, consona ai tempi, forma nuova che sostanzialmente non cambierà il Vangelo eterno, né la grande Rivelazione, ma li amplierà, completerà e renderà comprensibili e accettabili anche a coloro che, a causa del loro ateismo o della loro incredulità sui Novissimi e su molte altre verità rivelate, adducono la ragione che "non possono credere cose che non comprendono, né amare esseri di cui si conosce troppo poco, e quel poco è tale da spaurire e sconfortare in luogo di attirare e incoraggiare".
Nuovi evangelizzatori. In verità ci sono già, anche se il mondo in parte li ignora e in parte li osteggia. Ma saranno sempre più numerosi, e il mondo, dopo averli ignorati, o scherniti, od osteggiati, quando il terrore prenderà gli stolti che ora deridono i nuovi evangelizzatori, si volgerà a loro perché siano forza, speranza, luce nelle tenebre, nell'orrore, nella tempesta della persecuzione degli anticristi in atto. Perché se è vero che prima della fine dei tempi sorgeranno sempre più dei falsi profeti servi dell'Anticristo, altrettanto è vero che il Cristo Signore opporrà ad essi sempre più numerosi suoi servi, suscitando novelli apostoli là dove meno lo si crede.
E dato che l'infinita Misericordia, per pietà dei miseri uomini travolti dalla bufera di sangue, di fuoco, di persecuzione, di morte, farà risplendere sul mare di sangue e d'orrore la pura Stella del Mare, Maria, che sarà la precorritrice del Cristo nella sua ultima venuta, questi nuovi evangelizzatori evangelizzeranno Maria (Cuore Immacolato), in verità troppo lasciata in ombra dagli Evangelisti e dagli Apostoli e Discepoli tutti, mentre una più vasta conoscenza di Lei avrebbe ammaestrato tanti, impedendo tante cadute. Perché Ella è Corredentrice e Maestra.
Maestra di vita pura, umile, fedele, prudente, pietosa, pia, nella casa e tra le genti del suo tempo. Maestra sempre, nei secoli, degna d'esser tanto più conosciuta più il mondo scende verso il fango e la tenebra, per esser tanto più imitata onde riportare il mondo verso ciò che non è tenebra e fango.
I tempi che avanzano saranno tempi di guerra non solo materiale, ma soprattutto di guerra tra materialità e spirito. L'Anticristo cercherà di trascinare le creature razionali verso il pantano di una vita bestiale. Il Cristo cercherà di impedire questo rinnegamento, non solo della religione ma persino della ragione, aprendo orizzonti nuovi e vie illuminate di luci spirituali, suscitando, in chiunque apertamente non lo respinga, un risveglio potente dello spirito, risveglio aiutato da questi nuovi evangelizzatori non soltanto del Cristo ma della Madre di Dio. Alzeranno lo stendardo di Maria. Porteranno a Maria. E Maria, che già una volta fu causa e fonte, indiretta ma sempre potente, della redenzione dell'uomo, lo sarà ancora. Perché Ella è la santa Avversaria del perfido Avversario, e il suo calcagno è destinato a schiacciare in perpetuo l'infernal dragone, come la Sapienza, che ha fatto in Lei sede, è destinata a vincere le eresie che corrompono anime ed intelletti.
In quel tempo, che è inevitabile che venga, in cui le tenebre lotteranno con la luce, la bestialità con lo spirito, la satanicità con i superstiti figli di Dio, Babilonia con la Gerusalemme celeste, e le lussurie di Babilonia, le triplici lussurie, strariperanno come acque fetide e incontenibili, infiltrandosi per ogni dove, sin nella Casa di Dio, come già fu e come è detto che dovrà di nuovo essere, in quel tempo di separazione aperta tra i figli di Dio e di Satana, in cui i figli di Dio avranno raggiunto una potenza di spirito sin ora mai raggiunta, e quelli di Satana una potenza di male talmente vasta che nessuna mente può immaginarla quale sarà realmente, verrà la nuova evangelizzazione, la piena nuova evangelizzazione, che per ora ha i primi avversati risvegli.

Ed essa opererà grandi miracoli di conversione e di perfezione. E grandi conati d'odio satanico, contro il Cristo e la Donna. Ma ambedue non potranno essere raggiunti dai loro nemici”.

Maria valtorta – Evangelo - VOLUME VIII - CAPITOLO 511 - 11 ottobre 1946

«Non ricordi Tobia? (Tobia 13, 13) Il suo cantico?».
«Sì. Ma di Gerusalemme parla».
«Ha forse più Gerusalemme un Tabernacolo in cui sia Dio? Può Dio presenziare dalla sua gloria ai peccati che si consumano entro le mura del Tempio? Un altro Tabernacolo era necessario, e che santo fosse, e fosse stella che riconduce all'Altissimo gli erranti. E questo si ha nella Corredentrice che nei secoli dei secoli gioirà di essere la Madre dei redenti. "Tu brillerai di luce splendida. Tutti i popoli della Terra si prostreranno a te. Le nazioni verranno a te da lontano portando doni e adoreranno in te il Signore... Invocheranno il tuo gran nome... Quelli che non ti ascolteranno saran fra i maledetti, e benedetti quelli che si stringeranno a te... Sarai felice nei tuoi figli, perché essi saranno i benedetti riuniti presso al Signore". Il vero cantico della Corredentrice. E già si canta in Cielo dagli angeli che vedono... La Gerusalemme nuova e celeste che ha inizio in Lei. Oh! sì, ciò è verità. E il mondo la ignora. E la ignorano gli oscurati rabbi d'Israele...». Gesù si immerge nei suoi pensieri...
4 «Ma di chi parla?», chiede l'Iscariota a Filippo che ha vicino.
Prima che questo risponda, Elisa, che sta mettendo sulla tavola del formaggio e delle ulive nere, dice piuttosto duramente: «Di sua Madre parla. Non lo comprendi?».
«Ma non ho mai saputo che Essa sia nominata dai profeti come martire... Si parla del solo Redentore e...».
«E tu credi che ci sia solo la tortura della carne? E non sai che è nulla cosa questa, per una madre, rispetto a quella di vedere morire un figlio? La tua mente - non parlo del tuo cuore, non so che palpito abbia - la tua mente, della quale ti vanti, non ti dice che dieci e dieci volte una madre si sottometterebbe alla tortura e alla morte pur di non sentire un gemito del figlio? Uomo, tu sei uomo e conosci il sapere. Io non so che esser donna e madre. Ma ti dico che tu sei più ignorante di me, perché non conosci neppure il cuor di tua madre...».

Maria Valtorta - QUADERNI DEL 1943 - CAPITOLO 194 - 3 dicembre 1943
Dice Gesù:
“Che Maria dopo la mia nascita apparisse ancor più donna comune: una giovane madre e null’altro, non deve neppure stupire.
Come ostensorio dal quale era uscita l’Ostia santissima, Ella era ora la Tutta Santa per se stessa, ma non portava più il Santo dei Santi. E se si pensa che il Santo dei Santi, proprio nell’ora in cui riscattò con sovranità eterna la Terra coi suoi viventi, i suoi defunti, i suoi futuri, apparve agli occhi del mondo come un malfattore torturato per i suoi misfatti, è anche logico che la Madre, dal momento che divenne la Corredentrice e perciò riscattatrice della Terra, apparisse una povera, semplice donna.
Il tempo luminoso del mio formarmi in Lei era trascorso, ed il fulgore del gaudio che nella notte aveva empito il cuore di Maria, la grotta, i Cieli, si attenuò all’alba nella quale cominciò a sorgere il sole della redenzione, sole tinto di sangue, composto di dolore infinito. L’aurora trovò Maria già immersa nel pensiero del tormento futuro. L’offerta era già stata fatta in mio nome e le due frasi più cristiane della Terra si erano annodate l’una coll’altra formando catena per strozzare il Male: "Ecco l’Ancella del Signore. - Signore, sia fatta la tua volontà".
Sante, benedette labbra di mia Madre, che alla mia nullità d’infante prestaste il suono verginale delle parole perfette! Sul suo "si" eroico, ripetuto quando la maternità lo rendeva doppiamente eroico, si curvò il Cielo venerando in Lei la Martire Redentrice. Come una collana alla quale giorno per giorno si aumenta una perla, ebbero inizio i giorni dolorosi di Maria. Alla fine fu il Golgota.
È per questo suo lungo dolore che io vi dico: "Amatela". Vi benedico quando mi amate. Ma per l’amore che date a mia Madre vi preparo più fulgida dimora in Cielo.»”

Maria valtorta - QUADERNI DAL 1945 AL 1950 - CAPITOLO 667 - 31 marzo 1949
Dice Gesù:

“Non è mancanza di carità essere giusti verso i colpevoli, e giusti esercitando la giustizia in ogni azione. Mancai forse di carità verso mia Madre coll'esercitare l'eroica giustizia di fare tutta la Volontà del Padre mio? No, in verità. Anzi, col fare questo, di Lei, Immacolata, ho fatto Lei Corredentrice. L'ho incoronata di questo secondo glorioso serto che altrimenti non avrebbe avuto. Né Lei si rifiutò a cingerlo benché fosse serto di smisurato dolore. Guarda Noi. Io: il Figlio che non rinnega la Madre amatissima ma le antepone la Volontà di Dio perché essa volontà deve avere la precedenza su amori, voleri, diritti umani, anche i più santi. E guarda Lei: la Madre che non trattiene il Figlio dal compiere la Volontà per cui vestì carne. Vestiti il cuore del nostro eroismo e con carità vera agisci.
La pazienza diviene stoltezza e stoltezza la stessa carità, quando non sono unite a giustizia. Io, il Paziente perfetto, quando vedevo toccato il limite oltre il quale pazienza e carità si sarebbero mutate in complicità e ingiustizia, mi separai dai colpevoli dopo parole severe. Non c'è amore, per grande che sia, che possa permettere il delitto dell'amato. Ricordalo. Si agisce. Poi si prega per la redenzione dei colpevoli. Ma si agisce. Sempre. Perché il non farlo vorrebbe dire che si vuole essere complici loro”.

Maria Valtorta - QUADERNI DEL 1944 - CAPITOLO 374 - 2 agosto 1944
Dice Gesù:
“Nessuno, per grande che sia, può venire nel mio cospetto se non riconosce in Maria, Porta chiusa da cui solo Dio è entrato, la Madre del Salvatore, la Madre-Vergine, la Madre divina.

Io l'ho accumunata alla mia sorte di Vivente in Cielo per dirvi quale sia la sua gloria. Unicamente inferiore a Dio Ella è, perché da Lui creata. Ma la sua maternità e il suo dolore di Corredentrice la fanno eccelsa su ogni creatura. Porta di Dio, da Essa sgorga fede, speranza, carità; da Essa temperanza, giustizia, fortezza, prudenza; da Essa Grazia e grazie; da Essa salute, da Essa vi viene il Dio fatto Carne.
O Madre mia! Per il Pontefice e per l'ultimo dei credenti sei tu la santa Pisside in cui l'Eucarestia attende di essere data a chi crede. Tutte le grazie passano attraverso il tuo Corpo inviolato, attraverso il tuo Cuore immacolato. E misteri e verità, e sacramenti e doni, vengono conosciuti con vera sapienza e gustati con conoscenza e frutto solo da quelli che sanno chiederli a te, davanti a te. Tu schermo fra il Sole e le anime e fra le anime e Dio, per cui la Divinità può esser contemplata dall'uomo e l'umanità esser presentata al Perfetto. Tu, Madre che hai dato Dio all'uomo e dai l'uomo a Dio, istruendolo col tuo sorriso e col tuo amore”.

Maria Valtorta - QUADERNI DEL 1943 - CAPITOLO 193 - 2 dicembre 1943
Dice Maria: “Lo Spirito Santo opera nel cuore dei santi e dà loro luci di conoscimento soprannaturale. Lo Spirito Santo illumina i cuori dei santi per fare loro vedere me. Vedere me nella luce di Dio vuol dire amarmi in verità.
Il Figlio mio santissimo opera di suo per attirarvi al suo amore. Io vi amo e attendo pregando per voi.
Sono la Vergine dell’attesa. Dai più teneri anni ho atteso l’Aspettato delle genti. Sono la Corredentrice che attende l’ora di morire ai piedi della Croce per darvi la Vita. Sono la Madre che attende il vostro vero amore, non il culto superficiale che si limita a molte parole. Pregare non vuol dire: dire molte preghiere. Vuol dire amare. Vuol dire far parlare il proprio cuore.
Io sono la Silenziosa. Eva nuova, vi insegno il silenzio. Dal parlare entrò in Eva la Seduzione. Dal mio tacere entrò nel mondo la Redenzione. Imparate da me la virtù del silenzio, perché nel silenzio esteriore parla il cuore a Dio e Dio al cuore. Il mio silenzio non era silenzio inerte di anima morta. Era anzi operare attivissimo nello spirituale”.

Maria valtorta - QUADERNI DEL 1943 - CAPITOLO 121 - 15 settembre 1943
Dice Gesù:
«È opinione diffusa in molti cristiani, e cristiani cattolici, che mia Madre non abbia mai sofferto come generalmente soffrono i mortali. Credono che il Dolore sia stato su Lei ma che, data la sua natura immacolata, Ella lo abbia potuto sopportare agevolmente perché la Grazia lo attutiva.
Insomma credono che Ella ricevesse l’urto del Dolore, ma che esso non potesse penetrare in Lei perché Ella era difesa, come da una infrangibile corazza, dalla sua natura immacolata e dalla Grazia.
Ma è un grave errore. Maria era la "Immacolata", esente dalla eredità della colpa di Adamo e dei frutti di tale colpa, e in tale senso, infatti, avrebbe dovuto essere preservata dal soffrire perché il Creatore aveva creato la razza dell’uomo esente dal dolore e dalla morte, che è il supremo dolore dell’uomo. Ma Maria era la Corredentrice. E la missione di redentore è sempre missione di infinito dolore. Altrimenti come potrebbe un redentore riscattare i peccati degli altri? Come una vittima pagare per i fratelli? Maria era redentrice come Io ero Redentore. Giusto quindi che il Dolore fosse il suo compagno.

Maria Valtorta - QUADERNI DEL 1943 - CAPITOLO 45 - 2 luglio 1943
Dice Gesù:
«Scrivi subito mentre Io sono ancora in te col Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità. Perciò hai la pienezza della Sapienza in te. Maria visse eucaristicamente per quasi tutta la vita.
La Madre non è diversa dal Figlio. Non nella natura umana, non nella missione sopraumana di Redenzione. Il Figlio, per toccare l’apice del dolore, dovette provare la separazione dal Padre: nel Getsemani, sulla Croce. Fu il dolore portato ad altezze e asprezze infinite. La Madre, per toccare l’apice del dolore, dovette provare la separazione dal Figlio: nei tre giorni della mia sepoltura.
Allora Maria fu sola. Le rimase solo la Fede, la Speranza, la Carità. Ma Io ero assente. Fu la spada non confitta, ma trapassante, ma frugante nel suo Cuore. Non ne morì per unico volere dell’Eterno. Perché per la Piena di Grazia restare priva dell’unione col suo Figlio e Dio era tale spasimo, che senza una speciale grazia ne sarebbe morta.

Molte sono le pagine segrete che non conoscete circa la vita della Purissima Corredentrice. Ve l’ho già detto: "I segreti di Maria sono troppo puri e divini perché mente d’uomo li possa conoscere". Ve ne accenno solo, quel tanto da aumentare in voi la venerazione alla più Santa del Cielo, dopo Dio.
Quella ora dolorosissima, nel mare di dolori che fu la vita di mia Madre, consacrata al supremo dolore e alla suprema gioia dal (2) suo concepimento, ci voleva per completare quanto mancava alla mia Passione.
Maria è Corredentrice. Dunque, tutto essendo in Lei inferiore solamente a Dio, anche il suo dolore dovette essere quale nessun dolore di creatura umana giungerà mai ad essere.

Maria valtorta - QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 50 - 6 luglio 1943
Il deicidio non è finito sul Golgota nell’ora della mia morte. Esso si ripete ogni qualvolta un mio redento uccide la sua anima, sconsacra il tempio vivo del suo spirito, leva la mente sacrilega a bestemmiare Me, non solo con il turpiloquio osceno, ma con mille maniere del vivere attuale, sempre più contrario alla mia Legge e sempre più neutralizzante i meriti incalcolabili della mia Passione e Morte.
Maria, Corredentrice eccelsa, non cessa di soffrire, come non cesso Io. Nella gloria intangibile dei Cieli, Noi si soffre per gli uomini che ci rinnegano e ci offendono.

Maria è l’eterna puerpera che vi dà alla luce con un dolore senza pari, perché sa che quel dolore genera non beati al cielo ma, nella maggior parte, dannati all’inferno. Sa che genera creature morte o destinate a morire fra breve. Morte perché su certe creature il mio Sangue non penetra, come fossero di durissimo diaspro. Dalla più giovane età uccidono se stesse. O destinate a morire fra breve ossia coloro che, dopo una larva di vitalità cristiana, soccombono sotto la loro inerzia che niente scuote.
Può Maria non soffrire di vedere perire le sue creature che costano il Sangue del Figlio? Il Sangue sparso per tutti e che giova a così pochi!

Maria valtorta - Epistola ai Romani - Lezione 14ª - 2 febbraio 1948

Maria è in Cielo in corpo ed anima, viva come era in Terra, beata come Lei può esserlo, in Cielo. E Dio, che inabitò in Lei sulla Terra, inabita in Lei in Cielo. Nulla è mutato. Messa al centro del divino Fuoco, che su Lei converge i suoi ardenti amori, Ella eternamente ci dice: “Ecco l’Ancella, o Dio” (Lc 1, 38) e ci apre il suo cuore e ci accoglie in un mistero d’amore ineffabile.
I Santi amanti di Maria hanno intuito questo e hanno proclamato che chi vuol trovare Dio, la Salvezza, la Vita, vada a Maria, e là troverà la Carità, il Salvatore, la Vita, la Luce, la Sapienza. E là rinascerà da uomo a vero figlio di Dio.
Perché Maria, divina Genitrice, è anche la feconda santa Matrice che sino alla fine dei secoli accoglie e accoglierà nel suo seno coloro che vogliono nascere figli di Dio, e di queste debolezze informi, di questi germi incompiuti - difficilmente, per sé soli, capaci di vivere - fa e farà i “viventi” del Regno di Dio, dà e darà questi figli al suo Dio.
Maria è Corredentrice e Cooperatrice instancabile per il divino trionfo finale, è carità inesausta e inesauribile, operosa come di Serva e gloriosa come di Regina, per la gloria di Dio, è Madre, Madre perfetta per tutti coloro che chiedono a Lei la Vita.»

Maria Valtorta - LIBRO DI AZARIA - CAPITOLO 43
Misura quale caduta sarebbe stata quella di Maria se, avendo avuto la Concezione Immacolata, la giustizia, e ogni altro gioiello divino, avesse calpestato ogni cosa per seguire la voce dell'eterno Corruttore? Ne misuri la profondità? Non ci sarebbe più stata redenzione per gli uomini, non più Cielo per gli uomini, non più possesso di Dio per gli uomini.
Maria vi ha dato tutto questo perché con la vera gioia degli umili ha portato le sue vesti di Beneamata dall'Eterno e ha cantato le lodi di Lui, di Lui solo, pur fra i singhiozzi e le desolazioni della Passione.
Ha esultato! Che profonda parola! Ha sempre esultato magnificando con lo spirito il suo Signore, anche quando la sua umanità conosceva lo scherno di tutto un popolo, ed era sommersa e torchiata dal suo dolore e dal dolore della sua Creatura. Ha esultato pensando che quel suo dolore, quel dolore del suo Gesù, dava gloria a Dio salvando uomini a Dio.
Sopra i gemiti della Madre, sopra i suoi lamenti di Donna, cantava la gioia del suo spirito di Corredentrice. Cantava con la sommissione a quell'ora, con la speranza nelle parole della Sapienza, con l'amore che benediceva Dio di averla trafitta.
La lunga passione di Maria ha completato Maria, unendo alle grandi cose che Dio in Lei aveva fatte, le grandi cose che Ella sapeva fare per il Signore. Veramente mentre le sue viscere di Madre gridavano lo strazio della sua tortura, il suo spirito fedele cantava: "Io ti esalto, o Signore, perché mi hai protetta e non hai permesso che i miei nemici potessero rallegrarsi a mio riguardo".
Vedi che umiltà? Chiunque altro avrebbe detto: "Sono contento di aver saputo rimanere fedele anche nella prova. Sono contento di aver fatto la Volontà di Dio". Non sono queste parole di peccato. Ma un filo di orgoglio è ancora in esse. "Io sono contento perché ho fatto". L'io della creatura che si sente autore unico del bene compiuto. Maria Ss. dice: "Io ti esalto perché Tu mi hai protetta". Dà a Dio il merito di averla tenuta santa in quelle ore di lotta.

Luisa Piccarreta - Vol. 17 – 1/5/1925
Oltre di Me, c’è la mia Celeste Mamma, che ebbe la missione unica di Madre d’un Figlio Dio e ufficio di Corredentrice del genere umano. Come missione di Maternità Divina fu arricchita di tanta grazia, che unito tutto insieme tutto delle altre creature, celesti e terrestri, mai potranno uguagliarla; ma ciò non bastò per attirare il Verbo nel suo materno seno; abbracciò tutte le creature, amò, riparò, adorò la Maestà Suprema per tutti, in modo da poter fare Lei sola tutto ciò che le umane generazioni dovevano verso Dio; onde nel suo cuore verginale aveva una vena inesauribile verso Dio e verso tutte le creature. Quando la Divinità trovò in questa Vergine il compenso dell’amore di tutti, si sentì rapire ed in Essa fece il suo concepimento, e come Mi concepì prese l’ufficio di Corredentrice e prese parte ed abbracciò insieme con Me tutte le pene, le soddisfazioni, le riparazioni, l’amore materno verso tutti; sicché nel cuore della Madre mia c’era una fibra d’amore materno verso ciascuna creatura.

Luisa Piccarreta - Vol. 20 - 30/1/1927
Figlia mia, c’è differenza grandissima, tra chi deve formare un bene, un regno e chi deve riceverlo per goderlo. Io venni sulla terra per copiare, per redimere, per salvare l’uomo; per fare ciò, Mi toccavano le pene delle creature, prenderle su di Me come se fossero mie; la mia Mamma Divina che doveva essere corredentrice non doveva essere dissimile da Me, anzi le cinque gocce di sangue che Mi diede dal suo Cuore purissimo per formare la mia piccola Umanità, uscirono dal suo Cuore Crocifisso: per noi le pene erano uffici che venimmo a compiere, perciò tutte erano pene volontarie non imposizione della fragile natura.
C. S. S. M. L.
Grazie 🙏
PFSEMJ
Ma dove sono i veri pastori
Cesare Baronio
GREEN APOSTASY O DELLA RESTAURAZIONE DEL PAGANESIMO
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GREEN APOSTASY O DELLA RESTAURAZIONE DEL PAGANESIMO

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Cry78
Posso dire solo quest.Ave Maria piena di grazia signore con te, tu sei benedetta fra le donne, benedetto il frutto del tuo seno Gesù Santa maria madre di Dio prega per noi peccatori adesso nell'ora della nostra morte Amen. Sia lodato Gesù Cristo. Lode a maria Santissima
antos
Niente è fatto o detto a caso, anche se ciò che viene detto o fatto mescola abilmente un quarto di verità con tre quarti di menzogna. Per discernere bisogna guardare soprattutto i fatti che, in molti casi, sono clamorosi, almeno per chi conservi un briciolo di fede cattolica: per esempio, la statua di Lutero in Vaticano, la firma del documento di Adu Dhabi, l'adorazione dell'idolo pagano a ottobre …Altro
Niente è fatto o detto a caso, anche se ciò che viene detto o fatto mescola abilmente un quarto di verità con tre quarti di menzogna. Per discernere bisogna guardare soprattutto i fatti che, in molti casi, sono clamorosi, almeno per chi conservi un briciolo di fede cattolica: per esempio, la statua di Lutero in Vaticano, la firma del documento di Adu Dhabi, l'adorazione dell'idolo pagano a ottobre, l'accordo segreto con la dittatura cinese, la soppressione di ordini religiosi come quello dei Francescani dell'Immacolata, la mancata risposta ai cardinali dei Dubia:, l'allontanamento del cardinale Muller, etc.
Magnificat nunc
Preghiamo Dio il Santissimo Spirito di essere trasportati con la sua Sposa Maria e Regina nostra al riparo nel deserto, sulle due ali immutabili dell'aquila della Sacra Scrittura e della Sacra Tradizione, giusto prima che nella parte ricca (di spirito del mondo) della chiesa apostolica "si apra quella voragine che inghiotte il fiume di parole che il drago aveva vomitato dalla sua bocca" (Apocalisse …Altro
Preghiamo Dio il Santissimo Spirito di essere trasportati con la sua Sposa Maria e Regina nostra al riparo nel deserto, sulle due ali immutabili dell'aquila della Sacra Scrittura e della Sacra Tradizione, giusto prima che nella parte ricca (di spirito del mondo) della chiesa apostolica "si apra quella voragine che inghiotte il fiume di parole che il drago aveva vomitato dalla sua bocca" (Apocalisse 12,14-16)
Deus Magna
Mi permetto di fare una domanda al piccolo Francesco: quando Dio Padre indicava Maria la donna che avrebbe combattuto contro Satana e la sua stirpe era discepola, madre o corredentrice?
warrengrubert
Noi tutti in virtù del battesimo essendo innestati in Cristo Gesù nostro Signore siamo sacerdoti, profeti e RE.
Quindi se Santa Maria non è Regina non lo siamo neppure noi.
Di conseguenza dobbiamo dare del bugiardo a bergoglio oppure a tutta la Santa Chiesa che ci ha insegnato la dottrina.
Se c'è ancora qualche sacerdote, vescovo, cardinale cattolico, fatevi sentire fermate questo cinghiale che …Altro
Noi tutti in virtù del battesimo essendo innestati in Cristo Gesù nostro Signore siamo sacerdoti, profeti e RE.
Quindi se Santa Maria non è Regina non lo siamo neppure noi.
Di conseguenza dobbiamo dare del bugiardo a bergoglio oppure a tutta la Santa Chiesa che ci ha insegnato la dottrina.
Se c'è ancora qualche sacerdote, vescovo, cardinale cattolico, fatevi sentire fermate questo cinghiale che sta devastando la santa vigna del Signore.
warrengrubert
Se non crede alla regalità di Santa Maria è perché NON crede che GESÙ CRISTO SIA RE!
Semplice.
Bar~O~rgoglio non è cattolico.
PFSEMJ
Tremerai presto Francesco non scherzare con Dio e la sua vera chiesa siamo tutti i piccoli in cenacoli in casa a fare rosarie e presto......
PFSEMJ
Ma dove sono queste pastore veri
Un altro commento da PFSEMJ
PFSEMJ
Io non capisco come la Madonna di medjugorje non dice niente
N.S.dellaGuardia
Se il suo sodale bianchi può dire che Gesù Cristo era un profeta, lui può dire che Maria Santissima era una ragazzetta come le altre che andava a lavare i panni ai trogoli condividendo i pettegolezzi di Nazareth...
Maria Santissima Madre di Dio e Madre Nostra, Corredentrice e Regina del Cielo e della terra, Regina della Pace e Nostra Signora della Guardia, Concepita senza peccato, prega per noi …Altro
Se il suo sodale bianchi può dire che Gesù Cristo era un profeta, lui può dire che Maria Santissima era una ragazzetta come le altre che andava a lavare i panni ai trogoli condividendo i pettegolezzi di Nazareth...
Maria Santissima Madre di Dio e Madre Nostra, Corredentrice e Regina del Cielo e della terra, Regina della Pace e Nostra Signora della Guardia, Concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te!
Venga presto il trionfo del tuo Cuore Immacolato!
CooperatoresVeritatis condivide questo
77
IMPERDIBILE E DOLOROSO, LO CONDIVIDIAMO LETTERALMENTE....
vincenzo angelo
Bergoglio nel negare la Corredenzione di Maria non da' vere argomentazioni e il tutto si risolve nella manifestazione di un "capriccio" che quasi "gli scappa",non lo trattiene,come la pipi'.Solo che e' un capriccio mirato,si capisce bene.Un capriccio ,per cosi' dire, politico.Tant'e' che ,a forza di ripetere e girare intorno,al massimo del suo sforzo riesce solo a tirare fuori il concetto che il …Altro
Bergoglio nel negare la Corredenzione di Maria non da' vere argomentazioni e il tutto si risolve nella manifestazione di un "capriccio" che quasi "gli scappa",non lo trattiene,come la pipi'.Solo che e' un capriccio mirato,si capisce bene.Un capriccio ,per cosi' dire, politico.Tant'e' che ,a forza di ripetere e girare intorno,al massimo del suo sforzo riesce solo a tirare fuori il concetto che il titolo di Redentore e' uno solo e non si sdoppia.Squallore.Sara' l'ipertrofia prostatica?Anche prima,quando ripete che Maria non ha chiesto niente e che non ha voluto togliere niente a Gesu' del Suo titolo.Affermazioni speciose,fuorvianti.Sono francamente argomenti da sciurette,o da donne di malaffare,o da ruffiani.Non saprei dire a quale categoria appartenga il poveretto,ne' m'interessa.Quello che si capisce molto bene e' quanto ci tiene a non riconoscere Maria per quello che e'.Ha proprio la fregola,e' qualcosa di carnale che lo muove, e si percepisce benissimo.Sporco,strumentale.Politico.L'aria tra il balordo e l'addormentato,,lo stile falsamente soft:"No...no..." Ma chi crede d'incantare sto' ruffiano.Lo difendo quando lo attaccano in maniera paranoica,come nel caso della via crucis e del Rosario di cui parlo' mi sembra in Messico.Quelle son cose da lasciar stare.Troppo zelo scade.Ma su questo,cannonate ad alzo zero.
Dell Immacolata Corredentrice
Dominus convertet eum... restiamo saldi nella Verità, piccolo resto