Monsignor Zuppi, "le prove di Papato". Voci-terremoto dal cuore del Vaticano: cosa c'è dietro la scelta di Bergoglio

Per questo pareva orientato a scegliere come capo della Cei il cardinale di Siena Paolo Lojudice, un tipo di pastore-parroco, alla mano, senza pretese di saperla lunga in fatto di cultura e di politica, ben voluto dalla città e dagli altri vescovi. Secondo lo statuto particolare della Cei, differente da tutte le altre Conferenze episcopali, essendo il Papa anche Primate d'Italia, al Vescovo di Roma viene sottoposta una terna di candidati, i più votati dall'assemblea generale dei colleghi.
Era in testa Zuppi, secondo l'arcivescovo di Modena, Erio Castellucci, che però non è cardinale, terzo Lojudice...Castellucci si è subito ritirato perché, proprio alla vigilia delle votazioni, il Papa aveva bocciato la sua candidatura per la presidenza: «So che è un bravo vescovo e che è il candidato di Bassetti (il presidente uscente, ndr) , ma io preferisco un cardinale». Castellucci irritato pare abbia detto: «Che votiamo a fare, allora, se ha già scelto?». Pungolato da questa malizia, Francesco ha accettato la regola della maggioranza. Viva Zuppi! Ciao Lojudice!
E così, inaspettatamente questa nomina italiana acquista un senso più vasto. Diventa (anche) uno stress test per il Papato. Non che Zuppi lo desideri, ma è così per la logica delle cose.
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