Fiume. Rinvenuto nell’Assunta un raro e antichissimo reperto

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I conservatori hanno esposto la storia del Duomo fiumano per datare con più precisione il sasso rinvenuto
Dicembre 22, 2020

Il rilievo con i due delfini e un tridente

Le località che vantano una ricca storia e tanti resti antichi, celano sempre qualche tesoro nascosto nei muri dei palazzi, sotto il lastricato delle strade o nelle aree che una volta venivano usate per l’inumazione dei defunti. Uno dei punti più ricchi da questo punto di vista è la cittavecchia fiumana, dove sono stati rinvenuti tantissimi resti negli ultimi anni e che continua a sorprendere gli archeologi e i conservatori. L’ultimo rinvenimento di questo tipo è un singolarissimo sasso che a prima vista non possiede nessuna importanza storica, ma che i conservatori fiumani hanno analizzato con grande interesse. La roccia di forma piramidale è stata rinvenuta sul tetto della chiesa.

dell’Assunta, nel corso dei lavori di ristrutturazione in seguito alle copiose piogge, che sono penetrate all’interno danneggiando gli affreschi. A presentare le vicissitudini del rinvenimento è stato il parroco Sanjin Francetić, il quale ha colto l’occasione per ricordare il vescovo, deceduto recentemente, Mile Bogović.

Le chiese celano tanti tesori
“Nel corso dei miei studi ho avuto la fortuna che monsignor Bogović fosse mio docente di storia – ha esordito Francetić – e ricordo tutt’ora quello che ci diceva dei lavori nelle chiese. Ogni volta che si fanno interventi architettonici nei luoghi sacri, è necessario far esaminare i detriti e gli scarti ai conservatori, perché esiste la possibilità che contengano resti di valore storico. Ho fatto lo stesso anche per il sasso a forma piramidale, che era nascosto da tegole e altri elementi di costruzione più recente. Gli esperti hanno confermato che si tratta di un’antica base della croce che si trovava sul tetto”.

Componente legato al mare

A esaminare nel dettaglio l’elemento è stato l’archeologo Ranko Starac, curatore del Museo di Storia e Marineria del Litorale croato, mentre ne ha parlato il conservatore Željko Bistrović, il quale ha spiegato che all’inizio si pensava fosse un capitello, ma da un’analisi più dettagliata sono emersi dei rilievi molto interessanti.

“Se guardiamo da vicino il reperto – ha dichiarato Bistrović – possiamo vedere due delfini che incrociano le code e un tridente al centro. Sono attributi del dio greco Poseidone o romano Nettuno e li possiamo trovare pure nel Tempio di Nettuno a Roma. Questo elemento viene usato dai primi cristiani e poi viene ripreso nel Rinascimento in tutte quelle strutture che in un modo o nell’altro sono legate all’acqua.

Possiamo tracciare dei paralleli con il Sepolcreto di Aquileia o con l’Ossario di Monfalcone, ma la vera domanda da fare è come e perché questo elemento è stato realizzato a Fiume, nella chiesa dell’Assunta. Sappiamo che l’edificio originale è stato distrutto nel 1509 dalla flotta della Serenissima e che nella ricostruzione sono stati usati elementi nuovi, tra cui anche la rosetta che possiamo vedere oggi. Probabilmente in questo processo di ricostruzione, che conteneva anche una negazione attiva degli elementi classici, molti di essi sono stati ripresi in funzione cristiana, tra cui anche quelli legati a Nettuno”.

Il delfino viene utilizzato in epoca paleocristiana come motivo funerario, solo o con un tridente o un’ancora. Nei primi secoli del cristianesimo il mondo pagano dava ai delfini una grande importanza. Il simbolo fu quindi rapidamente adottato dai cristiani, che però ne cambiarono leggermente il significato. Molto spesso i delfini sono disegnati intorno ad un’ancora o a un tridente, come nelle catacombe di Villa Torlonia a Roma, a simboleggiare la speranza della vita eterna.

L’elemento verrà esposto in seno all’Assunta

Bistrović ha aggiunto anche che tutte le località più grandi del litorale possiedono una Chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, in quanto si tratta di quella che viene definita Stella Maris, la madre dei marinai, protettrice e patrona di tutti coloro che solcano i mari. Il culto esiste dall’VIII secolo, ma probabilmente ha radici ancor più antiche. Proprio per il fatto che Fiume non possiede molti reperti archeologici di questo tipo, quello che sembrava un comunissimo sasso piramidale, si è rivelato un importante testimone della storia della città, che verrà esposto all’interno della chiesa prossimamente.