Ex numero uno del tennis mondiale: “Coronavirus? Preparato per impiantare microchip nelle persone”

“È tutto preparato per impiantare microchip nelle persone. Nel 2015, Bill Gates ha dichiarato che ci sarebbe stata una pandemia. Non credo che sia un indovino. Lo sapevano e tutti si stavano preparando”.

Marat Safin, ex numero uno del tennis mondiale, allenatore e politico russo, in una diretta Instagram con il quotidiano sportivo russo Sports.ru, ha spiegato la propria teoria sulla nascita e sulla diffusione del Coronavirus.

Secondo Safin, al World Economic Forum di Davos sono stati effettuate simulazioni prima che il virus fosse conosciuto:

“E ora le persone stanno andando nel panico e credono a quello che dice la televisione. Verranno vaccinate con nanochip”.

E l’ex tennista ha anche una teoria su chi sarebbero i presunti cospiratori: “Ci sono uomini più potenti dei leader politici. Quelli che gestiscono davvero i soldi sono i proprietari del mondo. Un governo ombra mondiale? Chiamatelo come volete. Comunque non sono cose che mi sto inventando io: è tutto su internet”.

Fonte:

www.ilfattoquotidiano.it/…/5775768

_____________________________

PER APPROFONDIRE, SUL MICROCHIP...

Carissimi Stilumcuriali, Agostino Nobile ci ha inviato – stimolato da uno dei commentatori abituali del nostro blog – un articolo che definire inquietante è dir poco. E ancora più inquietante è l’apparente tranquillità con cui sembra che il mondo, la gente, accetti guinzagli sempre più stretti intorno alla sua vita, e alla sua libertà. Speriamo che il risveglio non sia tardivo. Buona lettura.

* * *

Allegria! Dopo il Covid-19 è in arrivo il biochip

Il 15 aprile scorso su SC ho pubblicato un articolo sul Coronavirus, dove scrivo “Si è verificata la classica ingegneria sociale. […] Abbiamo visto che la paura di essere colpiti a morte da un virus rende l’essere umano remissivo come un agnello sacrificale. Ed è proprio attraverso la paura che il potere impone le sue leggi illiberali col consenso dei cittadini.”

Leggendolo, un lettore mi ha ricordato un altro articolo sul biochip, pubblicato nel 2010, poi inserito in un mio libro del 2015. Allora qualche illuminato mi accusò, tanto per essere originale, di complottismo, ma quello che scrissi, come consuetudine, è documentato con date, luoghi, nomi e cognomi. Bastava poco per verificare. Che volete fare, per sua natura l’ideologizzato nutre un profondo disprezzo per la razionalità.

Poiché l’impianto del biochip in Italia sembra prossimo, e molti ignorano le sue potenzialità, accolgo il suggerimento del mio lettore riportando ampi stralci dell’articolo su citato.

«A partire dagli anni novanta molte famiglie proteggono i loro cani utilizzando un sistema di identificazione elettronica, il biochip (o microtransponder). È una minuscola capsula di materiale biocompatibile, che non provoca nessun rigetto né fastidio. Lungo 11millimetri e 2,1millimetri di diametro, trasmette sulla frequenza di 125 khz, con un’apposita siringa viene iniettato sottocute, generalmente nella regione retroauricolare. I dati relativi al cane entrano in una banca dati per agevolare la sua identificazione ed il suo ritrovamento in caso di smarrimento.

Perché parliamo di biochip per animali? Perché da qualche anno numerosi articoli pubblicati in varie lingue affermano che i biochip vengono già impiantati in esseri umani consenzienti.

Nel 2002 la famiglia Jakobs di Boca Raton, Florida, su consiglio dei medici si è fatta impiantare il Verichip – il progenitore del biochip, attualmente commercializzato dalla PositiveID – per controllare lo stato di salute dei genitori e del figlio 14enne (su youtube, sito The Verichip on The Today Show). Questi chip RFID, identificazione radio-frequenze, collegati a un normale computer, contengono la carta d’identità e le informazioni sullo stato di salute del portatore.

Non abbiamo dubbi sull’utilità di questo strumento salva-vita ma, come vedremo, ci sono alcune controindicazioni a dir poco inquietanti.

Non vogliamo entrare nei dettagli veicolati da notizie ufficiose nelle reti internet, ma vediamo almeno l’impatto sociale che potrebbe avere questo piccolo gioiello della tecnica.

Il biochip impiantato sotto la cute sarà connesso, come già accade con l’e-mail, facebook, etc., ad un provider che registra tutte le informazioni del portatore. Dunque è certo che saremo spiati come nei nostri siti personali. Se gli hacker possono devastare la memoria del nostro computer, non è difficile immaginare cosa potrebbero fare con i biochip nel nostro corpo. Con i progressi attuali è altrettanto realistico poter creare (se non è già stato prodotto) una funzione nel microchip in grado di manipolare i nostri stati d’animo per controllare l’attività sociale e politica a vantaggio degli interessi militari e privati. Oppure, al limite, eliminare un essere umano, fisicamente o mentalmente, con un click del mouse.

Ci viene da domandare: tutta fantascienza? L’Arpanet fu creato nel 1969 negli Stati Uniti per uso militare, ma messo in commercio planetario col nome Internet solo negli anni novanta. Il che significa che per una trentina d’anni internet è stato sotto il controllo esclusivo delle forze armate. L’elettronica si evolve ad una velocità vertiginosa e i progressi tecnologici in pochissimi anni hanno cambiato radicalmente il nostro modo di vivere.

Ricordate lo scandalo Datagate? Attraverso Edward Snowden, ex tecnico della CIA ed ex consulente della National Security Agency (NSA), sappiamo che il governo statunitense e quello britannico spiano tutti, dalle aziende concorrenti ai singoli cittadini fino ai governi di altri paesi. Non pochi giornalisti hanno evidenziato come siamo spiati nelle nostre case. Sembra che gli ultimi modelli delle Tv Samsung (e molto probabilmente anche di altre marche) ascoltino e registrino quello che facciamo e diciamo in casa. Anche con le Tv spente? Non lo sappiamo. Ma perbacco, siamo già in pieno Mondo Nuovo di A. Huxley, condito con 1984 di G. Orwell?

A questo nuovo biochip manca solo una campagna mediatica che convinca milioni di persone a possederlo. Ovviamente, per non scioccare gli utenti, saranno educati step by step, col tempo necessario. Intanto dai media ufficiali abbiamo saputo che un’azienda svedese innesta microchip ai propri dipendenti. Nella rubrica Hi-Tech di EuroNews lo speaker fuoricampo – degno del Pifferaio Magico di Hamelin – annuncia: “Sotto la pelle è stato installato un microchip, per identificare ogni dipendente”. Il servizio mostra belle ragazze che entrano e escono dal complesso ultramoderno Epicenter di Stoccolma: “Gli impiegati possono aprire le porte con un chip impiantato nella mano”. Aggiungendo: “L’Rfid è un chip in pirex che contiene antenna e microchip: al posto del codice di accesso, l’impiegato deve solo portare la mano davanti al sensore”. Ovviamente non serve solo per l’apertura delle porte: “Il personale può attivare la fotocopiatrice e scambiarsi dati tramite Smartphone”.

Geniale! dicono molti. Dunque, il trita cervelli è iniziato da anni. Ricordiamo che il telegiornale della NBC – dunque una network ufficiale – nel 2010 ha informato i telespettatori che entro il 2017 tutti gli americani avranno impiantato il biochip sottocutaneo. Una bufala? Lo vedremo tra breve.»

In realtà il giornalista della NBC ha toppato. Ma solo in relazione alla data, perché i programmi che coinvolgono milioni di persone non possono essere realizzati a cronometro. Però lo scorso marzo Bill Gates ha dichiarato biohackinfo.com che per fermare e controllare il Coronavirus sarà necessario impiantare a tutti il microchip, che lui definisce col più digeribile “digital certificates”. Bingo!

Sembra che la Bestia menzionata nell’Apocalisse stia realizzando un altro colpaccio. Ma di questo parleremo nel prossimo articolo. (continua)

Agostino Nobile

Fonte:

www.marcotosatti.com/…/nobile-allegria…
N.S.dellaGuardia
"...Resistetegli saldi nella Fede!..."