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Perché la Chiesa [ufficiale] soffre di claustrofobia?

La vita di preghiera, nella contemplazione del mistero divino e per la riparazione dei peccati del mondo, è un tesoro grande, conservato in monasteri dalla vita millenaria, ma ora questo tesoro è in …More
La vita di preghiera, nella contemplazione del mistero divino e per la riparazione dei peccati del mondo, è un tesoro grande, conservato in monasteri dalla vita millenaria, ma ora questo tesoro è in pericolo, e non per un attacco dall’esterno, ma per iniziativa della stessa gerarchia cattolica.
L’attacco arriva dalla costituzione apostolica Vultum Dei quaerere e dall’istruzione applicativa Cor orans, un apparato normativo che minaccia l’autonomia dei monasteri, indebolisce la loro indipendenza e, con la scusa dell’aggiornamento e della formazione, mette in discussione l’idea stessa di isolamento e di vita di clausura.
Ma perché questa “claustrofobia” da parte della Chiesa?
Perché mortificare la scelta di chi consacra la propria vita alla preghiera nel nascondimento?
Dietro s’intravvede un’idea di spiritualità tutta orizzontale, tutta giocata nel sociale, incapace di scorgere la bellezza e la grandezza di una relazione esclusiva con Dio.
Una situazione grave che in Claustrofobia. La …More
giandreoli
Condivido l'interrogativo dell'articolista e le possibili spiegazioni che ne da anche nel libro. Provo a esprimere un mio pensiero che so condiviso da un'amica, monaca di clausura, tra l'altro giovane, che non ama per nulla sentirsi definire "tradizionalista". La Chiesa soffre di claustrofobia perché ha emarginato la necessaria priorità della vita nella grazia santificante e dei mezzi necessari …More
Condivido l'interrogativo dell'articolista e le possibili spiegazioni che ne da anche nel libro. Provo a esprimere un mio pensiero che so condiviso da un'amica, monaca di clausura, tra l'altro giovane, che non ama per nulla sentirsi definire "tradizionalista". La Chiesa soffre di claustrofobia perché ha emarginato la necessaria priorità della vita nella grazia santificante e dei mezzi necessari per coltivarla, illudendosi invece di potersi rinnovare attraverso nuove interpretazioni teologiche, nuovi principi morali, nuova liturgia e catechesi, nuovi progetti pastorali. Da diversi anni, i Pastori e i Sacerdoti si dedicano sempre meno (ed educano sempre meno) alla solitudine e al silenzio essenziali alla preghiera, all'incontro vivo e reale con Cristo nei sacramenti, all'adorazione eucaristica. Ritengono prioritario l' "uscire dalla chiesa" (o il trasformarla in pizzeria...), il costruire ponti e dialoghi col mondo, promuovere l'inclusione, dedicarsi alla pastorale detta appunto "della strada". Ma ciò che non ha la sorgente in Cristo è semplice solidarietà umana, non la Sua Carità che trabocca da noi. Perdendo il contatto con la Sorgente, la Chiesa è divenuta come un fiume che si va inaridendo, una spiga che non attinge la sua Vita dal Seme, un tralcio che non riceve più la Linfa dalla Vite. Buona Pasqua.
alda luisa corsini
Grazie! Buona Pasqua anche a Lei.