Rivoluzione in convento: “Cambieremo come pregate”
di Luisella Scrosati Il programma del cardinale Braz de Aviz, presidente della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata: «Un certo modo di pregare, un modo di vestire devono cambiare». In …Altro
di Luisella Scrosati
Il programma del cardinale Braz de Aviz, presidente della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata: «Un certo modo di pregare, un modo di vestire devono cambiare». In fondo è tutto coerente: ogni rivoluzione deve fare l’uomo nuovo ed eliminare quelli che resistono.
“Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”: è la nota affermazione attribuita al marchese Massimo d’Azeglio. Non si sa se l’abbia effettivamente pronunciata, ma quel che è certo è che corrispondeva al suo pensiero. E – cosa ancora più preoccupante – era l’ideale programmatico dei risorgimentali savoiardi. La nazione italiana esisteva da secoli, legata da una profonda identità, ma quell’italianità mal si adattava alle nuove necessità del neo-Stato. Dunque i nuovi italiani andavano fatti, anzitutto convincendoli che quelli prima di loro, mica erano italiani! Fu messo in piedi un enorme apparato di leggi, giusto per far capire che quello che era stato lecito prima, non lo era più, e che le antiche …Altro
Il programma del cardinale Braz de Aviz, presidente della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata: «Un certo modo di pregare, un modo di vestire devono cambiare». In fondo è tutto coerente: ogni rivoluzione deve fare l’uomo nuovo ed eliminare quelli che resistono.
“Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”: è la nota affermazione attribuita al marchese Massimo d’Azeglio. Non si sa se l’abbia effettivamente pronunciata, ma quel che è certo è che corrispondeva al suo pensiero. E – cosa ancora più preoccupante – era l’ideale programmatico dei risorgimentali savoiardi. La nazione italiana esisteva da secoli, legata da una profonda identità, ma quell’italianità mal si adattava alle nuove necessità del neo-Stato. Dunque i nuovi italiani andavano fatti, anzitutto convincendoli che quelli prima di loro, mica erano italiani! Fu messo in piedi un enorme apparato di leggi, giusto per far capire che quello che era stato lecito prima, non lo era più, e che le antiche …Altro
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Figli di Maria
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Caro Cardinale hai poco da ridere, cosa ti aspetti il paradiso nell'inferno? Convertiti prima che sia tardi! Preghiamo affinché questo avvenga.
Sancte Joseph
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giandreoli
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Chiedo venia se, mosso dalla gravità dell'argomento, ripropongo alcuni miei pensieri.
Ritengo che certe affermazioni del Cardinale João Braz de Aviz siano gravi, rese ancora più gravi perché dette dal Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Con rispetto, ma anche con chiarezza e libertà, mi permetto di ricordare che:
1 - sono i Fondatori …Altro
Chiedo venia se, mosso dalla gravità dell'argomento, ripropongo alcuni miei pensieri.
Ritengo che certe affermazioni del Cardinale João Braz de Aviz siano gravi, rese ancora più gravi perché dette dal Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Con rispetto, ma anche con chiarezza e libertà, mi permetto di ricordare che:
1 - sono i Fondatori stessi e le Comunità di Fondazione che, ispirati nientemeno che dallo Spirito Santo, hanno indicato quale sia la "Forma di Vita" nella quale il Carisma si incarna e quali siano gli aspetti essenziali al Carisma stesso. I Consacrati/e dunque: si ispirano ai loro Fondatori, non al Cardinale - vengono formati alla sequela di Cristo nel loro Istituto dai Fondatori, non da lui - devono rimanere fedeli al loro carisma e alla loro spiritualità, non alle sue opinioni - spetta a loro discernere quali aspetti possano essere mutati, sempre comunque allo scopo di risalire "alle radici del carisma stesso" e conservarne la fedeltà, non per adeguarsi alla modernità - devono quindi obbedienza ai Fondatori innanzitutto, non a lui.
2 - Tutti gli Ordini Monastici, Istituti e Congregazioni Religiose e Secolari hanno eseguito un lungo e approfondito rinnovamento della loro Regola adeguandosi alle indicazioni del Concilio Vaticano II e tutte hanno ricevuto la recente autenticazione della Chiesa. Nessun Sinodo locale ha un'autorità superiore al Concilio da poter cancellare o modificare la loro Riforma conciliare.
3 - Il Cardinale e la Congregazione stessa sono al servizio della Vita Consacrata. Sono chiamati a favorirla e ad autenticare o meno i Carismi e le Regole che lo Spirito Santo ha suscitato o suscita nella Chiesa, non a pretendere di sostituirsi allo Spirito Santo e ai Fondatori.
4 - Proponendo "una vita consacrata nuova, alternativa, profetica, intercongregazionale, interistituzionale" e obbligando i religiosi/e a "disimparare modelli, ricette, schemi e strutture prefissate", l'Instrumentum Laboris (n. 129) ignora i fondamenti biblici della consacrazione e priva i religiosi della loro identità carismatica, della spiritualità del loro Fondatore/ice, della loro storia ecclesiale e congregazionale. Se avvenisse così, in pratica, si affosserebbe la Vita Consacrata. Più o meno come ha fatto il "riformatore" Lutero.
5 - Proprio lei, Monsignore, dovrebbe sapere che gli Ordini religiosi nei quali l'apostolato spirituale è costitutivo del Carisma sono detti "clericali". In questi, a differenza di quelli "laicali", il sacerdozio non è in funzione della comunità religiosa ma occupa un posto specifico senza il quale l'esercizio del carisma stesso rimarrebbe inadempiuto.
6 - Quanto all'apertura al sacerdozio coniugato, il motivo della "carenza" di sacerdoti (motivo più numerico che ascetico, noti bene!...) è contraddetto dall'evidenza della maggiore disponibilità dei sacerdoti celibi rispetto agli eventuali coniugati (n. 129). E' il sacerdozio di quanti sono chiamati al celibato (e dei religiosi) che favorirà il ministero sacerdotale!
Mi fermo. Faccia il favore, la prego Monsignore, di portare in dono alla Chiesa amazzonica la Vita Monastica e Consacrata con le ricchezze ed i frutti, spirituali e sociali, che hanno saputo portare nell'intera storia della Chiesa. Diversamente, deruberà lei stesso la Chiesa amazzonica di una ricchezza alla quale ha diritto.
Ritengo che certe affermazioni del Cardinale João Braz de Aviz siano gravi, rese ancora più gravi perché dette dal Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Con rispetto, ma anche con chiarezza e libertà, mi permetto di ricordare che:
1 - sono i Fondatori stessi e le Comunità di Fondazione che, ispirati nientemeno che dallo Spirito Santo, hanno indicato quale sia la "Forma di Vita" nella quale il Carisma si incarna e quali siano gli aspetti essenziali al Carisma stesso. I Consacrati/e dunque: si ispirano ai loro Fondatori, non al Cardinale - vengono formati alla sequela di Cristo nel loro Istituto dai Fondatori, non da lui - devono rimanere fedeli al loro carisma e alla loro spiritualità, non alle sue opinioni - spetta a loro discernere quali aspetti possano essere mutati, sempre comunque allo scopo di risalire "alle radici del carisma stesso" e conservarne la fedeltà, non per adeguarsi alla modernità - devono quindi obbedienza ai Fondatori innanzitutto, non a lui.
2 - Tutti gli Ordini Monastici, Istituti e Congregazioni Religiose e Secolari hanno eseguito un lungo e approfondito rinnovamento della loro Regola adeguandosi alle indicazioni del Concilio Vaticano II e tutte hanno ricevuto la recente autenticazione della Chiesa. Nessun Sinodo locale ha un'autorità superiore al Concilio da poter cancellare o modificare la loro Riforma conciliare.
3 - Il Cardinale e la Congregazione stessa sono al servizio della Vita Consacrata. Sono chiamati a favorirla e ad autenticare o meno i Carismi e le Regole che lo Spirito Santo ha suscitato o suscita nella Chiesa, non a pretendere di sostituirsi allo Spirito Santo e ai Fondatori.
4 - Proponendo "una vita consacrata nuova, alternativa, profetica, intercongregazionale, interistituzionale" e obbligando i religiosi/e a "disimparare modelli, ricette, schemi e strutture prefissate", l'Instrumentum Laboris (n. 129) ignora i fondamenti biblici della consacrazione e priva i religiosi della loro identità carismatica, della spiritualità del loro Fondatore/ice, della loro storia ecclesiale e congregazionale. Se avvenisse così, in pratica, si affosserebbe la Vita Consacrata. Più o meno come ha fatto il "riformatore" Lutero.
5 - Proprio lei, Monsignore, dovrebbe sapere che gli Ordini religiosi nei quali l'apostolato spirituale è costitutivo del Carisma sono detti "clericali". In questi, a differenza di quelli "laicali", il sacerdozio non è in funzione della comunità religiosa ma occupa un posto specifico senza il quale l'esercizio del carisma stesso rimarrebbe inadempiuto.
6 - Quanto all'apertura al sacerdozio coniugato, il motivo della "carenza" di sacerdoti (motivo più numerico che ascetico, noti bene!...) è contraddetto dall'evidenza della maggiore disponibilità dei sacerdoti celibi rispetto agli eventuali coniugati (n. 129). E' il sacerdozio di quanti sono chiamati al celibato (e dei religiosi) che favorirà il ministero sacerdotale!
Mi fermo. Faccia il favore, la prego Monsignore, di portare in dono alla Chiesa amazzonica la Vita Monastica e Consacrata con le ricchezze ed i frutti, spirituali e sociali, che hanno saputo portare nell'intera storia della Chiesa. Diversamente, deruberà lei stesso la Chiesa amazzonica di una ricchezza alla quale ha diritto.