Quando siamo in peccato grave, le nostre buone azioni sono gradite a Dio?

Le opere buone, anche se compiute in stato di peccato grave, continuano ad essere buone e vanno compiute.
Certo, non possono meritare per la vita eterna.
Infatti la vita eterna è un bene di ordine soprannaturale. E, per meritarla, è necessario che le azioni che noi compiamo siano ad essa proporzionate.
In altri termini è necessario che le nostre azioni siano vivificate dalla vita soprannaturale della grazia.

La domanda che ci si pone allora è questa: se le azioni continuano ad essere buone e non sono meritorie soprannaturalmente, sono allora inutili?
La risposta è questa: non sono inutili, perché in qualche modo sono ancora gradite a Dio il quale le ricompensa, al dire dei dottori della Chiesa, non con beni soprannaturali (perché non vi sono proporzionate), ma con dei beni di ordine temporale, soprattutto se sono utili per la conversione.

La S. Scrittura ricorda che Raab, la prostituta, fu risparmiata al momento della presa di Gerico (Gs 6,22-25) perché aveva aiutato gli esploratori di Giosué (Gs 2,8-21) e che le levatrici egiziane, pur essendo pagane, furono ricompensate per la loro fedeltà alla legge di Dio (Es 1,15-19.21).
San Giovanni Crisostomo dice: “Chiunque domanda riceve; vale a dire, sia egli giusto o peccatore” (Sup. Mat. 18).
S. Girolamo, commentando Ezechiele, ha scritto: “Sappiamo che se i pagani fanno un pò di bene, la giustizia di Dio non li lascia senza ricompensa” (Commentario 4, 24).

S. Caterina da Siena, dopo aver ribadito che “nessuna utilità nell’ordine della grazia possiamo fare né a noi, né agli altri, senza la carità” (Lettera 7) e che “senza la carità, nessun bene o atto di virtù vale per la vita eterna” (Lettera 85), soggiunge: “tuttavia nessun bene si deve tralasciare, perché ogni bene è rimunerato e ogni colpa punita. Il bene, senza la carità, non vale per la vita eterna, ma vale per molte altre cose, ricevendo grazia da Dio. Poiché Dio non vuole che quel bene passi senza rimunerazione, lo rimunera alcune volte concedendogli il tempo per convertirsi, talvolta ponendo il peccatore nel cuore dei servi di Dio esortandoli a pregare per lui... Oppure lo rimunera in cose temporali, quando il peccatore non si dispone, per sua colpa, a ricevere le grazie spirituali” (ib.).

ISTRUZIONE CATTOLICA

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Paradiso.
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