02:20
gioiafelice
4,6K
«Se arrestate loro, arrestate anche me», don Tonino Bello accanto ai lavoratori delle Afp. Antonio D'Angelico e Nicola Magrone ricordano quella giornata di 35 anni fa, l'occupazione dei binari e …Altro
«Se arrestate loro, arrestate anche me», don Tonino Bello accanto ai lavoratori delle Afp.

Antonio D'Angelico e Nicola Magrone ricordano quella giornata di 35 anni fa, l'occupazione dei binari e l'intervento del vescovo

«Se arrestate loro, allora arrestate anche me». Furono queste le parole, pacate ma decise, proferite da don Tonino Bello davanti al pubblico ministero Nicola Magrone in una stanzetta della caserma dei carabinieri di Giovinazzo. Era il 15 febbraio del 1983 e il vescovo, che da pochi mesi si era insediato nella diocesi di Molfetta, era intervenuto a seguito della protesta dei lavoratori delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi, che avevano occupato i binari della linea ferroviaria Bari-Foggia.

L'azienda, che versava in una profonda crisi, non riusciva più a garantire il pagamento dei salari, rendendo drammatica la situazione per molte famiglie giovinazzesi. I lavoratori avevano quindi deciso di manifestare la propria disperazione bloccando la circolazione ferroviaria, dimostrandosi decisi a non recedere dai propri propositi nemmeno di fronte all'intervento delle forze dell'ordine. Quando i reparti in tenuta antisommossa tentarono di forzare il blocco ne scaturì una sassaiola che si concluse con alcuni feriti da entrambe le parti.

In quei terribili frangenti intervenne don Tonino, prendendo le difese dei lavoratori tanto da assumersi personalmente anche tutte le conseguenze delle loro azioni. In realtà fece anche di più, mettendo a disposizione delle famiglie, alcune delle quali si erano indebitate, la somma di 11 milioni prelevate da un fondo diocesano.

Fu quello un gesto di amore e di coraggio, probabilmente il primo alla guida della diocesi, che indicava la strada che il suo episcopato avrebbe percorso, sempre accanto agli ultimi e agli indifesi.

«Don Tonino non fu solo autore di un gesto di umanità e di solidarietà ma soprattutto fu capace tradurlo concretamente. Mi sembrò subito una persona di pace ribelle», ricorda Nicola Magrone che con don Tonino ha poi avuto una frequentazione personale.

Proprio l'ex magistrato, oggi Sindaco di Modugno, e Antonio D'Angelico, che quella mattina di 35 anni fa si trovava sui binari insieme a tanti altri lavoratori, hanno sfogliato il libro dei ricordi per raccontare cosa successe quella giorno e quanto don Tonino incise in quella vicenda. Una lezione che mai come oggi è necessario tenere nella mente e nel cuore.

Si ringrazia per la concessione del materiale di archivio Giuseppe Dagostino e Giuseppe de Pinto.