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TeleMaria 046 - SANTA CASA: La storia delle Miracolose Traslazioni della Santa Casa documentata dal Prof. GIORGIO NICOLINI.

Nella Solennità della Divina Misericordia, domenica 8 aprile 2018, a conclusione del Convegno Nazionale dell'Associazione "Difendere la Vita con Maria", guidato a Loreto dal Presidente Don Maurizio Gagliardini, il Prof. GIORGIO NICOLINI ha esposto, spiegato e documentato la verità storica delle Miracolose Traslazioni della Santa Casa di Nazareth sino a Loreto.
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ALCUNE “PROVE” STORICHE, ARCHEOLOGICHE E SCIENTIFICHE COMPROVANTI “LA VERITA’” DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

(articolo del Prof. GIORGIO NICOLINI)

Per “il miracolo” della traslazione della Santa Casa di Nazareth “in vari luoghi”, e infine a Loreto - per opera degli angeli del Cielo - , si potrebbe “quasi” dire la stessa cosa che già ebbe a dire San Simeone a Maria: “… è qui (…), segno di contraddizione” (Lc.2,34). Oggi molti dicono: “Smettete di parlare ancora della miracolosità della traslazione!...”. Ma ad essi si deve rispondere con le parole di Gesù nel Vangelo: “Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc.19,39-40). E sono proprio le pietre o, è meglio dire, “le Pareti di pietra” della Santa Casa di Loreto a “gridare”!... e gridano da oltre 700 anni!...

E’ incalcolabile il numero di scritti e di libri che sono stati composti ovunque nel mondo, in oltre 700 anni, sulla Santa Casa di Loreto: chi l’ha combattuta talvolta con virulenza (senza aver mai trovato alcun elemento vero per smentirla), chi l’ha difesa con ardore impareggiabile (a cominciare da tutti i Papi e tutti i Santi!...), documentandola in ogni modo. E’ estremamente significativo, in proposito, come non ci sia mai stato neppure uno, tra i Papi e i Santi che ne hanno trattato, che abbia qualche volta smentito, o anche solo messo in dubbio, “la verità” delle “miracolose traslazioni”. Ma tutti costoro sono passati, come ognuno di noi passerà. Ma la Santa Casa di Loreto è sempre lì: ed è essa stessa che “grida” con le sue “Sante Pareti di pietra” “la verità” riguardo alla sua autenticità, e al modo miracoloso con cui è arrivata a Loreto.

Tutti i detrattori e i falsificatori non sono mai riusciti ad abbatterla, mentre chiunque si accosta alle Sante Pareti della Santa Casa di Loreto e alla sua storia, con animo sgombro da pregiudizi e aperto alla verità, accoglie sempre con gioia e commozione tutti “i veri” studi storici, archeologici e scientifici che hanno sempre attestato concordemente “la verità” di quanto asserito dai “testimoni oculari” degli eventi accaduti oltre 700 anni fa e che è stato poi tramandato ininterrottamente dalla “tradizione” “orale” e “scritta”, presso tutti i popoli, e che è stata sempre “approvata” dalla Chiesa in un modo ininterrotto, da oltre sette secoli.
Riguardo agli studi archeologici e architettonici basti pensare all’insigne architetto, Federico Mannucci, incaricato dal Sommo Pontefice Benedetto XV di esaminare le fondamenta della Santa Casa, in occasione del rinnovo del pavimento, dopo l’incendio scoppiatovi nel 1921, che scrive e asserisce perentoriamente, nella sua “Relazione” del 1923, che “è assurdo solo pensare” che il sacello possa essere stato trasportato “con mezzi meccanici” (Federico Mannucci, “Annali della Santa Casa”, 1923, 9-11), e rivelò che “è sorprendente e straordinario il fatto che l’edificio della Santa Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo cedimento e senza una benché minima lesione sui muri” (Federico Mannucci, “Annali della Santa Casa”, 1932, 290).

L’architetto Mannucci dai suoi studi trasse, in sintesi, queste conclusioni:
1) i muri della Santa Casa di Loreto sono formati con pietre della Palestina, cementati con malta ivi usata;
2) è assurdo solo il pensare ad un trasporto meccanico;
3) la costruzione della Santa Casa nel luogo ove si trova si oppone a tutte le norme costruttive ed alle stesse leggi fisiche.

Quindi, si potrebbe dire, è già “un miracolo” il fatto stesso della attuale “sussistenza” delle Sante Pareti, che si reggono “contro” le stesse “leggi fisiche” e che nessuno “in modo umano” può aver edificato lì dove si trova.
Questo è il parere di un architetto, come anche di tanti altri che hanno esaminato nei secoli il sottosuolo della Santa Casa e la strada pubblica su cui “si è posata”.
Come anche l’architetto Giuseppe Sacconi, che dichiarò di aver constatato che “la Santa Casa sta, parte appoggiata sopra l’estremità di un’antica strada e parte sospesa sopra il fosso attiguo”. Disse inoltre che, senza entrare in questioni storiche o religiose, bisognava ammettere che la Santa Casa non può essere stata fabbricata, come è, nel posto ove si trova (“Annali Santa Casa”, anno 1925, n.1).
Bisogna anche chiederci: per quale motivo “straordinario” (e difatti era proprio per un motivo “straordinario”!…) il Comune di Recanati, nel cui territorio era “traslata” la Santa Casa, non la fece “abbattere” o “spostare” dalla strada, quando i recanatesi stessi nel 1289 (cioè, pochi anni prima dell’arrivo della Santa Casa: ed è un documento ancora esistente) avevano emanato disposizioni, secondo le quali qualunque costruzione avesse occupato strade pubbliche doveva essere immediatamente abbattuta? Nel caso della Santa Casa, al contrario, i recanatesi non solo “non la toccarono mai”, ma - lasciandola in mezzo alla strada (che veniva così interrotta) - edificarono anche subito delle mura di sostegno alla Santa Casa stessa, nel timore che crollasse, mura che poi – secondo le testimonianze dell’epoca - “si discostarono da sole”!… E tutt’oggi le pareti della Santa Casa sono senza appoggi laterali, senza fondamenta, e con una parte sospesa sul vuoto di un fosso!…
Come è perciò possibile pensare (come scrivono certi “studiosi” di oggi) che i recanatesi - contro ogni legge fisica ed architettonica - possano aver edificato tre pareti in mezzo ad una loro strada principale di collegamento, violando le loro stesse leggi comunali, utilizzando delle pietre sconosciute nella regione marchigiana (e poi certificato essere provenienti dalla Palestina), usando una calce palestinese di oltre un millennio prima (e da dove prelevata?...), senza fare alcun fondamento alle pareti stesse, lasciando aperta la parete frontale, e poi – solo dopo alcuni anni – abbiano deciso di circondare queste tre “pareti” di un grosso muro di sostegno di veri mattoni locali (e questo muro con le ovvie e necessarie fondamenta!): muro però inutile, perché rimasto “misteriosamente” collocato ad una certa distanza, e quindi di nessun sostegno alle tre “Sante Pareti”… Non è tutto questo una assurdità evidente se si vuole credere che tutto ciò possa essere stata una semplice opera umana e si vuole escludere l’intervento soprannaturale?...
Come sarà stato possibile, inoltre, effettuare un “trasporto umano” delle “Sante Pareti”, “vagante” in mezzo Mediterraneo per cinque anni?… Tale “trasporto” – si scrive – potrebbe essere stato effettuato da dei supposti “crociati”, che però non sono “mai nominati” in nessun luogo e in nessun tempo e in nessun documento e in nessun reperto archeologico. Inoltre, con quali “mezzi” di allora trasportare delle pareti di una casa per cinque anni in tanti luoghi diversi? Anche con i mezzi di oggi sarebbe possibile?… Come “posarla”, poi, “dall’alto” (!) in mezzo a fitte selve (come a Tersatto, ed anche la zona lauretana, come era anticamente). Ed anche: come fu possibile “estrarre” le tre “Sante Pareti” dalle chiese sovrastanti che le custodivano?
Non è inoltre possibile sostenere l’ipotesi dello “smontaggio” e “rimontaggio” delle “sante pietre”, perché “la malta” con cui sono murate è “scientificamente” accertato essere della Palestina, dei dintorni di Nazareth e inesistente nelle Marche e in Italia. Come hanno fatto i supposti “crociati”, o chi per loro, a smontare e rimontare continuamente le “pietre” per “ricostruire” le Sacre Mura in tanti luoghi diversi (almeno cinque), per più anni (tra il 1291 e il 1296), e utilizzando (“procuratasi” “come”, “dove” e “quando?…) una malta di origine palestinese di un’altra epoca (perché la Santa Casa fu costruita oltre 2000 anni fa!) e senza mai fare alcuna commistione con altre “malte locali”?…
E come avranno fatto a non alterare minimamente - nella ricostruzione - la perfetta geometria della Casa, perfettamente combaciante con le dimensioni delle fondamenta rimaste a Nazareth e con la grotta antistante rimastavi?… E come avranno fatto quegli ipotetici “crociati”, nella collocazione finale e definitiva, a “ricostruirla” - come pure viene scritto - in poche ore notturne (per non farsi “accorgere” dai recanatesi che l’avrebbero impedito!…), in mezzo ad una strada senza solida consistenza, senza fare fondamenta, e “riedificando” parte delle mura… sul vuoto di un fosso?!…
Tutto ciò – come sopra evidenziato dall’architetto Mannucci e da altri studiosi – sarebbe potuto avvenire solo andando contro le stesse leggi fisiche ed architettoniche, per cui, se la traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto non fosse avvenuta per “un vero miracolo” soprannaturale, sarebbe però necessario - per assurdo - dichiarare almeno che fu per “un vero miracolo” che degli uomini possano essere riusciti a tanto!...
Tutto quanto sopra esposto sommariamente - come si vede bene - è “un coacervo di assurdità” umanamente inspiegabili, ma “spiegabili” solo se si “accetta” la verità dell’evento soprannaturale.
Bisogna perciò rigettare fermamente una recente opinione, purtroppo molto diffusasi, secondo cui la Santa Casa sarebbe stata ricostruita dagli uomini con delle “sante pietre” prelevate dalla Casa di Nazareth di Maria. Invece, come sopra dimostrato, a Loreto ci sono state portate proprio “le pareti” (proprio le “tre pareti integre”!) della Santa Casa e non solo delle “…
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