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Totus Tuus | Serva di Dio Veronica Antal Martire della purezza. amica9tv 23 08 2017 Sulla scia del riconoscimento del martirio in difesa della purezza, operato dalla Chiesa per s. Maria Goretti (1890…Altro
Totus Tuus | Serva di Dio Veronica Antal Martire della purezza.

amica9tv 23 08 2017 Sulla scia del riconoscimento del martirio in difesa della purezza, operato dalla Chiesa per s. Maria Goretti (1890-1902), proclamata santa nel 1950, altre ragazze di quest’epoca moderna si sono venute a trovare nelle stesse condizioni di Maria Goretti e come lei hanno resistito alla cieca violenza di uomini, che incuranti della loro volontà contraria, volevano abusare di loro, facendole perdere la purezza che tanto difendevano.
“La morte ma non il peccato”, diceva un altro santo ragazzo Domenico Savio (1842-1857) e la morte preferirono queste ragazze, pur di non peccare, oggi sbrigativamente si sarebbe parlato di stupro e i giornali sono pieni di questi casi, ma la differenza consiste nel motivo principale, perdere la purezza equivaleva commettere un peccato, rinunciare con violenza ai principi morali a cui erano state educate, preoccupazione anche per l’anima del violentatore che peccava, qualunque fosse il motivo che lo spingeva a tale condannabile gesto.
E così abbiamo avuto le Beate Teresa Bracco (1924-1944), Pierina Morosini (1931-1957), Carolina Kozka polacca (1898-1914), la Serva di Dio Concetta Lombardo (1924-1948) e la Serva di Dio Veronica Antal romena, oggetto di questa scheda.
Veronica figlia di laboriosi lavoratori dei campi, nacque il 7 dicembre 1935 a Nisiporesti (Botesti, Romania) e battezzata il giorno dopo, solennità dell’Immacolata Concezione, nella parrocchia di Halaucesti.
A causa dei lavori dei campi che impegnavano tutto il giorno i genitori, Veronica Antal era affidata alle cure della nonna Serafina, la quale sin dai primi anni educò la piccola nipote ad avere una grande fede in Cristo e nella Chiesa.
Frequentò le scuole elementari del suo paese Nisiporesti e quando fu abbastanza grande prese ad aiutare i genitori nel lavoro dei campi.
Verso i 16-17 anni avvertì più forte la vocazione religiosa, ma non poté realizzare il suo desiderio in quanto in Romania il regime ateo comunista, aveva soppresso tutti i conventi del Paese; non restò allora che condurre una vita religiosa semiconsacrata nell’ambito della sua casa.
Veronica Antal aderì ai Francescani Secolari, professò privatamente un voto di castità, partecipava ogni giorno alla celebrazione della Messa e assiduamente all’adorazione eucaristica; giacché la chiesa era ad Halaucesti, Veronica percorreva a piedi ogni giorno, gli otto km di distanza dalla sua casa.
Come si vede una giovane vita normale, senza grilli per la testa, desiderosa solo di consacrarsi in futuro totalmente a Dio, nel frattempo accettava volentieri i sacrifici che le venivano imposti dalle condizioni familiari e da quelle ideologiche della rossa Romania.
E mentre come al solito, tornava a piedi dalla lontana chiesa di Halaucesti, il 24 agosto 1958 fu assalita da un giovane di nome Pavol Mocanu, siccome lei resisteva ai suoi tentativi di un rapporto sessuale, egli al colmo dell’ira la colpì con ben 42 pugnalate.
Quando la famiglia, allarmata per il suo ritardo, la ritrovò ormai morta in mezzo ad un campo, Veronica stringeva ancora fra le mani il rosario, che regolarmente recitava durante il suo lungo cammino.
La ventitreenne giovane, fu considerata subito dagli abitanti di Nisiporesti e Halaucesti come una martire della purezza e la sua morte è commemorata da ben 45 anni ogni 24 agosto; dalle parrocchie vicine si organizzarono pellegrinaggi e celebrazioni di Messe sul luogo dell’omicidio.
Pur essendo così vivo il ricordo di lei fra la popolazione della Moldavia cattolica, solo negli anni ’90 fu possibile iniziare i passi necessari per promuovere la Causa di Beatificazione, visto anche le grazie speciali e le prodigiose guarigioni che sono state ottenute per sua intercessione.
Promotore della Causa è l’Ordine Francescano; il 10 luglio 2003 la Congregazione Vaticana ha dato il nulla osta per l’inizio della causa, aperta poi il 25 novembre 2003 dal vescovo di Iasi (Romania) mons. Gherghel.

Autore: Antonio Borrelli
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