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La Consacrazione della nuova Cattedrale di Karaganda, dedicata alla Beata Vergine Maria di Fatima …

La Consacrazione della nuova Cattedrale di Karaganda,
dedicata alla Beata Vergine Maria di Fatima
Madre di Tutte le Nazioni

Karaganda, Agosto 2012


Contenuto:

Contenuto:3
OSSEVAZIONI D’ORDINE GENERALE4
La Chiesa Cattolica nel Kazakistan (le Statistiche)4
La Storia della Chiesa Cattolica nel Kazakistan5
La vecchia Cattedrale di Karaganda, dedicata a San Giuseppe7
La Nuova Cattedrale dedicata alla Beata Vergine Maria di Fatima –Madre di tutte le Nazioni7
Confessori della Fede9
Padre Vladislav BUKOVINSKY, Servo di Dio (1904 – 1974)9
Il Vescovo greco-cattolico Alessandro CHIRA (1897-1983)9
Padre Albinas Dumblyauskas (1925-1991): il primo Parroco della Chiesa di San Giuseppe a Karaganda10
Beato Padre Alexej Zaritzky (1912-1963)11
L’Arcivescovo Giovanni-Paolo Lenga, il primo vescovo cattolico del Kazakistan indipendente12
LETTERA PASTORALE DEI VESCOVI DI KAZAKISTAN13
in occasione della13
CONSACRAZIONE DELLA NUOVA CATTEDRALE DI KARAGANDA13
Fonti:18

OSSEVAZIONI D’ORDINE GENERALE

La Chiesa Cattolica (dal latino “Ecclesia Catholica”) è la Chiesa che fu fondata e che è La Chiesa Cattolica (dal latino “Ecclesia Catholica”) è la Chiesa che fu fondata e che è governata dal Cristo Gesù. La parola “cattolica” viene dal latino “catholica”, che traduce la parola greca “katholike”, significa “aperta (a tutti gli uomini)”, “perfetta in sé (metafisicamente)”, “universale (in questo mondo)” e “eterna (nell’aldilà)”. La fede cattolica è ciò che “semper, ubique et ab omnibus creditur” (“sempre, ovunque e da tutti creduta” da Pietro in poi, come dice San Vincenzo di Lerins).
In primo luogo la Chiesa si dice “cattolica” per il semplice motivo che possiede in sé, come dono ricevuto direttamente dal Cristo, assolutamente tutti i mezzi spirituali indispensabili alla salvezza eterna di ogni essere umano; ciò significa che la Chiesa Cattolica professa in modo autentico e completo la vera fede in Cristo Gesù tramandata da Pietro con gli Apostoli e amministra in maniera perfetta tutti i sacramenti salvifici istituiti direttamente dal Cristo, preservandoli intatti e tramandandoli immutati in virtù dell’ininterrotta successione apostolica che la ricollega con Pietro, e tramite la quale i suoi vescovi ordinano validamente per l’imposizione delle mani i sacerdoti destinati alla celebrazione della liturgia divina.
In secondo luogo la Chiesa costruita sulla fede di Pietro (cfr. Mt.16, 16-18) si chiama “cattolica”, perché il suo Divino Fondatore le ha comandato di diffondersi in tutte le nazioni del mondo intero (cfr. Mt.28,19-20), con lo scopo di “radunare insieme l’umanità intera …. sotto il Cristo, suo Capo, nell’unità dello Spirito Santo“ (LG 13).
Secondo le ultime statistiche del 2012, si contano oggi nel mondo circa un miliardo e centonovantasei milioni di Cattolici. Gesù Cristo governa la Sua Chiesa Cattolica tramite il Papa, il Suo Vicario visibile sulla terra e Successore di Pietro sulla Sede Vescovile di Roma, insieme con i Vescovi che stanno con lui, il Papa, in comunione canonica di fede e di carità.
La Chiesa Cattolica esisteva inizialmente nella comunità degli Apostoli in seno alla quale Gesù Cristo conferì all’Apostolo Pietro il ruolo particolare di fare sulla terra le sue veci come fondamento e pastore della Chiesa (cfr. Mt.16,16-18: Gio. 21,15-17), e di essere il garante visibile dell’unità tra i suoi fratelli nel sacerdozio (cfr. Lc.22,32). L’autorità e il ministero di Pietro si trasmettono ad ogni Papa che lo segue come Vescovo di Roma.
Il Magistero della Chiesa Cattolica si basa sulla Rivelazione Divina che si esprime tramite la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa, ed esso consiste in quelle verità che Dio stesso ha rivelato agli uomini come verità indispensabili per la loro salvezza eterna. La Tradizione interpreta ed esplicita per ogni generazione ciò che disse e fece Gesù Cristo su questa terra, e che Egli dopo la Sua risurrezione comandò ai suoi discepoli, cioè alla Chiesa, di annunciare fino ai confini della terra e della storia, perché la Sua salvezza potesse raggiungere tutti gli uomini di ogni nazione nel mondo intero (cfr. 1 Tim. 2,4).

La Chiesa Cattolica nel Kazakistan (le Statistiche)
Al momento attuale, la Chiesa Cattolica nel Kazakistan costituisce una unica Provincia Ecclesiastica che consiste in una Arcidiocesi o “Metropoli”, dedicata alla Beata Vergine Maria, che si trova nella capitale, Astana, in due, una a Karaganda e un’ altra a Almaty, dedicata alla Santissima Trinità, e in un’Amministrazione Apostolica a Atyrau.
L’Arcivescovo Tommaso Peta è responsabile per l’Arcidiocesi di Astana, il Vescovo Janusz Kaleta per la Diocesi di Karaganda come pure per l’Amministrazione Apostolica di Atyrau, mentre il Vescovo Josè Luis Mumbiella Sierra è incaricato della Diocesi di Almaty.
Religiosi e Religiose, membri di quindici Ordini e Congregazioni maschili e di ventiquattro femminili assicurano l’assistenza pastorale nelle parrocchie in tutto il paese.

La Storia della Chiesa Cattolica nel Kazakistan
Esistono delle prove inconfondibili per dimostrare che la Chiesa Cattolica era già presente sul territorio che chiamiamo oggi il Kazakistan fin dal XIII secolo. Nell’anno 1253, per esempio, San Luigi, Re di Francia, inviò Guglielmo de Rubrouck con i suoi compagni con una spedizione missionaria a traverso il Kazakistan fino al Principe Mongolo, il quale fu ritenuto cristiano e che regnava sulla steppa della Russia meridionale. I missionari misero ben due anni per compiere il viaggio di sedici mila chilometri da Costantinopoli a Karakoruma, la capitale mongola. Viaggiando soprattutto a cavallo, ma spesso anche a piedi, penetravano fino al cuore dell’Asia Centrale, dove finalmente incontrarono il Gran Khan Munke in persona.
Il 1 giugno 1253, questo piccolo gruppo composto da soltanto cinque persone, (cioè dallo stesso Guglielmo de Rubrouck, un Francescano fiammingo, da Fra Bartolomeo Cremon, un suo Confratello Francescano, dal chierico Gosset, da un interprete che chiamavano “Homo Dei”, e da Nicola, uno schiavo comperato a Costantinopoli) partì da Sodaya, un piccolo paese della Crimea che oggi si chiama Sudak. Lungo la strada, due uomini si unirono a loro per guidare i vagoni e occuparsi dei buoi e dei cavalli. Questi “legati” ebbero a loro disposizione quattro vagoni coperti, che avevano comprato per conto loro, oltre ai due vagoni aperti che i governanti di Sodaya avevano loro regalato (cfr. Guglielmo de Rubrouck, “Viaggio all’Impero Mongolo”, Paris 1997, pag. 19). Guglielmo ed i suoi compagni andavano avanti a costo di enorme difficoltà passando dal territorio di una orda al territorio della orda seguente. Questi “legati”, sprovvisti di qualsiasi documento di riconoscimento ufficiale e che si presentavano semplicemente come dei “Servi di Dio”, furono visti dai Mongoli come delle creature strane.
Nel 1278, il Papa Nicola III affidò l’intera missione nell’attuale territorio dell’Asia Centrale al Francescano, Fra Gerardo di Prato. Una volta stabiliti nel paese di Desht-i-Kypciak, che storicamente abbracciava l’attuale territorio del Kazakistan meno la zona del Semirecia, i Padri Francescani ricevettero dal Re di Ulussa Giuci, il Khan Mengu-Timura, successore di Berke, larghissimi privilegi che furono confermati in seguito dai Khan Tokhta e Uzbek-Khan: Questi privilegi li esoneravano dal servizio militare, dalle corvè dei trasporti, come pure dal pagamento di qualsiasi imposta.
Verso la metà degli anni trenta del XIV sec., in una delle capitali di Ulussa in Ciagai, nella città di Almalyk, i Frati costruirono un piccolo convento francescano e una cattedrale cattolica vescovile. (una tradizione orale racconta che oggi le rovine di Almalyk si troverebbero forse in terra cinese a circa 300 chilometri all’est della città di Almaty).
A quell’epoca, il Papa Giovanni XXII mandò al Khan di Ciagatai una lettera, intitolata: “Laeti rumores”, in cui ringraziava il Khan per la sua benevolenza verso i cristiani che abitavano nel suo regno. In una seconda lettera, intitolata “Laetanter de vobis”, mandata lo stesso giorno, il Papa accenna al vescovo Francescano, Riccardo di Burgundia, presentandolo come “l’uomo eccellente e compito”, che avrebbe appena nominato Vescovo della città di Almalyk, dove “una chiesa abbastanza bella è stata eretta alla gloria del Nome di Dio”. Intorno all’anno 1340 esplosero le prime persecuzioni contro i cristiani, nel corso delle quali il Vescovo Riccardo di Burgundia con i suoi sei Confratelli Francescani, insieme con un mercante genovese, furono condannati a morte e trucidati perché non vollero rinnegare Gesù Cristo. Durante i secoli seguenti non si registrano più sul territorio del Kazakistan segni di attività cristiana.
La storia della Chiesa Cattolica nel Kazakistan si riprende tra la metà del XIX sec. e gli inizi del XX sec., all’epoca dell’Impero Russo. I primi Cattolici arrivarono in parte come soldati nell’esercito del Czar, i quali facevano il loro servizio militare nel territorio dell’odierno Kazakistan, e in parte come esiliati, deportati, prigionieri di guerra, oppure come coloni volontari e rifugiati.
Si cominciò a costruire le prime chiese Cattoliche nel Kazakistan all’inizio del XX secolo, come ne rende testimonianza la chiesa consacrata al Sacro Cuore di Gesù, la quale si conserva intatta fino ad oggi nell’odierna città di Pietropavlovsk.
All’epoca della Prima Guerra Mondiale affluirono nel Kazakistan moltissimi rifugiati e prigionieri di guerra. In alcune parrocchie locali i Cattolici erano abbastanza numerosi. Per esempio, la parrocchia cattolica della città di Pietropavlovsk contava nel 1917 circa 5.000 fedeli che erano per lo più di origine polacca, tedesca e lituana. La parrocchia di Kustanai vantava numerose cappelle, dove più di 6.000 cattolici si radunavano regolarmente per pregare. Nella colonia tedesca di Marienburg (Peremenovka) nel Kazakistan orientale si contava fino a 4.000 Cattolici. Nel Sud del Kazakistan si aprirono delle cappelle nelle città di Vernyi (Almaty), …