Gocce di Luce, gennaio 2014

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“Quando la Chiesa si farà Santa? Quando promulgherà, diffonderà ed attuerà l’adorazione perpetua in tutte le chiese, notte e giorno”

03 01 14 “Immergetevi più che potete nel mio Sangue Santo: più ve ne addentrate e lo recepite, tanto più voi abbreviate il tempo dell’unità col Padre”

“Mia piccola Maria, immergo nel mio divin Sangue queste intenzioni e tutte queste creature. Stasera nel vangelo si contempla il Battista che vede su di Me volteggiare la divina Colomba e mi riconosce, indicandomi: “Questi è l’Agnello di Dio che lava i peccati del mondo!”. Sono l’Agnello innocente, mansueto, indifeso: Io stesso reclino il capo alla mia trafittura e non faccio resistenza perché so che il mio Sangue è Sangue di Riconciliazione. Il mio divin Sangue lava la putredine del peccato: vi libera, sciogliendo le catene del male, s’infonde in voi, donandovi il cambiamento del cuore, volgendolo al bene: lava, libera, converte in un processo che evolve durante il cammino della vostra esistenza. Passo dopo passo, la mia azione vi trasforma, vi redime, vi cambia in Me e, se non bastasse questa vita terrena, il percorso prosegue in Purgatorio ove opero sino a quando l’anima si fa monda, pura, e pronta per congiungersi ed assimilarsi alla natura eterna di Dio. Per quanto fosse solo una minima particella nell’infinito suo, è particella ormai degna poiché fattasi simile a Lui.
Immergetevi più che potete nel mio Sangue Santo: più ve ne addentrate e lo recepite, tanto più voi abbreviate il tempo dell’unità col Padre, al suo congiungimento; più ne vivete, maggiormente ne accelerate la fusione, ne abbreviate la pena dell’attesa, ne avvicinate l’abbraccio alla sua gioia. Io travaso il mio divin Sangue che, dalla Croce alla Mensa Eucaristica, continua in abbondanza ad offrirsi, si fa da Essa sorgente limpidissima nella vastità di oceani che abbevera e disseta alla santità. Chi ad esso ricorre e se inebria, fosse pure un lupo feroce, il mio Sangue lo amalgama a Sé e lo trasforma in una pecorella e, da pecorella, ne fa un agnellino che, nel suo stato di purezza, di mitezza e bontà, diviene anche esso sangue redentivo di salvezza. Ti benedico”

05 01 14 “Non ti sgomentino le parole del Santo Padre: egli parla in prospettiva della misericordia e della carità, ma…”

“Mia piccola Maria, non ti sgomentino le parole del Santo Padre: egli parla in prospettiva della misericordia e della carità, ma porrà ordine, negli scritti, al valore delle sue parole. Stasera, nella santa Parola, vi viene detto: “Abbiamo seguito la stella e siamo venuti per adorarlo”. Così annunciano i Magi, che seguono i segni del cielo che preannunciano la mia Nascita che è Nascita al mondo. Il cielo parla, dà segno al grande Evento, alla sua luce, nella fede che in essa Dio dà manifestazione: i Magi si fanno perseveranti alla mia ricerca finché mi trovano nella Capanna di Betlem ove si prostrano adoranti. Ecco, il Sovrano eterno, dopo aver dato visibilità allo stupore della creazione, dona agli uomini la magnificenza del suo massimo: in Me, suo Figlio, Cristo Signore, nelle fattezze di un pargolo povero, umile, indifeso, nel quale manifesta Sé stesso. Egli mi offre per la salvezza di tutti gli uomini, nessuno escluso, sin dagli antichi Progenitori: dalle sue origini create ai miei contemporanei e a quelli dell’ultimo giorno sulla terra; e anche per coloro che sono di altre religioni, ma che mi accoglieranno.
I Magi adoranti portano i loro doni, che di Me danno significazione, attestano, dichiarano nell’oro la mia regalità: sono il Re dei re; la mia divinità nell’incenso: il suo profumo è segno dell’essenza della mia santità; la mia Redenzione nella mirra, elemento che rivela il mio Sacrificio di oblazione, la sofferenza altissima che darà liberazione per tutte le creature.
Qual’ è la vostra stella che vi conduce a Me, figli miei? E’ la vostra fede che nasce e si alimenta nell’ascolto della Parola di Dio e alla sua assimilazione. Essa è Luce interiore che vi guida alla Mensa celeste dell’Eucaristia ove Io ogni volta nasco divino Bambino, e a voi mi faccio dono. Nel venire a Me voi mi portate l’offerta della vostra adorazione che è attestazione, dichiarazione alla mia Divinità. Il suo frutto, il suo possesso è la regalità della carità nel quale, prestando voi servizio, si fa oro a Me offerto: Io mi ritrovo piccolo tra gli ultimi, i poveri, gli umili, gli indifesi, tra i derelitti della terra, alla quale il mondo oscura, ed Io in essi do’ luce. Offritemi l’incenso della vostra preghiera nel quale ancora mi dono e santifico, nell’offerta della mirra della vostra sofferenza e nel sevizio alla sofferenza altrui: nei malati, nei moribondi, nei tribolati, che si fa redentrice, purificatrice e salvezza per molti. Se vivrete tutto ciò, la vostra fede accresce, si amplia, si dilata, và oltre la vostra interiorità: si fa stella che squarcia le tenebre del mondo e diviene guida che illumina i molti viandanti pellegrini che si sono dispersi alla sua notte; alla sua visibilità per potermi ritrovare, pur essi, qui alla capanna di Betlem, al dolce incontro nella gioia di Me, divino Infante. Ti benedico”.

09 01 14 “Quando la Chiesa si farà Santa? Quando promulgherà, diffonderà ed attuerà l’adorazione perpetua in tutte le chiese, notte e giorno”

“Mia piccola Maria, non turbarti ancora per le parole del Santo Padre; Io torno a confermarti che egli è figlio delle mie viscere; porta in sé la mia pietà, la mia compassione, la mia misericordia. Preso dall’impeto della carità a volte non bada alla finezza dell’intera conseguenza delle sue parole, porterà poi nello scritto la chiarezza della trasparenza dell’intero concetto nell’aderenza al mio pensiero. Stasera nella santa Parola vi viene detto: “Dio è Amore!”. Egli vive e sussiste nell’amore: la sua natura, la sua sostanza, è Amore che brucia perpetuamente nel suo fuoco per dare amore. Cosa fa Iddio? Ama! Continuamente ama e, in funzione dell’amore, opera: ha creato e crea per amore, ha redento e redime per amore; ha santificato e santifica per amore; offre la croce e la via della sua purificazione per amore: vi aiuta e vi conduce per la via del Cielo, ed offre il suo Regno per amore.
E dov’è il segno massimo che è il gioiello, il tesoro della sintesi di questo amore? E’ l’Eucaristia: il Padre Celeste si preoccupa dell’uomo non solo nella sua sussistenza fisica, dando la provvidenza nel pane che sfama il corpo, ma si preoccupa di dare il Pane Celeste che sfama dal digiuno dello spirito, offrendogli Me stesso: la mia Carne, nella quale palpita la sua Santità d’amore. Come riconoscere, assimilare, vivere questo amore? Tanto più si ama, si partecipa, si adora, ci si effonde, si vive dell’Eucaristia, tanto più ci si innesta in Essa, si glorifica il Padre e se ne dà fattura, opera concreta nei fratelli.
Ecco, nel vangelo guardo la gente nell’avermi seguito in luoghi desolati e lontano dall’abitato, ed Io ne ho grande compassione. Li vedo smarriti come pecore che vagano dispere senza la guida di un pastore, e mi offro loro per essere questa Guida, nutrendoli ed indicando la via nei miei Insegnamenti. Mi do’ carico pure della loro fame che, in luoghi sì lontani, non possono appagare e, nel mio potere, alla benedizione di pochi pani e pesci, do’ volume, moltiplico, per far sì che possano sfamare a sazietà tanta gente, richiamando i miei Apostoli perché siano essi stessi ad offrire “date loro voi stessi da mangiare”: prefiguro, mediante questo miracolo, quello prossimo della mia Eucaristia. La presenza della mia Persona, la benedizione nella mia Potenza e grazia e il cibo naturale, sono segno del futuro Pane divino: il mio Corpo da mangiare, che nutrirà moltitudini di figli per il Cielo.
Quando i miei sacerdoti daranno loro stessi da mangiare? Quando libereranno i fedeli dal nemico, dalle fami del mondo che li uccidono? Quando daranno salvezza colmando a sazietà il loro spirito? Quando il sacerdote amerà, vivrà, parteciperà, diffonderà l’adorazione al Santissimo Sacramento: quando l’Eucaristia non sarà solo un momento di transizione obbligatorio, ogni giorno, al loro ministero, ma la comunione con l’intimità d’amore con una Persona, Me, loro Maestro e Signore. Quando i sacerdoti vivranno d’intimità, ore di contemplazione al tabernacolo: parteciperanno con il cuore, da innamorati, il loro effluvio d’amore che da Me ricevono; allora esso si diffonderà ai fedeli e, come la calamita, li attrarranno per essere anch’essi appagati, pieni di questa mia Comunione, che solo li può colmare interamente.
L’Eucaristia è il segreto della santità del Sacerdozio. Il sacerdote è Eucaristia incarnata, è Pane santo che sfama il popolo all’amore di Dio. Quando la Chiesa si farà Santa? Quando promulgherà, diffonderà ed attuerà l’adorazione perpetua in tutte le chiese, notte e giorno: Cristo esposto nell’Ostia santa, senza veli, né nascosto, ma al centro, svelato e radioso, fulcro della Chiesa, dato che ne è il Signore, e a Dio dà il culto e l’adorazione primaria, e non dato al culto reverenziale di ciò che fa l’uomo. Con il trionfo eucaristico scompariranno le divisioni esterne del mondo e quelle interne della Chiesa, dato che il popolo sarà unito intorno all’unico vero Maestro e Podestà che li nutre di Sé, riportandolo all’Unità dell’Amore del medesimo Santissimo Padre. Ti benedico”.

10 01 14 “Nel mio incontro e alla fusione con Me, Io in voi rivivo, e siete effusi del Santo Spirito; il Padre Santissimo, guardandovi, dirà: ”Ecco, sei l’amato…”

“Mia piccola Maria, Io sono presente a te più che tu a te stessa. Stasera la Chiesa celebra il tempo del mio Battesimo. Io mi misi in viaggio per raggiungere il Battista e ricevere il suo battesimo di purificazione; ma egli, alla mia vista, rimase pieno di stupore, dato che conosceva la natura della mia Persona e che non necessitavo di un Battesimo perché senza peccato: sono “l’Innocente”! Non abbisognavo di nessun lavaggio nella penitenza per lavarmi dalle colpe ed accreditarmi di nuovo l’Alleanza al Padre, d’essere proprietà di appartenenza a Dio, poiché Io sono Dio; ma ugualmente volli riceverlo per essere non solo simile in tutto agli uomini ma per far sì che in Me Io lo santificassi e lo rendessi, da naturale, da purificazione nel pentimento, a Sacramento santo, innestandolo nella Redenzione e nell’ Irradiazione, attraverso di Me, dello Spirito Santo.
Il battesimo diviene, mediante la mia Persona, segno di quanto sia fondamentale e importante poiché vi toglie dall’antica colpa dei progenitori, e vi assimila dandovi il suo sigillo a figliolanza regale di un Dio. Il Padre Santissimo, attraverso il battesimo, vi regala un reame nella terra Santa della vostra anima che vi darà missione, opera da curare: vi dona tutte le proprietà, i talenti, le ricchezze, per poterla governare. Vi rende nobili cavalieri che si devono fare intrepidi nel percorrere tali terre e, rivestiti della sua armatura, del suo mantello di grazia, vi domanda di diffondere ovunque di questa santità per far sì che portiate il sigillo di regalità sulle terre da Dio create.
Il Battesimo è una casa donata dal Padre Celeste nella quale poter vivere. In essa c’è già tutto ciò che vi occorre, tutti i mezzi di cui usufruire: tocca a voi mantenerla adorna, pura, radiosa, casa nobile, e di poterla ulteriormente impreziosire di tesori. Come poterlo fare? L’ Onnipotente vi risponde nel mio Battesimo: “ Ecco l’Amato! Amatemi! In Lui mi sono compiaciuto”; trovate in Me la vostra compiacenza. “Ascoltatelo!”: nel mio ascolto farete vivere e santificare il vostro battesimo sicché l’Eterno poserà il suo Sguardo che si farà dolce e soave: rivedrà in voi suo Figlio. Nel mio incontro e alla fusione con Me, Io in voi rivivo, e siete effusi del Santo Spirito; il Padre Santissimo, guardandovi, dirà: ”Ecco, sei l’amato, in te ho trovato il mio compiacimento!”. Ti benedico”.

14 01 14 “Io comandavo che (il demonio) tacesse, che non fosse ascoltata la sua parola. E voi non andate ad indagare alla sua natura. Guardate solo a Dio!”

“Mia piccola Maria, prenda pace il tuo cuore! Tu devi portare avanti Gocce di luce, tramite le quali già vivi uno stato gravoso e di persecuzione: hai la croce della tua persona e della tua famiglia... Io vado per le strade della Galilea, per sinagoghe, vado per sanare malati e liberare gli ossessi; nel vangelo di stasera guarisco dalla febbre la suocera di Pietro, ma quanti sono quelli che bussano alla porta della mia Persona: malati di ogni genere e tormentati da spiriti maligni, e risano e libero al tocco della mia mano, allo sguardo della mia Misericordia.
I sacerdoti hanno il dovere, il compito di andare verso queste creature, di accoglierle in chiesa, ma anche di andare nelle case per portare avanti il ministero di guarigione: per sanare e liberare malati, posseduti, tormentati e disturbati dal nemico, i vessati, ecc… e per sanare dai molti mali che sono spesso sua origine. Ma quanti lo fanno? Sono così pochi gli esorcisti, e sottoposti alla pressione di un numero notevole di questi poveri figli che non trovano via di uscita alla loro liberazione. I sacerdoti, dinanzi a situazioni particolari, oscure e incomprensibili di cui la provenienza è del male, non devono andare alla ricerca della spiegazione di cosa le abbia provocate: curiosità in queste cose portano ad una maggiore insidia del nemico che porta a confondere e decadere in sua mano. Basta solo porsi all’opera di cura che la Chiesa offre negli stessi mezzi di sempre e che Io, il Signore, vi ho dato: preghiera, digiuno, esorcismi, Sante Messe e carità. Non c’è bisogno d’altro.
Io comandavo al demonio che tacesse, e volevo che non fosse ascoltata la sua parola. E voi non andate ad indagare alla sua natura. Guardate solo a Dio, e confidate solo in Lui. Come mai il demonio può insinuarsi e creare situazioni strane, attive, tormentate? Vi basta sapere che l’origine deriva sempre dal peccato, per lo più dal peccato personale che spesso è stato protratto per anni, per una vita; e si pretende poi un liberazione veloce. Invece è maggiormente un percorso lungo dato che il Signore vostro ne fa via di purificazione, di espiazione dal proprio peccato, ma pure dalle conseguenze che esso ha provocato negli altri. Se il male invece è stato fatto su di essi, ne sono vittime, si è innocenti, e lo si vive da agnelli offerenti: diviene redentivo, e il Padre Santissimo usa questa sofferenza innocente, pure se patita con il demonio, per la conversione di altre anime, sue prigioniere. Perché ci vuole tanto tempo? Perché non c’è aiuto; poca è la preghiera del soccorso altrui, mentre la Chiesa intera, la comunità del popolo cristiano, dovrebbe perennemente pregare, offrire, fare carità per il riscatto di questi figli e a sostegno dei sacerdoti che vi operano.
La liberazione di uno salva l’altro, l’orazione comune dà fortezza ad esercitare tale ministero, discioglie le catene e ne dà diffusione: è come un moto contagioso che dilaga per portare guarigione. E’ fondamentale ricordare che i sacerdoti non devono chiedere ai fedeli di porsi a combattere con il nemico, né esercitare gli esorcismi, o il dialogo diretto con lui, pur se in un intento o intervento di liberazione, dato che non ne hanno lo stato di Grazia e né il mandato diretto dall’autorità della Chiesa: verrebbero di conseguenza esposti alla sua ira e alla sua vendetta. Il popolo può operare nel sostegno di un’orazione che si fa comunitaria e unitiva all’Opera del sacerdozio. Ti benedico”.

16 01 14 “Ecco, vedo la terra pervasa, ricoperta della lebbra del peccato: ne è permeata e invasa in tutte le sue sfaccettature”

“Mia piccola Maria, sì che voglio purificare, mondare e guarire le creature! E’ mio desiderio, e il vangelo stasera lo pone in evidenza. Il lebbroso mi si pose dinanzi, in ginocchio, mi gridò accorato, mi implorò, con strazio indicibile, il suo dolore e la grazia di guarigione: “Signore, se vuoi puoi guarirmi!”. E Io, a sì supplica dolorosa, travasai di compassione per lui; e, per la mia compassione, lo risanai dicendogli: “Lo voglio!”. Stesi la mia mano e la lebbra venne cancellata: non c’era più lebbra sul suo corpo. Gli intimai però di recarsi al tempio per sottoporsi ai riti di purificazione prescritti dalla legge per adempiere al ringraziamento e alla fedeltà ai divini Comandi per far sì che alla purificazione ne seguisse la santificazione.
Ecco, vedo la terra pervasa, ricoperta della lebbra del peccato: ne è permeata e invasa in tutte le sue sfaccettature; non c’è realtà che non ne sia colpita. Gli uomini sono imputriditi dal male; la natura ne è corrotta e reagisce contro, la Chiesa ne è stata infettata: i diavoli pullulano su di essa poiché gli inferi ne sono stati svuotati e imperversano, infettando ovunque. Pare che ogni corruzione vinca e che non ci sia via di uscita, eppure Io ci sono: sono pronto e desidero dare purificazione, mondare tale lebbra e sanare l’intera umanità. Ma ove è questa umanità che grida a Me implorandomi il suo grido di essere sanata? Dov’è il suo strazio di dolore e il desiderio di purificazione…? Io stenderei la mia mano e, ad un volto ormai irriconoscibile nei suoi lineamenti umani fattesi maschera di piaghe ributtanti, rifarei nuove tutte le cose: tra le mie mani la creazione della nascita di una creatura, con il volto roseo e sano, dalla somiglianza e il tratto della bellezza celestiale. Richiedo però e voglio che le genti ritornino alla Chiesa, che tornino ad amarla come madre, ad esserne figli obbedienti, amorosi e fedeli che si pongono al suo servizio, e seguano i Dettami divini perché alla guarigione sia mantenuto lo stato di purificazione e sia via alla santificazione. Solo allora un grido si eleverà sulla terra per la sua liberazione: gli uomini si ritroveranno fratelli, la natura ad essi si riconcilierà, perdendo la sua ira, e i demoni cacciati agli inferi. Nella Chiesa allora regnerà la santità. Ti benedico”.

Gocce di luce - febbraio 2014 www.goccediluce.org/gocce2014_febbraio.php
“C’è una manovra, che è di ispirazione massonica, che ha per fine quello di distruggere i cardini che sostengono la stabilità del popolo che sono la fede, il matrimonio, la famiglia, la maternità”

08 02 14 “Vi fate sale nella sofferenza, nella prova offerta... Vi fate luce nella preghiera, nell’adorazione”

“Mia piccola Maria, qui ti attendevo. E’ stato un periodo di prova, ma se ora sei qui è perché viene superato; se sei qui non puoi che superarla. Mia piccola bambina, le tenebre del nemico si dileguano e ritorna la mia luce. Stasera nel vangelo Io chiedo ai cristiani di essere il mio sale e la mia luce; Il sale che dà sapore al loro cristianesimo nella mia Sapienza, luce che è testimonianza nella verità, dato che se il sale perde il suo gusto non sala, se la luce si è fatta spenta non illumina: diviene un cristianesimo senza senso e né fine, dissolto. Come poter avere questo sale e questa luce? La prima lettura stasera vi risponde: nella carità, nel dono, nel dare voi, offrendovi, salate voi stessi poiché il Padre Santissimo vi dà, per essa, benedizione e vi arricchisce della sua Sapienza.
Vi fate sale nella sofferenza, nella prova offerta, che si fa simile al sale gettato sulla ferita: brucia, dà dolore, ma disinfetta e la guarisce. Nell’essere sale voi riempite il vuoto dell’insulsaggine nel colmarlo della sostanza del bene. Vi fate luce nella preghiera, nell’adorazione nella quale, posti dinanzi all’infinità del mio chiarore, vi offro la mia Luce, e divenendone portatori: vi fate testimoni della Verità. Simile a chi in una casa oscura accende, illumina e, nella luce acquisita, ne rivela lo sporco che la occupa; mentre il demonio tende a nascondere, ricoprendola di tenebre; riconosciuta nel suo sudiciume, se ne viene disgustati e anche presi dal desiderio di ripulirla per renderla atta ad esser casa che mi può accogliere ed abitare. Nella sapienza del bene, nella testimonianza alla verità vi fate sale e luce; il vostro cristianesimo si fa vivo e fa vivere: dà vita! Ti benedico”.

13 02 14 “Non c’è età, non c’è tempo, per quanto uno sia stato anche santo, che non possa perdere la ragione al bene. Il demonio è sempre alle porte per la rovina dell’uomo”

“Mia piccola Maria, continua “Gocce di luce” per quello che puoi sino a quando certe situazioni non si sistemano. Spedisci a don Armando ciò che hai scritto nel passato: è sempre attuale; è mia parola. La Sacra Scrittura stasera vi presenta il grande Salomone, “il Sapiente”, che aveva goduto di ricchezze, di grazie e di straordinari doni da parte di Dio e che, nella tarda età, perdette il senno: si dette al culto degli dèi pagani, perdendo la via della verità nella fede all’unico Dio. Il peccato della sua idolatria divenne offesa e dolore al Cuore del Padre Santissimo sicché gli proferì che il suo potente regno sarebbe stato tolto alla sua discendenza, lasciandone una sola parte, per i meriti del suo servo Davide.
Figli miei, questo v’insegni che non c’è età, non c’è tempo, per quanto uno sia stato anche santo, che non possa perdere la ragione al bene. Il demonio è sempre alle porte per la rovina dell’uomo. L’umiltà e l’obbedienza vi mantengono fedeli alla Verità di Dio. Ricordate che il vostro peccato non riscattato ricade sulla vostra progenie, e che il figlio non è solo un connubio di elementi naturali trasmessi, ma egli porta con sé il bagaglio di una eredità spirituale di bene compiuto o di male, di benedizione o maledizione, di cui siete responsabili (*). Quanti bambini, quanti fanciulli sono, già all’albore della loro vita, tormentati, vessati, a volte posseduti dal maligno, e ne portano il segno, il retaggio dalla colpa degli adulti, spesso dei genitori che si sono dati all’occulto, che hanno operato con il nemico; e il male richiede il suo pagamento, il suo possesso che ricade sul sangue della vostra generazione di figliolanza. Queste creature, nella loro sofferenza innocente, espiano per l’intera famiglia. Se aiutati dai loro cari con preghiere, con Sante Messe, esorcismi, e se fattisi sostenere da una comunità, dato che la preghiera comune accellera, abbreviando il tempo della liberazione, il bimbo o il fanciullo si sanerà dal male, dalla zampata del leone; se invece viene lasciato a sé, non assistito da tale carità, crescendo, Iddio gli verrà incontro per illuminarlo perché faccia la sua scelta; e se opterà per il bene, se sceglierà di offrire la sua sofferenza a Me Cristo Signore, al mio Sangue, egli si farà dono d’amore che spezza le catene con il diavolo perché ne ottenga sanità per lui e per la nascita di una nuova discendenza nella benedizione e nella santità.
Guardate stasera il vangelo della cananea: ella grida a Me per la liberazione della sua creatura, posseduta dal maligno; grida con veemenza, è intrepida, tenace, perseverante, e non demorde dinanzi al mio silenzio, alla mia apparente indifferenza, si fa umile e grida per amore. La lascio implorare per saggiare la sua fede e perché fosse di esempio a voi. Come non poterla esaudire? La bambina fu liberata. Per chi ne soffre e ne è oppresso, per i vostri cari, fatevi simili alla cananea: abbiate fede, siate audaci, persistete, fatevi aiutare dall’orazione altrui: l’unione fa la forza! Se spesso dovete attendere è perché il Signore Dio vostro ne fa purificazione per altri, per l’intero contesto famigliare, o perché c’è bisogno di ulteriore lavaggio a tanto male compiuto, per farne una storia di santità; ma Iddio guarda, ascolta e, prima o poi, giunge la sua liberazione. Il tempo sulla terra, quando si è nel dolore, par essere senza fine, ma è solo un bagliore, una folata di vento dinanzi all’eternità. Ti benedico”.
(*) E’ da tener presente anche il vangelo San Giovanni 9, 1 - 17

16 02 14 “Vi voglio retti, limpidi, dato che solo nella trasparenza di tale onestà Io posso essere”
“Mia piccola Maria, tutto si compie, tutto si compie! Stasera il vangelo scandaglia la sua interiorità, va alla profondità della sua interiorità. Sono venuto non a cambiare la santa Legge ma a portarla perfezione affinché non rimaniate superficiali o grossolani, ma perché ne viviate la pienezza del suo senso; non siate come chi vede la propria immagine sbiadita e informe nelle acque e non comprende la sua completezza. Io mi faccio specchio per far sì che in Me voi vediate l’ interezza della vostra persona, che solo nella limpidezza, nella chiarezza, mi si fa più simile. Per questo, così come dico nel vangelo, è sempre valido il comando della legge “non uccidere”, ma uccidere l’altro non è soltanto nel corpo: lo si uccide ingiuriandolo, opprimendolo, umiliandolo. Lo si uccide dentro, spingendolo ed esponendolo a fatti più gravi.
E’ sempre valido il Comando della Legge “non rubare”, ma non è un furto solo rubare denaro o cose: è furto defraudare sulle paghe degli operai, non pagare ciò che è dovuto o dovete, usurpare il posto di un altro, infangare il suo onore, derubargli la stima, fare un cattivo servizio, un lavoro mal fatto e recepire ugualmente il pagamento, ecc… Ed è sempre valido il Comando “non commettere adulterio”, ma Io vi dico che lo si compie già nel desiderio coltivato nel proprio cuore, nell’impurità del proprio pensiero, nella malizia dei propri atti, ecc…
Vi voglio retti, limpidi, dato che solo nella trasparenza di tale onestà Io posso essere. Vi invito a contenervi nel vostro comportamento, non soltanto quando siete in mezzo agli uomini, ma anche quando siete soli con la vostra coscienza: Iddio vi guarda sempre. Non giurate per voi stessi o altro; tutto ciò che siete, e vi è intorno, non vi appartiene, e non ne avete podestà. Dite il vero e date solo la vostra parola: Il vostro parlare sia pulito e senza condanna, ma pure senza lungaggine del vuoto ove entra la coda del nemico: sia essenziale e volto al bene.
L’Eterno non obbliga le creature a vivere i Comandamenti: invita, esorta, lo desidera, per la vostra salvezza e per il bene comune; così come la Santa Parola in Geremia stasera. Davanti ad ognuno è presente la via della benedizione o della maledizione, la via della salvezza o quella della perdizione: a voi la scelta! Non abbiate però, giunti al vostro tempo compiuto, pretesa di nessuna giustificazione o difesa. La strada d’oro dei Comandamenti, irrorata dalle lacrime del Sangue mio, irradiata dalla luce dello Spirito, è Sapienza della nobiltà del divino che conduce alla gloria dei Cieli.
Questa Sapienza i grandi difficilmente la comprendono; chi sceglie la sapienza umana è sapienza della terra che tutto dissolve, paga subito in piaceri, diletti e potere, ma ha brevità di tempo e non rimane. La mia, figli miei, non vi risparmia la croce o la sofferenza, ma vi porta la serenità e la pace, e vi dona l’amore che è la ricchezza più grande, sia in questo mondo e poi nell’altro, ove godrete l’amore risorto perfetto dove, come dice san Paolo, vivrete “ciò che occhio o parola non può descrivere per l’estasi delle sue altezze, delle sue meraviglie celestiali. Ti benedico”.

19 02 14 “Si richiede una purezza della lingua, mentre invece c’è un oltraggiare continuo, una dissacrazione, nella critica e nell’accusa verso il fratello”
“Mia piccola Maria, stasera la santa Parola vi esorta “non cedete nell’ira!”: l’ira conduce a compiere ciò che non è giusto dinanzi al Signore. L’ira porta alla vendetta, a colpire l’altro, sino all’omicidio. E come non potervi cadere anche quando ne sentite ragione? Sempre la lettera di San Giacomo vi risponde: ”Siate non solo ascoltatori, ma praticanti della Parola di Dio”. Essa plasma, rende duttili, ammorbidisce, piega gli istinti dell’uomo, finalizzandoli al bene; e quando, pur ci fosse una caduta, se ne comprende subito l’errore e, nel pentimento, si riprende la via della dolcezza e della pazienza. Quanti cristiani, pur venendo alla Santa Messa, sembra che ascoltino, ma il loro ascolto si ferma all’udito e non scende al cuore: si trincerano nelle loro case, chiusi ai loro interessi: che fede è?...
La santa Parola richiama alla carità, a servire i poveri, gli orfani e le vedove. Si richiede una purezza della lingua, mentre invece c’è un oltraggiare continuo, una dissacrazione, nella critica e nell’accusa verso il fratello… e allora che valore hanno le loro devozioni? E’ un cristianesimo cieco, che non dà luce. Diversamente l’obbedienza ai divini Comandi è luce che dà pieno significato all’esistenza, è chiarore al percorso di vita, è giorno che illumina nel bene e rivela ogni ombra, e il male non può nascondersi; dà luce e scopre le sue manovre che portano al peccato, debella e fa guarire dall’ira, dalla maldicenza, dall’egoismo.
Come si può guarire dal male? Operando in tutto ciò che è buono. Il male al male è tenebra profonda: solo la mia luce la cancella: Io sono il Maestro che ve la offre. Nel vangelo mi portano un cieco da sanare, ed Io impongo la saliva della mia bocca sui suoi occhi, ridandogli di nuovo la vista: ciò che esce dalla mia bocca guarisce, non solo il mio tocco, ma la mia Parola che dà chiarore allo spirito; guarisce l’interiorità dell’uomo. Chi nega e rifiuta il mio Insegnamento, si allontana dai sacri Decreti: è simile ad un cieco che sbanda nell’oscurità senza avere più discernimento alla via da seguire, al suo senso: và alla ricerca dei piacere che offre la terra, come un disperato, in una corsa senza fine che non ha mai appagamento. La mia luce è il pieno giorno che dà forza e significato ad ogni cosa: ne rallegra l’animo, dà pace; ne riveste non solo la vista degli occhi, ma ne ricolma il cuore e le mani sicché, traboccanti, al suo passo, la travasino, spargendola a terra, al cui segno molti ne seguiranno la scia. Ti benedico”.
20 02 14 “Ove si volge il cuore umano, ove il desiderio degli uomini? La moltitudine si prostra ai potenti, ai ricchi, ai sani”
“Mia piccola Maria, stasera la santa Parola vi chiama a non fare favoritismi, a non discriminare a favore dei ricchi, dei potenti e dei sani, i poveri, i deboli, i malati, e ve ne descrive l’esempio: “Se in una vostra riunione entrasse un ricco rivestito del suo lusso e voi lo favorite dandogli i primi posti, elogiandolo, mentre se entrasse un povero in lacere vesti, umiliandolo, lo riponeste in un cantuccio, voi avrete discriminato, avrete peccato contro la carità.
E ove si volge il cuore umano, ove il desiderio degli uomini? La moltitudine si prostra ai potenti, ai ricchi, ai sani; ricerca pure la sola ombra di essi per usufruirne dei loro vantaggi e agi. Piegano anche la propria coscienza, la propria anima ai compromessi: servono il potente per lusingare sé stessi. Si prostrano riverenziali all’idolatria del mondo. Quanti sono quelli che si pongono al servizio dei poveri, dei deboli, dei malati? La minoranza, poiché debbono mettersi in gioco, impoverire le proprie persone per arricchire il fratello che è pur bisognoso, e ne costa sacrificio! Eppure è proprio nel povero, nel debole, nel malato che Io sono; ed è per mezzo di essi che ancora do’ redenzione al mondo e glorifico il Padre; e chi si pone al loro servizio serve Me stesso. Quanti favoritismi anche nella Chiesa, nelle parrocchie: si dà predilezione e si ricercano coloro che sono più capaci, che ne danno lustro, coloro che possono dare, e si discriminano e si pongono ai margini quelli meno efficienti, più bisognosi, i dimenticati, che fanno solo numero ed il contorno.
Chi sono Io per la gente?”, chiedo agli Apostoli, “chi sono Io per voi?...”. Sì, sono l’Altissimo Signore che regna nella magnificenza della beatitudine gloriosa, ma sulla terra sono venuto per comandare? per vivere in sontuosi palazzi alla ricerca del continuo star bene…? Sono venuto a servire, ad offrire la vita, a farmi uccidere per darvi risurrezione. San Pietro dichiara: “Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio!”. Se anche per voi sono il Cristo, affermatelo e testimoniatelo, non anelando e sospirando alle grandezze e alle vanità umane, ma accogliendo la propria sofferenza, la croce, e nel porvi a servire la vita. Iddio ve ne darà in gloria nel Regno: vi farà potenti nella sua potenza, ricchi nella sua ricchezza, sanità nella salute della sua perfezione. Ti benedico”.
22 02 14 “Il Padre dei Cieli è semplice; l’uomo, anche nella Chiesa, fa tutto complicato: incontri, riunioni, dibattiti e catechesi infinite, ecc… ma poi non amano!
“Mia piccola Maria, Io provo la tua sofferenza, Io provo il tuo cruccio, il tuo dilemma, e sono qui per condividerlo con te. Stasera il vangelo vi dice: “Amatevi l’uno con l’altro”, amatevi con l’amore mio. Se la Chiesa avesse vissuto, nella sua totalità, tale precetto nella testimonianza, che è un servizio fattivo nell’amore vivo, da tempo le religioni si sarebbero già volte a Me, e le popolazioni convertite alla vera fede; dando una testimonianza che è carità verso gli ultimi: i poveri, i malati, i bisognosi, coloro che sono nel dolore, sofferenti e indifesi, ecc…; invece è stata parziale e spesso contaminata dall’uomo che porta sé stesso, mentre nel mio amore si fa gratuità, disinteresse sincero: si dà per amor mio.
Quando questo potrà accadere? Quando la Chiesa si farà santa negli uomini che la partecipano, vi vivono e collaborano; santa si farà quando accoglierà in pienezza ciò che Io chiedo: solo allora si farà mia anima e potrà ricevere la mia Alleanza nella completezza della mia benedizione, il mio beneplacito, ecc…, quando accoglierà in concretezza la Parola di Dio che comunica, che darà ad essa purificazione, redenzione, conversione, cambiandola, trasformandola al mio bene: sostanza di ciò che sono; acquisendo questo stato vissuto potrà ricevere l’abbondanza, l’effluvio delle grazie del mio amore. Io vedo i cuori, e come le creature che vi sussistono ne cerchino continuamente gloria e onori per la propria persona, persino mediante le omelie, o le catechesi, per dare sfoggio della propria cultura e conoscenza; nei canti per dare risalto alla propria bravura, e si prosegue così in ogni ambito. Invece di porsi realmente all’ascolto e alla contemplazione di Dio, danno ascolto e seguono il frastuono e la scena, la teatralità degli uomini, ed Io volgo la sguardo altrove.
Come possono ricevere il mio amore? Lo potranno se la Chiesa si fa unitiva e fedele. Invece Io la vedo lacerata al suo interno, divisa, e rivale in molteplici cammini e gruppi, tra gelosie e competizioni, di cui ognuno si chiude all’altro, credendosi l’unico detentore di Dio e della sua Verità. Gruppi che finiscono per essere fini a sé stessi, in cui Iddio diviene il mezzo per mantenere il senso del loro stare insieme, ma non il fine, spesso idolatrandone i fondatori o coloro che li dirigono: danno onori e rilievo alle loro parole, sottoponendo spesso a secondaria la medesima Parola divina. A cosa servono tante braccia alzate, preghiere di espressioni e atteggiamenti di ogni genere se a suddette riunioni e a fiumi di parole il cuore rimane chiuso e le mani raccolte a sé? Quando la carità viene lasciata fuori al proprio dolore e ai propri problemi il fratello che piange nella sua solitudine, a chi abbisogna? Il Papa invita… Uscite da voi, dalle vostre stanze chiuse, dalle vostre sicurezze nei sacri muri e, dopo avermi adorato e chiesto a Me l’amore, la forza, andate: ponetevi in cammino con Me, vostro Signore, verso l’altro.
Il Padre dei Cieli è semplice; l’uomo, anche nella Chiesa, fa tutto complicato: incontri, riunioni, dibattiti e catechesi infinite, ecc… ma poi non amano. Io richiedo: Santa Parola, adorazione, e servizio! Verrà un tempo in cui la Chiesa sarà santa, unita e amorosa dato che vi sarò Io al centro di essa, esposto perpetuamente nell’Eucaristia in ogni parrocchia, Basilica, cattedrale, ecc… per ricordare ad ogni creatura che vi entra, che viene per Me, viene a porsi in unione a Me. Non ci saranno più Gruppi, Cammini, Movimenti, ma un unico popolo che prega insieme dinanzi a Me, vostro Maestro, per ricevere l’amore mio, quel Fuoco che arde, quel Cuore che palpita, quell’alito che vive e si diffonde verso le creature. Solo allora si farà testimonianza verace, fattiva, che è luce che riporterà la nazioni dell’umanità all’unico vero Dio. E’ l’amore che congiunge e dà valore e verità alla vostra fede. Ti benedico”.

23 02 14 “La Verità è immutabile e non soggetta a condizionamenti, ma la carità e la misericordia debbono entrare nel peccato per ricondurre alla Verità”

“Mia piccola Maria, non ti disarmi, non ti ferisca l’atteggiamento del sacerdote; molti di essi sono ligi ai precetti della verità, ma non entrano nella dimensione dell’interiorità dell’uomo: non si immergono, non partecipano nella storia dolorosa che ha provocato certi errori per poter sanare: Gesù è più misericordioso dei sacerdoti. La mia Misericordia supera quella dei preti; Io sono la Verità, ma entro nelle vicende della creatura: valuto, e sono alla conoscenza della sofferenza che hanno portato alle sue cadute. Nella mia compassione e partecipazione Io risano.
La Verità è immutabile e non soggetta a condizionamenti, ma la carità e la misericordia devono entrare nel peccato per ricondurre alla Verità. Quella carità e misericordia che chiedo stasera a voi in questo vangelo, che è una sferzata per i cristiani: “amate i vostri nemici!”… ad uno schiaffo dato porgete l’altra guancia, se ti si chiede di fare un miglio, fanne due, ecc… I più mi dicono: “Come è possibile, Signore?”… non è umano: come ci si può comportare così verso qualcuno che continua a distruggerti la vita? Figli miei, Iddio non chiede niente che non sia possibile all’uomo. Siete cristiani, appartenete a Cristo: guardate a Me! Io vivo in voi, Io vi dono la capacità e la forza per attuarlo. Io vi offro la carità e la misericordia per viverlo, Io vi infondo il mio amore che supera i limiti umani. Il Padre dei Cieli è comprensivo e pietoso e sa venirvi incontro: valuta secondo le situazioni più o meno gravose, guarda ed accoglie già il buon intento, lo sforzo, la buona volontà di agire per il bene e che al male non rispondiate con il male.
Se, dopo aver operato nella risposta con gesti caritatevoli, il malvagio non cambia, per tutelare voi e la vostra famiglia, dovete allontanarvi. Egli non vi condanna ma richiede però se avete pregato, offerto Sante Messe, e che nel cuore non ci sia l’odio ma la benedizione. Il buono della vostra anima, la benedizione che è in voi già cancella le ombre, dissipa tante cattiverie, annulla tanto potere malvagio. Il male è simile al nauseante puzzo di putredine che tutt’intorno vi invade, e voi siete la folata di vento, d’ossigeno puro, che lo disperde e lo discioglie. Solo nella carità e nella misericordia sconfiggete ciò che ne è contrario, e solo l’amore ne ha il potere.
E quando le situazioni persistono, sono dure, irreparabili, quando esse sono create dal diavolo e vi sussiste, come potete? Anime mie, voi fate ciò che vi è possibile, l’impossibile datelo a Me! Quanto più i lupi feroci digrignano i denti per lambire le vostre carni e non sapete cosa fare, chiamate Me, guardate Me: voi guardate Me e Io guardo loro; chiudo le loro fauci e molti li ammansisco, altri fuggiranno via impotenti. Voi da soli non potete, ma con Me voi riuscite, ed amate. Tanto più v’innalzate nell’amore di Dio, tanto più il potere del nemico evapora, si dissolve. Io combatto per voi il male, e vi dico: “ Ove sono i nemici…?”. Ti benedico”.

28 02 14 “C’è una manovra, che è di ispirazione massonica, che ha per fine quello di distruggere i cardini che sostengono la stabilità del popolo che sono la fede, il matrimonio, la famiglia, la maternità”
“Mia piccola Maria, dagli eventi non sembra, ma Io sto operando. Sto operando come ora che mi ricevi: il mio respiro e le mie mani si posano su di te per dare salute ai tuoi bronchi e al tuo cuore. Stasera nel vangelo i farisei mi domandano, per pormi in tranello: “E’ lecito per un marito ripudiare la propria moglie?”. Io ribadisco l’integrità, la sacralità, l’unitività del matrimonio per la vita. E come mai c’è divisione e rottura? “Per la durezza del vostro cuore”, poiché vi siete allontanati dal pensiero delle origini del Creatore che aveva dato a tale unione fra uomo e donna la sacralità della sua benedizione.
Come mai oggi questo sacramento è sconquassato, lacerato, dissacrato?… e guardatene le conseguenze! Il pensiero comune profuso dal nemico è che l’amore equivale al sentimento; terminato esso, non è più tale e, per la futilità di ogni minima difficoltà, per la pretesa di una illusoria libertà, il matrimonio è rinnegato. Come il demonio ha lavorato bene…! Il matrimonio è l’origine della famiglia: sono le sue radici. Recise esse, inizia la sua spaccatura con le sue ferite. La famiglia è sinonimo di concretezza, certezza, rifugio, stabilità, accoglienza, cura; eliminato il matrimonio, si deturpa la famiglia; distrutta la famiglia, vengono meno le basi, i cardini della società, così l’uomo rimane devastato e disorientato nella sua interiorità, perde i suoi punti di riferimento, rimane e vive la cultura di ciò che è provvisorio, illusorio, vano, dispersivo ed egoistico.
Questo processo di scardinamento da chi proviene, chi ne ha la responsabilità? La prima responsabilità è di origine sociale ai cui vertici c’è una manovra, una guida come il burattinaio che muove con i suoi fili, che è di ispirazione massonica, ed ha per fine quello di distruggere i cardini che sostengono la stabilità del popolo, che sono: la fede, il matrimonio, la famiglia, la maternità, ecc… creando un caos nel quale, con il disorientamento e la fragilità, potrà manovrare per dare un nuovo orientamento, il suo, con i suoi schemi e il suo potere. E’ una organizzazione di tipo piramideo, alle cui basi c’è solo la manovalanza; ne seguono in crescita logge, più o meno importanti e segrete, che si accrescono a secondo del potere acquisito con il suo male diffuso e perpetrato. All’apice c’è il grande burattinaio che non è solo un’entità spirituale ma è una persona che lo identifica e che è l’anticristo.
L’altra responsabilità è personale delle creature che non vivono l’alleanza con il Padre Santissimo, che è l’unica realtà che può contrapporsi ed è superiore per vincere tale potere massonico. Ahimé, le genti vanno dietro alle chimere del nemico come pecore senza meta, senza porsi in discussione nella ricerca del vero Pastore che le possa guidare, e combattere questo fumo nero che acceca. Lo potranno se ritorneranno a Dio che può dargliene il lume e la forza.
Non avendo più luce non danno più educazione spirituale alle nuove generazioni che sia di sostegno e dia significato all’educazione morale ed umana: figliolanza che cresce nel nulla, giovani intessuti di vuoto che sono alla balia dei venti opposti senza capirne la meta. E guardatene le conseguenze…! Non attendete questo aiuto da uno Stato che non dà soccorso, che non sostiene e non aiuta: tende solo a reprimere e a punire la famiglia, a sottrarre ad essa, creando perfino leggi che siano a favore di matrimoni alternativi contro natura e aborriti dalla Legge di Dio.
Tornate a Me! Comprenderete che, per vivere la felicità, l’unità delle nozze non è in un traguardo acquisito, ma è nella conquista di ogni giorno che passa negli stadi di un entusiasmo iniziale nel sentimento che giunge poi ad aprirsi ad una fecondità nella condivisione e nella crescita dei propri figli, all’età matura e alla vecchiaia che è cura, partecipazione, empatia di un’unità stabile e scambievole: tutto si fa amore poiché l’amore non è soltanto emozione, ma l’amore è dono, non circoscritto, chiuso e finalizzato solo alla coppia ma al dono di dare vita tra sé, intorno a sé, insieme, in un cammino che porta alla conoscenza più profonda dell’amore di Dio.
La sponsalità del sacramento delle nozze non può essere un duo ma è trinitario, ad immagine della Santissima Trinità che ama nelle Tre Santissime Persone e profonde il suo ardore su tutto per darne vita. Non c’è sponsalità vissuta se prima non è partecipata la sponsalità dell’anima con il proprio Signore, se le mani degli sposi unite non vengono tenute dalla mia che le ricopre. La coppia deve pregare, vivere l’Eucaristia, il sacramento del perdono, l’ascolto della divina Parola. Io elargisco l’amore fra di loro, Io supplisco alle loro deficienze: Io rinsaldo le fratture, Io mantengo l’unità.
E anche per quei matrimoni che, pur non separandosi, per convenienze sociali, economiche, ecc… continuano a stare insieme; ma sussiste l’odio, la divisione interna, o l’indifferenza: Io vi dico che pur esso è già un sacramento oltraggiato e dissacrato, e chi può ridargli vita nell’amore, se non Io? Voi mi direte: “E, Signore, per quei matrimoni gravati da situazioni e dolori grandi, ove ci sia pure pericolo per la persona e la prole, o altro?...”. Figli miei, per essi già la Chiesa dispone un allontanamento che non è peccato o divisione, ma un tempo di tutela, di attesa e guarigione, posto nelle mie mani. Giungerà prossimo un tempo in cui la Chiesa vaglierà caso per caso, l’urgenza, la gravità, indisposizioni reali per una possibile dichiarazione di nullità (*), ma saranno casi valutati nello Spirito Santo che ne darà risposta ed esito. Io sono l’incendio che brucia ed infiamma all’infinito… cosa volete che sia dare amore a degli sposi? Venite a Me, al mio Cuore divino, e ne succhierete la sua linfa: ne darà a profusione! Ti benedico”.
(*) Già esiste la Sacra Rota per questo problema, ma sembra che Papa Francesco voglia semplificarla, accelerarla, e renderla più accessibile.
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