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Nella Festa di Santa Lucia, 13 dicembre 1944. Testo con Audio. Scrive Maria Valtorta: S. Lucia, tanto pregata perché mi portasse il regalo del ritorno, mi porta invece una celestiale visione che si …Altro
Nella Festa di Santa Lucia, 13 dicembre 1944. Testo con Audio.

Scrive Maria Valtorta:
S. Lucia, tanto pregata perché mi portasse il regalo del ritorno, mi porta invece una celestiale visione che si inizia mentre con Marta dico il Rosario e le preghiere di Fatima.
Un cielo notturno gremito di stelle. Un bel cielo orientale di uno zaffiro quasi nero tutto a grappoli di luminosi astri. Un paesaggio notturno, dormente nella notte. Casette bianche, tutte chiuse e silenziose. Sul davanti ce ne è una, quasi quadrata, con la sua terrazza e la sua specie di cupoletta così nitida che potrei, se fossi capace, disegnarla nei più minuti particolari. Il paesaggio è lievemente mosso, come fosse su una dolce conca fra colline.
Dal cielo scende una teoria d'angeli di un candore luminoso, incorporei eppure sensibilissimi all'umano vedere. Bellissimi. Fanno una curva, dirigendosi dal cielo verso terra, verso la cittadina quieta e addormentata, e la notte si fa più luminosa per la luce dei corpi angelici. I due primi, bellissimi sopra ogni dire, scendono ratti, senza però muover ala, le mani incrociate sul petto, il volto reclino verso la cittadina e sfavillante d'amore soprannaturale. Dietro, tutti gli altri. Un numero non calcolabile!…
Non so se col fendere dell'atmosfera o se per palpito d'amore facevano musica. Forse l'una e l'altra cosa insieme la producevano. Certo non era canto materiale, per cui sono usate parole, corde vocali, ugole e arte. E, per essere cosa soprannaturale, era infinitamente, indescrivibilmente bella… Non posso [non] ritenere questo canto non umano. Ne ho pieno il cuore ed esaltato lo spirito, si annulla per esso ogni mia pena, ma non posso ripeterne neppure una nota. Penso, e non so perché, a quel canto che il mio S. Giovanni dice sarà cantato solo da coloro che seguiranno l'Agnello, dai 144.000 salvati che non si sono sporcati col senso…
La candida, armoniosa, celeste coorte, passa e ripassa nella sua parabola che unisce la Terra al Cielo. Io li vedo scomparire dopo aver sfiorato la Terra e poi tornare a scendere come facessero una ruota di voli dal trono di Dio alla cittadina…
…e Gesù mi dice, ma dice solo, senza apparirmi: "Ecco, al tuo soffrire sia dato il primo conforto del tempo di Natale: il canto che empì gli orizzonti la notte che mi vide nascere. Gli angeli cantano, col loro amore, il 'Pace in terra agli uomini di buona volontà'. La pace a te cantano. Godine. Ti benedico".
Ed io – aggiungo ora, ossia 24 ore dopo, la sera del 14 dicembre – sono ancora beata per questa fulgente e pacifica e armoniosa visione angelica… e sono anche in una gioia, minore ma sempre gioia, perché nel mio brevissimo sonno ho sognato qualcosa di festoso, come una promessa che aveva a termine il periodo di 10 giorni. Non ricordo su che e da chi fatta, perché Toi (era il nome della sua cagnetta ndr.) mi ha svegliata così di soprassalto che non ho potuto vedere il seguito né ricordare con esattezza. Ma non so… ho in cuore anche questa scintilla di gioia.
Non dica: "Ma questa ora mi crede ai sogni?". Purtroppo, lo vede da sé che quelli del 22, 24, 26 e 28 novembre sono più che convalidati dai fatti. Lo so per esperienza come mi si sia annunciato il futuro, sin da piccina, nel sonno.

altorta - Quaderni - 13 Dicembre 1944 ed. Cev
Acchiappaladri
@fasoms applausi:-) Se dovessimo fondare la nostra Fede su come tante volte le gerarchie cattoliche hanno condannato ingiustamente dei suoi santi figli ... allora saremmo tutti buddisti ;-) :-D
Acchiappaladri
@Aquilonerosso Lei ben riferisce alcuni fatti storici relativi ad atti di alti prelati vaticani avvenuti dal 1959 al 1985.
Lei è però impreciso nell'attribuire all'allora card. Ratzinger parole che rimarchino "il carattere fantasioso e impreciso dell'opera": in realtà basta leggere la lettera per constatare che il cardinale si limita a non raccomandare la diffusione di quell'opera come atto dovuto …Altro
@Aquilonerosso Lei ben riferisce alcuni fatti storici relativi ad atti di alti prelati vaticani avvenuti dal 1959 al 1985.

Lei è però impreciso nell'attribuire all'allora card. Ratzinger parole che rimarchino "il carattere fantasioso e impreciso dell'opera": in realtà basta leggere la lettera per constatare che il cardinale si limita a non raccomandare la diffusione di quell'opera come atto dovuto a seguito del perdurante valore morale della iscrizione nell'abolito Indice dei libri proibiti, sostanzialmente dicendo che se mezzo secolo prima i suoi predecessori nell'ufficio avevano deciso così c'è da pensare che ci avessero pensato bene.
Dubito fortemente che nel 1985 Ratzinger, con tutto quello che aveva da fare, prima di scrivere la lettera avesse avuto il tempo (ci vogliono alcune settimane! per uno studio approfondito ci vogliono poi anni-uomo di lavoro) anche solo per una sua prima lettura integrale dell'opera.
Quello che trovo più interessante in quella lettera è l'indizio che Ratzinger diede sulle motivazioni, MAI rese pubblica ad oggi, dell'iscrizione all'Indice: sembrerebbe che gli esaminatori al Santo Uffizio temessero danni per i "fedeli più sprovveduti".
Quindi anche in quella lettera non vengono addebitati errori dottrinali al contenuto di quella opera.

Lei ha un'opinione ("Impeccabile e preciso") su quell'articolo anonimo del 1960 che NON corrisponde alla qualità di quella critica al contenuto di quel libro della Valtorta.
Libero lei come fu libero il defunto articolista di non gradire quel libro: sui gusti letterari non andremo certo a litigare.
Però quell'articolo peccò e fu impreciso perché alcune delle sue assunzioni trombonesche sul valore scientifico del contenuto di quell'opera della Valtorta sono state oggettivamente smentite da dettagliati studi critici, frutto di lunghi anni di lavoro di esegeti statunitensi, francesi e italiani sopratutto, pubblicati in quest'ultimo decennio. 25-30 anni prima Ratzinger non poteva sapere di queste dimostrazioni di contenuti umanamente imprevedibili e che non possono essere frutto delle capacità umane di quella povera sofferente bloccata a letto: Ratzinger è quindi ben scusabile per ciò che scrisse allora: invece nel 2018 sarebbe una dimostrazione di colpevole ignoranza scrivere ciò che fu prudentemente scritto allora.

Ricordiamo inoltre che gli scritti che Valtorta ci lasciò non si limitano all'opera oggetto della condanna di 59 anni fa: ce ne sono altri, pure ricchi di contenuto che appare di origine fuori dall'ordinario, che non furono oggetto dell'"attenzione" del defunto Sant'Uffizio.

Ad oggi certamente ciascuno è libero di disinteressarsi degli scritti valtortiani: è pacifico che nulla di indispensabile alla salvezza delle nostre anime sia contenuto in essi.
Ad oggi però molte delle polemiche contro quegli scritti privatamente e pubblicamente fatte per quasi 70 anni non hanno, per uno studioso in buona fede, più motivo di esistere.
L'argomento sensato (e molto interessante) delle discussioni odierne fra studiosi è se per il contenuto oggettivamente fuori dall'ordinario di molti scritti valtortiani possano stare in piedi spiegazioni alternative a quella di un'origine soprannaturale.
Ad oggi non mi risulta che ne esista alcuna.
Acchiappaladri
@Aquilonerosso constato che lei di questo argomento (gli scritti della Valtorta) parla senza avere conoscenza diretta dei fatti: non può essere diversamente avendo già avuto modo di apprezzare in altri suoi commenti la sua serietà e l'amore per N.S.G.C. e la Sua Chiesa e quindi escludendo malafede o intenzioni gratuitamente polemiche.
Se lei avesse tempo e voglia di dedicare con pazienza ed umiltà …Altro
@Aquilonerosso constato che lei di questo argomento (gli scritti della Valtorta) parla senza avere conoscenza diretta dei fatti: non può essere diversamente avendo già avuto modo di apprezzare in altri suoi commenti la sua serietà e l'amore per N.S.G.C. e la Sua Chiesa e quindi escludendo malafede o intenzioni gratuitamente polemiche.

Se lei avesse tempo e voglia di dedicare con pazienza ed umiltà intellettuale sistematicamente qualche mese della sua vita a studiare i testi originali e i saggi scientifici più recenti sugli scritti valtortiani ritengo che lei, con cristiano amore della Verità, poi ammetterebbe di aver qui scritto in modo imprudente e impreciso.

Dopo un po' di studio lei potrebbe benissimo (come ad esempio è capitato a me) continuare a ritenere la prosa della Valtorta prolissa, poco piacevole come lettura di intrattenimento, e potrebbe trovarla anche poco utile come ausilio alla sua personale vita cristiana (ho conosciuto reverendi e colti sacerdoti che, pur riconoscendo peculiarità positive in quelli scritti non ne hanno approfondito lo studio non sentendoli spiritualmente utili per loro) ma non potrebbe non rilevare, e spesso proprio in quelle "inutili" parti noiose che anche tanti sinceri estimatori - anche porporati - della Valtorta deprecavano e suggerivano di eliminare, la non-ordinarietà dei contenuti storici, geografici, linguistici e relativi a diverse scienze naturali i quali complessivamente sono un non trascurabile indizio che anche nei commenti teologici quegli scritti abbiano un valore fuori dall'ordinario.
E' un dato di fatto che illustri teologi di certa cattolicità (fra i quali anche un beato) abbiano apprezzato anche le illustrazioni teologiche presenti in quegli scritti e che nessun teologo ostile alla Valtorta vi abbia fino ad oggi evidenziato con rigore scientifico qualche certo errore teologico

Lei plaude per indisputabili motivi suoi sentimentali a quell'articolo dell'Osservatore Romano che, nelle sue parti dove può essere oggettivamente confutato, risulta oggi abbondantemente confutato dai fatti accertati: io non vorrei in alcun modo offenderla ma mentirei se non rilevassi che il suo sentimento di disprezzo e ostilità per l'opera della Valtorta è mal fondato se lei lo ritenesse basato oggettivamente sulle parti polemiche di quell'articolo (che "si dice" fu scritto da uno dei più potenti "tromboni" porporati del governo di Giovanni XXIII, quello che proprio in quegli anni perseguitava ferocemente San Pio da Pietrelcina).

Chi (nonostante i bravi papi che allora regnarono) nel clero, basso e sopratutto alto, preconciliare "tromboneggiò"(su tanti aspetti molto importanti del governo della Chiesa e non solo sulla marginale valutazione degli scritti del "Piccolo Giovanni" di Viareggio) per qualche decennio, atteggiandosi a saperne più dell'Altissimo su che cosa fare e non fare nella Chiesa, fu più volte rimproverato (così come furono duramente rimproverati i modernisti e altre pestiferi peccatori nella Chiesa degli anni '40 e '50) nelle asserite rivelazioni private scritte dalla Valtorta. Le rampogne al clero di allora peccatore, per superbia e altro, vengono da "fonti" che sembrano continuare le rampogne al clero fatte quasi un secolo prima a La Salette dalla B.V. . Questo fatto appare uno dei motivi della intransigente ostilità di tante dell'alto clero di allora (ma anche di oggi: i modernisti che oggi comandano hanno ugualmente buone ragioni per odiare la Valtorta) alla mistica viareggina.

Negli scritti della Valtorta, per quanto ho letto fino ad ora (qualche migliaio di pagine, ma sono ben lontano dal completamento anche della sola prima lettura di tutti i testi di e su Valtorta) le assicuro che NULLA (zero, niente!) vi è di "fantascientifico" nel senso che la lingua italiana dà a questo aggettivo.
Ci sono, questo sì, abbondanti "illustrazioni" della presunta vita quotidiana in Terra Santa negli anni in cui N.S. Gesù di Nazareth ne percorreva materialmente le strade.

Voglia scusarmi per la lunghezza del commento: non pretendo certo di farle cambiare opinione sugli scritti valtortiani ma ci tenevo a evidenziare, ai lettori di Gloria.TV che non ne avessero ancora una buona conoscenza diretta, che da alcuni anni è provato che quell'anonimo su L'Osservatore Romano scrisse 58 anni fa delle sciocchezze, senza per questo ora sostenere che in quegli scritti ci siano autentiche rivelazioni private o che non ci siano imprecisioni (o forse anche errori materiali non ancora notati).
Simona Serafini
Grazie signor @Acchiappaladri che Dio La Benedica