Papa Francesco presiederà oggi pomeriggio, nella Basilica romana di San Bartolomeo all’Isola, una “Preghiera per i Nuovi Martiri”, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. Durante la celebrazione, alcuni familiari e amici di cristiani uccisi in odio della fede leggeranno delle testimonianze al Santo Padre. Tra loro anche la sorella di padre Jacques Hamel, Roselyne. Nel servizio di Alessandro Gisotti un’anticipazione su come si svolgerà la celebrazione:
“Esultano in cielo i santi martiri, che hanno seguito le orme di Cristo, per suo amore hanno versato il sangue e si allietano per sempre nel Signore”. Sono le prime parole dell’Inno dei Martiri che, assieme al suono delle campane, accompagnerà l’arrivo di Papa Francesco nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola, la chiesa che – per volere di San Giovanni Paolo II – è divenuta, dopo il Giubileo del 2000, “Memoriale dei testimoni della fede del XX e del XXI secolo”. Il primo atto del Papa nella Basilica – si legge nel Libretto della Celebrazione – sarà la venerazione delle reliquie di San Bartolomeo e dell’Icona dei “nuovi martiri”.
Le testimonianze sui nuovi martiri, segno di speranza nella prova
Dopo il saluto di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio che ha
promosso l’evento, Papa Francesco pronuncerà una preghiera per sottolineare che “la
Parola di Dio ha sostenuto e illuminato questi fratelli nella prova” e che va dunque
accolta “come dono prezioso perché sia lampada ai nostri passi e apra l’umanità alla
speranza”. Momento forte della celebrazione saranno le testimonianze sui nuovi martiri:
il figlio di Paul Schneider, pastore della Chiesa riformata, ucciso nel campo di sterminio
di Buchenwald nel 1939, un amico di William Quijano, ucciso da bande armate in Salvador,
e Roselyne Hamel, sorella di padre Jacques, ucciso in chiesa da fondamentalisti islamici.
“Possa il sacrificio di Jacques – è il suo auspicio – portare dei frutti, perché gli
uomini e le donne del nostro tempo possano trovare la via per vivere insieme in pace”.
Disarmare la violenza blasfema di chi uccide in nome di Dio
Dopo le testimonianze e l'omelia, il Papa si recherà presso le cappelle della navate
laterali della Basilica accendendo una candela su ciascun altare recante le reliquie
e le memorie dei testimoni della fede. Sarà dunque il momento della preghiera dei
fedeli. “Facciamo memoria di quanti hanno effuso il loro sangue nella fedeltà al Vangelo
– l’orazione di Francesco – e preghiamo Dio onnipotente perché il mondo intero sia
rinnovato dal suo amore”. Vengono dunque richiamati alcuni nomi di “nuovi martiri”
e ad ogni memoria viene accesa una candela, mentre l’assemblea si unisce al coro cantando
il Kyrie. Significative le intenzioni di preghiera. Si chiederà al Signore che i “martiri
di ogni tempo e di ogni Chiesa ci guidino verso l’unità” e ancora affinché “sia disarmata
la violenza blasfema di chi uccide in nome di Dio”.
Dopo la celebrazione, l’incontro con un gruppo di rifugiati
Il Papa chiederà dunque al Signore “per il sangue versato” dai martiri di “concedere
all’umanità ferita dal male di ritrovare la gioia e la luce del bene che il Tuo Figlio
ci ha offerto a prezzo della sua stessa vita”. Al termine della celebrazione, dopo
aver incontrato un gruppo di rifugiati all’interno dei locali della Basilica, Papa
Francesco uscirà in processione e rivolgerà un saluto alla folla raccolta sul sagrato
di San Bartolomeo.
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