31 Dicembre. SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH. La Festività della Santa Famiglia si celebra la Domenica successiva al Santo Natale o, in alternativa, il 30 Dicembre, quando il Natale cade di Domenica. Se la …Altro
31 Dicembre.
SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH.

La Festività della Santa Famiglia si celebra la Domenica successiva al Santo Natale o, in alternativa, il 30 Dicembre, quando il Natale cade di Domenica.
Se la Solennità del Natale ci ha già mostrato la Sacra Famiglia raccolta nella Grotta di Betlemme, oggi siamo invitati a contemplarLa nella Casetta di Nazareth, dove Maria Santissima e Giuseppe sono intenti a far crescere, giorno dopo giorno, il fanciullo Gesù.
I più famosi Artisti l’hanno spesso rappresentata nelle più svariate situazioni e atteggiamenti, mettendo in primo piano o la Vergine Santa accanto al Suo Bambino, o il buon San Giuseppe nella bottega di falegname, dove il fanciullo Gesù, giocando, impara anche il lavoro che esegue il Padre Putativo.
L’odierna Celebrazione fu istituita per dare un impulso alla vera famiglia cristiana, cardine di ogni Società, prendendo come riferimento proprio i tre Personaggi che la componevano che, pur se figure eccezionali, hanno testimoniato le normali problematiche di ogni famiglia.
L’eccezionalità della “Sacra Famiglia di Nazareth”, però, con l’assenso all’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele, sottolinea che la Santissima Vergine Maria, la prescelta fra tutte le donne, sarebbe divenuta la “Corredentrice dell’Umanità”.
Lo Sposalizio di Maria con il giusto e umile Giuseppe, secondo la Legge Ebraica, conservando la sua verginità, secondo i disegni di Dio, con la Visitazione alla cugina Elisabetta, seppe avvertire i segni della gravidanza, fino a divenire, con la Sua maternità, la Madre del Figlio di Dio, nonché la Madre di tutti gli uomini.
A lei toccò allevare il Divino Bambino con tutte le premure di una madre normale, ma con nel cuore la grande responsabilità per il compito affidatoLe da Dio e la pena per quanto le aveva profetizzato il vecchio Simeone, durante la Presentazione al Tempio, quando Le preannunciò: “una spada ti trafiggerà il cuore”.
Infine, prima della vita pubblica di Gesù, troviamo citata nei Vangeli la Madre angustiata e sofferente, che richiama proprio Gesù, ormai dodicenne, che si era fermato nel Tempio con i Dottori, mentre Lei e Giuseppe lo cercavano angosciati da tre giorni.
Giuseppe, padre putativo, fu sempre presente nella famiglia di Gesù; di lui, però, non si sa molto.
I Vangeli raccontano del fidanzamento con la Vergine Maria; l’avviso dell’Angelo per la futura maternità voluta da Dio, con l’invito a non ripudiarLa; il Matrimonio con Lei; il suo trasferirsi con Maria a Betlemme per il censimento; gli episodi connessi alla nascita di Gesù, in cui Giuseppe fu sempre presente.
Fu sempre lui a essere avvisato in sogno da un Angelo, dopo l’Adorazione dei Magi, per mettere in salvo il Bambino dalla persecuzione scatenata da Erode il Grande, per cui Giuseppe, per proteggere la sua famiglia, li condusse al sicuro in Egitto.
Dopo la morte dello scellerato re, ritornò in Galilea, stabilendosi a Nazareth; quindi adempì ancora alla Legge Ebraica, portando Gesù al Tempio per la circoncisione, offrendo per la presentazione alcune tortore e colombe.
La tradizione lo definisce come falegname, ma il Vangelo lo designa come artigiano; viene ancora menzionato nei Testi Sacri, che conduce Gesù e Maria a Gerusalemme; qui con grande apprensione smarrisce Gesù, che aveva dodici anni, ritrovandolo dopo tre giorni che discuteva con i Dottori nel Tempio; ritornati a Nazareth, come dice il Vangelo, il Bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza e la Grazia di Dio era sopra di lui.
Di lui non si sa altro, nemmeno della sua morte, avvenuta probabilmente prima della vita pubblica di Gesù, cioè prima dei 30 anni.
Non sappiamo, quindi, quanti anni trascorse la Sacra Famiglia senza Giuseppe, il quale non fu presente negli anni della vita pubblica di Cristo, né alla sua Passione e Morte.
La sua figura nella Cristianità si diffuse, in un culto sempre più crescente, in Oriente fin dal V secolo, mentre in Occidente lo fu dal Medioevo, sviluppandosi specie nell’Ottocento.
Egli è invocato per avere una buona morte e, pertanto, il Nome Giuseppe è tra i più usati nella Cristianità.
Papa Pio IX, nel 1870, lo proclamò Patrono di tutta la Chiesa.
Nel 1955 il Pontefice Pio XII istituì al 1° Maggio come “La Festa di San Giuseppe Artigiano e, dal 1962, il suo Nome è inserito nel Canone della Santa Messa.
La terza Persona della Famiglia è Gesù; con la Sua Reale Presenza essa diventa “La Sacra Famiglia”.
Anche dell’infanzia di Gesù non si sa molto; Egli, il Figlio di Dio, vive nel nascondimento della sua famiglia terrena, ubbidiente a Sua Madre e a Suo Padre, collaborando da grandicello nella bottega di Giuseppe, meraviglioso esempio di umiltà.
Certamente, come tutti i buoni figli fanno, assisté il Padre Putativo nella sua vecchiaia e nella sua morte.
Sempre ubbidiente alla Madre, ormai vedova, fino a operare, dietro Sua richiesta, il Suo primo Miracolo pubblico, Quello delle Nozze di Cana.
La Famiglia di Nazareth è “Santa”, perché ogni Suo componente è Santo: il Bambino è Santo per Natura Divina; la Madre è Santa per Privilegio Divino; Giuseppe è “il Giusto” per Grazia Divina.
Nella Festività odierna siamo invitati a contemplare la “Sacra Famiglia” nella Casetta di Nazareth, dove Maria e Giuseppe sono intenti a far crescere, giorno dopo giorno, il Fanciullo Gesù, Quale Esempio Santissimo per tutte le Famiglie Cristiane che ne invocano il necessario aiuto.
Fu a Nazareth che gli Atti più Sacri (pregare, dialogare con Dio, ascoltare la Sua Parola, entrare in Comunione con Lui) coincisero con le normali espressioni colloquiali, che ogni mamma e ogni papà rivolgono ai loro figli.
Fu a Nazareth che gli «Atti di Culto dovuti a Dio» (quelli stessi che intanto venivano Celebrati nel grandioso Tempio di Gerusalemme) coincisero con le normali cure con cui Maria vestiva il Bambino Gesù, lo lavava, lo nutriva, lo istruiva e assecondava i Suoi giochi.
È così che a Nazareth si compie, con un unico e indivisibile gesto, il vero compito di una famiglia, quello di poter amare Dio e, nel contempo, amare il prossimo!
In realtà, per Maria e per Giuseppe, infatti, il Bambino è insieme il loro Dio e il loro Prossimo più caro.
La Casa di Nazareth, quindi, con la Sacra Famiglia, è realmente una scuola di amore, di Preghiera, dove si impara ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato profondo della manifestazione del Figlio di Dio, traendo esempio da Maria, da Giuseppe e da Gesù.
La Casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la Vita di Gesù, cioè la Scuola del Vangelo.
Nella Casa di Nazareth si impara a osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il vero significato profondo e misterioso di come si sia manifestata la primordiale semplice, umile, preziosa e significativa Presenza del Figlio di Dio.