"Un popolo in fuga", un reportage speciale dall'Iraq e l'intervista al cardinale Fernando Filoni. “La situazione in Iraq è attualmente molto caotica, abbastanza difficile, ma sono certo che prima o …Altro
"Un popolo in fuga", un reportage speciale dall'Iraq e l'intervista al cardinale Fernando Filoni.
“La situazione in Iraq è attualmente molto caotica, abbastanza difficile, ma sono certo che prima o poi ci sarà un momento per questa gente di incontrare personalmente il Santo Padre”. Così spiega a Tv2000 il cardinaleFernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e inviato personale di Papa Francesco in Iraq. L’intervista al cardinale da poco rientrato da Bagdad andrà in onda su Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre, 18 di TvSat, 140 di Sky, in streaming su www.tv2000.it) domani, 24 settembre, alle ore 21, nell’ambito di uno speciale dedicato alla crisi irachena e all’emergenza umanitaria vissuta dalle minoranze religiose in quei territori. “Il fatto che il Papa non abbia mandato un diplomatico ma un inviato personale – sottolinea il porporato – vuol dire che lui stesso voleva in qualche modo essere presente”. Ricordando la disponibilità del Pontefice a un viaggio nelle zone del conflitto, possibilità emersa lo scorso agosto durante il volo di ritorno dalla Corea, il cardinale precisa che si tratta di un’idea che il Papa porta “nel suo cuore e nella sua mente”.
www2.tv2000.it/…/V3_S2EW_CONSULT…
“La situazione in Iraq è attualmente molto caotica, abbastanza difficile, ma sono certo che prima o poi ci sarà un momento per questa gente di incontrare personalmente il Santo Padre”. Così spiega a Tv2000 il cardinaleFernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e inviato personale di Papa Francesco in Iraq. L’intervista al cardinale da poco rientrato da Bagdad andrà in onda su Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre, 18 di TvSat, 140 di Sky, in streaming su www.tv2000.it) domani, 24 settembre, alle ore 21, nell’ambito di uno speciale dedicato alla crisi irachena e all’emergenza umanitaria vissuta dalle minoranze religiose in quei territori. “Il fatto che il Papa non abbia mandato un diplomatico ma un inviato personale – sottolinea il porporato – vuol dire che lui stesso voleva in qualche modo essere presente”. Ricordando la disponibilità del Pontefice a un viaggio nelle zone del conflitto, possibilità emersa lo scorso agosto durante il volo di ritorno dalla Corea, il cardinale precisa che si tratta di un’idea che il Papa porta “nel suo cuore e nella sua mente”.
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