GOCCE DI LUCE - luglio e agosto 2013

GOCCE DI LUCE- luglio e agosto 2013

…Continua dalla prima parte di luglio 2013

18 07 13 “Io sono la vostra Oasi, in Me voi trovate ogni ristoro”
“Mia piccola Maria, F. sarà un mio santo servitore. Stasera il vangelo vi esorta: “Venite a Me, voi che siete stanchi e oppressi, ed Io vi ristorerò! Prendete su di voi il mio gioco che è dolce, leggero. Imparate da Me che sono umile e mite di Cuore: Io sono il vostro ristoro!”. Portate a Me le vostre pene, i vostri affanni, ed Io li prendo su di Me, mi carico dei vostri pesi: sono il Padre amoroso che comprende e ha compassione; e vi attraggo a Me per darvi conforto e sollievo. Come vi darò ristoro? Se accogliete la mia Persona Io vi do la grazia di accettare il carico o di risolvere il vostro problema, se è a vostra salvezza. Amalgamatevi a Me che vi dono la mia umiltà, la mia mitezza: vi rendo pazienti e, nella pazienza, vi fate forti. Non guardate alle gioie esterne di molti che apparentemente mostrano al mondo la loro felicità, che è solo effimera. Io che vedo nei loro cuori, sapeste che tormenti…! Mentre altri che a Me hanno riposto la loro fiducia filiale e confidente, quali gioie…! E se pur portano in sé una croce gravosa, hanno un cuore lieto e serenità d’animo. A che cosa serve l’agitazione, l’affanno, l’angoscia? Forse che così ci si sgrava dal peso degli ostacoli da affrontare? Tanta esagitazione aggraverà e darà tormento alla propria croce. In Me, vostro Signore, in una fede autentica in Cristo, tutto si fa leggero e accettabile. Gli uomini corrono, corrono, sempre più affannati ed oppressi …per andare dove? La mèta è sempre la stessa per tutti. Una mèta che chiude ogni affanno qui sulla terra per ogni realtà; eppure si continua ad agitarsi, preoccuparsi e a correre; e nella corsa ad essere sempre più infelici. Venite a Me! Siate confidenti! Prostratevi alle mie ginocchia e raccontatemi le vostre pene: Io asciugo le vostre lacrime, vi faccio riposare sul mio Cuore. Vi sollevo quando il cammino è duro perché non abbiate ad affaticarvi: vi prendo in braccio in modo che la croce non vi schiacci. Se a Me accorrerete e mi amate, essa non vi farà così male. Io sono la vostra Oasi, in Me voi trovate ogni ristoro. Ti benedico”.

21 luglio 2013 “Se prima non c’è la contemplazione chi darà forza alle membra fiaccate dall’opera?”
“Mia piccola Maria, alzo le mani e benedico le tue intenzioni e le persone per trarne il maggior bene. Stasera nel Vangelo Io vengo accolto nella casa di Lazzaro, come molte altre volte, con un’ospitalità che cerca di darmi il massimo delle cure. Delle sue sorelle: Marta, che si prodiga con un’ospitalità concreta, ed è grande affanno in lei per poter dare riparo e soccorso alla mia umanità; l’altra, Maria, invece si pone ai miei piedi, adorandomi e, occhi negli occhi, amandomi, ella ascolta e recepisce l’insegnamento mio: si dispone all’accoglienza della Santa Parola di Dio. Pur se sollecitata di andare verso quelli di casa per assistere, Maria rimane con Me, adorante. E Io dico: “Ella ha scelto la parte migliore che non le verrà tolta!”. L’ospitalità è carità, ed Io non disdegno un’accoglienza concreta, fattiva, ma essa deve prima di tutto essere corroborata, unita, ad un’ ospitalità primaria della Santa Parola, che deve essere accolta nel vostro cuore. Se mi si ama mi si ospita, ma è un cuore innamorato di Me, è il mio amore che, dal suo, si diparte per colmare le sue mani e offrire una carità vera, disinteressata, santificata. L’ospitalità umana decade nell’interesse, si chiude a sé, si argina ai suoi limiti.
Ugualmente deve avvenire nel servizio a Dio, nella vita di consacrazione: sia quella contemplativa come quella d’azione; sono entrambe a Me dedicate e offerte, una è concatenata all’altra, una prescinde dall’altra. Ma vi dico: se prima non c’è la contemplazione, cuore e mani elevate al Cielo, per intercedere perché discendano grazie di salvezza sulla terra, chi darà forza alle membra fiaccate dall’opera? Chi sosterrebbe la braccia, che decadono, nel soccorso dell’uomo? Lo stesso servizio poi nell’azione diretta ai fratelli concretizza e dà volto all’amore di Dio: è la risposta che visibilizza la presenza della Carità divina. L’ospitalità è carità che Iddio da sempre ricompensa: Abramo accoglie e riceve con amore l’Altissimo Signore nelle Tre Persone che vengono a visitarlo, e ne verrà ricompensato con il figlio tanto atteso. Anche a voi il Padre Santissimo dà risposta con molti beni e grazie alla vostra carità.
Molti dicono. “Ho fatto tanto bene e non ho ricevuto che ingratitudine!”. Spesso i loro occhi non hanno saputo vedere nemmeno la forza e il sostegno, la grazia, che il Cielo ha trasmesso loro. Sappiate che Io raccolgo i vostri beni, le vostre opere d’amore e le racchiudo nel Cuore mio; esse verranno centuplicate per la gloria dei Cieli. Quando voi mi fate compagnia nella preghiera con trepidazione e verità, e venite dinanzi al tabernacolo, voi state donandomi ospitalità. Quando partecipate con fede alle Sante Messe e le offrite per il bene altrui, voi mi state ospitando. Quando vivete una vita santificata con integrità e calore mi state dando ospitalità. Se in questo modo mi sapete accogliere saprete dare con mani traboccanti di carità lo stesso mi state accogliendo. E, dando un tetto, un ricovero al fratello, che ne è sprovvisto, ugualmente voi mi ospiterete. Ricoprendo e dando calore alla loro nudità, voi mi ospitate; quando darete nutrimento alla loro fame, o sostegno, conforto, luce alla povertà del corpo e dello spirito, voi ospitate Me.
Ricordatevi: la vostra ospitalità è carità! Non verrà dimenticata. Ti benedico”.

23 07 13 “Oggi nella Chiesa, nel trasmettere la fede, nell’insegnamento, si cerca di finalizzarla solo nella gioia…”
“Mia piccola Maria, puoi dire a don F. che può diradare gli esorcismi ma riprenderli ogni tanto su questa creatura per poter verificare se effettivamente il demonio l’ha abbandonata e per eliminare le eventuali sue scorie e conseguenze. Può però nel frattempo, come dice il vangelo, pregare e fare offerte di tutto ciò che egli vuole e può per questi figli che hanno bisogno di liberazione. La liberazione dal nemico ha bisogno di tempo; egli perde, nel tempo in cui si viene risanati, il suo potere, non solo tramite gli esorcismi, ma con la preghiera e con la penitenza.
Oggi la Chiesa celebra la mia grande Brigida: grande perché ha vissuto in modo ottimale tutte le realtà della sua vita, nel ruolo di sposa, di madre, di donna consacrata, di fondatrice. Ella ha ricevuto forza, luce, ispirazione, desiderio per attuarle dalla contemplazione della mia Santa Croce che fin da bambina ha meditato e adorato, ricevendone il beneficio di grandi carismi.Brigida ha amato appassionatamente la mia Santissima Passione: ne ha sviscerato ogni suo passo, ogni suo settore, partecipandone, sicché le mie lacrime scendevano su di lei e si univano alle sue, il mio Sangue dalla Croce scendeva sulla terra della sua anima, congiungendosi alla sua sofferenza, e la rendeva feconda; le mie Piaghe nella mia Carne martoriata si facevano sue e i miei Sentimenti traditi erano in lei provati e rivissuti; e da lei se ne plasmava la terra, l’ambiente che la circondava, le persone che le erano intorno: si trasformavano in terra umida, fertile, opere feconde dello Spirito Santo, che partorivano un abbondante raccolto di anime. Simile a come avviene in natura: perché la terra sia feconda ha bisogno della sua umidità per dare i suoi fiori più svariati, gli orti floridi, i campi biondeggianti del suo grano. Così l’anima ha bisogno dello Spirito per far sì che sia gravida del suo raccolto nella santità. E’ la Croce che dà vita e salvezza: la mia Croce amata che si incontra e si abbraccia alla vostra, che dà parto di anime a Dio.
Cosa dice stasera il Vangelo? Io sono la vite e voi i tralci. Il Padre Santissimo è il vignaiolo che pota i tralci perché portino frutto. La potatura, figlia mia, fa male, è dolorosa, ma ne viene abbondanza di raccolto, il raccolto di un’uva rigogliosa, degna della tavola di un Dio! Oggi nella Chiesa, nel trasmettere la fede, nell’insegnamento, si cerca di finalizzarla solo nella gioia, ma quale gioia? Una gioia che si arresta all’umano, che si colora esteriormente delle cose di Dio, ma non entra nella sua interiorità, non sviscera il Mistero della sua Croce e del suo dolore poiché la vera gioia nasce dalla contemplazione della mia e nell’adesione con amore della vostra. La gioia della condivisione della fraternità nasce non solo dal ricevere, nella ricerca del gaudio da prendere dall’altro, ma nel condividere la necessità, il bisogno, il dolore per darne sollievo, nell’amare la croce dell’altro.
Oggi nella giornata mondiale della gioventù la Croce è innalzata a segno, a simbolo, ma rimane per lo più un segno esteriore, non partecipato nella sua interiorità. Non si entra nella dimensione del suo Mistero, non lo si contempla abbastanza, non lo si ama, ripercorrendo tutte le tappe di Cristo, che ha amato soffrendo per dare a voi vita e salvezza. Non feconderanno solo balletti, canzoni e la ripetitività dell’applauso alla persona del Papa, ma l’incontro con Me, Gesù Cristo Crocifisso e poi Risorto. Se non è vissuto questo, rimarrà solo il ricordo di un bel viaggio che non avrà però portato il frutto della sua santificazione. Meditando e amando, facendo memoria e partecipazione della mia Santissima Passione, delle Lacrime, del mio Sangue, delle mie Santissime Piaghe, che è amore sofferto e redentivo, scenderà e si amalgamerà nella terra delle anime che, da aride, si faranno umide e feconde. Solo a questo stato di grazia la luce entra nel cuore, e da un cuore ad un altro cuore si diffonde nel mondo. Nella Croce, alla fusione con essa, ci sarà la rinascita nella Chiesa, nei giovani, nei sacerdoti, nei fedeli. Al suo amore partecipato ci sarà la riscoperta di Dio. Nella Croce verrà la nuova primavera nella Chiesa e nell’umanità. Ti benedico”.

25 07 13 “Voi giudicate una disgrazia quando è breve il tempo vissuto sulla terra, una dipartita prematura”
“Mia piccola Maria, oggi la Chiesa celebra San Giacomo, il primo dei miei Apostoli a morire martire. Nel Vangelo di stasera la sua santa madre mi si prostra dinanzi chiedendomi posti d’eccellenza per i suoi figli in Paradiso. Io le rispondo che non tocca a Me questa decisione ma al Padre Santissimo; ed esorto piuttosto a vivere la donazione di sé, l’immolazione, il sacrificio. Giacomo e Giovanni accolgono questo mio Insegnamento, timbrandolo con il fuoco nel loro cuore. Apostoli appassionati, ardimentosi, impetuosi, particolarmente Giacomo che, dopo la mia Ascensione, si porrà con entusiasmo e passione nel ministero della predicazione; Egli desiderava divenire un falò di ardore per il suo Signore, e venire interamente riarso in questo amore: pregava, invocava il Padre Celeste che prendesse la sua vita in offerta, in martirio, in modo che fosse seme di ricchezza di raccolto, per l’estensione dell’evangelizzazione; e l’Eccelso, che detiene nelle sue mani ogni potere, acconsentì perché divenisse questo figlio storia e testimonianza d’amore e di santità.
Voi giudicate una disgrazia quando è breve il tempo vissuto sulla terra, una dipartita prematura, poiché l’uomo è legato al mondo, e considera il massimo bene la sua appartenenza e adesione ad esso, mentre Iddio giudica e misura nella sapienza dell’eternità, per cui breve o lunga che sia questa vita, Egli ne accredita il valore nell’intensità dell’amore in cui è stata vissuta, nell’opera data, compiuta: la vostra età è solo un periodo che è prova per acquisire il Regno. Ora che la gente piange per il disastro ferroviario in Spagna per questi figli che stavano recandosi proprio nel luogo ove è situato il santuario di San Giacomo, Io vi dico che molti di essi sono già nel Regno e lo hanno anche incontrato, altri continuano il loro pellegrinaggio, sono in cammino con San Giacomo, che li accompagna per far sì che il tragitto verso il paradiso sia più celere.
Figli miei, se avete amato in Dio, se avete amato bene, non temete; Iddio vi verrà a trarre via da questo luogo transitorio, da questa valle di lacrime, per farvi giungere e godere le delizie divine; pur per un accenno di vita, per pochi decenni di anni, o per un periodo più lungo, il Padre vi darà un’eternità che non ha più tempo, una giovinezza che non ha tramonto, un’unione che non verrà più spezzata. Ti benedico”.

27 07 13 “Vivete il Padre nostro!”
“Mia piccola Maria, stasera nel Vangelo mi viene chiesto come pregare; ed Io in risposta vi ho fatto dono della preghiera del Pater noster, preghiera semplice e fondamentale poiché non è solo un’orazione, ma il programma della vita cristiana: un Padre noster che va vissuto nella ricerca di questo stato di vita che diviene, in questo modo, preghiera perpetua, e nell’invocarlo, nel pregarlo per chiedere al Cielo la grazia, la forza, l’attitudine per compierlo. L a prima tappa essenziale e primaria è glorificare il Padre Eterno da cui tutto proviene e al quale tutto deve ritornare santificato. Nel chiedere il pane quotidiano a Colui che è la Provvidenza, pane del corpo ma anche Pane che sfama l’anima nella Grazia, nell’adesione alla Parola di Dio e nel partecipare ai sacramenti, nel nutrimento dell’Eucaristia.
Seconda tappa: nel vivere il perdono. Nel perdono dato voi riceverete il vostro dal Padre Celeste. Terza tappa: nel richiedere la vittoria nella lotta contro il demonio che cercherà sempre di colpire e perseguitare l’uomo. Se tutti gli uomini pregassero il Padre nostro, se ci si ponesse nell’atteggiamento, nello stato di esistenza nel quale propone e ricerca in voi li Signore Dio vostro, non potrà Egli che arricchirvi dell’abbondanza dello Spirito Santo da cui proviene ogni bene. Nel ricevere e nel possedere lo Spirito Santo voi avete già tutto, possederete ciò che da Lui nasce ed ha origine: l’amore, la pace, la sussistenza.
Nel Vangelo affermo che, pur cattivi, voi sapete dare cose buone ai vostri figli; quanto più quindi il Padre vostro, che è buono, che è la totalità della bontà, non vorrà ogni salvezza per voi? Adorando l’Amatissimo Sovrano dei Cieli che detiene la Paternità e la Maternità creatrice di ciò che esiste e che avete, glorificando Lui con la vostra vita santa, santificando con l’adesione alla sua santa Volontà, ogni cosa vi verrà data di conseguenza. Allora la vostra carità sarà condivisa; non mancherà pane sulle tavole, ogni fame del cuore e dell’anima verrà sfamata nella Mensa della sua Grazia. Voi stessi vi farete pane che sfama i vostri fratelli nel corpo e nello spirito. La Misericordia estesa e partecipata risanerà e riparerà ad ogni ingiustizia, e il demonio, in questo stato di preghiera vissuta dagli uomini, perderà ogni potere, e non potrà più attaccarvi perché precipiterà negli inferi. Vivete il Padre nostro! Ti benedico”.

31 07 13 “Dono dell’Altissimo è questo Papa gesuita che vuole riportare equilibrio, con il suo esempio”
“Mia piccola Maria, tutto passa!... Ti ho portato qui per farti godere della bellezza del creato (tra le montagne… ndr). Dio ha intessuto con le sue mani questa tela perché gli uomini, salendo in alto, comprendessero che, andando verso ciò che sale e ci si avvicina al cielo, vi prepara le sue meraviglie. Oggi la Chiesa celebra Sant’Ignazio di Lojola, servo forte, austero, severo, un combattente per la Parola di Dio. Egli approfondiva lo studio delle Sacre Scritture non come fine a sé stesso, ma per conoscere in profondità la natura di Dio e per poterla così assimilare nella meditazione; pronto poi a partire nelle missioni per diffonderla.. E quanti figli di Sant’Ignazio si sono in questo modo santificati divenendo combattenti e soldati di Cristo, pronti a dare la vita, ad andare in prima linea in luoghi sconosciuti e impervi per adempiere l’invito del Maestro: “Andate!”.
Nei tempi moderni i Gesuiti, profondi conoscitori negli studi, si sono però arenati ad essi e si sono lasciati prendere dal carrierismo e dall’ambizione. Dono dell’Altissimo è questo Papa gesuita che vuole riportare equilibrio, con il suo esempio, a tale Ordine, e nel condurre la Chiesa alla semplicità ed alla umiltà di stato e, nella semplicità e nell’umiltà, ritornare alle origini della verità della natura del Signore. Come poter aver e questa unione nella verità con il Signore Iddio se non andando all’essenziale di ciò che Egli è, e cioè amare il suo Amore: amare l’Amore che Egli è. Nell’umiltà voi lo potrete, così come vi sottolinea il vangelo. Sarete miei discepoli se amate l’essenza del bene che sono, superando voi stessi, il possesso delle cose, le affettività umane che non devono prevaricare questo amore divino.
Nell’amore acquisito voi saprete portare La Croce che vi santifica. Anche se non sarete missionari in terre lontane, né grandi studiosi di Sacre Scritture, voi diverrete missionari e combattenti nel vostro piccolo ambiente poiché nell’amore di Dio avrete globlalizzato tutti gli amori umani, santificandoli. Ti benedico”.

Gocce di luce – agosto 2013 “Preparatevi al combattimento, preparatevi alla persecuzione poiché, per la mia Parola di salvezza, vi faranno guerra!”

01 08 13 “Ora che tu rimani perplessa per il molto parlare e discutere sull’omosessualità…”
“Mia piccola Maria, stasera il vangelo vi richiama ad essere sale e luce della terra. Senza il sale come dare sapore al gusto? E senza luce come allontanare l’oscurità? Dio è il sale che, nella sua sapienza, dà discernimento e conoscenza di ciò che è buono da ciò che è male, e di come va vissuto. Io sono la Luce del mondo: chi viene a Me, nella misura in cui mi assorbe, mi contempla nell’amore, riceve Sapienza e Luce, e ovunque andrà, pur non parlando, darà sapore alla verità e luce per allontanare le tenebre. Avete notato che basta un poco di sale per dare gusto al cibo? E una piccola fiammella dà luce intorno a voi, pur se in una galleria oscura? Come poter assorbire per divenire tale sale e luce? Vivete la Sapienza della Parola di Dio, ciò che il Maestro vi ha insegnato, che è Verità che rimane, e non va cancellata, o cambiata, né in un trattino, né in un segno al suo senso: ciò che è scritto è! Passeranno il cielo e la terra, ma le mie Parole mai, così vi dico nel vangelo. Gli uomini cercano spesso di travisare la mia Parola, anche nella Chiesa, di cambiarne il senso, il suo significato, ma Io vi dico: rimanete aderenti e uniti a ciò che è scritto e a come Io vi ho detto. Ora che tu rimani perplessa per il molto parlare e discutere sull’omosessualità, delle parole su questo argomento del Santo Padre, io ti dico: “Iddio non guarda e non fa differenza del maschio o della femmina, ad ognuno il suo valore, ma tutti sono figli; né all’orientamento sessuale che essi possono avere, ma per tutti è valido il medesimo comandamento: vivere nella castità, in purezza, per cui al di fuori del matrimonio a nessuno è lecito l’atto sessuale. Questo è il pensiero e il comando del Signore Dio vostro: se un omosessuale pecca con una persona di ugual sesso egli compie un peccato ancor più grave perché è contro natura, ma se questo figlio, per amore di Dio, per compiacere il Signore, si pone in conversione, combatte contro i suoi impulsi e vive in purezza nella Santa Parola, egli si fa maggiormente meritorio, acquista sapienza e si fa luce per gli altri, mentre se un etero continua a peccare senza farsi scrupoli, pur se in armonia con la natura voluta dal Creatore, tra uomo e donna, questi si fa insipiente e vive nel buio.
Figli miei, guardate oggi a Sant’Alfonso Maria De’ Liguori: da lui imparate l’amore alla Madonna e alla mia Santa Passione da lui amati, divenendo pilastri del suo spirito. Amate e unitevi ad essi. Saranno pilastri anche nel vostro spirito; verrete in questo modo irradiati, ritemprati, colmati di sapienza e di luce. Non potete chiedere ad altri, insegnare ad altri, ciò che voi stessi non vivete: non potete divenire gusto e dare senso alla verità della vita, luce per allontanare le ombre del male, se voi stessi non siete prima sale e luce. Ti benedico”.

02 08 13 “Oggi la Chiesa celebra il perdono di Assisi che San Francesco ha ottenuto, strappando questa grazia al Cuore di Dio con sofferenza e lacrime”
“Mia piccola Maria, tua madre è in Cielo e tuo padre, con questa Comunione, va accelerando il suo cammino. Oggi la Chiesa celebra il perdono di Assisi che San Francesco ha ottenuto, strappando questa grazia al Cuore di Dio con sofferenza e lacrime. Dopo molti digiuni, steso a terra e cosparso di cenere, Francesco implorava il Padre Santissimo che chiunque in quel giorno avesse chiesto il suo perdono nella chiesetta della Porziuncola ottenesse non solo il perdono, ma la remissione di tutte le colpe. Perdono che poi la Chiesa ha propagato a tutte le chiese. Il Santissimo Signore dei Cieli accolse.
Quanti però sono quelli che vi fanno ricorso e usufruiscono di tale grazia? Le spiagge sono piene, ma le chiese rimangono vuote, o solo una minoranza di cristiani ne fa ricorso, disperdendo il frutto, il bene derivante a così grande dono. Se tutti ne accorressero, e nelle disposizioni date, pregassero per intercedere per i propri defunti, il Purgatorio sarebbe svuotato. Se tutti in questo giorno, per i meriti ottenuti per questa concessione divina, pregassero per i malati, molti verrebbero sanati, dato che la malattia è sempre un retaggio di purificazione dal peccato, proprio o altrui. Se tutti pregassero per la conversione dei propri cari, dei fratelli, dei lontani, quanti figli tornerebbero al Signore! Come mai questo non accade? Perché manca la fede. Ci vuole la fede per ricevere il perdono. Ci vuole la fede perché entri in sé un pentimento sincero.
Nel vangelo di oggi ecco, Io entro nel mio paese, a Nazareth, ma pochi sono i miracoli ricevuti poiché i suoi abitanti non hanno fede. Non mi riconoscono per quel che sono, pur se rimangono meravigliati di una sapienza che non può essere umana, ma derivare solo da Dio; anche se testimoni di qualche miracolo, essi non credono, guardando e giudicando nell’esteriorità di ragionamenti umani: “Com’è possibile?!... non è costui il figlio di Giuseppe, il falegname?”. Essi analizzano e danno sentenze con il pensiero che è un ragionamento della mente; non posseggono lo Spirito. Per questo vi dico: per accogliere i beni di Dio ci vuole la fede in Me, riconoscermi vostro Signore, Colui che ha il potere di perdonarvi e di dare remissione alle vostre colpe, il potere di ricrearvi a creature nuove. Io sono qui a braccia spalancate, pronto ad abbracciare, nella mia Misericordia, per quanto possa essere grande il male compiuto. Implorate, chiedete la fede, e nella fede avrete la sapienza di capire, di venirmi incontro con verità con pentimento di lacrime vere, sincere, che nascono in chi è andato oltre l’umano; affidandosi a Me, si avvieranno verso il Cielo. Come non potrei perdonare? Ti benedico”.

03 08 13 “Ammassate i granai dell’anima, i tesori celesti che Io vi dono, e sarete i ricchi, possederete il Cielo”
“Mia piccola Maria, Io stesso tengo anche la mano per ciò che dovrai scrivere. Oggi la Santa Parola esorta fortemente l’uomo: “Non attaccatevi ai beni terreni!”. “Vanità delle vanità, tutto è vanità!”, dice il profeta. Tutto ciò per cui avete lavorato, operato, faticato, sofferto e per cui vi sarete affannati, se non rivolto alla gloria di Dio, sarà disperso. La vita passa presto, ma le creature se ne discostano con il pensiero. Non pensate alle cose della terra, ma a quelle del Cielo! L’attaccamento ai beni materiali, personali, spirituali, facendoli divenire un proprio possesso, divengono un fardello, figli miei, e con il loro peso non vi fanno salire verso le vette dello Spirito. L’uomo invece cerca di possedere ogni cosa che ha: si attacca alle poltrone, al potere, agli affetti, alle cose. Egli ricerca il denaro come un ossesso: quel denaro che è radice di ogni male, dato che gli concede e appaga ogni suo piacere. L’uomo cerca di avere in proprio potere la persona che ha accanto, cercando anche di tradire e volere altro, ha padronanza sui propri figli, sulla posizione che occupa per dominare gli altri; si attacca alle proprie vedute e ai suoi modi di pensare, e spesso li impone a chi lo circonda. Ma cosa poi ne resta? Cenere al vento. Di questo egoismo chi si ricorderà? Ma del bene profuso il suo profumo vi accompagnerà presso il Cielo e nel cuore dei vostri fratelli che peroreranno la vostra causa. Cosa sono spesso queste agonie lunghe e tormentate prima di morire se non il difficile distacco dell’anima all’attaccamento della terra? E cos’è il Purgatorio se non il tagliare le funi, le catene, alle quali l’anima era vincolata, e delle quali a volte ne ha ancora nostalgia, il percorso purificatorio da esse, in modo che si ricrei la creatura nuova che Iddio desidera? Figli miei, non considerate ciò che avete un vostro possesso, ma solo un dono, un prestito, concesso per la vita di questa terra, che va fruttificato per la gloria divina; datene l’opera e il raccolto alla banca del Cuore del Padre Santissimo, che al vostro Giudizio aprirà per farne il resoconto e darvi il giusto salario nella paga di un mondo nuovo: i tesori e beni, amore da godere nel suo Regno.
Non è la ricchezza un male, ma è l’uomo che dovrebbe saperla gestire, condividerla nella sua abbondanza materiale, fisica, o spirituale, divenendo il mantello che può ricoprire le nudità e le povertà dei fratelli, e così divenire meritoria per il Cielo. Invece l’abbondanza si fa per lo più idolatria, fardello pesante, catena che conduce, con il suo peso, agli inferi. Beata povertà che non dà questi vincoli, non lega, ma offre quel distacco che forma le ali atte al volo nella libertà verso Dio. Ammassate i granai dell’anima, i tesori celesti che Io vi dono, e sarete i ricchi, possederete il Cielo. Ti benedico”.

05 08 13 “Venite all’Eucaristia non solo la domenica, ma il più possibile, anche tutti i giorni; Essa vi toglie la fame dell’amore, la paura della solitudine, della tristezza”
“Mia piccola Maria, non prendertene pena, godi in pieno dei giorni mancanti; Ovunque vai il demonio cerca di riattaccarti e usa persino i bambini. Stasera Mosè nella Santa Parola grida nel dolore: “Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, fammi morire, poiché io non veda la mia sventura”, dato che egli non riesce più a portare il peso della responsabilità di un popolo che gli grida contro perché ha fame degli antichi alimenti. Mosè non riesce a compensare la loro scontentezza, seppur il Padre Eterno li ha ricolmati della sua Manna per nutrirli. Nel vangelo, dinanzi alla folla affamata, dopo aver ascoltato il mio Insegnamento, ma lontano dalle abitazioni, Io dico agli Apostoli in agitazione perché incapaci di sopperire al loro bisogno: “Date voi stessi da mangiare!”, e con pochi pani e pesci compio il miracolo della loro moltiplicazione per sfamare tutti; prodigio che è segno della futura Eucaristia, la Manna divina che viene a sfamare ogni fame di anima, di cuore, di spirito.
Venite all’Eucaristia, figli miei, soprattutto quando il peso è grave, la prova estenuante, e quando la sventura sembra che si scagli contro di voi, e fate fatica a portare le croce. Venite all’Eucaristia non solo la domenica, ma il più possibile, anche tutti i giorni; Essa vi toglie la fame dell’amore, la paura della solitudine, della tristezza e di ogni dolore. Sia la Comunione la fortezza, il punto di riferimento, la luce che vi guida; cercatela più degli uomini, pur buoni e savi, più dei sacerdoti: sia il segno della vostra vita. L’Eucaristia dà forza, luce, consolazione; guarisce l’anima, dà sanità al corpo: è la scala che vi sostiene e non vi fa cadere nel vuoto; vi indirizza e vi fa salire verso il Sole ove non c’è prova e sventure, verso l’Eucaristia gloriosa che si spoglia dei suoi veli per vederla per quel che è: “la mia Persona!”, che è pronta ad abbracciarvi per nutrirvi solo della gioia e del gaudio eterno. Ti benedico”.

07 08 13 “Oggi questo mondo è pieno di figli tormentati, vessati e posseduti dal maligno, più di quanto la Chiesa stessa creda e sappia”
“Mia piccola Maria, nel prossimo tempo vedrai cambiare le cose; lascia a Me che preparo il tuo cammino e la tua vita. Oggi nel vangelo la cananea mi grida dietro con veemenza: “Signore, salva mia figlia che è tormentata da un demonio!”. Ed Io la lascio gridare per saggiare la sua fede e per far sì che la sua maternità sia così segno di purificazione e santificazione per la liberazione di molti altri figli tormentati dal nemico. Oggi questo mondo è pieno di figli tormentati, vessati e posseduti dal maligno, più di quanto la Chiesa stessa creda e sappia, ancorandolo ad un fenomeno conseguente di malattie psichiche o ritenendolo un antico retaggio di credenza medievale; e in questo modo quanti miei poveri figli rimangono senza aiuto! Quanti sono quelli che, con insistenza, mi vengono dietro, chiedendo e gridando per la liberazione dei propri figli, cari, fratelli…? Ed anche quando ciò accade Io li lascio attendere nel loro grido in modo che ciò diventi pure per essi opera di liberazione per molti altri figli per i quali nessuno prega. L’attesa è dovuta pure alla lotta che il demonio dà, poiché egli difficilmente vuole lasciare la sua preda: Il suo potere viene indebolito e annullato nel tempo e nell’opera della liberazione.
Ricordate che anche quando la creatura ne è liberata rimane sempre come toccata dalla sua presenza e facilmente indebolita, per questo dovrà rimanere vigilante e in difesa con una vita santa, dato che, se decade di nuovo nel peccato, egli ritorna con maggior violenza nel torturare o nel possedere questi poveri figli. Se tutti pregassero per annientare il demonio e per la liberazione da lui nelle anime, se la totalità della Chiesa praticasse un intero e unito esorcismo, se tutti i sacerdoti si ponessero in azione per quest’opera di liberazione dal diavolo per aiutare il popolo di Dio, il demonio verrebbe annientato, le creature liberate. Se la massa della moltitudine pregasse e si adoperasse per questa vittoria dal male del nemico, la totalità dei suoi colpiti verrebbe sanata. Se invece solo molti lo attuassero molti ne verrebbero liberati, se pochi vi si adoperassero pochi ne otterrebbero guarigione. Ma per i meriti di quelle creature che si offrono a Dio, che offrono le loro sofferenze, per i santi suoi amanti, e anche per le vittime che patiscono questa insidia del nemico e vi lottano, diventando opera di redenzione a salvezza, Iddio ne salverà molti.
C’è bisogno oltretutto di sacerdoti santi che vivano una vita parca, umile, povera. Simile alla cananea gli bastino le briciole di ciò che è povero, umile: che si pratichi il digiuno, la preghiera, una vita santa. Nell’umiltà e nella fede si opera la liberazione dal diavolo.
Queste vostre briciole si faranno gemme risplendenti, fiamme di fuoco dello Spirito Santo che tracciano via di liberazione, per il percorso del ritorno a Dio. Esse sono contrarie alla natura del diavolo: non vi può passare, non vi può traversare; sono il limite che permetterà a molti di giungere al Padre Santissimo. Nell’umiltà e nella fede c’è liberazione. Ti benedico”.

14 08 13 “La Chiesa si accinge a celebrare l’Assunzione della Madre Santissima che sale, nella totalità del suo Essere, in Cielo”
“Mia piccola Maria, tutto si apre. Stasera nella sua vigilia, la Chiesa si accinge a celebrare l’Assunzione della Madre Santissima che sale, nella totalità del suo Essere, in Cielo. Da tempo Ella anelava e si protendeva per ricongiungersi ad Esso: i suoi piedi quasi non toccavano più il suolo, tanto era immersa nel suo desiderio. La sua anima, più lieve di una piuma, non ancorata a nessun peso, sì trasparente che il Cielo vi si rispecchiava e vi si immergeva per fondersi ad Essa. Maria vibrava al richiamo di Dio, sentiva il richiamo del suo Alito, del suo Cuore, della Fiamma dell’ardore divino che La chiamava a venire a Lui: è quell’ Alito del soffio del Padre, è il Cuore del mio Amore, è la Fiamma che arde dello Spirito Santo, che in Lei già viveva e vibrava in un tempo che si era fatto ormai maturo. Lei: Figlia, Madre, Sposa, ha vissuto per l’intera esistenza, avvolta e nutrita nelle Tre Santissime Persone, simile ad un cordone ombelicale che continuamente ispirava e le instillava la loro Natura, nel Soffio vitale che crea, nel Cuore che pulsa ed ama, nella Fiamma che arde e santifica, formando quel Grembo e quel Latte che avrebbero forgiato e formato Me, il Figlio di Dio, e tutti coloro che vorranno immergersi in quell’Utero celestiale e nutrirsi a quel Latte salutare che contengono la Vita di Dio: Alito, Cuore e Fuoco! E’ il suo un Corpo umano: Maria la Prescelta, la Perfetta, è la primizia di una creatura che è sempre solo umana, che però vive nella natura di un corpo che, nella sua fisicità, non è materializzato ma spiritualizzato, ricco di quello Spirito che lo ha santificato e reso degno delle altezze dei Cieli.
Cosa non permette in voi quest’assunzione se non il peso del peccato? Quel peccato che ha le sue zavorre: vi vincola come pesi di cemento e v’impantana nella materia, tarpandovi, in questo modo, le ali per il volo. Il Paradiso esiste! Figli miei, ah, se i vostri defunti beati potessero parlare! La Madonna ogni tanto discende dalle sue meraviglie su questa terra per ricordarvi che il Paradiso c’è, il Cielo sussiste! Ma per voi quanto è difficile vivere di questa speranza che è certezza in Me; per voi è difficile non cadere in tutto ciò che vi schiavizza e vi appesantisce al mondo; per questo Ella vi invita a prenderla per Madre: unitevi al suo cordone ombelicale, immergetevi nel suo Grembo, bevete il suo Latte, che è ricco di Spirito. Vi alimenterà della Parola divina. Vi instillerà l’amore di Dio, vi formerà alla Grazia che vi rinnova in Lui. Unendovi a Lei non smarrirete la via: i pesi del mondo, con le sue lacrime vi potranno curvare ma non vi schiacceranno. Maria vi terrà il cuore e lo sguardo anelanti e desiderosi del Cielo, e ne porterete i colori, sicché voi vivrete già qui la vostra assunzione. Voi sarete già gli assunti del Regno. Il vostro corpo non sarà materia fisica vincolata alla terra, ma un corpo che, spiritualizzato, lo santifica. Ti benedico”.

17 08 13 “Chi segue Cristo si aspetti il combattimento e non il quieto vivere che porta però, di certo, la pace nella coscienza”
“Mia piccola Maria, stasera nel Vangelo Io dico: “Sono venuto a portare il Fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse tutto acceso!”. Cosa è questo Fuoco? E’ il Fuoco dell’Amore, dello Spirito Santo, della santità. E’ il Fuoco dell’Amore che porta ardore, passione, consolazione alla propria fede e al senso della propria esistenza. E’ il Fuoco anche della purificazione, della sofferenza che brucia, arde e scioglie i legami con il male, con le catene di satana, con le scorie del peccato; poiché se l’uomo non è toccato da questo Fuoco non viene purificato, non vive in stato di grazia: non può l’ amore di Dio penetrare e portarvi il suo frutto. Queste due nature di Fuoco non sono in contrapposizione in Me: arde e brucia nella sofferenza sulla Croce, e brucia per amore, il cui frutto è la santità. Esse sono l’offerta per eccellenza che viene donata e posta sull’altare dell’Onnipotente: Egli l’attraversa, con il suo Fuoco Santo per dare liberazione e santità. Questo Fuoco che arde è posto sotto il mondo per liberarlo da satana e dare le grazie del suo bene a tutti coloro che vorranno immergervisi.
Come acquistare questo Fuoco? Unendovi ad Esso, fondendovi; vi farete così piccole fiamme che portano luce e calore della fede ovunque. Quella Fiamma che, riarsa in Me, i venti contrari del mondo che vi soffiano contro, non potranno spegnere. Potrete fondervi ad Esso in un percorso di acquisizione di vita cristiana che avviene nell’adesione alla mia Verità che comporta la lotta, lotta primaria con la vostra persona per il distacco dal male del mondo, lotta anche con quelli di casa per la mia scelta: vi combatteranno, ed è lotta per rimanere fedeli all’adesione al mio Insegnamento, lotta per aderire, mantenere e raggiungere un ordine superiore nel bene, per riportare in quest’ordine acquisito la vera pace che sconfigge la confusione, il caos dell’uomo, mediante il quale il diavolo lega.
Chi segue Cristo si aspetti il combattimento e non il quieto vivere che porta però, di certo, la pace nella coscienza; lotta che porterà liberazione e purificazione dal peccato, amore vero di Dio, santificazione delle anime. Avrete così vissuto il vostro Battesimo, e sarà il vostro un falò che non si potrà spegnere: farà luce anche in Cielo, e al quale Io stesso troverò calore. Ti benedico”.

22 08 13 Festa di Maria Regina – “Attraverso la sua Maternità perennemente l’umano e il divino s’incontrano”
“Mia piccola Maria, presto la tua vita avrà una grande svolta. Io stesso, con le mie chiavi, verrò ad aprire la porta della tua casa e di molti cuori in essa. Oggi la Chiesa, nel vangelo, ricorda l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria. La luce del Santissimo Signore che scende e La ricopre, che entra e penetra nel suo Grembo verginale per fondersi ad Esso. Lo Spirito, nella sua Potenza ed Energia santificante, feconda e si amalgama alla natura di Maria: viene a rivestirsi della sua carne, che è carne santificata che accoglie, che è pronta per ricevere la sua Divinità. Nella Madre Santissima si attua un’Incarnazione perfetta, concreta, tangibile, che dà vita alla mia Persona, Cristo Signore che, con la sua Venuta, attua tra Dio e l’uomo la fusione dell’umano al divino, divenendo un’unica realtà, un’unica Essenza.
Da sempre il Padre Onnipotente ha cercato continuamente di vivere questa Incarnazione con l’umanità, la Chiesa e la stessa natura: di fondersi ad esse, fecondandole della sua Presenza per divenire parte di Sé, Carne spiritualizzata e divina. Ma mentre la natura è stata obbediente al suo Creatore da sempre, e seppur qui decade, il Padre la ricrea e la fa risorgere, la trapianta nella sua totalità nei giardini celesti. Molta parte invece della Chiesa e dell’umanità andranno perdute, e questo perché non hanno voluto accogliere il processo dell’Incarnazione, non hanno voluto amalgamarsi alla Luce di Dio che viene a fecondarli nella santità per farli divenire unità con lui. E questa perdita mi causa un dolore e uno strazio indicibili. Quando l’intera Chiesa e tutta l’umanità vivranno l’Incarnazione? Quando accoglieranno in sé la Madonna. La Madre Santissima è il Grembo: è Lei che ha il compito di ridare vita in un Utero santificato dalla divinità di Cristo per essere Maternità per l’uomo e per la Chiesa.
L’Incarnazione si attua mediante Maria e lo Spirito Santo, che hanno dato visibilità, concretezza, frutto effettivo nella Persona di un Uomo-Dio, che è Gesù Cristo, che Io sono. E attraverso la sua Maternità perennemente l’umano e il divino s’incontrano, si uniscono, e si formano a nuova creatura. Solo quando La si amerà veramente, La si prenderà per Madre e ci si lascerà gestire nel suo Grembo, Ella potrà plasmare la vostra natura: la vostra carne verrà resa accogliente e santificata, dato che la rivestirà di Sé, delle doti della Madre, in modo che la Luce dello Spirito Santo, che viene al suo richiamo, possa ancora penetrare, fecondare e far vivere un nuovo figlio per il Regno di Dio.
Figli miei, siete nati per vivere il Grande Parto, un Parto per la nascita al Cielo. Lasciatevi portare in gestazione dalla Madre: Maria vi riforma a ciò che Ella è, e vi farà fondere allo Spirito. Sarà la vostra incarnazione per il Paradiso. Ti benedico”.

25 08 13 “Se non si passa per la piccola porta, rimane l’altra che conduce dove sarà “tormento e stridore di denti”, in quegli inferi di cui la Chiesa parla poco”
“Mia piccola Maria, stasera nel vangelo vi esorto fortemente: “Passate per la porta stretta!”, sforzatevi di passare per la porta angusta, piegatevi, amalgamatevi, abbassatevi per potervi entrare. Gli inalberati, ritti nel proprio orgoglio e nella propria grandezza, non potranno accedervi e, non entrando per la porta stretta, cosa resterà?... Siete nati per l’eternità: l’anima è immortale, e dopo la morte del corpo non c’è l’oblio o il nulla; e se non si passa per la piccola porta, rimane l’altra che conduce, come dice il vangelo, ove sarà “tormento e stridore di denti”, in quegli inferi di cui la Chiesa parla poco: essi sussistono e là il dolore sarà senza termine e tempo, per questo Io, in ogni modo, cerco durante l’esistenza umana di guidarvi, indicarvi e quasi spingervi, perché vi introduciate nella porta stretta. A ciò serve la correzione divina di cui vi parla la lettura: la correzione che il Padre Celeste vi offre, e che passa anche mediante prove e dolori che vi potranno sembrare inizialmente dure, serve per plasmarvi ad essere atti all’entrata in questa porta. Come riuscire ad accedervi? Facendovi piccoli figli. Infatti il piccolo entra con facilità, dato che il piccolo è colui che non cerca le grandezze del mondo, né i primi posti; rimane fiducioso e abbandonato alla Volontà di Dio, compiendo la sua missione come un servizio, un atto d’amore da rioffrire al Signore. Guardate a Me che sono la Luce che vi indica la Via per introdurvene, che vi offro la preghiera e sacramenti che vi aiutano ad accogliere la correzione e l’accoglienza della santa Volontà di Dio.
Andate dalla Madonna, che si fa Ella stessa “Porta”: la Porta di un grembo che prende di voi persino le vostre misure per riadattarvi, per ricomporvi ad essere duttili, plastici, per riformarvi a piccole creature, per essere adatti ad entrare nella Santa Porta. Siate le tenere pianticelle, i piccoli germogli, che Iddio predilige per prendere e trapiantarvi nei suoi celestiali giardini. Cosa c’è dietro questa Porta? Dopo esservi piegati, abbassati, resi umili, per contemplare e partecipare dell’amore di Colui che è l’Umile e che per voi mi sono tutto ripiegato sula Croce per voi, c’è la Casa che non ha più spazi e né ristrettezze. Ti benedico”.

26 08 13 “Ricordatevi che, nella misura in cui cresce la superbia si innalza e vive l’ipocrisia, il fariseismo”
“Mia piccola Maria, non te ne prendere pena, Io ci penso. Penso a tutto Io. Stasera nel vangelo Io riprendo fortemente i farisei; essi, pur dinanzi a Colui che è la Sapienza, cercano di travisare la stessa Parola divina. Ma Io rispondo, dando luce piena nella Verità. I farisei c’erano ai miei tempi come in ogni generazione; e oggi è un rifiorire di essi in ogni realtà sociale, particolarmente nella Chiesa. Vengono con volto ilare, con mani prodighe, ma il loro cuore contiene una semente cattiva, che nel tempo si protende e cresce in una pianta che ramifica ovunque, portando il suo frutto velenoso. Iddio aborrisce l’ipocrisia, mentre il suo Cuore si piega verso il peccatore che, pur se macchiato di gravi colpe, si ritiene tale. Invece l’ipocrita difficilmente si riconosce per ciò che è: la sua falsità penetra il suo intimo, negando a sé stesso la sua natura. Egli si ammanta di zelo, anche in opere pie, viene incontro, con modi benevoli e gesti di maniera, ma parla con doppiezza, dice una cosa ma ne fa un’altra. Egli compie anche qualche bene per il fratello ma perché ne possa poi godere a suo maggior profitto; si fa giusto, giustificando ogni suo atto per far sì che sia accreditato a suo vantaggio e beneplacito.
Quanto è grave per chi opera in ogni settore sociale e porta della sua ipocrisia la cattiva conseguenza nel mondo, ma ancor più severa sarà la responsabilità di coloro che operano nella Chiesa: coloro che si ammantano della gloria di Dio, la usurpano e la defraudano al Signore Iddio perché ne abbiano essi lode ed ammirazione: è idolatria alla propria persona. Essi travisano e deformano la stessa Parola divina, la cambiano e la usano in modo che sia diffusa l’ipocrisia che vive nel loro animo, e servono il padre loro, che è il signore della menzogna. Credono di poter agire impunemente poiché Dio non ferma il loro ardire, e non sanno, che, da Padre, Egli attende il loro ravvedimento; ma se non si attuerà, l’ipocrisia che hanno diffuso, simile a matassa che si è avvolta ovunque, li coprirà, e ne resteranno essi stessi aggrovigliati, sino a soffocarne.
Figli miei, vivete la Verità, e come? Io sono la Verità! Ma per far sì che la possiate ricevere, assorbire e prenderla in voi dovete vivere l’umiltà: solo chi si fa umile si fa veritiero, e l’umiltà è una grazia che và chiesta ogni giorno al Cielo perché ad ogni vostra opera chiedete che sia per la gloria del Signore e non per la vostra, sia a servizio del fratelli, e non perché venga incensata la vostra presunzione. Ricordatevi che, nella misura in cui cresce la superbia si innalza e vive l’ipocrisia, il fariseismo. Nel farvi veritieri, pur se otterrete un unico frutto, esso sarà sincero, autentico e buono: non otterrete forse troni sulla terra e né nei cuori altrui, né vantaggi, né plausi sul mondo ma, di certo, otterrete un trono nel mio Cuore. Ti benedico”.
29 08 13 “Preparatevi al combattimento, preparatevi alla persecuzione poiché, per la mia Parola di salvezza, vi faranno guerra!”
“Mia piccola Maria, oggi nella santa Parola Io incito il mio Servo Geremia a prepararsi al combattimento. “Ecco, ti faranno guerra, ma non ti vinceranno!”. Egli sarà perseguitato poiché porta la mia testimonianza, ma Io sarò con lui: non potrà che essere vittoria. Cerco sempre testimoni, martiri, servi miei, che siano fedeli alla mia Verità sino alla fine. Ancora ce ne sono, pur se in numero minore di altri tempi, e se ne trovano non solo tra sacerdoti, missionari o anime di religiose, ma anche in laici che operano nei vari ambiti della società per la giustizia e il bene, e questo accade, dato che seguono la scia delle norme del mio Insegnamento.
O testimoni che mi amate e mi seguite, Io dico a voi: “Preparatevi al combattimento, preparatevi alla persecuzione poiché, per la mia Parola di salvezza, vi faranno guerra! Ciò avviene perché vi fate simili al vostro Maestro: dovete ripercorrere le mie orme che sono orme impregnate delle mie lacrime e le stille del mio Sangue. Con Me dovete fecondare la terra con le vostre sofferenze ma, uguali a Me, il vostro cammino porta alla vittoria e, per i miei meriti e i vostri, che si uniscono in un unico sentiero di salvezza, voi ne porterete abbondanza di raccolto.
Oggi che ricordate il martirio di Giovanni battista: quest’uomo santo si è fatto imponente e grandioso nelle vette del Cielo nel merito perenne di poter stare dinanzi alla Maestà dell’Altissimo, per il suo Martirio. Giovanni ha vissuto, amato e dato la sua vita, coerente, stabile, intrepido, senza piegarsi ai venti del mondo, fedele al vessillo della mia Verità, per essa è stato Martire. Ancor prima che la scure si posasse sul suo capo, egli spontaneamente aveva offerto sé stesso il oblazione al Padre Santissimo perché fosse ricchezza e sostegno alla mia Predicazione, e fortezza per la mia Redenzione. La sua morte voleva accompagnare la mia. Fratello amato, fratello di sangue e spirito, che non si è risparmiato, e mi ha dichiarato il suo amore santo per dare testimonianza a Me: il Messia tanto atteso.
Il suo è stato un battesimo di sangue, un lavacro a cui molti si sono lavati e al quale la Chiesa ancora si fa feconda. Anime mie, che mi volete seguire e che vi lamentate così tanto delle vostre pene, guardate ai miei Martiri, alle loro sofferenze con cui hanno dato il tutto di sé. Voi non siete giunti a dare il martirio del sangue, e forse non ve ne sarà mai richiesto! Chiedete, per i meriti della loro testimonianza e offerta, saldezza, perseveranza, coerenza. Sappiate che, pur se il vostro è un martirio di lacrime, le lacrime sono il sangue dello spirito; e se voi rimarrete perseveranti, persistenti e fedeli alla Verità, per quanto sia minimo il combattimento, esiguo il numero di quelli che vi si contrappongono, Iddio, che guarda il cuore e l’intensità del vostro offrire, ne maggiora e ne espande il dono.
Se soffrite per un matrimonio combattuto e perseguitato per la vostra fede, se venite ripudiati dai figli, dagli affetti più cari, rifiutati dagli amici per l’adesione ad essa, se, per la vostra opera nell’ambito in cui lavorate o vivete, voi portate il profumo della lealtà del bene che vi ho insegnato, ma ne ricevete derisione o ostacolo, non temete: Io sono con voi! Con Me siete vittoriosi! Chi può contro di Me…? Ritemprate le fiacche membra, il compiangimento su voi stessi, animatevi nel mio Amore; mai lascerò da solo un figlio che combatte per il mio Cuore: gli sono accanto e lo aiuto più del battito che ha del suo e di ogni suo respiro. Proprio per la sofferenza e la testimonianza data, voi darete salvezza, porterete liberazione e santità.
Figli miei, continuamente si cerca di ripiegare, infangare, ricoprire e sotterrare la bandiera della Verità, ma Io vi dico che essa è sostenuta dal mio braccio; Io soffio per farla sventolare: sempre tornerà ad innalzarsi e a risorgere in modo che se ne vedano i colori, e lo Stemma, che sono i miei. Ti benedico”.

31 08 13 “In ogni suo figlio che l’ama il Padre Santissimo trasmette parte di Sé per far sì che voi amiate, e sempre più Lo conosciate, mediante l’amore”
“Mia piccola Maria, Io ti sostengo, do sostegno ad ogni tuo giorno e ad ogni tuo passo: non te ne avvedi? Stasera la Parola vi dice: “Ai miti Iddio rivela i suoi segreti!”: a coloro che sono umili, semplici, piccoli. Il Padre Santissimo ama bisbigliare in intimità ai loro orecchi i suoi segreti. A chi si fa piccino lo prende tra le sue ginocchia e lo pone all’ascolto del suo Cuore scevrando Sé stesso nel trasfondere la conoscenza dei suoi sentimenti, della sua natura, dell’essenza del suo amore, e voi imparate così ad amare con quell’ardore che non può essere trattenuto a Sé, ma lo partecipa ed ha compassione, pietà, misericordia in un’ esigenza che sovrasta ad ogni egoismo senza attendere di essere riamato. Già qui Iddio dona la partecipazione del Regno, di cui il Paradiso è la completezza, il fine, la perfezione, ma che in voi viene già vissuto nella pace dell’anima, nella speranza di esso, nella luce che vi illumina e che dà senso alla vostra fede.
Il Signore vi offre la Sapienza della sua via nei mezzi santi che continuamente vi dona per giungervi, e a vostra salvezza. Iddio per i suoi amanti si compiace di arricchirvi, oltre al suo Insegnamento e ai Sacramenti, dei molti mezzi celestiali che la Tradizione della Chiesa nel corso dei secoli ha raccolto e testimonia. Ai suoi amanti, ai suoi Santi che, nella loro grandezza, sono stati i piccoli del Regno poiché abbandonati alla Volontà del Padre, Egli ha dato per ognuno di essi un nuovo capitolo della storia della sua conoscenza, un arricchimento del tassello del suo Volto, dato che chi potrà mai sondare la completezza e la profondità della sua Sapienza? Chi potrà mai conoscere del tutto l’Onnipotente Dio? Eppure in ogni suo figlio che l’ama il Padre Santissimo trasmette parte di Sé per far sì che voi amiate, e sempre più Lo conosciate, mediante l’amore.
Come vivere la mitezza cui vi invita? Il vangelo vi risponde: “Non ambirete ai primi posti, ponetevi all’ultimo, attendendo che sia il Signore ad indicarvi quale occupare”. Il vostro sia un servizio che, nella sua generosità, è un’opera che non si mostra, non suona la tromba dinanzi a sé, non attende plausi e onori, ma rimane nel nascondimento, riservato; viene posto e dato al Cuore di Dio quale primizia che lo santifica, se no perderà la sua preziosità e il suo merito. Date e ponetevi in aiuto agli ultimi: ai malati, ai poveri, ai dimenticati, a coloro che sono perseguitati a causa dell’ingiustizia. Essi per lo più non potranno ricambiarvi: non avranno i mezzi materiali per darne ricambio; ma la loro benedizione salirà al Cielo, e per loro discenderà dalle mie mani su di voi. In essi avrete servito Me, vostro Signore, e la ricompensa è la Risurrezione, una ricompensa che non ha quantità, non ha limite e né fine, poiché vivrà in eterno dell’abbondanza delle mie meraviglie. Ti benedico”.

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