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L' Annunciazione. Dagli scritti di Don Dolindo Ruotolo. Maria Santissima non si turbò per la vista dell' Angelo alla quale era certamente abituata, ma al Suo prostrarsi dinnanzi a Lei in atteggiamento …Altro
L' Annunciazione. Dagli scritti di Don Dolindo Ruotolo.

Maria Santissima non si turbò per la vista dell' Angelo alla quale era certamente abituata, ma al Suo prostrarsi dinnanzi a Lei in atteggiamento assequiante. Ma entriamo nella spiegazione Santa di Don Dolindo.

*ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE*

Quand’ecco giunse un Angelo di Dio...
Quand’ecco una gran luce invase la stanzetta e la fece trasalire. In quella luce splendeva più fulgido un Angelo di Dio.
Maria non si turbò e non temette, perché era abituata alla compagnia degli Angeli; ma si accorse che quel Celeste Messaggero non era come gli altri, in quel momento. Non aveva un aspetto di maestà, ma sembrava prostrato in riverente ossequio; rifulgeva di luce più grande, poiché portava il più grande Messaggio che sia stato mai portato dal Cielo in terra; ma la sua grandezza era velata dall’umiltà.
Sostò per un momento, si curvò e, ammirando il Capolavoro di Dio, esclamò: Ti saluto, o piena di Grazia, il Signore è con Te; benedetta Tu fra le donne. E si fermò adorando Dio che l’aveva fatta così Bella, poiché in Lei vedeva i riflessi più luminosi dell’infinita Santità.
Maria, l’umilissima Maria si sentiva salutata con parole grandi che per Lei erano incomprensibili; allora si turbò perché quelle parole non avevano eco nel Suo Cuore, abituato ad impiccolirsi; erano come un linguaggio sconosciuto per Lei, e pensò che cosa potessero significare. Non sospettò che fossero un elogio, ma temette che fossero un rimprovero, un segno dello scontento di Dio. Si rileva chiaramente da ciò che l’Angelo soggiunse: Non temere, perché hai trovato Grazia innanzi a Dio.
Maria non si turbò nella visione dell’Angelo ma nelle Sue parole e, non sapendone intendere il significato, come chi ascolta una lingua sconosciuta, mostrò fino a qual punto giungeva la Sua umiltà! Fu in quel momento di abbassamento interiore che l’Angelo la preconizzò Madre di Dio: Ecco, concepirai nel Tuo seno un Figlio e lo chiamerai Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo. Il Signore gli darà la sede di Davide, suo padre, e regnerà in eterno nella casa di Giacobbe, e il suo Regno non avrà mai fine. L’Angelo disse: Concepirai nel Tuo seno e partorirai; dunque, doveva diventare veramente Madre; doveva dare nome al Suo Figlio Gesù, Salvatore; dunque si compivano i vaticini che annunciarono la sa5lvezza d’Israele e del mondo; il Figlio sarebbe chiamato Figlio dell’Altissimo; e quindi Ella sarebbe stata la Madre di Dio. Avrebbe avuto il regno di Davide in eterno, il vero Regno promesso al Santo Re, il Regno della Grazia e dell’Amore che sarebbe durato in Eterno.
Maria rimase pensosa. Ella era sposata a San Giuseppe; aveva promesso a Dio il fiore verginale, e sapeva che l’aveva promesso anche Giuseppe; che cosa doveva fare? Desiderosa solo di compiere la Divina Volontà voleva sapere come doveva compierla. Maria, in quel momento, fece un atto di Virtù più grande di quello di Abramo e, invece di mostrarsi pronta a immolare il proprio figlio, si mostrò pronta anche a rinunciare alla Sua verginale integrità, se così a Dio fosse piaciuto. La Vergine espose solo la Sua particolare condizione, e implicitamente quella di San Giuseppe: Ella non conosceva uomo e, dato il Suo voto, non poteva conoscerlo se Dio l’avesse voluto, Ella aveva uno Sposo vergine che per la Sua Consacrazione apparteneva a Dio solo; come sarebbe avvenuta la Concezione? Ma l’Angelo subito la rassicurò; Ella avrebbe Concepito per Opera dello Spirito Santo, e la Sua Verginità, come quella di San Giuseppe, sarebbe rimasta integra.
Maria in quel momento contemplò la Potenza di Dio e vi si abbandonò con un atto di Fede illimitata. Non aveva bisogno di sapere altro, non aveva bisogno di scrutare, non volle pensare alle conseguenze esterne di una Sua Concezione Miracolosa; curvò l’intelletto e credé, piegò la volontà e si donò, aprì il cuore e amò d’intenso amore Dio.
L’Angelo soggiunse che anche Elisabetta, benché sterile, aveva miracolosamente concepito un figlio, e stava già al sesto mese, perché niente era impossibile a Dio.Maria credé al grande Mistero che le si annunciò e credé all’effusione dello Spirito Santo in Lei. Curvò la fronte con immensa umiltà, aprì il cuore con piena dedizione, e pronunciò quelle ammirabili parole che dovevano far compiere il grande Mistero dell’Incarnazione del Verbo: Ecco la Serva del Signore, sia fatto di Me secondo la Tua Parola. Fu un momento solenne che la povera penna non sa rendere; fu il momento delle Nozze d’una Creatura con l’Eterno Amore, e della discesa del Verbo nel Suo Immacolato Seno. Si direbbe che questa discesa d’Amore fu come l’immenso peso che fece traboccare la bilancia della Misericordia, e sollevò Maria fin là dove il Verbo era disceso, fino alle Altezze Eterne. Maria si raccolse in silenzio, s’inabissò in Dio, si donò a Lui interamente, umiliandosi fino alla polvere del proprio nulla. Sparì quasi in questo atto di profondissima umiltà, e pregò ardentemente. Avvertì una grande pace, e sentì rifluire nella Sua vita una corrente di purezza sterminata. Il Suo corpo sembrava fosse diventato spirito, tanto era luminoso e diafano in quella gran luce che l’adombrava.

(Sac. Dolindo Ruotolo – Servo di Dio)
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo
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