Fatima.
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PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

Dottor Luca Speciani

Siamo in piena estate, con zero decessi da Covid e le terapie intensive semivuote, ma ad ascoltare i tiggì di stato “siamo alla quarta ondata”.
Vorrei fare presente che il numero dei “contagi”, come dico da un anno, si basa solo sulla positività ai tamponi di persone sane e, per il 95%, prive di sintomi. Tamponi che diverse sentenze europee hanno valutato come inaffidabili (ma perfettamente funzionali a scatenare il panico negli ipocondriaci TV-dipendenti). In più, con lo “stato di emergenza” ormai permanente, in violazione di ogni nostro diritto, permane in vigore la leggina secondo cui al raggiungimento del 20% di occupazione delle terapie intensive, scatta la zona rossa, così che possano impunemente alla prima influenza tornare a chiudere scuole, fabbriche, libera circolazione, per mandare definitivamente a rotoli questo paese e imporre il cosiddetto “grande reset” tanto gradito alla finanza mondiale. E noi stiamo ancora qui a discutere di green cazz, di diritti dei vaccinati, di smart working e di banchi a rotelle, mentre il sito ufficiale EMA (Eudravigilance) ci dice che i decessi da vaccino documentati al 24/7 sono ormai 19.500, con 781.000 effetti collaterali gravi o permanenti (ictus, miocarditi, paralisi, cecità, amputazioni).
O scendiamo in piazza, tutti, compatti, contro questi cialtroni incapaci di difendere i nostri diritti o è finita. Vogliamo capirlo? Non ci vuole Einstein, basta avere il cervello che funziona e spegnere la TV.
A ottobre EMA autorizzerà 5 nuove terapie anti-Covid, di cui 4 saranno con anticorpi monoclonali (leggi siero iperimmune). Motivo per cui un De Donno, che il 27/7, giorno della sua tragica scomparsa, urlava ai quattro venti la sostanza dell’imbroglio, andava fatto tacere.
Da chi comprereste un’auto usata, tra questi due sguardi? Io non ho dubbi. O scendiamo in piazza tutti, subito, o quest’autunno sarà dittatura. Un anno fa eravamo in pochi a sostenerlo, prendendoci dei complottisti terrapiattisti novax. Oggi siamo in tanti, sempre di più, come in Francia, e per ciascuno in più che si risveglia dall’incubo c’è una speranza in più di non essere tra pochi mesi di nuovo schiavi.
Io so da che parte stare, per il rispetto dei miei diritti costituzionali che nessuno difende, per la dignità del mio lavoro di medico non asservito all’industria e per il futuro dei nostri figli, che mi auguro possano ancora abbracciarsi e vivere. Spero anche voi.
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