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Irapuato
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L'ADORAZIONE DEI MAGI DI LEONARDO DA VINCI TORNA AGLI UFFIZI. Toscanamedia il 27 marzo 2017. Dalla fine di marzo 2017 è nuovamente visibile, dopo il restauro a cura dell'Opificio delle pietre dure di …Altro
L'ADORAZIONE DEI MAGI DI LEONARDO DA VINCI TORNA AGLI UFFIZI.

Toscanamedia il 27 marzo 2017. Dalla fine di marzo 2017 è nuovamente visibile, dopo il restauro a cura dell'Opificio delle pietre dure di Firenze, che ha anche ripristinato le parti danneggiate.
L'Adorazione dei Magi è un dipinto a olio su tavola e tempera grassa (246x243 cm) di Leonardo da Vinci, realizzato tra il 1481 e il 1482. Viene conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Nel 1481 i monaci di San Donato a Scopeto commissionarono a Leonardo un'Adorazione dei Magi da completare nel giro di due anni. Leonardo studiò approfonditamente la composizione, lasciando vari disegni preparatori: uno della composizione generale, dove compare anche la capannuccia, conservato nel Cabinet des Dessins del Louvre, uno dello sfondo, al gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi e vari studi riconducibili alla zuffa di cavalli o alla posizione della Madonna e del Bambino[1].
Il pittore però, nell'estate del 1482, partiva per Milano, lasciando l'opera incompiuta. Quindici anni dopo, certi ormai dell'inadempienza di Leonardo, i religiosi si rivolsero a Filippino Lippi per ottenere una pala di analogo soggetto, pure agli Uffizi[2].
L'Adorazione di Leonardo nel frattempo era rimasta allo stato di abbozzo in casa Amerigo de' Benci, il padre di Ginevra de' Benci della quale Leonardo dipinse un famoso ritratto; qui la vide Vasari[3]. Nel 1601 si trovava nelle raccolte di don Antonio de' Medici e, dopo la morte di suo figlio Giulio, nel 1670 approdò alle Gallerie fiorentine[4]. Nel 1681 andò perduta la cornice cinquecentesca con dorature, probabilmente in occasione dello spostamento della tavola alla villa di Castello. Dal 1794 tornò definitivamente al museo[5].
Nella critica ottocentesca sorse qualche dubbio circa l'attribuzione dell'opera a una fase giovanile (Müntz) o a Leonardo stesso (Rumhor), ma si tratta di ipotesi oggi scartate[5].
Del dipinto esistono alcune radiografie realizzate da A. Vermehren, pubblicate nel 1954 da P. Sampaolesi e oggi appartenenti agli eredi Vermehren[5]. Dalla fine del 2011 la pala è in restauro.