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Libro I – (1) Capitolo I – Patria di San Giuseppe, dei suoi genitori e ciò che ad essi capitò PRIMA DELLA NASCITA DEL SANTO - Dio avendo destinato per Sposo della Madre del suo Unigenito il glorioso …Altro
Libro I – (1) Capitolo I – Patria di San Giuseppe, dei suoi genitori e ciò che ad essi capitò
PRIMA DELLA NASCITA DEL SANTO -

Dio avendo destinato per Sposo della Madre del suo Unigenito il glorioso san Giuseppe, volle anche che assomigliasse molto ad essa, sia nei natali, come nella patria e molto più nelle sue virtù, impegnandosi
l’Altissimo a formarlo come si conveniva per renderlo degno sposo della divina
Madre. I genitori del nostro Giuseppe furono nativi il padre di Nazaret e la
madre di Betlemme e, uniti in matrimonio, dimorarono a Nazaret finché vissero.
Il padre si chiamava Giacobbe e la madre Rachele, persone di santissima vita e pari sia nella nobiltà che nelle virtù. Il padre era della stirpe e progenie di David, così pure la madre era della medesima discendenza.
Dio permise che i genitori di Giuseppe fossero per qualche tempo sterili, perché voleva che il loro figlio fosse frutto di orazione. I suoi genitori facevano larghe elemosine ai poveri, ed anche al
Tempio di Gerusalemme, dove andavano spesso a pregare per impetrare da
Dio la sospirata prole, e Dio non tardò molto a consolarli.
Un giorno, essendo stati al Tempio per offrire larghe elemosine, la madre
ebbe una forte percezione che Dio l’avrebbe esaudita e consolata.
Tornata a Nazaret concepì il nostro Giuseppe, ed in quel tempo si videro sopra la loro casa tre lucidissime stelle, una di maggior sublimità e
splendore dell’altra; con questi segni Dio manifestava che il nostro Giuseppe doveva formare la Trinità in terra ed essere capo della santa Famiglia.
Dio permise però che questo prodigio non fosse molto avvertito, perché fosse celato il mistero e la fortuna del Santo. La madre, incinta del nostro Giuseppe, sperimentava una grande
consolazione e sempre più si esercitava in atti di virtù.
II nostro Giuseppe con l’alimento che riceveva dalla madre, si imbeveva
anche delle virtù e devozioni che lei praticava; così anche nel seno materno
insieme al nutrimento ricevette anche le nobili virtù della sua buona madre. Crebbe molto la virtù, la devozione e l’allegrezza dei suoi genitori, quando Dio rivelò loro l’occulto segreto per mezzo di un Angelo, che parlò ad ambedue in sogno.
Dio manifestò alla madre che il fanciullo, che portava nel suo seno, avrebbe visto il Messia promesso e con Lui si sarebbe intrattenuto; perciò lo educasse con grande cautela ed accuratezza e gli ponesse il nome di Giuseppe;
e sarebbe stato grande al cospetto di Dio. Lo stesso disse a suo padre in sogno, ordinando ad ambedue di tener nascosto il segreto del Re e di non manifestarlo nemmeno al loro figlio, ma
che solo ne parlassero fra loro per consolazione del loro spirito e per unirsi
insieme a ringraziare Dio. Avrebbero dovuto educare bene il fanciullo e
istruirlo nelle Scritture Sacre. I genitori del nostro Giuseppe, ricolmi di giubilo per il misterioso sogno, conferirono insieme su quanto era loro capitato, e scorgendo di essere
stati ambedue fatti degni dello stesso sogno, ne resero affettuose grazie a Dio e si animarono alla pratica delle più eroiche virtù; poiché erano saggi e prudentissimi, conservarono dentro di loro il segreto, non manifestandolo ad alcuno,
obbedendo a quanto l’Angelo aveva loro ordinato.
La madre nel tempo della gravidanza si esercitava in digiuni, orazioni e larghe elemosine, ringraziando Dio del dono che le aveva fatto, la sospirata prole e lo supplicava del divino aiuto, perché desse alla luce felicemente il fanciullo. La madre portò con grande felicità la sua gravidanza, non soffrendo soverchiamente i soliti travagli e patimenti.
Di tutto rendeva grazie a Dio, riconoscendo con gratitudine i divini benefici. Simile faceva il padre di Giuseppe, il quale godeva molto della grazia che Dio faceva alla sua consorte di portare il fanciullo con tanta facilità e consolazione, ed ambedue rendevano grazie a Dio.