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Il Miserere: salmo del peccato e della nuova creazione. 12PORTE - 19 marzo 2015: Siamo ormai nell’imminenza della settimana santa e la Liturgia quaresimale offre alla nostra preghiera MISERERE, il …Altro
Il Miserere: salmo del peccato e della nuova creazione.

12PORTE - 19 marzo 2015: Siamo ormai nell’imminenza della settimana santa e la Liturgia quaresimale offre alla nostra preghiera MISERERE, il salmo 50, il più celebre dei salmi penitenziali.
È commovente pensare che fin dai tempi del re Davide, circa 3000 anni fa, il popolo dei credenti da Israele alla Chiesa vi abbia trovato, la preghiera più intensa e profonda per chiedere perdono per i propri peccati.
Il salmo, come dicevo è attribuito a Davide, che si macchiò di un grave peccato commettendo adulterio con Betsabea, della quale fece uccidere il marito Uria, suo fedele soldato.
Invece di proporvelo in forma responsoriale, questa volta mi permettete di farvi ascoltare una delle più alte pagine della musica sacra.
È la versione del nostro salmo composta attorno al 1630 da don Gregorio Allegri per la Cappella Sistina.
Pensate che questo Miserere fu eseguito esclusivamente nelle liturgie pontificie della Settimana Santa, perché i Papi avevano addirittura minacciato la scomunica a chi ne avesse trafugato una copia.
Dopo i fatti del Risorgimento, l’esecuzione venne sospesa e sarà Benedetto XVI a ripristinare questa esecuzione nel 2011, in occasione del mercoledì delle ceneri.
Eccone dunque alcuni passaggi in cui due cori di 5 e 4 voci si alternano al gregoriano.
ALLEGRI
Il più intenso e ripetuto Salmo penitenziale, il canto del peccato e del perdono, la più profonda meditazione sulla colpa e sulla grazia, presente ogni venerdì alle Lodi mattutine.
Il salmo ci fa compiere un percorso, nella regione tenebrosa del peccato, in cui è situato l’uomo fin dall’inizio della sua esistenza.
La coscienza del peccatore si apre a percepire chiaramente il suo male. Il mio peccato io lo riconosco. “Riconoscere” è un verbo con non indica solo una constatazione intellettuale, ma una vera scelta di campo per la vita.
Il peccato non è colto solo nella sua dimensione personale e "psicologica", ma è delineato soprattutto nella sua qualità teologica. "Contro di te, contro te solo ho peccato" (Sal 50, 6).
Il peccato non è, quindi, una mera questione psicologica o sociale: prima che un’eventuale ingiuria contro l’uomo, il peccato è innanzitutto tradimento di Dio.
Per tre volte il salmista invoca lo Spirito di Dio: «Rinnova in me uno spirito saldo… Non privarmi del tuo santo spirito… Sostieni in me uno spirito generoso» (vv. 12.13.14).

Con questa triplice menzione dello «spirito», il Salmo 50, dopo aver descritto nei versetti precedenti la prigione oscura della colpa, si apre sulla regione luminosa della grazia.
È una grande svolta, paragonabile a una nuova creazione: come il primo soffio vitale nella genesi, ora lo stesso Spirito divino ri-crea, rinnova e trasforma il peccatore pentito, lo riabbraccia e lo rende partecipe della gioia della salvezza, fino a renderlo testimone: “Insegnerò agli erranti le tue vie”.
Chi ha sperimentato l’amore misericordioso di Dio ne diviene un testimone ardente, soprattutto nei confronti di quanti sono ancora impigliati nelle reti del peccato.
I peccatori non sono in grado di purificarsi da soli; non bastano buoni sentimenti. Ci vuole una mediazione esterna efficace: per questo noi cristiani riconosciamo nel sacrificio che finalmente Dio mostra di gradire, la passione e la croce di Cristo che ci apre i tesori della misericordia del Padre.