I COMMENTI AL VANGELO (Mt 5,33-37) (Sac. Dolindo Ruotolo – Servo di Dio) Cosa significa: *LA MENZOGNA* Il vs parlare sia si si, no no; porgere l'altra guancia. Gesù Cristo, dopo aver divelto, per così …Altro
I COMMENTI AL VANGELO (Mt 5,33-37)
(Sac. Dolindo Ruotolo – Servo di Dio)

Cosa significa:
*LA MENZOGNA*
Il vs parlare sia si si, no no;
porgere l'altra guancia.

Gesù Cristo, dopo aver divelto, per così dire, le radici stesse delle sopraffazioni dell’ira e dei sensi, sana dalle fondamenta la piaga della menzogna e della slealtà che tanto nuoce alle reciproche relazioni tra gli uomini. Nell’antica Legge si credeva che si dovesse tener fede solo al giuramento, e per il continuo decadimento dei costumi si era giunti a tal punto da non parlare senza giurare. L’ atto solenne del giuramento, ammesso solo in casi di eccezionale importanza, era ridotto, così, quasi come un intercalare. Gli scribi e farisei, poi, insegnavano che quando non si nominava esplicitamente Dio, non si era tenuti a mantenere quello che si era giurato e, con questo principio, moltiplicavano i giuramenti falsi e la conseguente sfiducia fra gli uomini.
Gesù Cristo vuole che un cristiano sia talmente veritiero e leale da non aver bisogno né di giurare né d’imprecare per esempio sul suo capo, non avendo egli dominio su sé stesso, e non potendo rendere bianco o nero uno dei suoi capelli, imprecando. Il suo linguaggio deve essere decisamente vero: Sì, sì, no, no; qualunque altra parola viene dal male, cioè dalla diffidenza o dalla malafede, ed è soprattutto testimonianza del male che sta in noi, non essendo degni di essere creduti sulla semplice parola. Anche nell’infanzia chi giura non è il fanciullo buono incapace di cattive azioni, ma è quello cattivo, al quale possono con facilità addebitarsi delle scappate, e al quale è più difficile prestar fede.
Non resistere al malvagio, cioè non venire con lui a contrasto, perché non lo vinci così e non ti rendi superiore a lui. Il contrasto è una diminuzione della propria dignità ed è una moltiplicazione delle ingiurie; tu, invece, passa sopra alle insolenze, e se uno ti percuote sulla guancia destra, presentagli anche l’altra. Presentala non tanto per essere percosso di nuovo, ma presentala nell’amorevolezza del compatimento e del perdono. Si schiaffeggia un volto che appare antipatico e provocante, e tu mostra subito l’altra faccia, quella che realmente sta in te: la bontà e la compassione. Se mostri questa guancia, cioè questo tuo aspetto benevolo, insospettato dal nemico, lo hai vinto e lo hai messo nella necessità di riflettere al suo atto brutale e di vergognarsene. Gesù Cristo non comanda letteralmente di farsi percuotere nell’altra guancia, come non comanda letteralmente di cavarsi l’occhio o recidersi la mano, ma comanda di mostrare l’altra guancia, dimostrando l’opposto di quello che appare al nemico e lo spinge a farsi violenza.
Questo è tanto vero che Egli stesso, nella Passione, percosso nella guancia, interrogò il malvagio servo per mostrargli che non aveva parlato male al sommo sacerdote, gli mostrò quindi l’altro aspetto della sua risposta, l’altra faccia della risposta che aveva provocato lo schiaffo.