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Massimo M.I.
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Sappiate rendere piacevole la vostra fede MARIA MADRE E MAESTRA 24. Mamma Carmela 23 Giugno 1978. Figli miei, sono contenta di questo incontro! Sono qui rappresentate tutte le categorie di cristiani:…Altro
Sappiate rendere piacevole la vostra fede

MARIA MADRE E MAESTRA 24. Mamma Carmela 23 Giugno 1978.

Figli miei, sono contenta di questo incontro! Sono qui rappresentate tutte le categorie di cristiani: giovani, adulti, vedove, orfani, nubili e sposati, e non manca nemmeno il mio ministro! Sapessero i sacerdoti quanto beneficio per la loro vita spirituale ricaverebbero partecipando con fede ed umiltà a questi raduni! Quale rinnovamento nello spirito della Chiesa! Come il lievito farebbe fermentare la massa!
Voi siete qui come piante in fiore; da questi fiori ciascuno darà i suoi frutti. Chi ne darà molti, chi pochi. Guai se, avvicinandosi a voi, il mio divin Figlio dovesse trovare che avete prodotto soltanto frutti selvatici o soltanto foglie! Ogni fiore ha il suo profumo, e ogni frutto ha il suo sapore e il suo compito specifico. Così, in quel luogo dove voi trascorrete la vostra vita e svolgete la vostra attività, i vostri frutti devono portare quel buon gusto delle cose di Dio, che deve eccitare l'appetito di coloro che non conoscono questo meraviglioso giardino.
Ecco che, a questo punto, io vi faccio un ammonimento o, meglio ancora, vi do un saggio consiglio: sappiate rendere, a tutti, piacevole la vostra fede. Essa presenta i lati gioiosi e quelli dolorosi; presenta le battaglie da ingaggiare, le vette da raggiungere, le conquiste da attuare, con tutte le difficoltà che le accompagnano. Se voi però sarete coerenti e saprete tradurre in pratica quegli insegnamenti che ricevete, porterete ogni giorno in mezzo alla famiglia, alla Chiesa e alla società, quella serenità che fa amare la fede e che avvicina a Dio.
A questo scopo, vi raccomando di essere prudenti senza essere troppo timorosi; di essere zelanti senza essere troppo insistenti e noiosi. Vi raccomando di studiare i gusti delle persone, per saper approfittare di essi e, assecondandole in ciò che non è male, poter a vostra volta far conoscere i vostri. Se ad esempio una persona non è abituata a pregare, non potrete chiederle di recitare un rosario; basterà che con tanta delicatezza le facciate dire un Ave Maria.
Figli, la fede è un dono meraviglioso del Signore, ma molti lo rifiutano perché i cristiani non lo sanno far amare. Molti vedono un'esteriorità di cattolicesimo, ma non vedono la fede in profondità, che collima con l'amore; perciò non riescono a capirla e ad accettarla.
C'è un altro momento nella vita del cristiano in cui egli non può far presa, ed è quando il suo occhio è torbido, per cui il suo corpo non può essere illuminato. Che significa questa frase? Ha l'occhio torbido colui che è sempre pronto a giudicare male il suo prossimo, e a vedere in tutti cattiveria e malizia. Questa triste visuale del prossimo non permette il formarsi delle amicizie e nemmeno la collaborazione. È come se si vivesse nelle tenebre, e non si può trovare appoggio da nessuna parte. Siate semplici, figli, e sappiate vedere le virtù del vostro prossimo. Sarà così che potrete, quando sarà il caso, sottolineare anche qualche difetto; se sarà necessario, dare una mano per aiutare anche gli altri a crescere.
Alla mia scuola, figli, dovete crescere nella bontà, nella semplicità e nella fiducia reciproca. Dovrete però rimanere come bambini, per la docilità con cui vi lasciate condurre e per quella prontezza con cui sapete capire, perdonare e dimenticare ciò che vi fa male al cuore, che vi viene da parte del vostro prossimo. Siate sempre sereni, e il vostro sorriso apra il cuore alla confidenza di chi ha bisogno di essere aiutato e sorretto nella fede e nelle tribolazioni quotidiane.
Non meravigliatevi mai dei difetti che scorgete negli altri, perché molte volte questi difetti sono semplicemente debolezze di carattere, che davanti a Dio non sono peccati. Sappiate anche che certi difetti sono sempre combattuti e mai vinti, poiché il Signore permette queste dure battaglie che sono spesse volte fonte di meriti. Siate indulgenti, siate misericordiosi con gli altri e severi con voi stessi, poiché molti difetti, da voi custoditi e amati, dispiacciono al mio Gesù e a me.
Ora vi benedico tutti ad uno ad uno, augurandovi un buon riposo. Ricordate che riposare non vuol dire stare in ozio. Se farete un buon apostolato di bene dove vi trovate, io vi custodirò la salute così da avere, dalla vostra vacanza, dei veri benefici.
Benedico il piccolo G.A.M. che ha voluto onorarmi in questa cappella. Sì, figli, siate sempre ardenti d'amore. Siate sempre giovani di spirito, e fate in modo che la vostra vita, alimentata dall'Eucaristia, corroborata dal sangue di Cristo, sia per la Chiesa quel sale che dà sapore o quella lampada che, messa sul lucerniere, dà luce a tutta la comunità cristiana.
Arrivederci, figli! Arrivederci sempre, quando m'inviterete in mezzo a voi per mezzo del rosario.

Cenacolo della Divina Misericordia