Fatima.
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OMELIA DI DON LEONARDO RICOTTA - ARCIPRETE DI VILLABATE

IV DOMENICA T.O. 28-01.2018
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INITIUM OMNIS PECCATI SUPERBIA
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Una volta portai alla mistica Natuzza la foto di un defunto, un professore di filosofia. Non era chiaro se quest’uomo fosse stato credente oppure no, comunque aveva del Cristianesimo un’idea tutta sua. Appena vide la foto Natuzza esclamò senza esitazione:”Questo è N.N., è all’inferno per la sua superbia…” Natuzza non poteva conoscere nome e cognome di quella persona e neanche la sua condizione spirituale. Eppure…
La superbia! La madre di tutti i peccati, l’inizio di tutti i peccati.
Chi dipingerà l’orribile deformità, l’avvilimento estremo di un’anima superba nella quale non vi è più traccia dell’opera di Dio né armonia ma solo il male in tutto il suo orrore ripugnante e detestabile.
Proprio per riparare i peccati di superbia il nostro adorato Signore fu coronato di spine. Lui, sovrano pantocratore dell’universo, accettò di farsi prendere a bastonate e trattare come un re da burla, annichilito per amore nostro. Vero re decorato del suo sangue. Rovi sanguinanti la sua corona, una croce il suo trono.
La superbia! Fu il peccato di Lucifero che, volendo essere autonomo, rifiutò di assoggettarsi a Dio. Fu il peccato dei nostri progenitori che, desiderando essere come Dio, vollero conoscere il bene e il male. E’ il peccato degli atei che rigettano Dio, perché non vogliono padrone. E’ il peccato degli eretici i quali sono troppo orgogliosi per accettare i dogmi della fede e della morale e quindi li attenuano e li deformano per conciliarli con le loro idee e attenuano anche la legge morale per giustificare i vizi e, conseguentemente, piacere al mondo. E’ il peccato degli ambiziosi, disponibili a fare qualunque cosa, anche vendersi l’anima, pur di elevarsi nella carriera. E’ il peccato dei presuntuosi, cioè di coloro che credono che Dio l’intelligenza l’abbia data tutta a loro. E quindi, per esempio, per 2000 anni i cristiani hanno recitato un Padre Nostro sbagliato, ma loro, che sono i più bravi di tutti, sono stati i primi ad accorgersene.
E’ il peccato degli esibizionisti che vogliono mostrare a tutti la loro bontà. E’ il peccato dei modernisti i quali vogliono cambiare la fede e la morale per renderle più morbide e meno impegnative ed esigenti.
E quindi, per esempio, è vero, purtroppo: Dio ha detto”Non commettere adulterio…” E si, vabbè, per carità, la dottrina non si tocca però chi si trova in questa situazione, se fa un cammino di discernimento e accompagnamento(non quello del funerale) alla fine può andare a fare la comunione eucaristica. E così fa il funerale della sua anima.
La superbia è il peccato di chi attribuisce a Dio pensieri e parole che a Dio non appartengono. Attribuzione indebita.
“Chi avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire o che parlerà in mio nome di altri dei, quel profeta dovrà morire…”
Come vedete, la Scrittura non è sempre zucchero e miele come pensano i modernisti.
In effetti, fratelli miei, le parole di Dio sono pesanti ma, se esaminiamo con diligenza, ci accorgiamo che non potrebbe essere diversamente.
Questo tipo di presunzione è un peccato contro lo Spirito Santo: peccato che non avrà perdono in eterno, dice Nostro Signore, non perché Dio non abbia la capacità di perdonarlo ma perché è in se stesso irredimibile in quanto comporta una invincibile ostinazione in chi lo commette.
Trasformare la fede in una ideologia; ma vi rendete conto della gravità della cosa? L’omicidio, l’aborto, il furto, l’adulterio, la bestemmia, che sono peccati grossi, al confronto sembrano bazzecole.
Pensate. Dio ha detto”non avrai altro dio all’infuori di me…”
“Il profeta che parlerà in nome di altri dei…” si, vabbè, però tutti gli uomini sono figli di Dio, Dio è Padre di tutti gli uomini, noi lo chiamiamo Dio, quelli Allah, quegli altri Manitù. E così, come per magia, viene abolito il I comandamento e viene meno il senso stesso dell’apostolato e della missione. Tutto ciò merita la morte, si o no?
Giona non fece giri di parole, ricordate domenica scorsa. Non si presentò a Ninive facendo il piacione. Disse semplicemente quello che Dio gli aveva ordinato. Né più né meno. Non un pallone gonfiato, come tanti ce ne sono oggi, ma un vero profeta di Dio che dice le parole che Dio gli ha ordinato, non le sue, senza superbia ma con quella umiltà che è caratteristica di coloro che non vogliono apparire santi e intelligenti neanche dinnanzi a se stessi. Vi farò avere fra non molto un piccolo dizionario dei termini usati dalla neochiesa modernista, così, tanto per sapervi regolare.